In this section the texts and thumbnails of the images of the Home Pages of the site from February 2019 are proposed.
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In questa sezione vengono riproposti i testi e le miniature delle immagini delle Home Pages del sito da Febbraio 2019.

1.3.2024
La visione olistica  
Non tutto è perfetto, non tutto è prevedibile. Molte situazioni sono imperfette, molte sono prevedibili. Ma un cambiamento discontinuo, una perturbazione esterna o un convergere di situazioni critiche possono destabilizzare un intero sistema. Il peggio che potrebbe capitare è quando i rischi multipli avanzano simultaneamente.
La manutenzione di cui ci occupiamo non è una tecnologia semplice. Se una volta per riparare un impianto veniva convocato un meccanico, oggi la complessità degli allestimenti e delle situazioni richiede un approccio più largo, una previsione dell’adattabilità, delle resistenze, delle usure, dei comportamenti tipici e atipici. Per gestire in sicurezza il funzionamento non basta più dire ‘a 360°’, e anche il tetraspazio dei cubisti potrebbe non bastare. Ogni tanto anche i manutentori hanno bisogno di un po’ di filosofia. Nella fase in cui le variabili da considerare aumentano si rende necessaria una visione larga olistica per riconoscere la realtà e i suoi dettagli. La visione specialistica modulare non basta più. La complessità rende necessaria una conoscenza larga del panorama, dei sistemi, degli intrecci, delle alternative, delle conoscenze, delle conseguenze possibili. L’analisi di un guasto è raramente isolabile a una sola causa. Se questo è evidente per un manutentore del corpo umano (dicesi medico) lo è anche nel mondo sociale dell’industria, della ricerca scientifica, della gestione delle infrastrutture, della cultura e .. soprattutto della politica.
Con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale i rischi della visione modulare (quella settoriale, per intenderci) aumentano se non si tiene conto dello scenario in cui si svolgono gli eventi, delle variabili interne ed esterne, delle considerazioni storiche, dell’analisi delle conseguenze future possibili o probabili. E aumentano terribilmente se ci sono interessi o complicità di parte.
Insomma ci vuole acume, creatività, ma anche capacità di interrelazioni, coordinamento delle équipes, per scoprire i percorsi migliori. Un automobilista provetto può sapersi sbrigare nel traffico meglio di altri, ma potrebbe far impazzire il sistema della circolazione se non tiene conto delle esigenze altrui. Così un farmaco può essere utile a far passare certi dolori, ma può avere controindicazioni o effetti collaterali più dannosi che terapeutici. Lasciatemi dire che nelle gare sportive sono proprio le interrelazioni tra giocatori che portano alla vittoria, un bravo calciatore non basta. Così nella ricerca scientifica o semplicemente nell’approccio euristico industriale, servono piloti olistici e super partes e poi eccellenti team collaborativi multidisciplinari. Attenzione: nonostante l’etimologia, visione olistica non vuol dire totale, infatti la conoscenza non vede confini.
I documenti che riportiamo nelle sezioni di questo sito sono il frutto di impegni pluridisciplinari. Meglio ancora: interdisciplinari, perché le connessioni sono la rete portante di un sistema e di una civiltà. Le catene di comando di una volta corrono il rischio che ci sia un anello debole, in cima o lungo la catena, che si rompe. Rotto un anello, è rotta la catena intera.
Per crescere, o anche solo per conservare la specie e la civiltà, i pensieri vanno condivisi, la conoscenza va condivisa, anche la coscienza andrebbe condivisa, dal momento che confina per tutti con il rispetto dei diritti e l’impegno dei doveri.
    Paolo Lutteri
    Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti

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1.3.2024
The holistic vision
Not everything is perfect, not everything is predictable. Many situations are imperfect, many are predictable. But a discontinuous change, an external disturbance or a convergence of critical situations can destabilize an entire system. The worst that could happen is when multiple risks advance simultaneously.

The maintenance we deal with is not a simple technology. If once a mechanic was called in to repair a system, today the complexity of setups and situations requires a broader approach, a prediction of adaptability, resistance, wear, typical and atypical behavior. To safely manage the operation it is no longer enough to say '360°', and even the tetraspace of the cubists may not be enough. Every now and then even maintenance workers need a bit of philosophy. In the phase in which the variables to be considered increase, a broad holistic vision is necessary to recognize reality and its details. The modular specialist vision is no longer enough. Complexity requires a broad knowledge of the panorama, systems, connections, alternatives, knowledge and possible consequences. The analysis of a failure can rarely be isolated to a single cause. If this is evident for a maintainer of the human body (called a doctor), it is also evident in the social world of industry, scientific research, infrastructure management, culture and... above all politics.
With the use of artificial intelligence, the risks of the modular vision (the sectoral one, so to speak) increase if the scenario in which the events take place, the internal and external variables, the historical considerations, the analysis of the consequences are not taken into account possible or probable futures. And they increase terribly if there are partisan interests or complicity.
In short, it takes acumen, creativity, but also the ability to interrelate and coordinate teams to discover the best paths. An experienced driver may know how to navigate traffic better than others, but he could drive the traffic system crazy if he doesn't take other people's needs into account. Thus a drug can be useful in making certain pain go away, but it can have contraindications or side effects that are more harmful than therapeutic. Let me say that in sporting competitions it is precisely the interrelationships between players that lead to victory, a good footballer is not enough. Thus in scientific research or simply in the industrial heuristic approach, holistic and impartial pilots and then excellent multidisciplinary collaborative teams are needed. Warning: despite the etymology, holistic vision does not mean total, in fact knowledge is without borders.
The documents we report in the sections of this site are the result of multidisciplinary commitments. Better yet: interdisciplinary, because connections are the backbone of a system and a civilization. Chains of command ‘old style’ run the risk of there being a weak link, at the top or along the chain, that breaks. Once a link is broken, the whole chain is broken.
To grow, or even just to preserve the species and civilization, thoughts must be shared, knowledge must be shared, even conscience should be shared, since for everyone it borders on respect for rights and commitment to duties.
   Paolo Lutteri
   
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center

1.2.2024
Quali energie?
Dei limiti dello sviluppo e dei rischi del futuro industriale non sostenibile si scrive e si parla dappertutto. Si agisce poco, perché la mentalità dello spreco sembra insita nel sistema consumista e nel malcostume della gente. Ed è quasi assente nelle istituzioni scolastiche e nelle strategie politiche, poco lungimiranti. Ma la ricerca scientifica c’è e cresce anche un’attenzione tecnologica per le grandi architetture di produzione dell’energia. Il consumo di energia nel mondo è in fortissima crescita e se l’energia sarà insufficiente non sarà possibile nessun progresso, né sopravvivenza. In alternativa ai combustibili fossili, tipo carbone e petrolio, i settori terrestri ‘più o meno puliti’ coinvolti sono l’idroelettrico, il solare, l’eolico, il geotermico, il biogas, la fissione nucleare. Do per scontato che questi siano già noti a tutti, almeno superficialmente. Qualche chiosa in più se la meritano l’energia prodotta dal moto ondoso, quella di fusione nucleare, quella solare spaziale, quella fisica quantistica. Sono brevi note con link di rimando a spiegazioni più corpose.
Moto ondoso
Esempi concreti: in Francia, a St. Malo c’è una centrale che sfrutta le maree (14 metri di oscillazione) e copre il 3% del fabbisogno della Bretagna. In Portogallo, in Cile, in Scozia e in Svezia sono attivi dispositivi, tipo boa ancorata al fondo del mare, che, col saliscendi dell’acqua e tecnologia idrodinamica, trasformano il moto ondoso in energia elettrica. In Italia, al largo di Pantelleria c’è una piattaforma beccheggiante che innesca un movimento di giroscopi, trasmesso ai generatori e convertito in energia elettrica.
Fusione nucleare
Anziché dividere un atomo, la fusione ne unisce due. Naturalmente per questa produzione occorre utilizzare molta energia, ma negli USA il laboratorio del NIF (National Ignition Facility) ha annunciato di aver generato più energia di quella consumata. Un consorzio di sette Paesi (Cina, India, Giappone, Corea del Sud, Unione Europea, Federazione Russa e Stati Uniti) sta realizzando in Francia il progetto ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor) con un gigantesco Tokamak, un reattore nucleare a fusione a forma di ciambella che confina il plasma attraverso un campo magnetico. Vicino a Tokio, Il progetto nippo-europeo del reattore sperimentale JT-60SA intende raggiungere impulsi di plasma di lunga durata, con un meccanismo di confinamento magnetico e utilizzando energia nel modo più sicuro e sostenibile possibile.
Solare
L’obiettivo è raccogliere l'energia solare nello spazio con grandi piattaforme orbitanti di pannelli, riflettori o specchi, senza il filtro dell’atmosfera terrestre. Alcuni laboratori in Usa e in Cina stanno sperimentando la trasmissione di energia wireless nello spazio tramite microonde o laser, convertendola in elettricità a corrente continua. Il progetto con Satelliti Solari nello Spazio (SPS) è seguito da Giappone, Cina, Russia, India, Regno Unito e Stati Uniti. Mentre un team della California ha già dimostrato con successo la trasmissione di energia dallo spazio alla Terra, in Cina l’Università di Xidian ha progettato una centrale elettrica collegata a un satellite in grado di catturare la luce solare in alto e di convertirla in fasci di microonde. Risultati entro il 2028.
Ma all’Università di Houston qualcuno intanto sostiene che la Luna è il luogo ottimale per le centrali solari e il progetto Luna Ring, prevede la costruzione in loco in gran parte con materiali lunari con una fabbrica mobile teleoperata, cosa che ridurrebbe significativamente i costi dei lanci.
Quantum
La fisica quantistica sta scoprendo le opportunità a livello subatomico, dove le regole sono diverse da quelle dei nostri sensi tradizionali. L’entanglement quantico (letteralmente: intreccio) avviene quando due particelle-onde o fotoni o spin interagiscono interferendo collettivamente tra loro. I cinesi hanno mandato in orbita già da qualche anno il satellite Micius con un ricevitore altamente sensibile per rilevare l’entanglement quantistico e ‘teletrasportare’ fotoni che coesistono nello spazio e a terra. Un team di ricercatori della Tohoku University e un altro dell'Università di Waterloo nel Regno Unito sembra siano riusciti ad estrarre energia dal ‘vuoto’ e rilasciarla altrove, all’interno di un sistema quantistico. In parole semplici la produzione di una certa energia potrebbe essere duplicata con un teletrasporto quantistico. Un fenomeno che sfugge alla fisica classica, ma che qualcuno sembra sia riuscito a riprodurre sia pur in situazioni estreme e per pochi spin o fotoni. La distribuzione delle proprietà atomiche basata sulla fisica quantistica consentirebbe comunicazioni anche di energia. Verbi al condizionale perché non so ancora se siano ipotesi o fatti concreti. E anche perché non ho una preparazione scientifica per spiegarle meglio.
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Questi, e non finiscono qui, i tentativi e i progetti operativi in corso e in dirittura di arrivo. In conclusione, provvisoria, la ricerca scientifica e le applicazioni tecnologiche sono vivaci, anzi: frenetiche. Stiamo esplorando il sottofondo della natura con strumenti indisponibili fino ad ora. A livello subatomico abbiamo supposto l’esistenza di altri universi che potrebbero esserci utili per salvare il nostro cosmo. Con le nuove scoperte nascono anche mille problemi di gestione, di manutenzione, di controllo delle situazioni collaterali, dai costi alla gestione dei rifiuti, alla localizzazione, ai tempi di realizzazione, alle interrelazioni industriali, ai brevetti, alle cooperazioni possibili o impossibili, alle alleanze politiche in proposito. Ma non siamo fermi, se la burocrazia non ci mette i bastoni fra le ruote, la nostra ipotesi è che il mondo sia in buone mani.
    Paolo Lutteri
    Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti

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1.2.2024
What energies?
The limits of development and the risks of an unsustainable industrial future are written and talked about everywhere. Little action is taken, because the waste mentality seems inherent in the consumerist system and in people's bad habits. And it is almost absent in educational institutions and short-sighted political strategies. But there is scientific research and there is also growing technological attention for large energy production architectures. Energy consumption in the world is growing rapidly and if energy is insufficient, no progress or survival will be possible. As an alternative to fossil fuels, such as coal and oil, the 'more or less clean' terrestrial sectors involved are hydroelectric, solar, wind, geothermal, biogas, nuclear fission. I take it for granted that these are already known to everyone, at least superficially. The energy produced by wave motion, nuclear fusion, space solar energy and quantum physics deserve a few more comments. They are short notes with links to more substantial explanations.

Wavy way
Concrete examples: in France, in St. Malo there is a power plant that uses the tides (14 meters of oscillation) and covers 3% of Brittany's needs. In Portugal, Chile, Scotland and Sweden, devices such as buoys anchored to the seabed are active which, with the rise and fall of the water and hydrodynamic technology, transform wave motion into electricity. In Italy, off the coast of Pantelleria there is a pitching platform that triggers a movement of gyroscopes, transmitted to generators and converted into electricity.

Nuclear fusion
Rather than splitting one atom, fusion joins two. Naturally, a lot of energy must be used for this production, but in the USA the NIF (National Ignition Facility) Laboratory announced that it had generated more energy than it consumed. A consortium of seven countries (China, India, Japan, South Korea, the European Union, the Russian Federation and the United States) is building the ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor) project in France with a gigantic Tokamak, a nuclear fusion reactor in the shape of donut that confines the plasma through a magnetic field. Near Tokyo, the Japanese-European project of the JT-60SA experimental reactor aims to achieve long-duration plasma pulses, with a magnetic confinement mechanism and using energy in the safest and most sustainable way possible.

Solar
The goal is to collect solar energy in space with large orbiting platforms of panels, reflectors or mirrors, without the filter of the Earth's atmosphere. Some laboratories in the US and China are experimenting with transmitting wireless energy into space via microwaves or lasers, converting it into direct current electricity. The project with Solar Satellites in Space (SPS) is followed by Japan, China, Russia, India, the United Kingdom and the United States. While a team from California has already successfully demonstrated the transmission of energy from space to Earth, in China Xidian University has designed a power plant connected to a satellite capable of capturing sunlight above and converting it into beams of microwave. Results by 2028. But at the University of Houston someone meanwhile claims that the Moon is the optimal place for solar power plants and the Luna Ring project envisages construction on site largely with lunar materials with a teleoperated mobile factory, which would reduce launch costs significantly.

Quantum
Quantum physics is discovering opportunities at the subatomic level, where the rules are different from those of our traditional senses. Quantum entanglement occurs when two particle-waves or photons or spins interact by collectively interfering with each other. The Chinese have already sent the Micius satellite into orbit a few years ago with a highly sensitive receiver to detect quantum entanglement and 'teleport' photons that coexist in space and on the ground. A team of researchers from Tohoku University and another from the University of Waterloo in the United Kingdom appear to have managed to extract energy from the 'vacuum' and release it elsewhere, within a quantum system. In simple words, the production of a certain energy could be duplicated with quantum teleportation. A phenomenon that escapes classical physics, but which someone seems to have managed to reproduce albeit in extreme situations and for just a few spins or photons. The distribution of atomic properties based on quantum physics would also allow communications of energy. Conditional verbs because I don't yet know if they are working hypotheses or concrete facts. And also because I don't have the scientific background to explain them better.

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These, and they do not end here, are the attempts and operational projects underway and close to the finish line. In conclusion, provisionally, scientific research and technological applications are lively, indeed: frenetic. We are exploring the background of nature with tools unavailable until now. At the subatomic level we have assumed the existence of other universes that could be useful to save our cosmos. With the new discoveries also arise a thousand problems of management, maintenance, control of collateral situations, from costs to waste management, to localization, to implementation times, to industrial interrelations, to patents, to possible or impossible cooperations, to political alliances in this regard. But we are not standing still, if bureaucracy doesn't get in our way, our hypothesis is that the world is in good hands.
   Paolo Lutteri
   
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center
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Useful links. Global data:
www.iea.org/reports/world-energy-outlook-2023;
yearbook.enerdata.net/total-energy/world-consumption-statistics.html;
www.theworldcounts.com/challenges/climate-change/energy/global-energy-consumption
Wavy way:
aw-energy.com/;
corpowerocean.com/;
www.eni.com/it-IT/azioni/tecnologie-transizione-energetica/energie-rinnovabili/moto-ondoso.html
Nuclear Fusion:
www.iaea.org/newscenter/news/what-is-nuclear-fusion;
lasers.llnl.gov/;
www.iter.org/;
www.istp.cnr.it/it/news-it/the-first-tokamak-plasma-for-jt-60sa/
Space solar:
www.caltech.edu/about/news/in-a-first-caltechs-space-solar-power-demonstrator-wirelessly-transmits-power-in-space;
www.nasa.gov/general/sps-alpha-the-first-practical-solar-power-satellite-via-arbitrarily-large-phased-array/;
https://sservi.nasa.gov/articles/the-luna-ring-concept/;
www.chinadaily.com.cn/a/202311/28/WS65660bc5a31090682a5f073f.html
Quantum:
https://scienceexchange.caltech.edu/topics/quantum-science-explained/quantum-physics;
www.qse.tohoku.ac.jp/course/en/quantum_science.html;
https://uwaterloo.ca/institute-for-quantum-computing/events/quantum-today-quantum-energy-teleportation-activating-groundwww.technologyreview.com/2017/07/10/150547/first-object-teleported-from-earth-to-orbit/https://journals.aps.org/rmp/abstract/10.1103/RevModPhys.94.035001

15.1.2024
Coscienza planetaria.
Abbiamo già sottolineato, con costernazione, il degrado della cultura dei diritti umani, a causa delle guerre, delle disuguaglianze sociali, dell’inquinamento della natura. Lo sviluppo sostenibile è sempre più difficile. Siamo convinti che occorre sviluppare nel nostro sito una conoscenza e una coscienza planetaria sui problemi e sulle soluzioni sostenibili che interessano la nostra civiltà e che riguardano la scienza, la tecnologia e la cultura industriale. Questa visione internazionale larga non esclude le situazioni settoriali o locali, ma le inserisce in una visione più inclusiva. Non c’è progresso se non è globale. Nonostante le previsioni siano perlopiù negative, c’è sempre qualche spunto produttivo e geniale. Cercheremo di approfondire soprattutto alcuni Report internazionali pubblicando qualche succinto commento nella Home Page, i testi completi nella sezione Reports 2024 , con qualche illustrazione nella sezione Gallery.
Nella sezione Newsletter resteranno segnalati i documenti raccolti più recenti. Siamo naturalmente a disposizione dei nostri lettori per ogni commento e suggerimento in proposito.
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Planetary awareness.
We have already underlined, with dismay, the degradation of the culture of human rights, due to wars, social inequalities and the pollution of nature. Sustainable development is increasingly difficult. We are convinced of the need to develop on our site planetary knowledge and awareness of the problems and sustainable solutions that affect our civilization and which concern science, technology and industrial culture. This broad international vision does not exclude sectoral or local situations, but inserts them into a more inclusive vision. There is no progress if it is not global. Although the forecasts are mostly negative, there is always some productive and ingenious idea. We will try above all to delve deeper into some international reports by publishing some succinct comments on the Home Page, the full reports in the Reports 2024 section and some figures in the Gallery section.
The most recent documents will remain in the Newsletter section. We are naturally available to our readers for any comments and suggestions in this regard.
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14.12.2023
Scenari a lungo termine: incorporare la transizione energetica. Pub: OCSE.
Lo studio presenta innanzitutto una proiezione di base che funge da scenario di business rispetto al quale è possibile misurare gli effetti economici della transizione. Descrive uno scenario alternativo in cui i paesi del G20 passano con successo ad un’energia a basse emissioni di carbonio in un modo ampio in linea con l’obiettivo di zero emissioni nette di gas serra entro il 2050. Vedi Report completo.
https://doi.org/10.1787/153ab87c-en
1.1.2024
Situazione economica mondiale e prospettive 2024.
 Pub: Nazioni Unite.
Una autorevole panoramica previsione delle situazioni economiche nel mondo con rischi sociali, conflitti e disastri climatici. Le economie in via di sviluppo hanno perso terreno. E le crescenti divisioni tra paesi ed economie impediscono una risposta efficace. Come chiarisce questo rapporto, si prevede che il 2024 sarà un altro anno difficile. Si prevede che la lenta crescita globale rallenterà ulteriormente. Il risultato: sviluppo ritardato e negato. Vedi Report completo.
https://www.un.org/development/desa/dpad/publication/world-economic-situation-and-prospects-2024/
10.1.2024
Rapporto sui rischi globali 2024. Pub: World Economic Forum.
Il Report presenta i risultati del Global Risks Perception Survey (GRPS), che raccoglie le opinioni di quasi 1.500 esperti globali. Il rapporto analizza i rischi globali nel trovare un equilibrio tra le crisi attuali e le priorità a lungo termine. Una prospettiva globale in peggioramento. Il malcontento sociale era palpabile in molti paesi. Vedi Report completo e immagine in Zoom.
https://www.weforum.org/publications/global-risks-report-2024/
14.12.2023
Long-term scenarios: incorporating the energy transition. Pub: OECD.
The study first presents a baseline projection that acts as a business-as-usual scenario against which the economic effects of the transition can be gauged. Describes an alternative scenario in which G20 countries successfully transition to low-carbon energy in a way broadly consistent with a net-zero target for greenhouse gas emissions by 2050. See full Report.

https://doi.org/10.1787/153ab87c-en
1.1.2024
World Economic Situation and Prospects 2024. Pub: United Nations.
An authoritative overview forecast of economic situations in the world with social risks, conflicts and climate disasters. Developing economies have lost ground. And growing divisions between countries and economies are preventing an effective response. As this report makes clear, 2024 is projected to be another tough year. Sluggish global growth is projected to slow further. The result: development delayed and denied. See full Report.
https://www.un.org/development/desa/dpad/publication/world-economic-situation-and-prospects-2024/
10.1.2024
The Global Risks Report 2024.  Pub: World Economic Forum.
The Report presents the findings of the Global Risks Perception Survey (GRPS), which captures insights from nearly 1,500 global experts. The report analyses global risks to support decision-makers in balancing current crises and longer-term priorities. Societal discontent was palpable in many countries. See full Report and image at Zoom.

https://www.weforum.org/publications/global-risks-report-2024

1.1.2024
How about?
The embarrassment arises from having to witness a degradation of civilization while we would like more professional quality in daily life.

I am very embarrassed to talk about maintenance while the images of the brutality and the devastating bombings in Israel and Palestine, as well as those in Ukraine and in who knows what other parts of the world less frequented by the mass media, flash before my eyes. Houses, schools, hospitals, offices, factories and infrastructures collapse. Craft and industrial economies collapse. Civilian deaths, men, women, children, elderly people, without distinction of responsibility. The culture of human rights is about to die with them, due to an overbearing, self-justified incivility.
And in our living rooms we celebrated Christmas and holidays while in the world there was neither love nor compassion. There are those who have fired shots and set off fireworks, thrown crockery out of the window, watered down their lusts with sparkling wine.
I am very embarrassed to talk about maintenance, sustainability, social commitment, hope for the future of the planet, conscious politics, professional diligence, love and friendship. I would like not to be pessimistic, but the signs of crisis are demotivating.
I am very embarrassed to talk about maintenance while we pamper ourselves with our vices. The readings remain only in the titles, the dialogues are mostly irrelevant. On these pages we continue to provide news, I would like there to be more comments, more contributions, perhaps more debate and criticism.
I continue to trust, despite the embarrassment, in positive friendship and technological creativity and I hate sloth and obstacles.
Pythagoras said, already 2500 years ago, that it is not enough to help others to unload their burdens, they must be lifted.
Happy 2024 and good work!
   Paolo Lutteri
   Director of the Salvetti
 Foundation Documentation Education Center
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Che ne dite?
L’imbarazzo nasce dal dover assistere a un degrado di civiltà mentre si vorrebbe più qualità professionale nella vita quotidiana.

Ho grande imbarazzo a parlare di manutenzione mentre mi scorrono negli occhi le immagini delle efferatezze e dei bombardamenti devastanti in Israele e in Palestina, così come quelli in Ucraina e in chissà quali altre parti del mondo meno frequentate dai mass media. Crollano case, scuole, ospedali, uffici, fabbriche, infrastrutture. Crollano economie artigianali e industriali. Muoiono civili, uomini, donne, bambini, anziani, senza distinzioni di responsabilità. Con loro sta per morire la cultura dei diritti umani, a causa di una inciviltà prepotente, giustificata da se stessa.
E nei nostri salotti abbiamo celebrato un Natale e le feste mentre nel mondo non c’erano né amore né  compassione. C’è chi ha sparato botti e fatto fuochi d’artificio, buttato le stoviglie dalla finestra, innaffiato le libidini con lo spumante.
Ho grande imbarazzo a parlare di manutenzione, di sostenibilità, di impegno sociale, di speranza nel futuro del pianeta, di politica consapevole, di diligenza professionale, di amore e di amicizia. Vorrei non essere pessimista, ma gli indizi di crisi sono demotivanti.
Ho grande imbarazzo a parlare di manutenzione mentre ci coccoliamo con i nostri vizi. Le letture restano solo nei titoli, i dialoghi sono per lo più irrilevanti. Su queste pagine continuiamo a dare notizie, vorrei ci fossero più commenti, più contributi, magari più dibattito e critiche.
Io continuo a confidare, nonostante l’imbarazzo, nell’amicizia positiva e nella creatività tecnologica e detesto l’ignavia e i bastoni tra le ruote.
Pitagora diceva, già 2500 anni or sono, che non basta aiutare il prossimo a scaricare i pesi, bisogna sollevarli.
Buon 2024 e buon lavoro!
   

1° dicembre 2023
Efficienza.
Per questo ultimo editoriale dell’anno, voglio parlare di filosofia. Per accostarsi alla filosofia una delle fonti più autorevoli del passato è certamente Aristotele. Nella sua visione logica fu fondamentale la distinzione tra sostanza e accidente. Deplorevolmente ancor oggi gli accidenti fanno più opinione delle sostanze e le opinioni spumeggianti di certi amministratori e politici fan più clamore di seri programmi economici e di sostenibilità ecologica.
Un’altra osservazione fondamentale di Aristotele è quella delle categorie (sostanza, qualità, quantità, relazione, azione, passione, tempo, luogo, situs e habitus). A noi, che ci occupiamo di cultura della manutenzione, farebbe comodo aggiungere una categoria trascurata dal Maestro: l’efficienza. Infatti il funzionamento corretto delle cose, delle macchine, degli asset, financo dei pensieri, è un argomento logico ed etico della filosofia universale. E’ una categoria in più.
Purtroppo nella realtà quotidiana l’efficienza, o semplicemente la ricerca dell’ottimizzazione, è una caratteristica non allineata alla razionalità. Banalmente si predica bene e si razzola male. Forse il mondo dell’industria privata si muove più efficacemente del mondo politico, anche se la finalità del profitto ostacola un completo progresso collettivo. Sicuramente la burocrazia protegge la democrazia, ma rende inefficiente, lento, manieroso e pedante tutto il sistema. Di più: quel che è inefficiente prima o poi si guasta. Anche qui la rincorsa ai ripari da parte degli enti pubblici è quantomai fiacca.
In conclusione: la carenza di manutenzione, e non parlo solo di quella meccanica, sgretola anche le istituzioni, gli impianti sociali, gli assetti di convivenza civile e la geopolitica planetaria.
Se, semplificando, mettiamo anche il concetto di negligenza diplomatica accanto a quello di negligenza manutentiva, possiamo capire come mai scoppiano le guerre, come mai non si risolvono le disuguaglianze sociali, come mai l’inquinamento ecologico imperversa.
Più diplomazia, più manutenzione, più intelligenza larga porterebbero a soluzione più cause comuni per il nostro pianeta.
Anche nella società di Aristotele un po’ più di diplomazia e intelligenza avrebbe potuto evitare guerre e disastri. Ma erano altri tempi e il concetto di manutenzione non era ancora nato.
    Paolo Lutteri
    Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
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December 1, 2023
Efficiency
For this last editorial of the year, I want to talk about philosophy. To approach philosophy, one of the most authoritative sources of the past is certainly Aristotle. In his logical vision the distinction between substance and accident was fundamental. Deplorably, even today, accidents generate more opinion than substances and the bubbly opinions of certain administrators and politicians create more outcry than serious economic and ecological sustainability programs.
Another fundamental observation of Aristotle is that of the categories (substance, quality, quantity, relationship, action, passion, time, place, situs and habitus). For us, who deal with maintenance culture, it would be useful to add a category neglected by the Maestro: efficiency. In fact, the correct functioning of things, machines, assets, even thoughts, is a logical and ethical topic of universal philosophy. It's one more category.
Unfortunately, in everyday reality, the efficiency, or simply the search for optimization, is a characteristic not aligned with rationality. Trivially, one preaches well and scratches around badly. Perhaps the world of private industry moves more effectively than the political world, even if the profit motive hinders complete collective progress. Bureaucracy certainly protects democracy, but it makes the whole system inefficient, slow, mannered and pedantic. Even more: what is inefficient sooner or later breaks down. Here too, the pursuit of measures by public bodies is extremely weak.
In conclusion: the lack of maintenance, and I'm not just talking about mechanical maintenance, also undermines institutions, social systems, structures of civil coexistence and planetary geopolitics.
If, simplifying, we also place the concept of diplomatic negligence alongside that of maintenance negligence, we can understand why wars break out, why social inequalities are never resolved, why ecological pollution rages.
More diplomacy, more maintenance, more broad intelligence would lead to solutions to more common causes for our planet.
Even in Aristotle's society, a little more diplomacy and intelligence could have avoided wars and disasters. But those were different times and the concept of maintenance had not yet been born.
   Paolo Lutteri
   Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center

1° novembre 2023
Responsabilità sociale
Occuparsi di manutenzione vuol dire esercitare responsabilità. E’ una virtù non disattesa nel momento degli studi e delle decisioni, ma spesso dimenticata nei tempi e nei modi delle azioni concrete. Non voglio parlare solo di responsabilità individuale, che potrebbe essere soggetta a controlli di codici civili e penali, ma soprattutto di responsabilità sociale, spesso sfuggente alle leggi.
La nostra Fondazione ha prima di tutto obiettivi di informazione di cultura industriale, base per un progresso condiviso e sostenibile. In questo percorso formativo e divulgativo l’etica fa capolino da tutte le parti. La responsabilità sociale significa non solo monitorare il funzionamento e riparare i guasti degli impianti e dei sistemi, assicurarsi una gestione corretta, ottimizzare il rendimento, ma guardare oltre, costruire il futuro. L’etica della professione, sia quella del manager di manutenzione che quella del divulgatore tecnologico, impone di badare alle conseguenze.
All’orizzonte abbiamo un pericolo di inquinamento della natura e di confusione burocratica. Le teorie del massimo profitto e dello sviluppo di un mercato capitalistico-liberale si scontrano con le disuguaglianze, le ingiustizie sociali e le guerre. Lo sviluppo industriale della società umana, ancorché affidata agli stessi motori, alle stesse fonti energetiche, agli stessi linguaggi-macchina è frammentata da confini culturali e geopolitici, terreni di guerra economica. E guerre tra idee di supremazia ideologica e perfino religiosa. Guerre che fanno danni economici molto gravi al sistema, e che portano perfino ad ammazzare migliaia di cittadini innocenti insieme a soldati disperati, come sta avvenendo oggi in alcune parti del nostro pianeta.
Convivendo con queste tragedie, come possiamo farci vanto delle innovazioni tecnologiche e dell’intelligenza artificiale se i leader dei nostri Paesi difettano di intelligenza naturale e non sono capaci di discutere le crisi, prevenirle, risolverle? Se un sistema utilizza aggressioni, massacri, vendette o rappresaglie, come può essere intelligente e democratico? A che serve la nostra sensibilità tecnologica, il nostro talento, se i politici non hanno tatto dialettico e coinvolgono i cittadini nella morte?
Come possiamo andare avanti senza prendere una coscienza larga, senza pretendere dai governanti una responsabilità sociale planetaria?
Per molti di noi, nel breve termine, sarà più semplice trascinare la vita in un comodo comfort borghese, facendo manutenzione al giardinetto sotto casa e facendo spallucce al resto del mondo?
    Paolo Lutteri
    Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
 (Nell’immagine: Dettaglio del Trittico del Giardino delle Delizie di Hieronymus Bosch, 1453-1516)
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November 1, 2023
Social responsibility
Caring for maintenance means exercising responsibility. It is a virtue not disregarded at the time of studies and decisions, but often forgotten in the times and ways of concrete actions. I don't want to talk only about individual responsibility, which could be subject to controls by civil and criminal codes, but above all about social responsibility, which often escapes the laws.
Our Foundation has first of all industrial culture information objectives, the basis for shared and sustainable progress. In this training and dissemination path, ethics appears everywhere. Social responsibility means not only monitoring the functioning and repairing faults of plants and systems, ensuring correct management, optimizing performance, but looking beyond, building the future. The ethics of the profession, both that of the maintenance manager and that of the technology communicator, require us to pay attention to the consequences.
On the horizon we have a danger of nature pollution and bureaucratic confusion. Theories of maximum profit and the development of a capitalist-liberal market clash with inequalities, social injustices and wars. The industrial development of human society, even if entrusted to the same engines, the same energy sources, the same machine languages, is fragmented by cultural and geopolitical borders, terrains of economic warfare. And wars between ideas of ideological and even religious supremacy. Wars that cause very serious economic damage to the system, and which even lead to the killing of thousands of innocent citizens together with desperate soldiers, as is happening today in some parts of our planet.
Living with these tragedies, how can we boast about technological innovations and artificial intelligence if the leaders of our countries lack natural intelligence and are not capable of discussing crises, preventing them, solving them? If a system uses aggression, massacres, revenge or retaliation, how can it be intelligent and democratic? What use is our technological sensitivity, our talent, if politicians do not have dialectical tact and involve citizens in death?
How can we move forward without gaining a broad conscience, without demanding planetary social responsibility from rulers?
For many of us, in the short term, will it be easier to drag out life in easy bourgeois comfort, maintaining the little garden under the house and shrugging our shoulders at the rest of the world?
   Paolo Lutteri
   Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center
(In the image: Detail from the Garden of Earthly Delights Triptych by Hieronymus Bosch, 1453-1516)

1° ottobre 2023
Presente e avvenire
Soluzioni locali non bastano. O troviamo una via di sostenibilità globale oppure siamo spacciati. Questa è l’opinione prevalente degli scienziati e dei ricercatori ecologici. C’è una minoranza di opinioni ottimiste che si appoggia alle ipotesi di cicli naturali del clima e che sostiene che non c’è pericolo di inquinamento totale. Forse non tiene conto che la plastica e i rifiuti tossici non degradano in fretta, che le guerre e le disuguaglianze sociali non accennano a diminuire e che tutti gli altri indici di instabilità economica porterebbero al collasso. Al presente rimango pessimista ma ho fiducia che presto o tardi emergano un’intelligenza e una coscienza globale per far fronte ai problemi planetari. Mi confortano una serie di ricerche scientifiche e innovazioni tecnologiche che potrebbero esserci utili.
La conoscenza oggi si avvale di almeno tre jolly: velocità, trasparenza, ubiquità. E’ proprio lo sviluppo dell’informatica che ci permette il salto in avanti. Supercomputer, 5G-6G, Wi-Fi7, Intelligenza artificiale generativa, Internet delle cose, automazione, robotica, edge computing, machine learning, wearability, cybersecurity, immunità digitale, lavoro da remoto … insomma l’elettronica applicata alla comunicazione è uno strumento che non esisteva fino a 70 anni fa e che anche oggi non usiamo completamente e correttamente. Può favorire la crescita e la produttività in ogni settore. E’ una rivoluzione degli studi, delle pratiche industriali e anche dei comportamenti sociali.
La ricerca scientifica ha potuto fare grandi passi avanti: per esempio nella bioingegneria, nello studio delle patologie e della genetica, nella caccia ai virus e ai vaccini, nelle nuove terapie mRNA, nella telemedicina, nella farmacologia, nella prevenzione delle degenerazioni.
La ricerca biologica si è estesa all’agricoltura e ai prodotti alimentari, perfino al cibo alternativo (insetti, alghe), agli OGM e a quello sintetico. Certi interventi chimici potrebbero proteggerci dall’invasione dei rifiuti e dai packages di plastiche.
Energia: ormai scontata la necessità del passaggio da combustibili fossili a energie pulite e rinnovabili, le ipotesi di piattaforme spaziali che raccolgano energia solare o che proteggano dal riscaldamento sono in preparazione, almeno teorica. Anche l’energia eolica può essere sviluppata, magari in mare o in zone desertiche polari. Se poi le ricerche di fusione nucleare trovassero il modo di produzioni pulite, la sostenibilità degli impianti industriali ne avrebbe beneficio planetario. La fisica quantistica è ancora un’incognita. Ma improvvisamente potrebbero nascere applicazioni inusuali con efficacia esponenziale anche per l’energia.
L’esplorazione spaziale è un laboratorio di tecnologia e pionieristica d’avanguardia. Siamo riusciti a raggiungere un asteroide che viaggiava a 28 km/s a 120 milioni di chilometri da noi, raccogliere pezzi di suolo e riportarli sulla Terra; di un altro asteroide abbiamo deviato la rotta. Sulla Luna gli architetti stanno già progettando colonie umane. Su Marte abbiamo ricognitori al suolo, trivelle e un elicottero. Acqua e minerali rari potrebbero essere disponibili.
Più in là, alle frontiere del cosmo, la nuova sonda-telescopio Webb ci ha fotografato l’origine delle galassie; abbiamo visto lo scontro di buchi neri, ci sono programmi di ricerca di esopianeti abitati o abitabili.
Nella turbolenza della insostenibilità attuale, qualche élite che pensa a un futuro lontano c’è.
Più vicini a noi sono i dibattiti sul sociale, stimolati dall’impegno giovanile, dalle organizzazioni umanitarie, dalle convention internazionali delle Nazioni Unite, dagli investimenti green che ogni tanto governi e grandi aziende avviano, almeno per dignità di facciata. In fondo tutti i cittadini hanno sogni democratici di sopravvivenza e di comunità, pur restando egoisticamente attaccati a privilegi politici ed economici (chi li ha). Di fronte alla prospettiva di una nuova società, non esasperatamente competitiva e consumista come quella di oggi, fioriscono le discussioni e le velleità ma non cedono troppo l’egoismo, i vantaggi personali e le supremazie geopolitiche.
Non è il momento di proteggere le caste, né di nascondere i ricavi. Occorre investire nel futuro se vogliamo un avvenire.
Ci sono molti auspici da consolidare, insieme alle piccole e grandi operazioni per la manutenzione della natura, degli impianti, delle cose e degli esseri umani.
    Paolo Lutteri
    Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
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October 1, 2023
Present and future
Local solutions are not enough. Either we find a path to global sustainability or we are doomed. This is the prevailing opinion of scientists and ecological researchers. There is a minority of optimistic opinions that rely on the hypotheses of natural climate cycles and that maintain that there is no danger of total pollution. Perhaps it does not take into account that plastic and toxic waste do not degrade quickly, that wars and social inequalities show no signs of abating and that all other indicators of economic instability would lead to collapse. At the moment I remain pessimistic but I have faith that sooner or later a global intelligence and conscience will emerge to deal with planetary problems. I am comforted by a series of scientific research and technological innovations that could be useful to us.
Knowledge today makes use of at least three wildcards: speed, transparency, ubiquity. It is precisely the development of information technology that allows us to make the leap forward. Supercomputers, 5G-6G, Wi-Fi7, generative artificial intelligence, Internet of things, automation, robotics, edge computing, machine learning, wearability, cybersecurity, digital immunity, remote working... in short, electronics applied to communication is a tool that it did not exist until 70 years ago and that even today we do not use completely and correctly. It can drive growth and productivity in every industry. It is a revolution in studies, industrial practices and also social behaviour.
Scientific research has been able to make great progress: for example in bioengineering, in the study of pathologies and genetics, in the hunt for viruses and vaccines, in new mRNA therapies, in telemedicine, in pharmacology, in the prevention of degenerations.
Biological research has extended to agriculture and food products, even to alternative foods (insects, algae), GMOs and synthetic ones. Certain chemical interventions could protect us from the invasion of waste and plastic packages.
Energy: the need for the transition from fossil fuels to clean and renewable energy is now obvious, the hypotheses of space platforms that collect solar energy or that protect against heating are in preparation, at least theoretically. Wind energy can also be developed, perhaps at sea or in polar desert areas. If nuclear fusion research found a way to clean production, the sustainability of industrial plants would benefit globally. Quantum physics is still an unknown. But suddenly unusual applications could arise with exponential effectiveness even for energy.
Space exploration is a laboratory of cutting-edge technology and pioneering. We managed to reach an asteroid traveling at 28 km/s, 120 million kilometers away from us, collect pieces of soil and bring them back to Earth; we have diverted the course of another asteroid. On the Moon, architects are already planning human colonies. On Mars we have ground scouts, drills and a helicopter. Water and rare minerals may be available.
Further away, at the frontiers of the cosmos, the new Webb probe-telescope has photographed the origin of galaxies; we have seen the collision of black holes, there are programs to search for inhabited or habitable exoplanets.
In the turbulence of current unsustainability, there are some elites who think of a distant future.
Closer to us are the social debates, stimulated by youth commitment, by humanitarian organizations, by the international conventions of the United Nations, by the green investments that governments and large companies occasionally initiate, at least for superficial dignity. Ultimately all citizens have democratic dreams of survival and community, while remaining selfishly attached to political and economic privileges (who has them).
Faced with the prospect of a new society, not as exasperatingly competitive and consumerist as today's, discussions and ambitions flourish but selfishness, personal advantages and geopolitical supremacies do not give way too much.
This is not the time to protect castes, nor to hide revenues. We need to invest in the future if we want a future.
There are many wishes to consolidate, together with small and large operations for the maintenance of nature, systems, things and human beings.
   Paolo Lutteri
   Director of the 
Salvetti Foundation Documentation Education Center

1° settembre 2023
Alleanze indispensabili
Vorremmo mantenere il mondo ma troviamo molti ostacoli. Vorremo utilizzare la scienza, la ragione e la discussione, ma i sillogismi si sciolgono spesso in slogan superficiali e gli algoritmi sono strumenti condizionati. Scienza e tecnologia non sono una bacchetta magica assoluta, al massimo sono un buon trampolino di lancio per gestire imprese economiche, società civili, servizi al cittadino.
Tutto liscio? No, anzi pieno di ostacoli burocratici e politici, lobby private e caste di funzionari, cosche e faccendieri, proprietari di risorse in competizione. Anche le democrazie liberali soffrono di debolezza operativa, pronte ad accontentare elettorati volubili. Gli stati dove un sovrano dinastico o un partito autarchico gestiscono i destini del popolo, anche se più agili e apparentemente liberi di ‘mostrare i muscoli’, in realtà vivono nel condominio del pianeta e sono soggetti a relazioni economiche e commerciali, nonché a tecnologie di altri Paesi o industrie.
Insomma, sembra evidente che il mondo è ‘intrappolato’ in un sistema così complesso da trovar difficile, molto difficile, soluzioni comuni. In questo alveare disordinato si dibattono valori etici ed economici, truffe religiose, desideri ludici, lotte di sopravvivenza, comportamenti suprematisti, culture povere di significati.
Per non essere né qualunquisti, né rassegnati, bisognerebbe formulare significati ricchi di umanità, condivisibili o che almeno siano avviati a condivisione. La condivisione di un progetto comune non arriva con le cicogne terrestri, né da messaggi extraterrestri, non nasce in un laboratorio di sedicenti geni, né in una cupola di illuminati. Le idee ‘giuste’ potrebbero nascere dalla pratica sociale, ma purtroppo la pratica è così aggrovigliata, così contradditoria e vorrei dire così largamente criminalizzata dagli abusi, dai furti o, banalmente, dalle evasioni fiscali, da non poter essere presa a testimone di purezza. Da nessuno e in nessuna parte del mondo.
Anche le ‘guerre sante’ lasciano il tempo che trovano, così come le crociate dei cristiani contro l’islam, la riforma protestante contro i cattolici, quelle dei talebani contro gli infedeli, quelle di Putin e Kyrill contro l’occidente, quelle dei sessantottini contro i baroni universitari e via dicendo.
E quindi? Intanto non buttiamo via la storia: lo schiavismo è quasi scomparso, la rivoluzione francese e americana hanno avviato una democrazia senza aristocratici, la rivoluzione russa ha travolto un impero così come la rivoluzione cinese ha cancellato il medioevo asiatico. Questi ed altri eventi di peso storico nell’evoluzione della civiltà sono stati encomiabili anche se non mancano critiche.
Le trasformazioni sociali sono state più lente delle innovazioni tecnologiche. Si sono aperte nuove frontiere di comunicazione e di esplorazione: video-call con gli antipodi, droni su Marte, sonde spaziali oltre il sistema solare, realizzazione di nuovi materiali, selezione di genomi, memorie digitali. Restano gravi disuguaglianze sociali, inquinamenti, sfide e guerre in corso. Le istituzioni amministrative e politiche non reggono la velocità degli eventi sociali, le istituzioni giuridiche sono ancora più attardate. Siamo rimasti alle coalizioni, alleanze strumentali. Come il G7, il G20, la Nato, i Brics … E in agguato ci sono le Big Tech, più forti di tanti Governi.
Eppure c’è una carta delle Nazioni Unite (www.ohchr.org/: 10 dicembre 1948: noi siamo nati insieme a quella e dopo 75 anni potremmo anche migliorarla!) che dichiara quali sono i diritti dell’uomo e che quasi tutti gli Stati riconoscono anche se la gestiscono a modo loro. C’è una dichiarazione laica, globale, sulla quale in teoria tutti potrebbero convergere. Val la pena di rileggerla umilmente. E’ stata una grande speranza. Oggi le Nazioni Unite sono un’istituzione criticata ma la sostanza dei valori della civiltà sta ancora lì e potrebbe essere aggiornata. Sarebbe un crimine contro l’umanità rinunciare a voler mantenere una causa comune.
Anche gli dei a concilio (quelli di Raffaello) sarebbero contenti.
    Paolo Lutteri
    Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
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September 1, 2023
Essential alliances
We would like to keep the world but we find many obstacles. We would like to use science, reason and discussion, but syllogisms often dissolve into superficial slogans and algorithms are conditioned tools. Science and technology are not an absolute magic wand, at most they are a good springboard for managing economic enterprises, civil societies and citizen services. Everything smooth? No, indeed full of bureaucratic and political obstacles, private lobbies and castes of officials, gangs and fixers, owners of resources. Even liberal democracies suffer from operational weakness, ready to please fickle electorates. The states where a dynastic sovereign or an autarkic party manage the destinies of the people, even if more agile and apparently free to 'flex their muscles', actually live in the condominium of the planet and are subject to economic and commercial relations, as well as other countries or industries.
In short, it seems evident that the world is 'trapped' in a system so complex that it is difficult, very difficult, to find common solutions. In this messy hive, ethical and economic values, religious scams, ludicrous desires, survival struggles, supremacist behaviors, cultures devoid of meanings are debated.
In order not to be either indifferent or resigned, it would be necessary to formulate meanings rich in humanity, which can be shared or which at least are on the way to sharing. The sharing of a common project does not come with terrestrial storks, or from extraterrestrial messages, it is not born in a laboratory of so-called geniuses, or in a dome of Illuminati. The 'right' ideas could arise from social practice, but unfortunately the practice is so tangled, so contradictory and I would like to say so widely criminalized by abuses, thefts or, simply, by tax evasion, that it cannot be taken as a witness of purity. From anyone and anywhere in the world.
Even the 'holy wars' leave the time they find, as well as the crusades of Christians against Islam, the Protestant reform against Catholics, those of the Taliban against the infidels, those of Putin and Kyrill against the West, those of the sixty-eight against the university barons and so on.
And so what? Meanwhile let's not throw away the story: slavery has almost disappeared, the French and American revolutions started a democracy without aristocrats, the Russian revolution overwhelmed an empire just as the Chinese revolution erased the Asian Middle Ages. These and other events of historical importance in the evolution of civilization have been commendable even if there is no lack of criticism.
Social transformations have been slower than technological innovations. New frontiers of communication and exploration have opened up: video calls with the antipodes, drones on Mars, space probes beyond the solar system, creation of new materials, selection of genomes, digital memories. Serious social inequalities, pollution, challenges and ongoing wars remain. Administrative and political institutions cannot keep up with the speed of social events, legal institutions are even more delayed. We remained in coalitions, instrumental alliances.
Yet there is a United Nations charter (www.ohchr.org/, December 10, 1948: we were born together and after 75 years we could even improve it!) which declares what human rights are and which almost all states recognize even if they manage it in their own way. There is a secular, global declaration on which in theory everyone could converge. It is worth re-reading humbly. It was a great hope. Today the United Nations is a criticized institution but the substance of the values of civilization is still there and could be updated. It would be a crime against humanity to give up wanting to maintain a common cause.
Even the gods at the council (those of Raffaello) would be happy.
   Paolo Lutteri
   Director of the 
Salvetti Foundation Documentation Education Center

1° agosto 2023
Questione di cervello.
E’ in corso la globalizzazione dell’economia e dell’informazione, non solo quella della Coca Cola e dei mass media, ma quella del turismo, dei trasporti, dei minerali rari, delle imprese spaziali, delle aziende big tech e perfino dei social media. E’ globale anche il confronto tra governi per l’inquinamento e per le guerre. Contrasti sociali e conflitti armati.
Nonostante questo, nel mondo degli umani è difficile trovare una causa comune e un approccio condiviso alla soluzione dei problemi della società e al benessere. Uno dei motivi è quello che i ragionamenti esistenziali non sono tutti uguali. Con lo sviluppo della civiltà, il ventaglio delle opportunità individuali si allarga, democraticamente o quasi, ma con sempre maggior fatica a condividere doveri e supportare iniiziative globali.
Una breve analisi delle cause (scusate se questo editoriale è un po' più lungo del solito), facendo ipotesi non definitive in un campo biologico-sociale molto complesso, può aiutare a cogliere gli elementi individuali divergenti nella composizione sociale degli umani.
Gli antenati. Siamo figli di semi e cromosomi diversi. I geni che ereditiamo dai genitori e che contribuiscono a formare le eliche di DNA e le reti neurali risentono della storia biologica e fisiologica dei nostri avi. La nostra salute anche.
L’ambiente. Nascere al caldo estivo o al freddo invernale, con la luna piena o la luna nuova può dare inclinazioni disomogenee. Crescere nel Mediterraneo o in Africa centrale o in Siberia o in Oceania (come esempi non esaurienti) vuol dire essere esposti a climi diversi, agricolture e alimentazioni diverse, risorse, bisogni e opportunità naturali diverse; vivere in pianura o in montagna o nelle metropoli suggeriscono comportamenti diversi. In più: le contaminazioni.
L’educazione familiare e la socializzazione. Una famiglia cristiana alleva i figli diversamente da una famiglia islamica o confuciana o atea. Ci sono comandamenti inculcati nei primi anni di vita che incidono sulla vita di adulti. E chi è senza famiglia purtroppo non ha comportamenti da imitare. Le esperienze affettive (e traumatiche) contano.  La socialità si eserciterà in modo differenziato.
L’istruzione e la cultura. Le scuole sono un patrimonio dei governi, così come la lingua, la sintassi, i sillogismi e le leggi. Anche la storia culturale delle singole regioni e dei paesi è un quid differenziato. Non è solo una situazione di patriottismo, ma di conoscenza mediatica del mondo e di solidarietà a movimenti intellettuali, etici o ludici, magari tra loro in contrasto.
L’organizzazione economica e la politica. Le risorse naturali, ambientali e sociali predispongono involontariamente carriere professionali semplici o più colte, povere o più agiate, assistite o indipendenti. Le organizzazioni economiche, agricole, industriali, commerciali, finanziarie nel mondo moderno rappresentano assetti di potere spesso contrastanti anche al loro interno. Le mosse economiche diventano movimenti politici, talora guerre civili, talora conflitti internazionali.
Da queste premesse, piuttosto più protese alle divergenze che al pluralismo, può emergere una constatazione semplice: è caos. La tentazione è quella di abbandonarsi al presente, al nostro piccolo o grande io; il destino è sconosciuto, assorbirà tutto, frullando e ricomponendo imprese e persone senza un piano sul quale possano intervenire popoli o élites.
Può succedere invece che uno degli istinti della biologia evolutiva organizzata, che opera a livello conscio o inconscio, ovvero l’istinto della sopravvivenza, suggerisca, dopo innumerevoli secoli di sviluppo, un’organizzazione razionale del pensiero e delle azioni, in modo che la sopravvivenza diventi un fatto sociale, da condividere almeno all’interno della propria specie. E questa sostenibilità non potrebbe non essere condivisa con tutte le parti della natura. Si tratta della prevalenza della civiltà su tutti gli altri elementi individuali divergenti. La civiltà si affina con i sensi, la conoscenza, la consapevolezza. Semplificando diremo: col cervello.
Saltiamo qualche passaggio, eccoci all’organizzazione industriale sostenibile, alle istituzioni politiche in grado di governare un gruppo di umani, una comunità o un’intera specie. Se pensiamo così, magari senza una dittatura politica o religiosa, potremmo anche farcela, con buona pace dei complotti, delle contraddizioni locali e marginali, dell’inquinamento generale.
La manutenzione industriale, di cui come Fondazione Salvetti siamo promotori, sarà un piccolo supporto di una progettazione globale.   
    Paolo Lutteri
    Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
P.S.: Nell’immagine: la ‘Creazione di Adamo’ di Michelangelo nella Cappella Sistina. Si dice che la figura divina sia la riproduzione allegorica anatomica di un cervello, con i dettagli delle funzioni intellettive, dal lobo frontale al tronco cerebrale. (https://www.alessioatzeni.it/misteri-nellarte-il-cervello-di-michelangelo/). Fa ricordare Dante: "fatti non foste per viver come bruti…"  Più che uno slogan. 
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August 1, 2023
Brain question.
The globalization of the economy and information is underway, not only that of Coca Cola and mass media, but that of tourism, transport, rare minerals, space companies, big tech companies and even social media. The confrontation between governments for pollution and wars is also global. Social contrasts and armed conflicts.
Despite this, in the human world it is difficult to find a common cause and a shared approach to solving society's problems and well-being. One of the reasons is that existential reasoning is not all the same. With the development of civilization, the range of individual opportunities widens, democratically or almost, but with ever greater difficulty in sharing duties and supporting global initiatives.
A brief analysis of the causes (sorry if this editorial is a little longer than usual), making non-definitive hypotheses in a very complex biological-social field, can help to grasp the divergent individual elements in the social composition of humans.
The ancestors. We are children of different seeds and chromosomes. The genes that we inherit from our parents and which contribute to forming the DNA helices and neural networks are affected by the biological and physiological history of our ancestors. Our health too.
The environment. Being born in the summer heat or in the winter cold, with a full moon or a new moon can give uneven inclinations. Growing up in the Mediterranean or in Central Africa or in Siberia or in Oceania (as non-exhaustive examples) means being exposed to different climates, different agricultures and diets, different resources, needs and natural opportunities; living in the plains or in the mountains or in the metropolis suggest different behaviors. Plus: contaminations.
Family teaching and socialization. A Christian family raises children differently from an Islamic or Confucian or atheist family. There are commandments inculcated early in life that affect adult life. And those without a family unfortunately have no behavior to imitate. Affective (and traumatic) experiences matter. Sociality will be exercised in a differentiated way.
Education and culture. Schools are a heritage of governments, as are language, syntax, syllogisms and laws. Even the cultural history of individual regions and countries is something different. It is not only a situation of patriotism, but of media knowledge of the world and of solidarity with intellectual, ethical or playful movements, perhaps in conflict with each other.
Economic organization and politics. Natural, environmental and social resources involuntarily predispose professional careers that are simple or more cultured, poor or more well-off, assisted or independent. Economic, agricultural, industrial, commercial and financial organizations in the modern world represent power structures that are often conflicting even internally. Economic moves become political movements, sometimes civil wars, sometimes international conflicts.
From these premises, rather more prone to divergences than to pluralism, a simple observation can emerge: it is chaos. The temptation is to abandon ourselves to the present, to our small or big self; destiny is unknown, it will absorb everything, blending and recomposing businesses and people without a plan on which peoples or elites can intervene.
Instead, it may happen that one of the instincts of organized evolutionary biology, which operates on a conscious or unconscious level, i.e. the survival instinct, suggests, after countless centuries of development, a rational organization of thought and actions, so that survival becomes a social fact, to be shared at least within one's own species. And this sustainability could not but be shared with all parts of nature. It is the prevalence of civilization over all other divergent individual elements. Civilization is refined with the senses, knowledge, awareness. Simplifying we will say: with the brain.
Let's skip a few steps, here we are at sustainable industrial organization, at political institutions capable of governing a group of humans, a community or an entire species. If we think like this, perhaps without a political or religious dictatorship, we could even manage, with all due respect to conspiracies, local and marginal contradictions, general pollution.
Industrial maintenance, of which the Salvetti Foundation we are promoters, will be a small support of a global planning.
    Paolo Lutteri
    Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center
P.S.: In the image: Michelangelo's 'Creation of Adam' in the Vatican Sistine Chapel. The divine figure is said to be the anatomical allegorical reproduction of a brain, with details of intellectual functions, from the frontal lobe to the brainstem. (https://www.alessioatzeni.it/misteri-nellarte-il-cervello-di-michelangelo/). It brings to mind Dante: “you weren't made to live like brutes...”. More than a slogan.

1° luglio 2023
Disordine ed evoluzione
Nella fisica il disequilibrio delle forze e dei campi è il motore del movimento e del cambiamento. Come dire che le differenze di potenziale stimolano particelle e materia corposa all’agitazione e allo sviluppo.
Anche nella società biologica della natura il progresso (e i conflitti) nascono dal disequilibrio. Senza citare espressamente la politica, succede che il pesce piccolo stuzzica quello grosso e il pesce grosso vuole spesso divorare il pesce piccolo. Quindi la prima riflessione è che lo squilibrio è connaturale.
La seconda riflessione è che la società umana sembra essere passata da uno stato primitivo animalesco ad uno stadio più evoluto razionalmente. Perciò cerca l’equilibrio e l’ordine.
La terza riflessione è che il progresso economico ha moltiplicato le variabili sociali e amministrative, creando disuguaglianze, controversie culturali e comportamentali, avallando la produzione di scarti che inquinano lo sviluppo stesso. Se guardiamo nei nostri cassetti, probabilmente troviamo una buona organizzazione delle nostre attività, ma se ci affacciamo alla finestra ci accoglie un notevole disordine mondiale.
Con un’analogia fisiologica direi che ci vogliono dei medici competenti (nella nostra Fondazione direi che ci vogliono dei bravi manutentori). Guasti da riparare, ancora guerre di supremazie da sedare, nuovi progetti innovativi indispensabili per la sostenibilità. Dalla parte della ragione abbiamo la ricerca scientifica, le applicazioni tecnologiche avanzate e una cultura etica globale in costruzione. Nella comunicazione e nel calcolo c’è un rischio inatteso: nei computer abbiamo quasi una dittatura digitale e dobbiamo fare in modo che l’Intelligenza Artificiale non diventi uno strumento così intrusivo da non lasciarci la libertà di scelta, il diritto alla privacy e un po’ di sentimentalità e passione umana, che non logora ma ci dà piacere. Speriamo quindi che le grandi compagnie tech non prevalgano sugli individui e sulle istituzioni, ma ne rispettino le regole democratiche. Speriamo che le terapie e le manutenzioni siano fatte per un benessere comune in senso lato, non solo nel senso di arricchire chi ha già poteri.
Intanto incombono difficoltà per l’ecumene. Con la guerra e l’inquinamento siamo messi male. Sul cambiamento climatico ci sono opinioni discordanti, ma comunque sapremo inventare per tutti ombrelli speciali per difenderci dal sole e dall’acqua. Dovremo essere bravi.
    Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
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July 1, 2023
Disorder and evolution
In physics, the imbalance of forces and fields is the engine of movement and change. As if to say that the potential differences stimulate particles and full-bodied matter to agitation and development.
Even in the biological society of nature, progress (and conflicts) arise from disequilibrium. Without expressly mentioning politics, it happens that the small fish teases the big fish and the big fish often wants to devour the small fish. So the first reflection is that the imbalance is natural.
The second reflection is that human society seems to have passed from a primitive animal state to a more rationally evolved stage. So seek balance and order.
The third consideration is that economic progress has multiplied social and administrative variables, creating inequalities, cultural and behavioral disputes, endorsing the production of waste that pollutes development itself. If we look in our drawers, we probably find a good organization of our activities, but if we look out the window we are welcomed by a notable global disorder.
With a physiological analogy I would say that we need competent doctors (in our Foundation I would say that we need good maintainers). Faults to be repaired, wars of supremacy still to be put down, new innovative projects essential for sustainability.
On the side of reason we have scientific research, advanced technological applications and a global ethical culture under construction. There is an unexpected risk in communication and calculation: we have almost a digital dictatorship in computers and we must ensure that Artificial Intelligence does not become such an intrusive tool as to leave us with no freedom of choice, the right to privacy and a little of sentimentality and human passion, which does not wear out but gives us pleasure.
We therefore hope that the big tech companies do not prevail over individuals and institutions, but respect their democratic rules. We hope that the therapies and maintenance are done for a common well-being in a broad sense, not just in the sense of enriching those who already have powers.
Meanwhile, difficulties are looming for the world. With war and pollution we are in bad shape. There are discordant opinions on climate change, but in any case we will be able to invent special umbrellas for everyone to protect ourselves from the sun and water. We will have to be good.
   Paolo Lutteri
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center

1° giugno 2023
Terzo millennio
Chi ci conosce e chi ci legge in questo sito ormai sa che la missione principale della nostra Fondazione è quella di informare su quel che succede per garantire sostenibilità allo sviluppo economico, industriale e tecnologico. La civiltà e il nostro presente sono in una fase critica per le variabili endogene: sviluppo incontrollato, disagi sociali, inquinamento dell’ambiente. Non sono più fatti locali arginabili ma problemi globali. Le guerre in corso hanno acuito i problemi economici. Le guerre e la pandemia sanitaria hanno messo a nudo la fragilità del pianeta.
Eppure disponiamo di una capacità scientifica straordinaria, dalla ricerca di fisica quantistica all’astronomia, alla neurobiologia, all’informatica digitale connessa con lo sfruttamento di big data e intelligenza artificiale. E’ in atto una grande trasformazione, rivoluzionaria, in questo primo secolo del terzo millennio. E’ così veloce e impetuosa che i rischi non mancano.
In mezzo a un mondo vivace e burrascoso, non sempre in positivo, la nostra Fondazione vuole dar fiducia alle nuove conoscenze, all’ingegnosità non solo in senso innovativo, ma anche nel senso della manutenzione. La manutenzione degli asset materiali e intellettuali della cultura industriale è un punto fermo della nostra visione.
Aggiungiamo un’attività di premi di merito. La Fondazione supporta le organizzazioni professionali e premia alcuni progetti di particolare importanza, in collaborazione con importanti istituzioni internazionali che rappresentano ammirevoli impegni di lavoro e di studio. Abbiamo perciò dedicato alcune sezioni del sito a EFNMS (European Federation of National Maintenance Societies), AIMAN (Associazione Italiana Manutenzione), EUCYS (Concorso dell'Unione europea per giovani scienziati), FAST (Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche), ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), a stretto contatto col pubblico.
"Rari nantes in gurgite vasto" chioserebbe qualcuno. In realtà i talenti sono tanti, la coscienza ecologica è in aumento, la consapevolezza dei problemi si allarga. Purtroppo molte critiche vanno alle istituzioni politiche, fragili in tanti Paesi industriali avanzati, vicini al liberismo economico e alla democrazia, ma ancora lontani dal risolvere i divari culturali e sociali e dal gestire una disciplina etica della tecnologia.
Disuniti si perde, occorrono collaborazioni, intese e alleanze.
    Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
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June 1, 2023
Third millennium
Those who know us and those who read us on this site know by now that the main mission of our Foundation is to provide information on what is happening to ensure sustainability of economic, industrial and technological development. Civilization and our present are in a critical phase due to endogenous variables: uncontrolled development, social unease, environmental pollution. They are no longer local facts that can be contained but global problems. The ongoing wars have exacerbated the economic problems. Wars and the health pandemic have exposed the fragility of the planet.
Yet we have an extraordinary scientific capacity, from quantum physics research to astronomy, neurobiology, digital information technology connected with the exploitation of big data and artificial intelligence. A great, revolutionary transformation is taking place in this first century of the third millennium. It is so fast and impetuous that there is no shortage of risks.
In the midst of a lively and stormy world, not always positive, our Foundation wants to give confidence to new knowledge, to ingenuity not only in an innovative sense, but also in the sense of maintenance. The maintenance of the material and intellectual assets of industrial culture is a cornerstone of our vision.
Let's add a merit rewards activity. The Foundation supports professional organizations and rewards some projects of particular importance, in collaboration with important international institutions that represent admirable commitments of work and study. We have therefore dedicated some sections of the site to EFNMS (European Federation of National Maintenance Societies), AIMAN (Italian Maintenance Association), EUCYS (European Union Contest for young scientists), FAST (Federation of Scientific and Technical Associations), ASviS (Italian Alliance for Sustainable Development), in close contact with the public.
"Rari nantes in gurgite vasto" someone would comment. In reality, there are many talents, ecological consciousness is on the rise, awareness of the problems is widening. Unfortunately, many criticisms go to political institutions, fragile in many advanced industrial countries, close to economic liberalism and democracy, but still far from resolving cultural and social gaps and from managing an ethical discipline of technology.
Disunited we lose, we need collaborations, understandings and alliances.
   Paolo Lutteri
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center
(In the picture: Kanagawa Great Wave - Katsushika Hokusai)

1° maggio 2023
Occhi dappertutto.
Questo sito vuol essere un punto di riferimento di quanto riguarda la cultura della manutenzione industriale e per conseguenza una sede di sensibilizzazione (e una sentinella di allarme) per lo sviluppo economico sostenibile. Le nostre prime fonti di referenza sono gli Istituti delle Nazioni Unite, con l’Agenda 2030 (https://sdgs.un.org/2030agenda), redatta nel 2015 e approvata da 193 Paesi, purtroppo non sempre supportata. Più da vicino abbiamo l’Unione Europea, la EFNMS (European Federation of National Maintenance Societies) e l’AIMAN (Associazione italiana di manutenzione) con le altre associazioni di manutenzione industriale in Europa. Teniamo d’occhio varie Associazioni e Fondazioni che si occupano di argomenti scientifici ed ecologici internazionali. Per lo sviluppo sostenibile, noi vecchi sodali del Club di Roma e della rivista Futuribili, siamo vicini all’ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) e a tutti i ricercatori e gli Istituti che ambiscono condividere il progresso con un benessere economico, sociale e culturale, rispettoso dei diritti, volto a ridurre le disuguaglianze sociali, i conflitti e ogni forma di inquinamento ambientale ed etico.
Il sito è impaginato per una lettura da computer, per aver presenti in un colpo d’occhio le varie sezioni. Oltre alle news e alla segnalazione dei Reports più significativi, raccogliamo alcune attività di EFNMS, AIMAN e FAST (Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche), dove la nostra Fondazione ha occasione di premiare progetti di élite di giovani studenti e professionisti del settore tecnologico. Siamo sempre in fase di aggiornamento e di lavori in corso.
Sulla consultazione via smartphone, ricordo che tanti anni fa in una Conferenza a Villa Medici di Roma, per Eurovisioni, indicai il cellulare come futura ‘bacchetta magica’ per la conoscenza. Oggi è proprio così. Questo sito si può leggere anche per telefono, così come per telefono possiamo vedere la spiaggia di Honolulu, conversare con un collega in Alaska, accendere il riscaldamento in una remota casa di montagna, guardare il programma preferito della televisione. Di più: per una visione panoramica dei beni (e dei malanni) della Terra ci possiamo collegare alle telecamere della Stazione Spaziale Internazionale (https://eol.jsc.nasa.gov/ESRS/HDEV/). Segnalazioni più modeste: possiamo controllare che cosa succede sulla cima del Monte Everest (https://mountaingenius.org/webcam-everest/), o curiosare che succede nella grande moschea della Mecca (https://www.skylinewebcams.com/it/webcam/saudi-arabia/mecca-province/mecca/great-mosque-of-mecca.html).
Ma non dobbiamo trascurare di guardarci qui intorno, porre rimedio ai disastri ecologici, alle guerre in corso, alle infrastrutture economiche e sociali che non funzionano. Occorre sempre fare manutenzione, non solo agli impianti ma anche all’antropocene di casa nostra. Aggiornamenti e manutenzione si fanno anche alle idee di progresso.
    Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
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May 1, 2023
Eyes everywhere.
This site aims to be a point of reference for what concerns the culture of industrial maintenance and consequently a place of awareness (and a sentinel of alarm) for sustainable economic development. Our first sources of reference are the United Nations Institutes, with Agenda 2030 (https://sdgs.un.org/2030agenda), drawn up in 2015 and approved by 193 countries, unfortunately not always supported. More closely we have the European Union, the EFNMS (European Federation of National Maintenance Societies) and the AIMAN (Italian Maintenance Association) with the other industrial maintenance Associations in Europe. We keep an eye on various Associations and Foundations dealing with international scientific and ecological topics. For sustainable development, we old friends of the Club of Rome and of the magazine Futuribili are close to ASviS (Italian Alliance for Sustainable Development) and to all the researchers and Institutes that aspire to share progress with economic, social and cultural well-being, respectful of rights, aimed at reducing social inequalities, conflicts and all forms of environmental and ethical pollution.
The site is designed for computer reading, to have the various sections present at a glance. In addition to the news and the most significant Reports, we collect some activities of EFNMS, AIMAN and FAST (Federation of Scientific and Technical Associations), where our Foundation has the opportunity to reward elite projects of young students and professionals in the technology sector. We are always in the process of updating and work in progress. On consultation via smartphone, I remember that many years ago at a conference at Villa Medici in Rome, for Eurovisioni, I indicated the cell phone as the future 'magic wand' for knowledge. That's exactly how it is today. This site can also be read by telephone, just as by telephone we can see the beach in Honolulu, talk with a colleague in Alaska, turn on the heat in a remote mountain home, watch a favorite television program. More: for a panoramic view of the goods (and ills) of the Earth we can connect to the cameras of the International Space Station (https://eol.jsc.nasa.gov/ESRS/HDEV/). More modest gleanings: we can check what happens on the top of Mount Everest (https://mountaingenius.org/webcam-everest/), or browse what happens in the great mosque of Mecca (https://www.skylinewebcams.com/it /webcam/saudi-arabia/mecca-province/mecca/great-mosque-of-mecca.html). But we must not neglect to look around here, to remedy the ecological disasters, the ongoing wars, the economic and social infrastructures that are not working. Maintenance must always be done, not only on the systems but also on the anthropocene of our neighboury. Updates and maintenance are also done to progress ideas.
   Paolo Lutteri
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center

1° aprile 2023
Gioco di sponda
Qui in Italia, ma certamente anche altrove, è normale che i governanti diano la colpa ai loro predecessori. Così dobbiamo senza dubbio risalire ai malgoverni dei Savoia, dei Borboni, degli Austriaci e dei Papi, defunti e irraggiungibili. Sta di fatto che le emergenze sociali già presenti qualche secolo fa non sono state risolte e i presunti responsabili si allontanano. In più si sono aggiunti il colonialismo, l’immigrazione, l’innovazione industriale e tecnologica, l’inquinamento. E’ solo un veloce riassunto, perdonate la superficialità.
Se guardiamo all’indietro, nonostante qualche episodio storicamente virtuoso, son fermi i rimedi ai disastri naturali dei terremoti, della siccità, delle alluvioni, degli abusi edilizi, dei crolli delle strutture, del critico smaltimento dei rifiuti, della mancata manutenzione degli edifici pubblici, della scarsa attenzione alla educazione di base e alla ricerca. Tutte queste criticità sono state emergenze costanti, diventate permanenti. Se questo è il risultato della negligenza, dell’incompetenza o dei ritardi degli amministratori pubblici, accompagnati da un sonnolento popolaccio, ambizioso di diritti ma poco propenso ai doveri, e da editori e giornalisti servili, chi ha un briciolo di coscienza non può tacere. E ci spiace doverci lamentare sempre. Occorre una classe politica più responsabile, più attenta e meno fanfarona. Ci vogliono opinion makers meno pennivendoli e più propositivi. Ci vogliono associazioni civili e sindacali più energiche e volitive.
Non è solo la situazione italiana. Sotto gli occhi abbiamo le crisi internazionali, oltre alle crisi interne di vari Paesi, nessuno escluso, anche se compiacenti sondaggi danno alti indici di democrazia …
Lo sviluppo economico e tecnologico è indispensabile per affrontare i problemi infrastrutturali, le nuove emergenze migratorie, le disuguaglianze sociali, la fragilità del sistema sanitario e scolastico, i rischi climatici. Ne siamo coscienti tutti, ma a quanto pare qui non siamo capaci di gestire gran parte del denaro pubblico, di snellire le procedure burocratiche, di far realizzare concretamente i progetti, men che meno fare buona manutenzione ai beni e agli impianti. Forse gli amministratori pubblici pensano a procacciarsi consensi con le parole e con le ipotesi, ma al momento di mettere nero su bianco perlopiù non sono capaci di gestire i progetti né di controllarli. Approvare un decreto ‘salvo intese’, come il Ponte per la Sicilia, vuol dire non approvarlo, rinviarlo, avviare uno spettacolo politico ad effetto solo per accontentare desideri di consenso elettorale. Ma, magari, col tempo ...
Ci vorrebbe meno arroganza, più intelligenza e senso di responsabilità, anche per i media. Non c’è sistema senza responsabili. Con franchezza dobbiamo ammettere che la negligenza, l’ignavia e i ritardi sono argomenti di colpevolezza e dovrebbero essere puniti o esecrati i responsabili del sistema. Un sistema così complesso da essere obiettivamente molto difficile da stabilizzare. Ma gli scaricabarile non sono più tollerabili. Il gioco di sponda dev’essere una complicità positiva, non una distrazione di percorso.
Questa è anche un’autocritica, da condividere con sincerità, scriveteci se volete commentare.
    Paolo Lutteri
   Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
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Avril 1st, 2023
Side game
Here in Italy, but certainly also elsewhere, it is normal for rulers to blame their predecessors. So we must undoubtedly go back to the bad governments of the Savoys, the Bourbons, the Austrians and the Popes, dead and unreachable. The fact is that the social emergencies already present a few centuries ago have not been resolved and the alleged perpetrators are moving away. In addition, colonialism, immigration, industrial and technological innovation, pollution have been added. It's just a quick summary, forgive the superficiality.
If we look back, despite some historically virtuous episodes, the remedies for the natural disasters of earthquakes, drought, floods, building abuses, collapse of structures, critical waste disposal, lack of maintenance of public buildings, lack of attention to basic education and research are blocked. All these critical issues have been constant emergencies that have become permanent. If this is the result of the negligence, incompetence or delays of public administrators, accompanied by a sleepy populace, ambitious of rights but disinclined to duties, and by servile editors and journalists, those with an ounce of conscience cannot remain silent. And we are sorry to always have to complain. We need a more responsible, more attentive and less blustery political class. We need opinion makers who are less ‘pennivendolo’ them and more proactive. We need more energetic and strong-willed civil associations and trade unions.
It's not just the Italian situation. We have international crises before our eyes, in addition to the internal crises of various countries, none excluded, even if compliant polls show high levels of democracy ...
Economic and technological development is indispensable for tackling infrastructural problems, new migratory emergencies, social inequalities, the fragility of the health and school systems, climate risks. We are all aware of it, but apparently here we are not capable of managing a large part of public money, of streamlining bureaucratic procedures, of actually implementing projects, much less maintaining good assets and plants. Perhaps public administrators think of gaining consensus with words and hypotheses, but when it comes to putting pen to paper they are mostly unable to manage projects or control them. Approving a decree 'subject to agreements', such as the Bridge to Sicily, means not approving it, postponing it, launching an effective political show just to satisfy wishes for electoral consensus. But maybe overtime ...
We need less arrogance, more intelligence and a sense of responsibility, even for the media. There is no system without responsibles. We must frankly admit that negligence, sloth and delays are guilty arguments and those responsible for the system should be punished or execrated. A system so complex as to be objectively very difficult to stabilize. But the blame game is no longer tolerable. The side game must be a positive complicity, not a distraction along the way.
This is also a self-criticism, to be shared sincerely, write to us if you want to comment.
    Paolo Lutteri
    Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center

1° marzo 2023
Manutenzione culturale
La manutenzione non è solo per l’industria. La tecnologia può assistere la civiltà anche nei suoi aspetti sociali e culturali. Due grandi settori di intervento, spesso trascurati, sono proprio quelli dell’amministrazione pubblica e del patrimonio artistico.
La gestione ‘rudimentale’ dell’amministrazione pubblica (scuola, sanità, giustizia, anagrafe, catasto…) è sotto gli occhi di tutti. Non mancano risorse di strumenti e di operatori, manca un’efficiente organizzazione gestionale e cresce la burocrazia. Anche la buona volontà di fare manutenzione, aggiornare i processi e innovare gli asset si scontra con Direzioni improduttive, se non latitanti. Molti funzionari e impiegati ‘tirano a campare’. Ahinoi!
Sul fronte della cultura, ammesso, e non concesso, che ci siano mappe esaurienti del patrimonio artistico (architettura, archeologia, pittura, scultura, musica, spettacolo) la manutenzione ai beni storici è altrettanto trascurata. Siti archeologici, musei, biblioteche, archivi contengono nostri ascendenti preziosi; tuttavia mi sembra che gli interventi siano scarsi, financo quelli di pulizia. Figuriamoci la protezione, la sicurezza, la documentazione, i sensori e ogni altro equipaggiamento!
Ma ci sono anche esempi virtuosi, come in Italia le proposte del CNR, del Touring Club Italiano, del FAI, di Italia Nostra e di tante iniziative locali ad opera perlopiù di fondi privati. Sempre in Italia il Ministero della Cultura prevede interventi per facilitare la manutenzione del patrimonio monumentale nazionale. E’ del 10 febbraio scorso il bando di gara del valore di circa un milione di euro che coinvolge i più importanti parchi archeologici nazionali: Colosseo e Ostia Antica (Roma), Paestum (Salerno), Pompei,  Ercolano e Campi Flegrei (Napoli) (https://www.beniculturali.it/comunicato/24157). Un anno fa il Ministero aveva varato un piano di 200 milioni di euro per 41 progetti del patrimonio dello Stato. Il Piano è strategico (https://cultura.gov.it/gpbc2123), ma la realizzazione è ancora in mano alla burocrazia e ai ricambi dei responsabili di Governo. Manca un ‘work in progress’ trasparente.
In Europa il Parlamento aveva dedicato l’anno 2018 al patrimonio culturale con una serie di iniziative importanti, che purtroppo hanno subito rallentamenti concreti per via della pandemia Covid (www.europarl.europa.eu/RegData/
etudes/BRIE/2018/621876/EPRS_BRI(2018)621876_IT.pdf). C’è il progetto di istituire un Centro di competenza finalizzato alla conservazione del patrimonio culturale europeo utilizzando le tecnologie all'avanguardia. Questo Competence Center dovrebbe mappare la ricerca passata e in corso, raccogliere, analizzare e promuovere le migliori pratiche dall'Europa e oltre, e diventare un importante punto di riferimento europeo per il networking transnazionale e interdisciplinare nella conservazione del patrimonio culturale. Belle idee, ma i finanziamenti pubblici languono.
In Italia, in Europa, nel mondo le emergenze economiche e politiche distraggono dalla manutenzione della cultura e dell’arte. E’ più semplice e più profittevole affidarsi al consumismo artistico delle mode suggerite dai mass media e dai social: esposizioni artistiche temporanee per compiacere pubblico e impresari, festival della musica con esibizioni carnevalesche, eventi artistici puntuali ricchi di incassi … Restauri, manutenzione e rispetto della storia, purtroppo, restano in coda.
    Paolo Lutteri
   Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
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March 1st, 2023
Cultural maintenance
Maintenance is not just for industry. Technology can also assist civilization in its social and cultural aspects. Two major sectors of intervention, often neglected, are that of public administration and artistic heritage.
The 'rudimentary' management of public administration (education, health, justice, registry offices ..) is there for all to see. There is no shortage of tools and operators resources, there is a lack of an efficient management organization and bureaucracy is growing. Even the willingness to carry out maintenance, update processes and innovate assets collides with unproductive, if not fugitive, management. Many officials and employees 'just get by'. Alas!
On the cultural front, assuming, and not granted, that there are exhaustive maps of the artistic heritage (architecture, archeology, painting, sculpture, music, entertainment) the maintenance of historic assets is equally neglected. Archaeological sites, museums, libraries, archives contain our precious ancestors; however it seems to me that the interventions are scarce, even the cleaning ones. Let alone protection, security, documentation, sensors and any other equipment!
But there are also virtuous examples, such as in Italy the proposals of the CNR, the Italian Touring Club, FAI, Italia Nostra and many local initiatives mostly carried out by private funds. Also in Italy, the Ministry of Culture plans interventions to facilitate the maintenance of the national monumental heritage. Last February 10th, the call for tenders worth around one million euros involving the most important national archaeological parks: Colosseum and Ostia Antica (Rome),  Paestum (Salerno), Pompei, Herculaneum and Campi Flegrei (Naples) ( https://www.beniculturali.it/comunicato/24157). A year ago, the Ministry launched a 200 million euro plan for 41 state-owned projects. The Plan is strategic (https://cultura.gov.it/gpbc2123), but the implementation is still in the hands of the bureaucracy and the spare parts of the government officials. There is a lack of transparent 'working progress'.
In Europe, Parliament dedicated the year 2018 to cultural heritage with a series of important initiatives, which unfortunately suffered concrete slowdowns due to the Covid pandemic (www.europarl.europa.eu/RegData/
etudes/BRIE/2018/621876/EPRS_BRI(2018)621876_IT.pdf
). There is a plan to establish a Competence Center aimed at the conservation of European cultural heritage using state-of-the-art technologies. This Competence Center is expected to map past and ongoing research, collect, analyze and promote best practices from Europe and beyond, and become an important European hub for transnational and interdisciplinary networking in cultural heritage conservation. Nice ideas, but public funding languishes.
In Italy, in Europe, in the world, economic and political emergencies distract from the maintenance of culture and art. It is simpler and more profitable to rely on the artistic consumerism of the fashions suggested by the mass media and social networks: temporary art exhibitions to please the public and impresarios, music festivals with carnival performances, punctual artistic events rich in cash ... Restorations, maintenance and respect for history, unfortunately, stay in line.
    Paolo Lutteri
    Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center

1° febbraio 2023
Essere o non essere.
   Essere, o non essere, questo è il dilemma:
   se sia più nobile nella mente soffrire
   colpi di fionda e dardi d'oltraggiosa fortuna
   o prender armi contro un mare d'affanni
   e, opponendosi, por loro fine? 
               (Shakespeare, Amleto, atto terzo, scena prima)
‘Mantenere il mondo’ o ‘fare manutenzione per il mondo’ sono parole grosse. Studiare il mondo, cercare di capirne i processi e di intervenire è compito più accessibile, più modesto. Si può fare dignitosamente e concretamente e con meno clamore. Ci proviamo, ma ci vogliono giustificazioni di fondo.
In breve: le analisi da Talete ai giorni nostri, sono percorsi di scienza, di filosofia e di storia. Dopo la fisica meccanica la fisica atomica e quantistica, insieme all’esplorazione del cosmo hanno sconvolto la concezione del mondo. La ‘gravità’ (attrazione tra corpi proporzionale alle loro masse) è solo una delle forze fondamentali e confligge a livello subatomico con le altre. La ‘forza elettromagnetica’ tiene insieme atomi e molecole e governa i campi elettromagnetici. L’’interazione debole’ fa avvenire le trasformazioni delle particelle subatomiche. L’’interazione forte’ tiene insieme il nucleo di un atomo. Della materia nel cosmo si conosce solo il 5%. Di ‘materia oscura’ e ‘energia oscura’ se ne conoscono gli effetti ma ancora non si sa che cosa siano. Il lettore scuserà queste definizioni semplificate, qui e a seguire.
La scienza progredisce facendo ipotesi, non ci sono dogmi globali. Quel che sappiamo è che, a livello subatomico, il mondo si muove a caso e le strutture della natura sono una delle molteplici probabilità creative. Potrebbero anche esistere ‘universi paralleli’, ‘multiversi’. Al livello soprannaturale nella storia sono state identificate diverse Provvidenze (tipo Pronoia e Heimarmene dei Greci) o figure trascendenti. Le diverse personificazioni del divino sono questione di fede e di storie locali.
Concretamente: c’è chi suggerisce di concepire il mondo in modo deterministico, ovvero ogni elemento è frutto o causa di catene di eventi, oppure in modo idealistico, ovvero l’intelligenza della natura esercita una scelta volontaria sulla creazione. Tralasciamo qui l’ampia sfaccettatura delle concezioni. Il primo modo è senza responsabili: comanda il fato, per sempre, le particelle subatomiche operano casualmente senza scegliere, anche se possono seguire vie diverse. I risultati sono probabili ma non certi. Il secondo modo è un po’ tolemaico e un po’ romantico: siamo al centro dell’universo, artefici del nostro destino; esercitiamo il libero arbitrio nelle nostre azioni e ne siamo responsabili. Questo modo è corrente ed è il fondamento morale del nostro fragile antropocene.
Nell’antropocene lo sviluppo della civiltà in senso industriale sta sfruttando così intensamente le potenzialità della natura da produrre tensioni e competizioni sociali, inquinamento delle risorse, guerre di supremazia e di sopravvivenza. I magistrati dei popoli cercano di punire i responsabili, gli amministratori dei popoli cercano di arginare i disastri, soprattutto difendendo il proprio nazionalismo. I popoli sostanzialmente tirano a campare nel quotidiano. Manca la coscienza globale. Manca un approccio tecnologico comune di produzione e di manutenzione. Secondo alcuni scienziati siamo vicini a una catastrofe di civiltà.
Riemergono le ipotesi fataliste tipo ‘non possiamo far niente’: non siamo in grado di fare scelte perché il mondo va così per destino naturale, il libero arbitrio è un’illusione, anche quelli che chiamiamo crimini potrebbero far parte di un processo naturale deterministico, senza concetti etici di giusto o sbagliato.
In realtà il mondo è così complesso da rendere impossibile decifrare esattamente il suo percorso predeterminato, perciò è più facile e rapido prendere decisioni volontarie e morali. Così si conserva il libero arbitrio e la responsabilità sociale.
Non abbiamo scelte diverse: non possiamo abbandonarci a un fato, inconoscibile e imperturbabile, né ad una divinità che possiamo solo invocare. Possiamo e dobbiamo, nel nostro spiraglio di spazio-tempo cosmico, agire con il massimo di consapevolezza possibile, trascurando nella vita corrente le probabilità subatomiche.
Siamo passati acrobaticamente tra le corna del dilemma. Quindi: al momento cerchiamo di manutenere bene il nostro mondo, non senza smettere di avere dubbi, spiritosamente. Ma non cerchiamo alibi per non pensare al sociale: hai capito, Amleto?
    Paolo Lutteri
   Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
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February 1st, 2023
To be or not to be.
   To be, or not to be,   
   that
 is the question:
   Whether 'tis
 nobler in the mind to suffer
   The slings and arrows of outrageous fortune,
   Or to take arms
 against a sea of troubles,
   And by opposing end them?
                           (Shakespeare, Hamlet, Act 3, Scene 1)
'Maintain the world' or 'maintenance for the world' are big words. Studying the world, trying to understand its processes and to intervene is a more accessible, more modest task. It can be done with dignity and concretely and with less fanfare. We try, but we need basic justifications.
In short: the analyzes from Thales to the present day are paths of science, philosophy and history. After mechanical physics, atomic and quantum physics, together with the exploration of the cosmos, have upset the conception of the world. 'Gravity' (attraction between bodies proportional to their masses) is only one of the fundamental forces and conflicts at the subatomic level with the others. The 'electromagnetic force' holds atoms and molecules together and governs electromagnetic fields. The 'weak interaction' causes transformations of subatomic particles to take place. The 'strong interaction' holds the nucleus of an atom together. Only 5% of the matter in the cosmos is known. We know the effects of 'dark matter' and 'dark energy' but we still don't know what they are. The reader will excuse these simplified definitions, here and below.
Science progresses by making hypotheses, there are no global dogmas. What we do know is that, at the subatomic level, the world moves at random, and the structures of nature are one of many creative probabilities. There could also be 'parallel universes', 'multiverses'. At the supernatural level, various Providences (such as Pronoia and Heimarmene of the Greeks) or transcendent figures have been identified in history. The different personifications of the divine are a matter of faith and local stories.
Concretely: there are those who suggest conceiving the world in a deterministic way, i.e. each element is the result or cause of chains of events, or in an idealistic way, i.e. the intelligence of nature exercises a voluntary choice on creation. We leave out here the broad facet of the conceptions. The first way is without responsible: fate rules, forever, subatomic particles operate randomly without choosing, even if they can follow different paths. The results are probable but not certain. The second way is a bit Ptolemaic and a bit romantic: we are at the center of the universe, creators of our own destiny; we exercise free will in our actions and are responsible for it. This way is current and is the moral foundation of our fragile anthropocene.
In the anthropocene, the development of civilization in the industrial way is exploiting the potential of nature so intensely as to produce tensions and social competitions, pollution of resources, wars of supremacy and survival. The magistrates of the peoples try to punish those responsible, the administrators of the peoples try to stem the disasters, above all by defending their own nationalism. The people basically try to live in everyday life. There is no global consciousness. A common technological approach to production and maintenance is missing. According to some scientists we are close to a catastrophe of civilization.
Fatalistic hypotheses such as 'we can do nothing' re-emerge: we are unable to make choices because the world goes this way by natural destiny, free will is an illusion, even what we call crimes could be part of a deterministic natural process, without ethical concepts of right or wrong.
In reality, the world is so complex that it is impossible to decipher exactly its predetermined path, so it is easier and faster to make voluntary and moral decisions. Thus free will and social responsibility are preserved.
We have no different choices: we cannot abandon ourselves to an unknowable and imperturbable fate, nor to a divinity that we can only invoke. We can and must, in our glimmer of cosmic space-time, act with the greatest possible awareness, neglecting subatomic probabilities in current life.
We acrobatically transitioned between the horns of the dilemma. So: at the moment we try to maintain our world well, not without ceasing to have doubts, wittily. But let's not look for alibis for not thinking about social issues: do you understand, Hamlet?
    Paolo Lutteri
    Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center

1° gennaio 2023
Con una coscienza planetaria ce la faremo.
L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica ha pubblicato lo scorso 8 dicembre un documento, recensito in questo sito nella Sezione Reports 2022. E’ una panoramica scientifica di non semplice comprensione, ma di grande rilevanza per l’ottimismo che ispira. Migliaia di esperti di Paesi diversi stanno lavorando per risolvere il problema dell’energia del nostro pianeta. Ci vorrà ancora tempo, ma questo argomento è fondamentale per la sopravvivenza della nostra civiltà.
Utilizzo qui una semplice descrizione dei concetti scientifici, tratta dal Report, per favorire la comprensione. Semplificando: la fissione nucleare consiste nella divisione dei nuclei di atomi pesanti, la fusione nucleare è la combinazione di atomi leggeri.
La fusione nucleare è il processo mediante il quale due nuclei atomici leggeri si combinano per formarne uno più pesante rilasciando enormi quantità di energia. Le reazioni di fusione avvengono in uno stato della materia chiamato plasma, un gas caldo fatto di ioni positivi ed elettroni liberi con proprietà uniche distinte da solidi, liquidi o gas. Il Sole, insieme a tutte le altre stelle, è alimentato da questa reazione. Per fondersi, nel nostro Sole, i nuclei hanno bisogno di scontrarsi tra loro a temperature estremamente elevate, intorno ai dieci milioni di gradi Celsius. L'alta temperatura fornisce loro energia sufficiente per superare la loro reciproca repulsione elettrica. Una volta che i nuclei si trovano a una distanza molto ravvicinata l'uno dall'altro, la forza nucleare attrattiva tra di loro supererà la repulsione elettrica e consentirà loro di fondersi.
Perché questo accada, i nuclei devono essere compressi all'interno di un piccolo spazio per aumentare le possibilità di collisione. Nel Sole, l'estrema pressione prodotta dalla sua enorme gravità crea le condizioni per la fusione. Da quando la teoria della fusione nucleare è stata compresa negli anni '30, gli scienziati – e sempre più spesso anche ingegneri - hanno cercato di applicarla e sfruttarla. Questo perché se la fusione nucleare potesse essere replicata sulla Terra su scala industriale, potrebbe fornire energia virtualmente illimitata pulita, sicura e utilizzabile per soddisfare la domanda mondiale. La fusione genera quattro volte più energia per chilogrammo di combustibile rispetto alla fissione utilizzata nelle centrali nucleari e quasi quattro milioni di volte più energia rispetto alla combustione di petrolio o carbone.
Il combustibile da fusione è abbondante e facilmente accessibile: il deuterio può essere estratto a buon mercato dall'acqua di mare e il trizio può potenzialmente essere prodotto dalla reazione dei neutroni generati dalla fusione con il litio. Queste scorte di carburante durerebbero per milioni di anni. I futuri reattori a fusione sono anche intrinsecamente sicuri e non si prevede che produrranno scorie nucleari di lunga durata. È importante sottolineare che la fusione nucleare, proprio come la fissione, non emette anidride carbonica o altri gas serra nell'atmosfera, quindi potrebbe essere una fonte a lungo termine di elettricità a basse emissioni di carbonio dalla seconda metà di questo secolo in poi. Sulla Terra occorrono temperature di circa 150 milioni di gradi Celsius per far fondere deuterio e trizio, regolando allo stesso tempo la pressione e le forze magnetiche, per un confinamento stabile del plasma e per mantenere la reazione di fusione abbastanza a lungo da produrre più energia di quella necessaria per innescare la reazione. Mentre le condizioni che sono molto vicine a quelle richieste in un reattore a fusione vengono ora raggiunte di routine negli esperimenti, sono ancora necessarie migliori proprietà di confinamento e stabilità del plasma per mantenere la reazione e produrre energia in modo continuo.
Scienziati e ingegneri di tutto il mondo continuano a sviluppare e testare nuovi materiali e progettare nuove tecnologie per ottenere energia di fusione netta.
La ricerca sulla fusione nucleare e sulla fisica del plasma viene condotta in più di 50 Paesi e le reazioni di fusione sono state prodotte con successo in molti esperimenti, come quelli recentissimi del Laboratorio Livermore in California che ha generato più energia di quella necessaria per avviare il processo. Quanto tempo ci vorrà perché l'energia da fusione venga implementata con successo e utilizzata commercialmente dipenderà dalla mobilitazione delle risorse attraverso partenariati e collaborazioni globali. Da segnalare che l’ENI italiana partecipa in prima linea allo sviluppo di diversi progetti per queste ricerche.
Ancora una volta emerge la necessità di una coscienza planetaria e di un’azione comune per risolvere i problemi del nostro pianeta.
    Paolo Lutteri
   Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
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January 1st, 2023
With a planetary consciousness we will make it.
The International Atomic Energy Agency published a document on 8 December, reviewed on this site in the Reports 2022 Section. It is a scientific overview that is not easy to understand, but of great importance for the optimism it inspires. Thousands of experts from different countries are working to solve our planet's energy problem. It will still take time, but this topic is crucial for the survival of our civilization.
I use here a simple description of scientific concepts, taken from the Report, to aid understanding. Simplifying: nuclear fission consists of the division of nuclei of heavy atoms, nuclear fusion is the combination of light atoms.
Nuclear fusion is the process by which two light atomic nuclei combine to form a heavier one, releasing enormous amounts of energy.
Fusion reactions occur in a state of matter called a plasma, a hot, gas made up of positive ions and free electrons with unique properties distinct from solids, liquids, or gases. The Sun, along with all other stars, is powered by this reaction. In order for the nuclei in our Sun to fuse, they need to collide with each other at extremely high temperatures, around ten million degrees Celsius.
The high temperature gives them enough energy to overcome their mutual electrical repulsion. Once the nuclei are in very close proximity to each other, the attractive nuclear force between them will overcome the electrical repulsion and allow them to fuse. For this to happen, the nuclei must be compressed within a small space to increase the chances of collision. In the Sun, the extreme pressure produced by its enormous gravity creates the conditions for fusion. Ever since the theory of nuclear fusion was understood in the 1930s, scientists – and increasingly engineers too – have been trying to apply and exploit it. This is because if nuclear fusion can be replicated on Earth on an industrial scale, it could provide virtually unlimited clean, safe and affordable energy to meet world demand.
Fusion generates four times more energy per kilogram of fuel than the fission used in nuclear power plants and nearly four million times more energy than burning oil or coal.
Fusion fuel is abundant and easily accessible: deuterium can be cheaply extracted from seawater, and tritium can potentially be produced by the reaction of fusion-generated neutrons with the lithium. These fuel supplies would last for millions of years. Future fusion reactors are also inherently safe and are not expected to produce long-lived nuclear waste. Importantly, nuclear fusion, just like fission, does not emit carbon dioxide or other greenhouse gases into the atmosphere, so it could be a long-term source of low-carbon electricity from the second half of this century onwards.
On Earth, it takes temperatures of about 150 million degrees Celsius to fuse deuterium and tritium, while regulating pressure and magnetic forces, for stable confinement of the plasma and to maintain the fusion reaction long enough to produce more energy than that needed to trigger the reaction. While conditions that are very close to those required in a fusion reactor are now routinely achieved in experiments, better confinement properties and plasma stability are still needed to maintain the reaction and produce energy continuously.
Scientists and engineers from around the world continue to develop and test new materials and design new technologies to achieve net fusion energy.
Research on nuclear fusion and plasma physics is conducted in more than 50 countries and fusion reactions have been successfully produced in many experiments, such as the very recent one at the Livermore Laboratory in California which generated more energy than needed to start the process. How long it will take for fusion energy to be successfully implemented and commercially used will depend on the mobilization of resources through global partnerships and collaborations. It should be noted that the Italian ENI participates at the forefront in the development of various projects for this research.
Once again the need for a planetary awareness and common action to solve the problems of our planet emerges.
    Paolo Lutteri
    Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center

(Dicembre 2022: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
1° dicembre 2022
La Grande Accelerazione.
A carte scoperte. Circa mezzo secolo fa, Stefano Salvetti (Fondatore di questa Fondazione) ed io eravamo studenti all’Università Bocconi di Milano, frequentavamo i manager del Centro Italiano Studi Aziendali e collaboravamo come giovani redattori al periodico “Futuribili”, che raccoglieva idee e documenti per l’avvenire. Il riferimento era il prof. Aurelio Peccei del Club di Roma. Stefano ed io continuiamo a credere che ‘governare l’innovazione’ sia un argomento importante della nostra cultura e anche adesso ci ritroviamo a raccogliere documenti sullo sviluppo tecnologico, a ragionare di sostenibilità, di ambiente e di storia della civiltà.
Guardandoci molto alle spalle, in stringatissima sintesi storica, abbiamo conosciuto che il nostro Pianeta è uscito da una fase glaciale circa 10.000 anni fa. Negli ultimi 5.000 anni il clima è rimasto relativamente stabile e la civiltà umana ha potuto svilupparsi con intelligenza, più o meno ordinatamente. Ma dall’espansione della rivoluzione industriale (attorno al 1850) lo sviluppo è stato così intensamente alimentato da combustibili fossili che il clima si è riscaldato e mette in pericolo proprio il sistema economico-sociale globale. In particolare gli ultimi 70 anni rappresentano quella che viene chiamata ‘la Grande Accelerazione’. Se l’aumento della media della temperatura supererà 1,5 °C, il riscaldamento sarà irreversibile, gli ecosistemi diventeranno instabili minacciando la biodiversità e l’abitabilità, il welfare e forse la sopravvivenza. Responsabili: gli umani. Ne sono consapevoli molti ricercatori e istituti scientifici, ma anche leader d’opinione, movimenti studenteschi e tanti semplici cittadini. Anche i governi dei Paesi sono ben al corrente del pericolo, ma non possono o non vogliono prendere provvedimenti drastici perché potrebbero mettere in difficoltà da subito tutto il sistema energetico ed economico attuale.
In questa congiuntura di duplice pericolo volteggiano idee e molti dibattiti, ma pochi risultati concreti. Le Conferenze internazionali recenti, come la COP27 appena terminata in Egitto, non riescono a trovare unanimità di vedute.
Segnaliamo qui nove pericoli specifici che il Resilience Center di Stoccolma ritiene ‘limiti della crescita’, e che ci piace affiancare emblematicamente ai nostri studi di allora del Rapporto del Club di Roma: “I limiti dello sviluppo” (1972).
1-Impoverimento dell'ozono stratosferico che filtra le radiazioni ultraviolette dal Sole. Se diminuisce, può causare una maggiore incidenza di cancro della pelle negli esseri umani, nonché danni ai sistemi biologici terrestri e marini.
2-Perdita dell'integrità della biosfera. La crescita della domanda di cibo, acqua e risorse naturali causa una grave perdita di biodiversità e porta a cambiamenti nei servizi ecosistemici.
3-Inquinamento chimico. Le emissioni di sostanze tossiche permanenti come inquinanti organici sintetici, composti di metalli pesanti e materiali radioattivi possono avere effetti potenzialmente irreversibili sugli organismi viventi e sull'ambiente fisico.
4-Cambiamento climatico. La Terra ora supera i 390 ppmv di CO2 nell'atmosfera. Abbiamo raggiunto un punto in cui la perdita del ghiaccio marino polare estivo è quasi certamente irreversibile. Rapidi meccanismi di interazione fisico-chimica possono portare il sistema terrestre ad uno stato molto più caldo, con livelli del mare di diversi metri più alti di quelli attuali. La distruzione delle foreste pluviali è un altro potenziale punto critico, in cui i feedback del ciclo clima-carbonio accelerano il riscaldamento della Terra e intensificano gli impatti climatici.
5-Acidificazione degli oceani. Circa un quarto della CO2 che l'umanità emette nell'atmosfera viene dissolta negli oceani. Qui forma acido carbonico, alterando la chimica dell'oceano e diminuendo il pH dell'acqua superficiale. Questa maggiore acidità riduce la quantità di ioni carbonato disponibili, essenziali per molte specie marine, come coralli, molluschi e plancton. Cambierebbero la struttura e la dinamica degli ecosistemi oceanici.
6-Consumo di acqua dolce e ciclo idrologico globale. L'acqua sta diventando sempre più scarsa: entro il 2050 circa mezzo miliardo di persone sarà probabilmente soggetta a stress idrico, aumentando la pressione per intervenire nei sistemi.
7-Cambiamento del sistema del territorio. Foreste, praterie, zone umide e altri tipi di vegetazione sono stati principalmente convertiti in terreni agricoli. Questo cambiamento ha impatti sui flussi idrici e sul ciclo biogeochimico di carbonio, azoto e fosforo e altri elementi importanti.
8-L'azoto e il fosforo, essenziali per la crescita delle piante, con la produzione e l'applicazione di fertilizzanti fluiscono verso la biosfera e gli oceani. Gran parte di questo nuovo azoto reattivo viene emesso nell'atmosfera in varie forme piuttosto che assorbito dalle colture. Quando piove, inquina i corsi d'acqua e le zone costiere o si accumula nella biosfera terrestre.
9-Sovraccarico di aerosol con l’inquinamento atmosferico. Molti gas inquinanti si condensano in goccioline e particelle. Con il cambiamento dell'uso del suolo aumenta il rilascio di polvere e fumo nell'aria.
I limiti della crescita impongono a tutti riflessioni e nuovi comportamenti. Occorrono conoscenze, competenze e condivisione della consapevolezza per poter essere incisivi e determinanti. Se non ci sarà solidarietà planetaria le iniziative isolate non reggeranno. Oggi la gestione delle disuguaglianze sociali (e delle guerre), la penuria di risorse e gli inquinamenti ci turbano.
Forse non c’è all’orizzonte una catastrofe totale, come qualcuno sostiene, ma certamente ci saranno cataclismi qua e là, il benessere sarà privilegio di pochi, ovvero sarà un disastro sociale diffuso e irreversibile. Sembra che il tasso crescente di produzione e il rilascio di volumi inquinanti superino la capacità della società di condurre interventi di sicurezza.
Come mezzo secolo fa, con immutato entusiasmo ma con più ricca esperienza professionale, tutti noi della Fondazione siamo impegnati a capire ancor meglio e supportare le attività teoriche e concrete utili al progresso. Siamo anche consci che scienze e tecnologie possono partorire iniziative in campo fisico, chimico, biologico che finora non avevamo neanche potuto immaginare. C’è una creatività scientifica semi-nascosta, che verifichiamo nelle ricerche di laboratorio ma perfino nei concorsi per giovani virtuosi che supportiamo (come quelli della FAST, dell’AIMAN e dell’EFNMS). Non è merito nostro, ma siamo fieri che a Bologna ci sia il super computer Leonardo, capace di 240 milioni di miliardi di operazioni al secondo, che in Italia vengano registrati brevetti straordinari, che i nostri scienziati e le nostre aziende condividano tecnologia spaziale e fisica nucleare per progetti internazionali. La nostra Fondazione osserva, raccoglie, commenta, cerca di divulgare non solo gli allarmi, ma anche le iniziative di prevenzione, manutenzione e creatività per la sostenibilità ambientale ed economica. Oggi, come allora, non possiamo commettere l’errore di sottostimare le potenzialità della scienza e della tecnologia.
    Paolo Lutteri
   Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
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December 1st, 2022
The Great Acceleration.
With open cards. About half a century ago, Stefano Salvetti (Founder of this Foundation) and I were students at the Bocconi University in Milan, we frequented the managers of the Centro Italiano Studi Aziendali and collaborated as young editors in the periodical "Futuribili", which collected ideas and documents for the future. The reference was prof. Aurelio Peccei of the Club of Rome. Stefano and I continue to believe that 'governing innovation' is an important topic of our culture and even now we find ourselves collecting documents on technological development, thinking about sustainability, the environment and the history of civilization.
Looking closely behind us, in a very brief historical synthesis, we have known that our planet emerged from a glacial age about 10,000 years ago. In the last 5,000 years the climate has remained relatively stable and human civilization has been able to develop intelligently, more or less in an orderly manner. But since the expansion of the industrial revolution (around 1850) development has been so intensely fueled by fossil fuels that the climate has warmed up and endangers the global economic and social system. In particular, the last 70 years represent what is called ‘The Great Acceleration'. If the increase in the average temperature exceeds 1.5°C, the warming will be irreversible, ecosystems will become unstable, threatening biodiversity and habitability, welfare and perhaps survival. Responsible: humans. Many researchers and scientific institutes are aware of this, but also opinion leaders, student movements and many simple citizens. Even the governments of the countries are well aware of the danger, but cannot or do not want to take drastic measures because they could immediately put the entire current energy and economic system in difficulty.
In this situation of double danger, ideas and many debates are swirling, but few concrete results. Recent international conferences, such as the COP27 that has just ended in Egypt, cannot find unanimity of views. 
We point out here nine specific dangers that the Resilience Center of Stockholm considers ‘Planetary Boundaries’, and which we like to symbolically add to our studies of the Club of Rome Report at the time: "The limits to growth" (1972).
1-Stratospheric ozone depletion which filters ultraviolet radiation from the Sun. If it decreases, it can cause an increased incidence of skin cancer in humans, as well as damage to terrestrial and marine biological systems.
2-Loss of biosphere integrity. Growing demand for food, water and natural resources causes severe biodiversity loss and leads to changes in ecosystem services.
3-Chemical pollution. Emissions of permanent toxic substances such as synthetic organic pollutants, heavy metal compounds and radioactive materials can have potentially irreversible effects on living organisms and the physical environment.
4-Climate change. Earth now exceeds 390 ppmv of CO2 in the atmosphere. We have reached a point where the loss of summer polar sea ice is almost certainly irreversible. Rapid physical feedback mechanisms can drive the Earth system into a much warmer state with sea levels several meters higher than at present. The destruction of rainforests is another potential tipping point, where climate-carbon cycle feedbacks accelerate global warming and intensify climate impacts.
5-Ocean acidification. About a quarter of the CO2 that humanity emits into the atmosphere is dissolved in the oceans. Here it forms carbonic acid, altering ocean chemistry and decreasing the pH of surface water. This higher acidity reduces the amount of carbonate ions available, which are essential for many marine species, such as corals, molluscs and plankton. They would change the structure and dynamics of ocean ecosystems.
6-Freshwater consumption and the global hydrological cycle. Water is becoming increasingly scarce: by 2050, around half a billion people will likely experience water stress, increasing pressure to fix systems.
7-Change in the land system. Forests, grasslands, wetlands and other types of vegetation have mainly been converted to agricultural land. This change has impacts on water flows and the biogeochemical cycle of carbon, nitrogen and phosphorus and other important elements.
8-Nitrogen and phosphorus, essential for plant growth, flow to the biosphere and oceans with the production and application of fertilizers. Much of this new reactive nitrogen is emitted into the atmosphere in various forms rather than absorbed by crops. When it rains, it pollutes waterways and coastal areas or accumulates in the Earth's biosphere.
9-Overloading of aerosols with air pollution. Many polluting gases condense into droplets and particles. As land use changes, the release of dust and smoke into the air increases.
The limits of growth impose reflections and new behaviors on everyone. Knowledge, skills and sharing of awareness are needed in order to be incisive and decisive. If there is no planetary solidarity, isolated initiatives will not hold up. Today the management of social inequalities (and wars), the shortage of resources and pollution trouble us. Perhaps there is not a total catastrophe on the horizon, as some claim, but there will certainly be cataclysms here and there, well-being will be the privilege of a few, or rather it will be a widespread and irreversible social disaster. It seems that the increasing rate of production and the release of pollutant volumes exceed society's ability to conduct safety interventions.
Like half a century ago, with unchanged enthusiasm but with richer professional experience, all of us at the Foundation are committed to better understanding and supporting the theoretical and concrete activities useful for progress. We are also aware that science and technology can give birth to initiatives in the physical, chemical and biological fields that until now we had not even been able to imagine. There is a semi-hidden scientific creativity, which we verify in laboratory research but also in the competitions for young virtuosos that we support (such as those of FAST, AIMAN ​​and EFNMS). It is not our merit, but we are proud that in Bologna there is the Leonardo super computer, capable of 240 million billion operations per second, that extraordinary patents are registered in Italy, that our scientists and our companies share space technology and physics nuclear for international projects. Our Foundation observes, collects, comments, tries to disseminate not only the alarms, but also the prevention, maintenance and creativity initiatives for environmental and economic sustainability. Today, as then, we cannot make the mistake of underestimating the potential of science and technology.   
    Paolo Lutteri
    Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center

(Novembre 2022: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
Come Fondazione Salvetti non vogliamo completamente trascurare i rumori dell’attualità e della politica quotidiana nostrana (li ascoltiamo e li commentiamo altrove), ma qui guardiamo a un orizzonte largo. Le sezioni di questo sito raccolgono documenti e notizie, ma sarebbero utili anche per ospitare un dibattito, un confronto di opinioni e di esperienze sul mondo anche di non soci della Fondazione. Ben vengano!

1° novembre 2022
La manutenzione è cultura, è storia, è scienza.
Aumenta la complessità dei sistemi, siamo tutti d’accordo. Aumenta anche la sensibilità di chi analizza il mondo, i governi, le economie, le culture e la natura. Mi permetto di avanzare qualche constatazione personale.
Gli storici hanno prospettato, già nell’antichità, uno sviluppo della civiltà per fasi successive e per onde alterne, come dire progresso-decadenza-progresso-decadenza. Qualcuno ha annunciato catastrofi e perfino l’apocalisse finale, ma qualcun altro ha continuato a seminare, piantare nuovi alberi, fare figli, aprire imprese per il futuro.
Gli strumenti di analisi e di conoscenza oggi non sono più affidati alle divinazioni, né alle percezioni soggettive, né a documentazioni locali. Ormai gli abitanti del nostro pianeta sono interconnessi dai mezzi di comunicazione di massa e personali e dispongono di computer e masse enormi di dati. Le risorse economiche non sono distribuite equiparatamente, ma certe aspirazioni sembrano essere un patrimonio comune, anche con contenuti discordanti.
L’attuale crisi planetaria è il risultato di una industrializzazione non sostenibile che ha fatto crescere l’instabilità e le disuguaglianze sociali insieme all’inquinamento. Ma è cresciuta anche l’istruzione e la competenza tecnologica. I successi della scienza non sono ancora del tutto trasparenti e operativi, eppure ci sono due versanti del sapere che ci aiuteranno a mantenere il mondo e a gestirne il futuro.
Il primo è quello della fisica atomica (e sub-atomica), dalla quale ci aspettiamo una soluzione dei problemi energetici. Il secondo è quello delle esplorazioni spaziali, il laboratorio più avanzato di ogni esperienza industriale e l’osservatorio della consapevolezza cosmica.  Questi due versanti, non isolati ma agganciati con tante altre discipline specifiche e con la tecnologia digitale, non riguardano un Paese o un’ideologia, sono comuni per tutto l’ecumene, umano, animale, vegetale, ambientale.
Qual è l’ostacolo? Un’organizzazione sociale troppo burocratica e troppo frantumata, fonte perfino di guerre. Siamo ancora lontani da una larga convergenza politica, che pur nel rispetto di una pluralità di punti di vista costruisca un futuro condiviso per un unico popolo: i terrestri. E che nessuno osi dire che questa visione è retorica, perché è una costante dello sviluppo, dalla competizione tra tribù alle guerre di conquista degli imperi, ai conflitti tra Stati e ideologie, alle Organizzazioni Internazionali di oggi, anche se mutilate dai veti e dalle inefficienze.
Al ballo, bisogna ballare, con la coscienza della manutenzione e dell’innovazione. Con i sensori dell’intelligenza artificiale e col cervello sveglio.
   Paolo Lutteri
   Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
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As the Salvetti Foundation we do not want to completely neglect the noises of current affairs and local daily politics (we listen to them and comment on them elsewhere), but here we look at a broad horizon. The sections of this site collect documents and news, but they would also be useful for hosting a debate, a comparison of opinions and experiences on the world, even of non-members of the Foundation. Welcome!

November 1, 2022
Maintenance is culture, it is history, it is science.
The complexity of the systems increases, we all agree. It also increases the sensitivity of those who analyze the world, governments, economies, cultures and nature. Allow me to make some personal findings.
Historians have already envisaged, in ancient times, a development of civilization by successive phases and by alternating waves, as if to say progress-decadence-progress-decadence. Someone announced catastrophes and even the final apocalypse, but someone else continued to sow, plant new trees, have children, open businesses for the future.
The tools of analysis and knowledge today are no longer entrusted to divination, nor to subjective perceptions, nor to local documentation. By now the inhabitants of our planet are interconnected by mass and personal media of communication and have computers and big data. Economic resources are not distributed equally, but certain aspirations seem to be a common heritage, even with conflicting contents.
The current planetary crisis is the result of an unsustainable industrialization that has increased instability and social inequalities along with pollution. But education and technological competence have also grown. The successes of science are not yet fully transparent and operational, yet there are two sides of knowledge that will help us maintain the world and manage its future.
The first is that of atomic (and sub-atomic) physics, from which we expect a solution to energy problems. The second is that of space exploration, the most advanced laboratory of any industrial experience and the observatory of cosmic awareness. These two sides, not isolated but linked with many other specific disciplines and with digital technology, do not concern a Country or an ideology, they are common to the entire ecumene, human, animal, plant, environmental.
What is the obstacle? A social organization that is too bureaucratic and too fragmented, even a source of wars. We are still a long way from a broad political convergence, which, while respecting a plurality of points of view, builds a shared future for a single people: the terrestrials. And that no one dares to say that this vision is rhetorical, because it is a constant of development, from competition between tribes to wars for the conquest of empires, to conflicts between States and ideologies, to today's International Organizations, even if mutilated by vetoes and inefficiencies.
At the dance, you have to dance, with the awareness of maintenance and innovation. With artificial intelligence sensors and an awake brain.   
Paolo Lutteri
    Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center

(Ottobre 2022: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
1° ottobre 2022
Manutenzione e rinnovamento
Inquinamento cielo-terra-mare, mutazioni climatiche, inondazioni costiere, uragani straordinari, siccità, pestilenze, colture alimentari interrotte, rifiuti non degradabili, carenze energetiche, interruzioni trasporti e commerci, conflitti armati, sabotaggi cybernetici, epidemie, migrazioni umane, povertà …
Né complotti mirati né apocalisse involontaria. Ma ‘grandi manovre dei grandi poteri’: sì. E ‘pericolo ecologico globale’: sì. Mentre noi parliamo di manutenzione e rinnovamento, di efficienza delle infrastrutture, di perfezionamento tecnologico degli impianti, di migliore formazione professionale e civile, chi guida le grandi potenze in modo elitario conduce guerre di supremazia sopra le teste degli umani, sia con trasparente arroganza sia con operazioni segrete per i cittadini.
Ahinoi! L’Europa è divisa, così come è divisa la cultura occidentale, proprio quella che ha fondato la logica, la democrazia, la libertà e il diritto. Se non riusciremo ad avere una coscienza comune, sia pure in una larga gamma creativa di idee sociali, le ‘grandi manovre’ e i ‘pericoli ecologici’ ci assoggetteranno ancor più di oggi.
Non possiamo dare semplicemente le colpe al capitalismo liberale industriale; le industrie dei regimi autocratici inquinano di più; le persone qualunque gettano rifiuti qualunque dappertutto. L’organizzazione nel mondo procede a velocità diverse, separando sempre più le fasce ricche da quelle povere. La disuguaglianza non è solo una questione economica, ma di costumi e tendenze indotte.
Complotti e apocalissi sono spesso gli ingredienti dello spettacolo. Rifiuto di avallare acriticamente la letteratura e la cinematografia grottesca e catastrofica nella quale ci fanno adagiare i registi dell’editoria e del botteghino, quasi volessero compiacerci con le avventure di supereroi inesistenti, che nascondono gli antagonismi sociali veri. Crimini e sciagure fanno appeal, sono una distrazione. E comunque le denunce dell’attualità fanno meno ascolti di uno spettacolo di calciatori o di ballerine.
In questo scenario, rigetto il pessimismo e la sensazione di impotenza. I complotti veri e le apocalissi imminenti forse si possono evitare con una coscienza comune e un’azione tecnologica planetaria.
Lasciatemi immaginare una manutenzione straordinaria della nostra civiltà. Dobbiamo costringere le governances a volerla, generazione dopo generazione. L’apocalisse totale si può almeno allontanare. Intanto ognuno di noi potrebbe fare qualcosa nel suo giardinetto e potremmo allargare i punti di convergenza per gestire la professione e la vita civile intorno a noi. Non ci sarà una sola strada, né un solo modo per andare d’accordo, né sulla tecnica né sulla filosofia di vita. Ma dobbiamo provarci.
   Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione 
Salvetti
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October 1st, 2022
Maintenance and renovation
Sky-land-sea pollution, climate change, coastal flooding, extraordinary hurricanes, drought, pestilence, disrupted food crops, non-degradable waste, energy shortages, transport and trade disruptions, armed conflicts, cybernetic sabotage, epidemics, human migration, poverty ...
Neither targeted conspiracy nor involuntary apocalypse. But 'great skulduggery by the great powers': yes. It is 'global ecological danger': yes. While we speak of maintenance and renovation, of infrastructure efficiency, of technological improvement of plants, of better professional and civil education, those who lead the great powers in an elitist way are waging wars of supremacy over the heads of humans, both with transparent arrogance and with covert operations for citizens.
Alas! Europe is divided, just as Western culture is divided, the very one that founded logic, democracy, freedom and law. If we fail to have a common conscience, albeit in a wide creative range of social ideas, the 'big skulduggeries' and the 'ecological dangers' will subject us even more than today.
We cannot simply blame liberal industrial capitalism; the industries of the autocratic regimes pollute more; ordinary people throw garbage everywhere. The organization in the world proceeds at different speeds, increasingly separating the rich from the poor. Inequality is not just a question of economics, but of induced customs and trends.
Conspiracies and apocalypses are often the ingredients of the show. I refuse to uncritically endorse the grotesque and catastrophic literature and cinematography in which publishing and box office directors make us recline, as if they wanted to please us with the adventures of non-existent superheroes, who hide true social antagonisms. Crimes and disasters appeal, they are a distraction. And in any case, the complaints of current events make fewer ratings than a show of footballers or dancers.
In this scenario, I reject pessimism and the feeling of helplessness. True conspiracies and imminent apocalypses can perhaps be avoided with a common conscience and planetary technological action.
Let me imagine an extraordinary maintenance of our civilization. We have to force the governments to want it, generation after generation. The total apocalypse can at least be moved away. Meanwhile, each of us could do something in his garden and we could broaden the points of convergence to manage the profession and civil life around us. There will be no one way, no one way to get along, neither on technique nor on philosophy of life. But we have to try.
   Paolo Lutteri
Director of the 
Salvetti Foundation Documentation Education Center

(Settembre 2022: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
1° settembre 2022
Crisi e governance planetaria
In Italia agosto è stato torrido, ma anche in altri Paesi il clima ha nuociuto all’ecumene in forme diverse. Le tempeste d’acqua, alternate alle siccità, hanno sconvolto fiumi, torrenti, ghiacciai, terreni agricoli e città. Frane sulle montagne, tornadi e alluvioni ci sono sempre state, ma le bufere del momento turbano la gente che comincia a dar retta alle preoccupazioni globali degli scienziati.
Ai rischi naturali, peraltro conseguenza dell’inquinamento ambientale provocato dalla ‘civiltà’, si aggiungono le incognite delle pandemie sanitarie, i rischi politici, le guerre per la supremazia, i costi delle risorse energetiche che possono far fallire il sistema delle economie industriali e artigianali.
Il Rapporto ‘New Era for Europe’, redatto da un gruppo di accademici di alto livello convocato dal Commissario Paolo Gentiloni per riflettere sulle sfide economiche e sociali post-Covid (https://ec.europa.eu/info/publications/economic-and-financial-affairs-publications_en) esamina in modo specifico gli impatti della pandemia e le sfide finanziarie, politiche e ambientali future ipotizzando tre scenari che vengono definiti: ‘Business as Usual’, ‘New Era’ e ‘Fragmentation and Conflict’.  Donato Speroni, perspicace direttore del sito dell’ASviS, ha chiosato il Rapporto semplificando drammaticamente la terminologia degli scenari (https://futuranetwork.eu/interventi-e-interviste/638-3178/sui-grandi-temi-del-mondo-i-futuri-possibili-si-riassumono-in-tre-ipotesi): ‘Degrado progressivo’, ‘Sviluppo sostenibile’, ‘Collasso’ (il conflitto in Ucraina potrebbe finire così). Evidentemente non abbiamo altra scelta che lo sviluppo sostenibile, con tutti i sacrifici e i costi che la comunità umana dovrà sostenere.
Scienza e tecnologia ci aiuteranno. Dovranno aiutare tutti, non solo qualcuno, perché il problema è globale e unitario.
Non basterà una coscienza planetaria, della quale ho già più volte raccontato la necessità epocale. Ci vorrà una governance planetaria. Sarà il nodo più difficile da sciogliere.
Se lavorassimo insieme ad uno scopo comune, potremmo, ad esempio, mandare nello spazio piattaforme giganti di pannelli per raccogliere energia solare, potremmo realizzare trasporto di energia senza fili attraverso onde elettromagnetiche (come già avviene per i segnali delle televisioni e dei telefoni), potremmo ridurre gli sprechi delle macchine da guerra e cercare di colmare le disuguaglianze sociali. E così via tante altre applicazioni virtuose. Grandi economie di scala, a disposizione di tutti.
Ma, al momento, il nostro mondo sembra l’encierro di San Firmino.
La nostra Fondazione vorrebbe manutenzione e progresso, per mantenere il mondo unito con uno sviluppo sostenibile.
   Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
("New Era for Europe": vedi anche una sintesi del 1° marzo nella sezione ‘Rapporti 2022’ di questo sito)
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September 1st, 2022
Crisis and planetary governance
In Italy, August was hot, but also in other countries the climate harmed the ecumene in different forms. Water storms, alternating with droughts, have devastated rivers, streams, glaciers, agricultural land and cities. There have always been landslides in the mountains, tornadoes and floods, but the storms of the moment disturb people who are beginning to heed the global concerns of scientists. To the natural risks, moreover a consequence of the environmental pollution caused by 'civilization', are added the unknowns of health pandemics, political risks, wars for supremacy, the costs of energy resources that can cause the system of industrial and artisanal economies to fail.
The 'New Era for Europe' Report, drawn up by a group of high-level academics convened by Commissioner Paolo Gentiloni to reflect on the post-Covid economic and social challenges (https://ec.europa.eu/info/publications/economic-and-financial-affairs-publications_en) specifically examines the impacts of the pandemic and future financial, political and environmental challenges by assuming three scenarios that are defined: 'Business as Usual', 'New Era' and 'Fragmentation and Conflict'. Donato Speroni, insightful director of the ASviS website, closed the Report by dramatically simplifying the terminology of the scenarios (https://futuranetwork.eu/interventi-e-interviste/638-3178/sui-grandi-temi-del-mondo-i-futuri-possibili-si-riassumono-in-tre-ipotesi): 'Progressive degradation', 'Sustainable development', 'Collapse' (the conflict in Ukraine could end like this). Obviously we have no choice but to sustainable development, with all the sacrifices and costs that the human community will have to bear.
Science and technology will help us. They will have to help everyone, not just someone, because the problem is global and unitary. A planetary awareness will not be enough, the epochal necessity of which I have already repeatedly told. It will take planetary governance. It will be the hardest knot to untie. If we worked together for a common purpose, we could, for example, send giant platforms of panels into space to collect solar energy, we could carry out wireless energy transport through electromagnetic waves (as is already the case for television and telephone signals), we could reduce the waste of war machines and try to close social inequalities. And so on, many other virtuous applications. Large economies of scale, available to all.
But, at the moment, our world looks like the encierro of San Firmino.
Our Foundation would like maintenance and progress, to keep the world united with sustainable development.
   Paolo Lutteri
Director of the
Salvetti Foundation Documentation Education Center
("New Era for Europe": see also a summary of March 1 in the 'Reports 2022’ section of this site)

(Agosto 2022: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
1° agosto 2022
La visione del futuro
Non vedono, né pensano, il futuro i ‘non-agiati’, che devono risolvere le difficoltà quotidiane, e coloro che rubacchiando o speculando vogliono ancora più soldi subito, incuranti delle questioni sociali. I problemi del futuro paiono rimanere una questione degli scienziati ecologisti, dei pessimisti compulsivi, degli intellettuali progressisti, inclusi gli studenti illuminati.
I governanti badano prima di tutto al consenso popolare e spesso qualche schiamazzo di piazza o qualche lobby economica vince sul rigore necessario alla gestione. Comunque lo sviluppo sostenibile non è accompagnato da una larga cultura di base, ma forse solo da una sensibilità di élites.
Se pesiamo i commenti negativi sul futuro, i cambiamenti climatici e gli inquinamenti di cielo-terra-mare sono così evidenti e incontrollabili che non sembra possibile porvi rimedio. Si aggiungono le disuguaglianze sociali e le contese delle ambizioni politiche, per le quali il futuro sembra foriero di ulteriori guerre, anche civili. L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (https://unric.org), vanamente sottoscritta da quasi 200 Paesi, ma poco considerata dai loro governi, ha segnalato la soglia del collasso e le iniziative da intraprendere con una significativa serie di Goals, come obiettivi di sviluppo sostenibile. Ma il tempo a disposizione sta per scadere senza grandi eclatanti e decisivi interventi collettivi.
Se azzardiamo suggerimenti positivi, dobbiamo appoggiarci alla ricerca scientifica e alle grandi applicazioni tecniche globali. Il punto prioritario è quello delle risorse energetiche. Alle nuove ipotesi della fisica nucleare speriamo di aggregare fonti rinnovabili in larga scala (solare, eolico, geotermico, marino, chimico, biologico); e nuove invenzioni su settori poco esplorati che neanche immaginiamo. Con tanta energia a poco costo il disinquinamento potrebbe essere possibile. Più difficile sarà ridurre le disuguaglianze sociali. Urge tuttavia, come già detto più volte, una coscienza antropologica non locale ma planetaria, da affermare e realizzare senza confini di stato o di religione o di costumi politici. Un equilibrio di produzione e consumi, di benessere minimo diffuso, di rispetto reciproco, di solidarietà sociale, di condivisione tecnologica, di trasparenza e autocontrollo, con basi educative e formative comuni.
In sostanza: evitare la babele per non far crollare la civiltà. E’ uno scopo che la nostra Fondazione, fondata sulla manutenzione e sullo sviluppo economico e industriale sostenibile, vorrebbe realizzare. Il futuro non è lontano.
   Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
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August 1st, 2022
The vision of the future
The 'not-so-well-off', who have to solve their daily difficulties, do not see or think about the future, and those who, by stealing or speculating, want even more money immediately, regardless of social issues. The problems of the future seem to remain a matter for ecological scientists, compulsive pessimists, progressive intellectuals, including enlightened students.
The rulers pay attention first of all to popular consensus and often some noise in the streets or some economic lobbies wins over the rigor necessary for management. However, sustainable development is not accompanied by a broad basic culture, but perhaps only by a sensitivity of elites.
If we weigh the negative comments on the future, climate change and pollution of the sky-land-sea are so evident and uncontrollable that it does not seem possible to remedy them. Added to this are social inequalities and the disputes over political ambitions, for which the future seems to be a harbinger of further wars, including civil wars. The United Nations 2030 Agenda (https://unric.org), vainly signed by almost 200 countries, but little considered by their governments, has signaled the threshold of collapse and the initiatives to be undertaken with a significant series of Goals, such as sustainable development goals. But the time available is running out without major sensational and decisive collective interventions.
If we risk positive suggestions, we must rely on scientific research and large global technical applications. The priority point is that of energy resources. We hope to aggregate renewable sources on a large scale (solar, wind, geothermal, marine, chemical, biological) to the new hypotheses of nuclear physics; and new inventions in little explored sectors that we don't even imagine. With so much energy at little cost, clean-up could be possible. It will be more difficult to reduce social inequalities. However, as already said several times, an anthropological awareness that is not local but planetary is urgently needed, to be affirmed and realized without borders of state or religion or political customs. A balance of production and consumption, of widespread minimum well-being, mutual respect, social solidarity, technological sharing, transparency and self-control, with common educational and training bases.
In essence: avoiding Babel so as not to bring down civilization. It is a goal that our Foundation, founded on maintenance and sustainable economic and industrial development, would like to achieve. The future is not far off.
    Paolo Lutteri
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center

(Luglio 2022: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
1° luglio 2022
Al ballo planetario
Negli ultimi 100 anni della storia del nostro pianeta le civiltà hanno generato un’accelerazione esponenziale della produzione industriale, tecnologica e scientifica, delle idee e della cultura, senza risolvere le grandi disuguaglianze sociali. Sono aumentate le relazioni tra individui, le esperienze e le conoscenze delle storie di vita e di politica. E’ aumentata la ‘connessione’ tra persone, cose, fatti, opinioni. Le cause e le soluzioni sono intrecciate. E’ aumentata anche la complessità dei sistemi, delle procedure burocratiche, delle analisi e delle prospettive ed è cresciuta la difficoltà del discernimento. Grazie a mass media e social media, molti ‘concetti’ locali sono stati travolti da una esperienza planetaria che supera confini politici, barriere linguistiche e morali. La globalizzazione delle percezioni conduce tutti a partecipare al ballo planetario.
Un ballo turbolento, con numerosi protagonisti arroganti, molti esperti inascoltati, tante risorse sprecate, ricchezze e povertà immeritate, popolazioni imbrigliate dai governanti. Ma il ballo è globale, oggi non ci può essere benessere solo per alcuni, la sopravvivenza è un problema di tutti, anche di chi non si accorge dei rischi o non vuole accorgersene e crede di non partecipare alle danze.
I terrestri cercano perlopiù la sopravvivenza a breve termine: soddisfare i bisogni (e le voglie) giorno per giorno o poco oltre. La programmazione è roba da saccenti, o da benestanti, o da studenti. Gli asset energetici, le misure ecologiche e il rispetto sociale non sono priorità per il popolaccio. E’ più facile contestare le tasse, le normative, cercare il piacere delle emozioni che aver voglia di partecipare alla riparazione di un’organizzazione sociale disastrata o di una democrazia degradata. La manutenzione sociale è scarsa.
Il compito della nostra Fondazione è complicato, difficile, ma ci siamo dati alcune priorità di conoscenza intellettuale, per mantenere almeno la coscienza e la responsabilità verso i nostri discendenti. La coscienza che il ballo in corso è planetario.
   Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
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July 1st, 2022
At the planetary dance
In the last 100 years of the history of our planet, civilizations have generated an exponential acceleration of industrial, technological and scientific production, of ideas and culture, without resolving the great social inequalities. Relationships between individuals, experiences and knowledge of life stories and politics have increased. The 'connection' between people, things, facts, opinions has increased. The causes and the solutions are entangled. The complexity of systems, bureaucratic procedures, analyzes and perspectives has also increased and the difficulty of discernment has increased. Thanks to mass media and social media, many local 'concepts' have been overwhelmed by a planetary experience that goes beyond political boundaries, linguistic and moral barriers. The globalization of perceptions leads everyone to participate in the planetary dance.
A turbulent dance, with numerous arrogant protagonists, many unheeded experts, many wasted resources, undeserved wealth and poverty, populations harnessed by the rulers. But dance is global, today there can be no well-being for just a few, survival is a problem for everyone, even for those who do not realize the risks or do not want to notice them and believe they are not participating in the dances.
Humans mostly seek short-term survival: satisfying needs (and cravings) on a day-to-day basis or beyond. Programming is stuff for the knowledgeable, or for the wealthy, or for students. Energy assets, ecological measures and social respect are not priorities for the populace. It is easier to challenge taxes, regulations, seek the pleasure of emotions than wanting to participate in the repair of a disastrous social organization or a degraded democracy. Social maintenance is poor.
The task of our Foundation is complicated, difficult, but we have given ourselves some priorities of intellectual knowledge, to at least maintain awareness and responsibility towards our descendants. The awareness that the dance in progress is planetary.    
Paolo
Lutteri
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center

(Giugno 2022: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
1° giugno 2022
Sopravvivenza
C’è chi ne fa un gioco da spiaggia, esibendo nudità ed emozioni, gestite da un copione televisivo. C’è chi si preoccupa di avere un po’ d’acqua, il cibo per la famiglia, un tetto, qualche medicina per sopravvivere. In qualche luogo del mondo piovono più bombe che gocce di pioggia: chi ha voglia di pensare all’inquinamento degli oceani? Dove i bisogni sono impellenti il futuro si ferma al presente. Anche per chi è avido di consumi e di ricchezza e piaceri immediati il futuro è il presente.
In realtà chi si preoccupa dell’ecologia globale e della sopravvivenza ai cambiamenti climatici dispone già di risorse per il benessere, ha una certa agiatezza; anche se non è ricco si accontenta, nonostante le turbolenze e le contraddizioni che lo circondano. In sostanza: è lungimirante chi ha le condizioni sociali per esserlo. E’ molto difficile aspettarsi cultura della manutenzione e della lungimiranza da chi vive quotidianamente un conflitto sociale, dove i bisogni del presente annullano la visione del futuro. L’intelligenza è una risorsa comune al genere umano, ma gli obiettivi non sono sempre comuni. Non possiamo dar colpe agli indigenti, ma al popolaccio e ai suoi leader, che accumulano inquinamento e pratiche criminali, sì.
Mentre ci compiacciamo delle scoperte scientifiche e delle innovazioni tecnologiche, ci inquieta anche la ‘democrazia’ dei Paesi industriali, perché il sistema politico viene strattonato a fini di potere, non di servizio alla comunità. E’ una democrazia imperfetta, immersa spesso in una burocrazia frammentata, paludosa, improduttiva, lenta e non ispirata al futuro: aumenta la complessità e il disordine istituzionale.
Aumentano le disuguaglianze sociali. E’ questo il nuovo antropocene?
   Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
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June 1st, 2022
Survival
There are those who make a beach game out of it, exhibiting nudity and emotions, managed by a television script. There are those who worry about having some water, food for the family, a roof, some medicine to survive. Somewhere in the world more bombs fall than raindrops: who wants to think about ocean pollution? Where needs are pressing, the future stops at the present. Even for those who are greedy for consumption and immediate wealth and pleasures, the future is the present.
In reality, those who care about global ecology and survival from climate change already have resources for well-being, have a certain wealth; even if they are not rich they are satisfied, despite the turbulence and contradictions that surround them. Basically: those who have the social conditions to be so far-sighted. It is very difficult to expect a culture of maintenance and longsightedness from those who live a daily social conflict, where the needs of the present cancel the vision of the future. Intelligence is a common resource for mankind, but the objectives are not always common. We cannot blame the poor, but the populace and its leaders, who accumulate pollution and criminal practices, yes.
While we are pleased with scientific discoveries and technological innovations, we are also worried about the 'democracy' of industrial countries, because the political system is being pulled for purposes of power, not of service to the community. It is an imperfect democracy, often immersed in a fragmented, marshy, unproductive, slow and uninspired by the future bureaucracy: it increases the complexity and institutional disorder.
Social inequalities are increasing. Is this the new anthropocene?
   Paolo Lutteri
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center

(Maggio 2022: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
1° maggio 2022
Manutenzione olotrasportata.
Straordinario intervento di ‘manutenzione’ sanitaria a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, che viaggia a 28.000 km/ora a 400 km di distanza dal suolo terrestre. L’8 aprile scorso la NASA ha comunicato che l’8 0ttobre 2021 il chirurgo di volo della NASA Dr. Josef Schmid, il partner industriale di AEXA Aerospace Fernando De La Pena Llaca e le loro squadre sono stati i primi esseri umani "oloportati" dalla Terra nello spazio. Durante quasi due anni di pandemia di COVID-19, la crescita della telemedicina e dei nuovi modi di raggiungere le persone è cambiata e si è sviluppata. Utilizzando la fotocamera Microsoft Hololens Kinect e un personal computer con software personalizzato, l'astronauta dell'Agenzia spaziale europea Thomas Pesquet ha avuto una conversazione bidirezionale con immagini dal vivo di Schmid e De La Pena collocate nel mezzo della Stazione Spaziale Internazionale. Questo è stato il primo contatto diretto di olotrasporto dalla Terra nello spazio. Olotrasporto è un tipo di tecnologia di acquisizione che consente di ricostruire, comprimere e trasmettere in tempo reale modelli 3D di alta qualità di persone. Se combinato con display di realtà mista come HoloLens, consente agli utenti di vedere, ascoltare e interagire con i partecipanti remoti in 3D come se fossero effettivamente presenti nello stesso spazio fisico. L’olotrasporto è in uso almeno dal 2016 da Microsoft, ma questo è il primo utilizzo in un ambiente così estremo e remoto come lo spazio. Le immagini delle persone sulla Terra vengono oloportate nello spazio e le immagini degli astronauti possono tornare sulla Terra. E’ una tecnologia da utilizzare per conferenze, interviste, interventi di manutenzione e anche per portare turisti sulla stazione spaziale a visitare gli astronauti. Il passo successivo è quello di combinare l'olotrasporto con la realtà aumentata, per abilitare veramente il tele-mentoring. E’ così possibile portare il miglior istruttore o il progettista o il tecnico di manutenzione più esperto proprio accanto a chi ha problemi da risolvere. Le applicazioni dirette sono innumerevoli anche qui sulla Terra. Che si tratti di altri ambienti estremi come l'Antartide, piattaforme petrolifere offshore o teatri operativi militari, questo tipo di tecnologia può aiutare le persone in tali situazioni a comunicare, riunendo le persone indipendentemente dalla distanza o dalle sfide ambientali.
   Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
Nell’immagine: i membri del team di Holoportation sono visti proiettati virtualmente sulla Stazione Spaziale Internazionale, 8 ottobre 2021. Da sinistra ci sono Andrew Madrid, Dr. Fernando De La Pena Llaca, RIhab Sadik, Dr. Joe Schmid, Kevin Bryant, Mackenzie Hoffman, Wes Tarkington. Crediti: Thomas Pesquet, astronauta dell'ESA (Agenzia Spaziale Europea). https://www.nasa.gov/feature/innovative-3d-telemedicine-to-help-keep-astronauts-healthy
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May 1st, 2022
Holoported maintenance.
Extraordinary health 'maintenance' intervention on board the International Space Station, which travels at 28,000 km/hour 400 km away from the Earth. On April 8, NASA announced that on October 8, 2021, NASA flight surgeon Dr. Josef Schmid, AEXA Aerospace industrial partner Fernando De La Pena Llaca and their teams were the first "holoported" humans. from Earth into space. During the nearly two years of the COVID-19 pandemic, the growth of telemedicine and new ways of reaching people has changed and developed. Using the Microsoft Hololens Kinect camera and a personal computer with custom software, European Space Agency astronaut Thomas Pesquet had a two-way conversation with live images of Schmid and De La Pena placed in the middle of the International Space Station. This was the first direct holotransport contact from Earth into space. Holotransport is a type of capture technology that allows high-quality 3D models of people to be reconstructed, compressed and transmitted in real time. When combined with mixed reality displays such as HoloLens, it allows users to see, hear and interact with remote participants in 3D as if they were actually present in the same physical space. Holotransport has been in use at least since 2016 by Microsoft, but this is the first use in an environment as extreme and remote as space. Images of people on Earth are holoported into space, and images of astronauts can return to Earth.
It is a technology to be used for conferences, interviews, maintenance interventions and also to bring tourists to the space station to visit the astronauts. The next step is to combine holotransport with augmented reality, to truly enable tele-mentoring. It is thus possible to bring the best instructor or designer or the most experienced maintenance technician right next to those who have problems to solve.
Direct applications are innumerable even here on Earth. Whether it's in other extreme environments like Antarctica, offshore oil rigs, or military operating theaters, this type of technology can help people in such situations communicate, bringing people together regardless of distance or environmental challenges.
   Paolo Lutteri
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center
On the image: Holoportation team members are seen projected virtually on the International Space Station, Oct. 8, 2021. From left are Andrew Madrid, Dr. Fernando De La Pena Llaca, RIhab Sadik, Dr. Joe Schmid, Kevin Bryant, Mackenzie Hoffman, Wes Tarkington. Credits: ESA (European Space Agency) astronaut Thomas Pesque. https://www.nasa.gov/feature/innovative-3d-telemedicine-to-help-keep-astronauts-healthy

(Aprile 2022: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
1° aprile 2022
FIOR DI MARTE
Creatività di primavera? Ben strana la civiltà umana, capace di articolare milioni di parole di senso compiuto in centinaia di linguaggi diversi, di modulare note di musiche eccitanti, di costruire ingegnosamente edifici spettacolari, di usare strumenti prodigiosi, di duplicare funzioni operative in macchine automatiche. Incapace di dialogare pacificamente, di evitare violenze, di realizzare una cooperazione globale. La voglia di supremazia non è imputabile a pochi leader isolati, è il frutto di comportamenti sociali avvinghiati alle proprietà, alle velleità, all’egoismo biologico che la razionalità e la cultura non riescono a estirpareCosì stando le cose, il mondo terrestre cresce a velocità diverse. L’attualità conserva la priorità degli interessi. “Voglio il massimo del benessere oggi, non sono disposto a sacrifici, i debiti li pagheranno i miei successori”. Così pensano in maggioranza le persone, poveri ed oppressi in primis, ma anche consumisti ambiziosi, pur occultando queste intenzioni. Non è solo il popolino, o il popolaccio se preferite, a pensare così, ma anche tanti manager dell’economia, tanti funzionari dei governi che reggono le amministrazioni pubbliche. Parassiti, inconsapevoli o incoscienti, del sistemaAltri, più scientemente e certamente già agiati, riescono ad avere lungimiranza. Manutenere il sistema, manutenere sostenibilmente il mondo, è compito molto difficile in queste circostanze. Il pragmatismo diventa facilmente idealismo da deridere.
Di guerre e disastri ecumenici dicono già tanto, a proposito e a sproposito, tutti i mass media. Provo a divagare, solo superficialmente. La turbolenza che ci circonda appartiene a una mentalità preistorica, indegna del nostro secolo. Il fior fiore dei nostri tempi sono ricercatori e scienziati illuminati, non senza emozioni, che con grande serietà e sagacia mentale esplorano il mondo e cercano soluzioni. Pochi ma buoni, vien da dire. Abbiamo fisici che analizzano i componenti elementari della materia, biologi che studiano l’evoluzione della vita, econometrici che calcolano la distribuzione delle risorse, ingegneri che progettano e realizzano imprese spaziali interplanetarie ed extrasolari. Gli astronomi sono arrivati a identificare 5000 pianeti nel cosmo, compatibili con una presenza di civiltà, più elementare o più evoluta della nostra. Sono esopianeti così lontani che ci vorranno migliaia di generazioni anche solo per comunicare, se non si supera l’ostacolo della velocità della luce, invalicabile. Più a portata d’occhio ci sono i pianeti del nostro sistema solare, dove magari vita c’è stata o ci potrà essere. Non riusciamo a stabilizzare il clima terrestre ma c’è chi pensa a ‘terraformare’ il clima di Marte o di qualche asteroide. Trascuro di approfondire la tecnologia e le opportunità offerte dall’esplorazione spaziale per descrivere l’illustrazione di questo mese, scelta per il sito della Fondazione Salvetti per lo stupore che produce, come fosse una fioritura di primavera.
Più piccola di una moneta, quella concrezione rocciosa simile a un fiore è stata ripresa dal rover Curiosity Mars della NASA utilizzando la fotocamera all'estremità del suo braccio robotico. L'immagine è stata scattata il 24 febbraio 2022 (NASA/JPL-Caltech/MSSS - nasa.gov/msl). Il "fiore", insieme alle concrezioni sferiche poste a destra, è stato realizzato nell'antico passato quando i minerali trasportati dall'acqua cementavano la roccia. Curiosity ha scoperto anche un assortimento diversificato di piccoli oggetti simili che si formavano quando i fluidi mineralizzanti viaggiavano attraverso i condotti nella roccia. Le immagini di queste caratteristiche stanno aiutando gli scienziati a capire di più sulla lunga storia dell'acqua liquida nel cratere Gale di Marte.
Forse ammirando questa meraviglia e meditando sugli strumenti che ci permettono di vederla si potrebbe far abbassare la cresta a quei galli troppo litigiosi e agguerriti che si contendono sul nostro pianeta. E, in pace, cittadini e scienziati potrebbero riprendere ad occuparsi di educazione, di manutenzione e di sviluppo sostenibile. Adocchiando opportunità nello spazio cosmico. Se non domani, ma almeno dopodomani.
   Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti

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April 1st, 2022
MARTIAN FLOWER
Spring creativity? Very strange human civilization, capable to articulate millions of complete meaning words in hundreds of different languages, to modulate notes of exciting music, to ingeniously construct spectacular buildings, to use prodigious devices, to duplicate operational functions in automatic machines. Unable to dialogue peacefully, to avoid violence, to achieve global cooperation. The desire for supremacy is not attributable to a few isolated leaders, it is the result of social behaviors clinging to properties, ambitions, biological selfishness that rationality and culture cannot eradicate.
This being the case, the terrestrial world is growing at different rates. Current events retain the priority of interests. "I want the best of well-being today, I am not willing to sacrifice, my successors will pay the debts". This is what most people think, first of all poor and oppressed, but also ambitious consumerists, while hiding these intentions. It is not only the populace to think like this, but also many managers of the economy, many government officials who govern public administrations. Parasites, unaware or unconscious, of the system.
Others, more knowingly and certainly already well-off, manage to have foresight. Maintaining the system, sustainably maintaining the world, is a very difficult task in these circumstances. Pragmatism easily becomes idealism to be derided.
All the mass media already say a lot about wars and ecumenical disasters. I try to digress, only superficially. The turbulence that surrounds us belongs to a prehistoric mentality, unworthy of our century. The flower of our times are enlightened researchers and scientists, not without emotions, who with great seriousness and mental sagacity explore the world and seek solutions. Few but good, one might say. We have physicists who analyze the elementary components of matter, biologists who study the evolution of life, econometricians who calculate the distribution of resources, engineers who design and implement interplanetary and extrasolar space enterprises. Astronomers have come to identify 5,000 planets in the cosmos, compatible with a presence of civilization, more elementary or more advanced than ours. They are exoplanets so distant that it will take thousands of generations even to communicate, if the obstacle of the speed of light, insurmountable, is not overcome. More within reach are the planets of our solar system, where life may have been or may be. We are unable to stabilize the Earth's climate but there are those who think of 'terraforming' the climate of Mars or some asteroid. I neglect to delve into the technology and opportunities offered by space exploration to describe this month's illustration, chosen for the site of the Salvetti Foundation for the amazement it produces, as if it were a blossoming of spring.
Smaller than a penny, the flower-like rock artifact was imaged by NASA’s Curiosity Mars rover using the camera on the end of its robotic arm. The image was taken on Feb. 24, 2022 (NASA/JPL-Caltech/MSSS - nasa.gov/msl). The “flower,” along with the spherical rock artifacts seen to the right, was made in the ancient past when minerals carried by water cemented the rock. Curiosity has in the past discovered a diverse assortment of similar small features that formed when mineralizing fluids traveled through conduits in the rock. Images of such features are helping scientists to understand more about the prolonged history of liquid water in Mars’ Gale Crater.
Perhaps admiring this marvel and meditating on the tools that allow us to see it, we could make those too quarrelsome and fierce roosters lower their combs that compete on our planet. And, in peace, citizens and scientists could resume their concern for education, maintenance and sustainable development. By spotting opportunities in outer space. If not tomorrow, but at least the day after tomorrow.
    Paolo Lutteri
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center
(The image is by Maurits Cornelis Escher, 1898-1972)

(Marzo 2022: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
1° marzo 2022
World at war
Un’altra guerra si è aggiunta alle crisi del pianeta Terra. I conflitti in corso non sono pochi (vedi illustrazione). Le cause hanno origini lontane. Gli imperi (romano, persiano, cinese solo per fare qualche esempio), poi i regni  ‘barbarici’, l’ascesa dell’Islam e le crociate dei suprematisti cristiani, l’invasione delle Americhe, lo sterminio degli indigeni e il razzismo, il colonialismo dei nuovi Regni europei in Africa-Asia-Oceania, il confronto ideologico e sociale capitalismo-comunismo, le guerre mondiali, le nuove voglie di controllo geopolitico dei governi attuali, il terrorismo e le tensioni religiose, il ricorso alla falsificazione dei fatti tramite i mass media, le democrazie imperfette … Ci sono anche le crisi interne dei governi di tanti Stati e le disuguaglianze sociali che sono distribuite sfrontatamente anche nei Paesi più ricchi, cosiddetti democratici e liberali. Un quadro tossico che coinvolge un po’ tutti.
Lo sviluppo sostenibile arranca in mezzo a queste difficoltà. Le risorse per l’energia non possono abbandonare di colpo i combustibili fossili, gli impianti nucleari di nuova generazione richiedono tempi lunghi, le rinnovabili avanzano lentamente. Eppure la coscienza popolare, senza confini, è certamente cresciuta sia fra gli adulti che fra i giovani. Sembra che le burocrazie dei poteri, imbrigliate nelle corporazioni economiche e nella corruzione delle sette politiche, siano il freno maggiore. Le Conferenze delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici restano un fenomeno mediatico.
In questo sito internet continuiamo a raccogliere notizie e documenti di economia, di tecnologia, sperando che possano costituire una biblioteca dei tempi correnti e che possano spingere a supportare tutti gli interventi di progresso e di manutenzione dei valori che perseguiamo. In ogni modo ci servono pazienti lavori diplomatici, non violenze di guerra.
   Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti

(L'immagine è di Maurits Cornelis Escher, 1898-1972).
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March 1st, 2022
Another war has added to the crises of the planet Earth. There are many ongoing conflicts (see illustration). The causes have distant origins. The empires (Roman, Persian, Chinese just to name a few), then the 'barbaric' kingdoms, the rise of Islam and the crusades of the Christian supremacists, the invasion of the Americas, the extermination of indigenous people and racism, the colonialism of the new European Kingdoms in Africa-Asia-Oceania, the ideological and social confrontation between capitalism and communism, the world wars, the new desires for geopolitical control of current governments, terrorism and religious tensions, the recourse to the falsification of facts through mass media, imperfect democracies… There are also the internal crises of the governments of many states and the social inequalities that are brazenly distributed even in the richest, so-called democratic and liberal countries. A toxic picture that involves everyone a little.
Sustainable development struggles amidst these difficulties. Energy resources cannot suddenly abandon fossil fuels, new generation nuclear plants take a long time, renewables advance slowly. Yet popular awareness, without borders, has certainly grown both among adults and among young people. It seems that the bureaucracies of the powers, harnessed in the economic corporations and in the corruption of the political sects, are the main brake. The United Nations Conferences on Climate Change remain a media phenomenon.
On this website we continue to collect news and documents on economics, technology, hoping that they can constitute a library of current times and that they can push us to support all the interventions of progress and maintenance of the values ​​we pursue. In any case, we need patient diplomatic work, not war violence.
    Paolo Lutteri
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center
(The image is by Maurits Cornelis Escher, 1898-1972)

(Febbraio 2022: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
1° febbraio 2022
Convergenze difficili
Le risorse materiali dell’intero pianeta Terra stanno diventando scarse per gestire uno sviluppo sostenibile. Anche i sistemi economici non sono così saldi. Certamente la ricchezza è mal distribuita mentre la povertà è dilagante. Ancora più preoccupante è la difficoltà delle risorse sociali, ovvero quelle dell’intelligenza politica, che non riesce a trovare punti di convergenza per dirigere una democrazia internazionale pluralista. I casi nazionali di disaccordo, pur gravi come in Italia, contano poco rispetto all’equilibrio globale. Non si sfidano solo le ideologie, ma soprattutto le supremazie tecnologiche dell’industria e quindi dei poteri forti, che discutono in un salotto o in un grattacielo. Le minacce, le guerre, le disuguaglianze sociali e la sopravvivenza sono problemi irrisolti di attualità per buona parte dell’umanità.
Le popolazioni sono poco colte, o distratte, o subordinate. E i leader? La classe dirigente delle democrazie liberali resta sulla difensiva, arroccata sulla burocrazia, incompetente ad affrontare lo sviluppo, deludente per incapacità e disonestà. E’ un segno di crisi della democrazia rappresentativa, sottolineato molto spesso dai mass media. Così l’opinione pubblica, in larga maggioranza, tende ad appoggiarsi a personaggi forti, sia nei sistemi di capitalismo liberale che in quelli di capitalismo statale. Benvenuti amministratori pubblici capaci e autorevoli, senza codazzi clientelari. Ma per evitare le derive autoritarie occorre promuovere una formazione sociale più diffusa, con meno slogan e più approfondimento. Da un popolo mal educato non nasce una buona democrazia. Da una discussione inadeguata non nascono punti comuni proficui. Disagi, problemi e difficoltà vanno affrontati, non elusi. Il destino bisogna costruirselo. E’ un còmpito di responsabilità antropologica e politica della nostra epoca. Per gestire il futuro del pianeta, nella politica ci vuole manutenzione dello Stato ma anche creatività e nuovo impegno sociale. E, dove le contraddizioni non sono fondamentali, serve convergenza.
   Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti

(L'immagine è di Maurits Cornelis Escher, 1898-1972).
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February 1st, 2022
Difficult convergences
The material resources of the entire planet Earth are becoming scarce to manage sustainable development. Economic systems are also not so sound. Certainly wealth is badly distributed while poverty is rampant. Even more worrying is the difficulty of social resources, that is, those of political intelligence, which cannot find points of convergence to direct a pluralist international democracy. National cases of disagreement, although serious as in Italy, count for little compared to the global balance. Not only are ideologies challenged, but above all the technological supremacies of industry and therefore of the strong powers, who are discussing in an elegant living room or in a skyscraper. Threats, wars, social inequalities and survival are topical unsolved problems for a large part of humanity.
Populations are poorly educated, or distracted, or subordinate. And the leaders? The ruling class of liberal democracies remains on the defensive, perched on bureaucracy, incompetent to deal with development, disappointing in inability and dishonesty. It is a sign of the crisis of representative democracy, very often underlined by the mass media. Thus public opinion, in the large majority, tends to lean on strong characters, both in the systems of liberal capitalism and in those of state capitalism. Welcome capable and authoritative public administrators, without crowd of petulant customers. But to avoid authoritarian drifts, it is necessary to promote a more widespread social formation, with fewer slogans and more in-depth analysis. A good democracy does not arise from a badly educated people. Inadequate discussion does not lead to fruitful common points. Social unrest, problems and difficulties must be faced, not evaded. Destiny must be built. It is a task of anthropological and political responsibility of our time. To manage the future of the planet, politics requires maintenance of the state but also creativity and new social commitment. And, where contradictions are not fundamental, convergence is needed.
    Paolo Lutteri
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center
(The image is by Maurits Cornelis Escher, 1898-1972)

(Gennaio 2022: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
1° gennaio 2022
Mettere mano.
Sulla necessità di manutenzione degli impianti … e delle istituzioni politiche e sociali non c’è alcun dubbio. Così pure, lo sviluppo economico sostenibile sembra essere diventato un argomento prioritario. L’attenzione della testa c’è, la sensibilità del popolo e dei manager è in aumento.
Adesso bisogna metterci mano. I blablabla continueranno, ci saranno oppositori intelligenti e oppositori stupidi ma chi può deve calarsi nell’azione. Primo evitare gli sprechi, quelli industriali e quelli familiari. Contenere i consumi, soprattutto quelli di energia. Approntare fonti energetiche rinnovabili, dal pannello solare sul tetto di casa alle pale eoliche da giardino, fino a nuovi carburanti e nuove tipologie nucleari, se necessarie, se sicure, se si possono controllare le scorie.
Intanto nel mondo dell’informazione il confronto tra digitale-internet e carta stampata sta diventando drammatico. Quasi solo gli anziani leggono su carta (è tanto bello, ma tecnologicamente è fuori tempo). I giornalisti della stampa vanno in televisione o sui blog per farsi ascoltare. Le attività da remoto prendono piede dove possibile, evitano spostamenti e traffico, riducono i contatti inutili, risparmiano corrente elettrica e i condizionatori negli edifici impiegatizi. Diminuisce la socialità, ma bisogna abituarsi. Quando le trasmissioni a 5G saranno diffuse i telefoni cellulari saranno come bacchette magiche per conoscere, per lavorare, per partecipare. Cambiano i comportamenti, giocoforza sta cambiando il mondo. Ve ne eravate accorti? Non solo occhi e orecchie, metteteci mano.
   Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
(La mano che vedete nell’illustrazione è quella di un noto economista e amministratore politico, di livello internazionale e di buon auspicio per l’anno nuovo. Auguri!)
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January 1st, 2022
Get your hands.
There is no doubt about the need for maintenance of plants ... and of political and social institutions. Similarly, sustainable economic development appears to have become a priority topic. The attention of the head is there, the sensitivity of the people and managers is increasing.
Now we have to get involved. The blablabla will continue, there will be intelligent opponents and stupid opponents but those who can must take action. First, avoid waste, industrial and family waste. Contain consumption, especially energy. Prepare renewable energy sources, from the solar panel on the roof of the house to the garden wind turbines, up to new fuels and new nuclear types, if necessary, if safe, if waste can be controlled.
Meanwhile, in the world of information, the match between digital-internet and print media is becoming dramatic. Almost only the elderly read on paper (it is so beautiful, but technologically it is out of time). Press reporters go on television or blogs to be heard. Remote activities take hold where possible, avoid movement and traffic, reduce unnecessary contacts, save electricity and air conditioners in office buildings. Sociality decreases, but you have to get used to it. When 5G broadcasts are spread, mobile phones will be like magic wands to learn, to work, to participate. Behaviors are changing, the world is changing. Did you notice? Not just eyes and ears, get your hands.
    Paolo Lutteri
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center
(The hand you see in the illustration is that of a well-known economist and political administrator, of international level and a good omen for the new year. Prosit!)

(Dicembre 2021: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
1° dicembre 2021
Presenti!
Come Fondazione Salvetti la manutenzione del mondo resta il nostro obiettivo, non solo ‘lubrificando’ o ‘aggiustando’ impianti e monitorando strutture, ma soprattutto prevenendo guasti e disagi. A proposito di guasti e disagi del mondo i recenti meeting G20 a Roma e Cop26 a Glasgow sono stati trasparenti e precisi sui rischi che stiamo correndo. Dei rimedi e della manutenzione non ci sono ancora piani globali completamente condivisi. I condòmini del nostro pianeta, poco più di un granello di polvere nel cosmo, sono litigiosi più che nel palazzo dove abitiamo quotidianamente. E come in un condomìnio gli amministratori-governanti sono sempre sotto critica per inefficienza, se non per soperchierie ai danni dei residenti.
Eppure cose da fare ce ne sono, la fantasia non manca. Ecco qualche esempio, solo per aprire qualche finestra.
Uno. C’è chi decide di piantare alberi per migliorare la qualità della vita e il benessere dei cittadini attraverso lo sviluppo di boschi urbani e periurbani. Il progetto italiano è del Ministero della Transizione Ecologica con l’obiettivo di piantare almeno 6,6 milioni di alberi contribuendo a preservare e valorizzare la naturalità diffusa e la biodiversità, ridurre l’inquinamento atmosferico nelle aree metropolitane, aiutando così a proteggere la salute umana, recuperare i paesaggi antropizzati, frenare il consumo di suolo e ripristinare i suoli utili. Per conto suo la Cina, in tempi recenti, ha piantato già 66 miliardi di alberi in zone che ne erano prive.
Due. C’è chi decide di utilizzare la trasmissione dell'energia senza fili (a microonde), costruendo stazioni nello spazio per assorbire direttamente l'energia solare e convertirla in elettricità. Il progetto cinese stima una produzione da 10 a 14 Kw per metro quadrato di celle fotovoltaiche collocate in un'orbita geosincrona a un'altitudine di circa 36.000 chilometri dalla superficie terrestre. Gli Stati Uniti d’America hanno fatto un modello di centrale spaziale da 5 GW, al costo di 250 miliardi di dollari (tecnicamente fattibile, ma forse non realizzabile economicamente). Anche il Giappone sta provando a costruire una centrale elettrica spaziale commerciale entro il 2050.
Tre. Intanto c’è chi si prepara a costruire centrali nucleari sulla Luna. La NASA ha lanciato un bando per un reattore nucleare come base per le missioni nel sistema solare. Un reattore nucleare trasportabile, se sopravvive al lancio e all’atterraggio, che produca potenza continua per almeno 10 anni; completamente autonomo poiché non può fare affidamento sul coinvolgimento di nessuno per l’avvio, lo spegnimento, il funzionamento o la manutenzione del sistema. Da lì una rete elettrica per le basi lunari degli astronauti. Anche la Russia aspira a realizzare un reattore nucleare sulla superficie lunare, entro il 2035.
Qui nelle nostre città siamo ancora alle campagne di informazione per il rispetto ambientale, la raccolta e separazione dei rifiuti, la riduzione degli sprechi, la riparazione delle buche stradali e la sistemazione di altri tanti-tanti elementari comportamenti civili, che sono ancora incivili. Acqua, cibo e salute per i poveri del mondo purtroppo sono un problema secondario per i ricchi del mondo, rispetto alle esigenze di ordine e pulizia della convivenza ‘borghese’ …
Dovremmo richiamarci all’attenzione delle innovazioni tecnologiche per salvare il pianeta, tipo intelligenza artificiale, robotica, internet of things, biotecnologie, nanotecnologie, reti neurali, superconduttori (cose da transumani ambiziosi e complottisti illuminati), ma non abbiamo ancora risolto le questioni fondamentali dei diritti e dei doveri. La civiltà delle macchine non può essere una soluzione etica, se non per un’élite autoreferente che non ama la democrazia e preferisce i sudditi (o i consumatori). Vorrei non ci fossero in questa élite quelle società big tech, egemoni per via dell’arsenale tecnologico, della raccolta di capitali e di investimenti in ricerca di continua leadership. Ma ci sono.
Noi persistiamo nel voler manutenere il mondo, con una formazione scientifica ed economica dello sviluppo umano naturalmente ed eticamente sostenibile, per un benessere globale, nonostante le democrazie imperfette e le contraddizioni del nostro fragile ego. Parliamone, per capirci meglio.
   Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
(Nell’immagine una simulazione grafica della stazione solare, da China Daily)
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December 1st, 2021
Here we are!
As the Salvetti Foundation, the maintenance of the world remains our goal, not only by 'lubricating' or 'fixing' systems and monitoring structures, but above all by preventing breakdowns and inconveniences. Speaking of failures and inconveniences in the world, the recent G20 meetings in Rome and Cop26 in Glasgow were transparent and precise on the risks we are running. There are still no fully shared global plans for remedies and maintenance. The inhabitants of the Condominium of our planet, little more than a speck of dust in the cosmos, are more quarrelsome than in the building where we live every day. And as in a condominium, the administrators-rulers are always under criticism for inefficiency, if not for abuse of the residents.
Yet there are things to do, the imagination is not lacking. Here are some examples, just to open a few windows.
One. Some people decide to plant trees to improve the quality of life and well-being of citizens through the development of urban and peri-urban forests. The Italian project is of the Ministry of Ecological Transition with the aim of planting at least 6.6 million trees helping to preserve and enhance the widespread naturalness and biodiversity, reduce air pollution in metropolitan areas, thus helping to protect human health, recovering man-made landscapes, curbing land consumption and restoring useful soils. On its own, China has, in recent times, already planted 66 billion trees in areas that lacked them.
Two. Some other states decide to use wireless (microwave) energy transmission, building stations in space to directly absorb solar energy and convert it into electricity. The Chinese project estimates a production of 10 to 14 Kw per square meter of photovoltaic cells placed in a geosynchronous orbit at an altitude of about 36,000 kilometers from the earth's surface.
The United States of America has made a 5 GW model of a space plant, at a cost of $ 250 billion (technically feasible, but perhaps not economically feasible). Japan is also trying to build a commercial space power plant by 2050.
Three. Meanwhile, some states are preparing to build nuclear power plants on the Moon. NASA has launched a ban on a nuclear reactor as a base for missions in the solar system. A transportable nuclear reactor, if it survives launch and landing, which produces continuous power for at least 10 years; completely autonomous as it cannot rely on anyone's involvement for system startup, shutdown, operation or maintenance. From there an electrical grid for the astronauts' lunar bases. Russia also aspires to build a nuclear reactor on the lunar surface by 2035.
Here in our cities we are still in the information campaigns for environmental respect, the separation and  reduction of waste, the repair of road holes and the arrangement of many other elementary civil behaviors, which are still uncivilized. Unfortunately, water, food and health for the world's poor are a secondary problem for the world's rich, compared to the need for order and cleanliness of 'bourgeois' coexistence ...
We should pay attention to technological innovations to save the planet, such as artificial intelligence, robotics, internet of things, biotechnology, nanotechnology, neural networks, superconductors (things from ambitious transhuman and enlightened conspiracy theorists), but we have not yet solved the fundamental questions of rights and duties. The civilization of machines cannot be an ethical solution, if not for a self-referring elite that does not like democracy and prefers subjects (or consumers). I wish there were not in this elite those big tech companies, hegemonic because of the technological arsenal, the raising of capital and investments in search of continuous leadership. But there are.
We persist to maintain the world, with a scientific and economic education of naturally and ethically sustainable human development, for a global well-being, despite the imperfect democracies and the contradictions of our fragile ego. Let's talk about it, to understand each other better.
   Paolo Lutteri
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center
(In the image a graphic simulation of the solar station, from China Daily)

(Novembre 2021: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
1° novembre 2021
Superpotenze
Oggi è superpotente chi controlla l’energia. Le fonti tradizionali principali sono i combustibili fossili (carbone, petrolio, gas), l’acqua (idrolettrica), la legna e le biomasse e il nucleare. Si aggiungono le rinnovabili (solari, eoliche, geotermiche ecc), ancora scarse. Ma, dal momento che la gestione dell’energia è affidata alla tecnologia digitale (hardware e software), sono le società ‘bigtech’ o ‘websoft’ a controllare di fatto l’energia. Nolenti o volenti, a loro basta pigiare un tasto per fa girare o fermare i motori del pianeta.
Mentre i governi sono impegnati in tutto il mondo in un confronto quotidiano e spesso agguerrito con i loro cittadini, perlopiù su questioni locali, alcuni grandi imprese multinazionali, con l’aiuto di esperti informatici (hackers compresi) potrebbero essere le reali superpotenze. Non è fantascienza, né previsione astratta di complotti. Certo è che tecnologia (a 5G o 6G, intelligenza artificiale, neurobiologia) potrebbero insidiare o influire sulla vita di tutti. Visto in positivo dobbiamo ammettere che lo sviluppo scientifico e l’innovazione che le grandi imprese hanno prodotto è straordinario e contribuisce al wellfare, almeno nel mondo dei servizi e dei consumi. Ma, come sempre nella storia, chi ha tanto potere attira critiche e può diventare pericoloso. Non solo i dittatori, ma anche qualche leader ‘democratico’, e qualche imprenditore di successo.
Per quanto riguarda le ‘big tech’, un brillante studio di Mediobanca non esita a far nomi. Ce ne sono 25 (vedi anche su questo sito la sezione Gallery) che insieme fanno più di 1000 miliardi di euro. In testa alla lista Amazon, con 300 miliardi di euro di ricavi. Poi Alphabet-Google, Microsoft, JD, Alibaba, Facebook, Tencent, ByteDance-TikTok …. Sono gruppi economici multinazionali tutti in zona fiscale grigia, con una propensione a influire sui comportamenti, sui costumi, sui consumi, sui pensieri dei cittadini moderni. I cittadini moderni sono poco più che sudditi: vivono di messaggi telefonici, social media, titoli di giornali elettronici, onde emotive di siti del web, talk show televisivi, slogan (e fake news) costruiti da strateghi del marketing anche politici. Sui social media Stati Uniti e Unione Europea cercano argini fiscali, anche l’autoritario governo cinese ha dovuto correre ai ripari per fermare l’influenza dell’opinione pubblica che nasce da un web incontrollato. In Cina le normative saranno ferree, mentre nei Paesi democratici le libertà sono preda di tira e molla, simulacri, bolle economiche, idoli, proteste di insurrezione culturale, come si è visto. Hanno buon gioco, quindi, le citate web-soft companies. Non solo business via social network, ma browsing, e-commerce, delivery, advertising, finance, gaming.
La colonizzazione cybernetica è avviata e gli algoritmi non sono in mano ai governi. La realtà virtuale ha un appeal più forte delle burocrazie politiche. Ma tutte queste supremazie sono abbarbicate all’ultimo miglio dell’energia elettrica. Speriamo che non manchi mai la corrente. Speriamo ci sia sempre una manutenzione predittiva e operativa all’altezza dei suoi compiti. E speriamo che non ci sia un Sansone che voglia morire con tutti i filistei.
   Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
Per approfondire:
https://www.areastudimediobanca.com/it/product/report-websoft-ed-2021
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November 1st, 2021
Superpowers
Today, those who control energy are superpowered. The main traditional sources are fossil fuels (coal, oil, gas), water (hydroelectric), wood and biomass and nuclear power. Added to this are renewables (solar, wind, geothermal, etc.), which are still scarce. But, since energy management is entrusted to digital technology (hardware and software), the 'bigtech' or 'websoft' companies actually control the energy. Whether or not they want to, they just press a button to make the planet's engines run or stop.
While governments around the world are engaged in a daily and often fierce confrontation with their citizens, mostly on local issues, some large multinational companies, with the help of computer experts (including hackers) could be the real superpowers. It is not science fiction, nor abstract prediction of conspiracies. What is certain is that technology (5G or 6G, artificial intelligence, neurobiology) could undermine or affect everyone's life. Seen positively, we must admit that the scientific development and innovation that large companies have produced is extraordinary and contributes to wellfare, at least in the world of services and consumption. But, as always in history, those with so much power attract criticism and can become dangerous. Not only the dictators, but also some 'democratic' leaders, and some successful entrepreneurs.
As for the 'big tech', a brilliant Mediobanca report does not hesitate to mention names. There are 25 of them (see also the Gallery section on this site) which together make more than 1000 billion euros. Amazon at the top of the list, with 300 billion euros in revenues. Then Alphabet-Google, Microsoft, JD, Alibaba, Facebook, Tencent, ByteDance-TikTok…. They are multinational economic groups all in the gray fiscal zone, with a attitude to influence the behavior, customs, consumption and thoughts of modern citizens. Modern citizens are little more than subjects: they live by telephone messages, social media, electronic newspaper headlines, emotional waves of web sites, television talk shows, slogans (and fake news) built by marketing strategists, including politicians. On social media the United States and the European Union are looking for tax levers, even the authoritarian Chinese government run to stop the influence of public opinion that arises from an uncontrolled web. In China, regulations will be strict, while in democratic countries, freedoms are prey to back and forth, simulacra, economic bubbles, idols, protests of cultural insurrection, as we have seen. Therefore, the mentioned web-soft companies have a good game. Not just business via social networks, but browsing, e-commerce, delivery, advertising, finance, gaming.
Cybernetic colonization has begun and the algorithms are not in the hands of governments. Virtual reality has a stronger appeal than political bureaucracies. But all these supremacies are rooted in the last mile of electricity. We hope that the electricity will never fail. We hope that there will always be predictive and operational maintenance that is up to its task. And let's hope there will not be a Samson who wants to die with all the Philistines.
   Paolo Lutteri
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center
https://www.areastudimediobanca.com/it/product/report-websoft-ed-2021

(Ottobre 2021: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
1° ottobre 2021
Non siamo sprovveduti
Le stime indicano che la Terra avrà 8,5 miliardi di persone nel 2030 e 9,7 miliardi nel 2050. In Europa l’età media passerà da 43,9 anni (2020) a 48,2 anni (2050), quando l’aumento di temperatura si avvicinerà a +2° C. Oltre ai problemi demografici, climatici e ambientali noi umani dovremo gestire le innovazioni tecnologiche insieme alle dimensioni limitate delle risorse energetiche. L’Europa, come dice il Rapporto della Commissione Europea sulle prospettive strategiche (pubblicato l’8.9.2021), resta un campione tecnologico nel settore dei processi manifatturieri e dei materiali di punta: le sue imprese forniscono prodotti e asset fondamentali per le linee di produzione del mondo intero. L’Europa è leader nella mobilità intelligente e sostenibile del futuro e nelle tecnologie a basse emissioni di carbonio. Le sue capacità in intelligenza artificiale, big data e robotica sono simili a quelle del Giappone, ma deve raggiungere Stati Uniti e Cina che sono i principali protagonisti del settore. Nelle tecnologie quantistiche essenziali, gli Stati Uniti, il Giappone e la Cina sono attualmente all'avanguardia. Entro il 2025, l'Europa avrà il suo primo computer quantistico e, se seguiranno gli investimenti, potrebbe essere in prima linea nelle capacità quantistiche entro il 2030. Altre tecnologie promettenti includono la microelettronica, i nuovi materiali per l'elettronica biodegradabile, l'elettronica flessibile e stampata e le tecnologie basate su materiali bidimensionali, come il grafene. Inoltre, molte tecnologie pilota hanno un alto potenziale di decarbonizzazione. Questi includono idrogeno pulito, combustibili a basso tenore di carbonio, cattura e stoccaggio/utilizzo del carbonio, batterie sostenibili di nuova generazione, biotecnologia e biomateriali, cracking del metano, superconduttività ad alta temperatura, uso avanzato dell'energia geotermica e delle maree, generazione di energia eolica ad alta quota e reattori a fusione nucleare.Non siamo quindi sprovveduti, anche se spesso la burocrazia rallenta gli investimenti. In realtà la burocrazia dovrebbe essere la custode della democrazia e certamente in Europa conserviamo questo primato, nonostante le crisi politiche. Occorre tuttavia che le istituzioni economiche e produttive, sia pubbliche che private, sostenute dall’impegno degli addetti (politici, amministratori, ricercatori, lavoratori di ogni livello) e dei cittadini, accelerino le procedure. Non è tempo di risparmiare, né di guardarsi attorno in silenzio, né di costruire infrastrutture escapiste. La transizione economica ed ecologica è indispensabile. Uno dei motori del cambiamento è l’iperconnettività, che ha l’efficacia di far crescere la convergenza tra settori, tra tecnologie, tra servizi e tra attori. Ovviamente cresceranno i rischi. La cybersicurezza dovrà evitare i crimini telematici, ma soprattutto sarà indispensabile una più forte formazione di responsabilità e di coscienza civile per la quale si prodiga la Fondazione Salvetti.
Un tema critico è quello dell’energia: la tendenza alla decarbonizzazione si avvarrà di nuove gigantesche strutture di produzione elettrica, anche per gli automezzi. Già Tesla nel 2014 aveva avviato una sua Gigafactory nel Nevada, che ora ha una capacità teorica di 35 gigawattora all’anno, ma gli addetti ai lavori sanno che anche l’Europa sta preparando la produzione massiccia di batterie per sostenere i consumi elettrici. Sono 25 le centrali europee già annunciate. Sono già attive nel Regno Unito, in Germania, in Ungheria, in Polonia. La Commissione ha approvato nel dicembre 2019 un sostegno iniziale di 3,2 miliardi di € da parte di sette Stati membri (tra i quali l’Italia) a favore di un progetto di comune interesse. In Italia il prossimo colossale impianto dedicato alla produzione e allo stoccaggio di batterie a ioni di litio per veicoli elettrici sarà realizzata da Italvolt, su 300.000 metri quadri vicino a Ivrea; dovrebbe essere il più grande e green d’Europa, con una capacità di 45 GWh entro il 2024, potenzialmente in aumento fino a 70 GWh. Sursum corda. I lavori sono in corso.
   Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
Per approfondire:
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX:52021DC0750&qid=1631430900476
https://ec.europa.eu/growth/industry/policy/european-battery-alliance_en
https://www.italvolt.com/index
(Nell’immagine l'Europa fotografata da un satellite della Nasa)
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October  2021
We are not naive
Estimates indicate that the Earth will have 8.5 billion people in 2030 and 9.7 billion in 2050. In Europe, the average age will rise from 43.9 years (2020) to 48.2 years (2050), when the temperature increase will approach + 2 ° C. In addition to demographic, climatic and environmental problems, we humans will have to manage technological innovations together with the limited size of energy resources.
Europe, as the European Commission Report on Strategic Perspectives (published on 8.9.2021) says, remains a technological champion in the sector of manufacturing processes and leading materials: its companies supply products and fundamental assets for the lines of production of the whole world. Europe is a leader in intelligent and sustainable mobility of the future and in low-carbon technologies. Its capabilities in artificial intelligence, big data and robotics are similar to those of Japan, but it must reach the United States and China which are the main players in the sector. In essential quantum technologies, the United States, Japan and China are currently at the forefront. By 2025, Europe will have its first quantum computer, and if investments will follow, it could be at the forefront of quantum capabilities by 2030. Other promising technologies include microelectronics, new materials for biodegradable electronics, the flexible and printed electronics and technologies based on two-dimensional materials, such as graphene. Furthermore, many pilot technologies have a high potential for decarbonisation. These include clean hydrogen, low carbon fuels, carbon capture and storage / utilization, next generation sustainable batteries, biotechnology and biomaterials, methane cracking, high temperature superconductivity, advanced use of geothermal and tidal energy, generation of high altitude wind power and nuclear fusion reactors. We are therefore not unprepared, even if bureaucracy often slows down investments. In reality, the bureaucracy should be the guardian of democracy and we certainly retain this primacy in Europe, despite the political crises. However, both public and private economic and productive institutions, supported by the commitment of employees (politicians, administrators, researchers, workers of all levels) and citizens, need to speed up the procedures. It is not the time to save, nor to look around in silence, nor to build escapist infrastructures. The economic and ecological transition is indispensable.
One of the drivers of change is hyper-connectivity, which has the effectiveness of increasing convergence between sectors, between technologies, between services and between actors. Obviously the risks will increase. Cybersecurity will have to avoid telematic crimes, but above all a stronger formation of responsibility and civil conscience will be indispensable for which the Salvetti Foundation works.
A critical issue is that of energy: the trend towards decarbonisation will make use of new gigantic electricity production facilities, including for vehicles. Tesla had already started its own Gigafactory in Nevada in 2014, which now has a theoretical capacity of 35 gigawatt hours per year, but insiders know that Europe is also preparing the massive production of batteries to support electricity consumption. 25 European power plants have already been announced. They are already active in the UK, Germany, Hungary, Poland.
The Commission approved in December 2019 an initial support of € 3.2 billion from seven Member States (including Italy) for a project of common interest. In Italy, the next colossal plant dedicated to the production and storage of lithium-ion batteries for electric vehicles will be built by Italvolt, on 300,000 square meters near Ivrea; it should be the largest and greenest in Europe, with a capacity of 45 GWh by 2024, potentially increasing to 70 GWh. Sursum corda. The works are in progress.
   Paolo Lutteri
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center
o know more:
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX:52021DC0750&qid=1631430900476
https://ec.europa.eu/growth/industry/policy/european-battery-alliance_en
https://www.italvolt.com/index
(In the image, Europe by night, Nasa archive)

(Settembre 2021: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
1° settembre 2021
Orazio e Virgilio, anche oggi.
Le turbolenze politiche, militari, economiche, sociali e ambientali di questi giorni sono molto gravi. Ne parlano con più competenza i mass media e gli organi di informazione specializzati e a loro lasciamo notizie e commenti, riservandoci l’interpretazione dei fatti senza strumentalizzazioni di parte. Intanto non possiamo non articolare il pensiero sulla nostra missione e non avere cura delle cose. Ovvero: fare una bella manutenzione. E’ un obiettivo importante visto che lo sviluppo tecnologico importa un certo degrado di cose e impianti vecchi. Ma ci vuole una visione. Guardare vicino o lontano? Queste due visioni influenzano non poco i comportamenti sociali e acuiscono le contraddizioni del nostro tempo.
Visione corta: è tempestiva, emotiva, proficua, di soddisfazione immediata: è riassunta nel latino carpe diem’. Raccogliere subito i migliori risultati possibili, non pianificare troppo perché del domani non v’è certezza. E’ visione pratica, edonistica, calzante giorno per giorno, selettiva, ottimista, un po’ egoista, arriva a trascurare il complesso sociale.
Visione lunga: è razionale, previdenziale, cerca ampiezza e profondità nel tempo e nello spazio, esamina i rischi, i pericoli e le opportunità future: è riassunta nel latino insere Daphni piros, carpent tua poma nepotes. Le preoccupazioni sono spostate al futuro, il pensiero va alla sicurezza, alle nuove generazioni, a un contesto sociale largo. E’ visione intelligente, richiede sacrificio, impegno, può essere perfino un po’ pessimista.
Ancora una volta sembra che emozione e ragione si contendano il primato operativo sia giorno per giorno sia nella storia. Ma poiché il paradiso completo non c’è né nella soddisfazione veloce, né nei sogni, la soluzione della contraddizione sta nel mescolare le due visioni, senza eccedere, anche se la situazione del mondo di oggi evidenzia sia uno sguardo troppo corto sia un’assenza di manutenzione.
Se vogliamo realizzare una civiltà umana duratura non possiamo buttare la polvere sotto il tappeto, dobbiamo pulire gli errori, aggiustare le cose, seminare per i nostri discendenti. Serve ancora un po’ di saggezza contadina.
   Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
(Nell’immagine il frontespizio delle «Bucoliche» di Virgilio, edizione del 5° sec. d.C., Biblioteca Apostolica del Vaticano)
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September 1st, 2021
Horace and Virgil, even today.
The political, military, economic, social and environmental turmoil of these days is very serious. The mass media and specialized information bodies speak about it more competently and we leave them news and comments, reserving the interpretation of the facts without biased exploitation. In the meantime, we cannot fail to articulate our thoughts on our mission and not take care of things. That is: do a good maintenance. It is an important goal given that technological development involves a certain degradation of old things and assets. But it takes a vision. Looking near or far? These two visions greatly influence social behavior and sharpen the contradictions of our time.
Short vision: it is timely, emotional, fruitful, of immediate satisfaction: it is summed up in the Latin 'carpe diem'. Collect the best possible results immediately, do not plan too much because there is no certainty about tomorrow. It is a practical, hedonistic vision, fitting day by day, selective, optimistic, a little selfish, it comes to neglect the social complex.
Long vision: it is rational, social security, seeks breadth and depth in time and space, examines the risks, dangers and future opportunities: it is summarized in the Latin 'insere Daphni piros, carpent tua poma nepotes'. Concerns are shifted to the future, thoughts turn to security, to the new generations, to a broad social context. It is an intelligent vision, it requires sacrifice, commitment, it can even be a little pessimistic.
Once again it seems that emotion and reason are competing for operational primacy both day by day and in history. But since there is no complete paradise neither in quick satisfaction nor in dreams, the solution of the contradiction lies in mixing the two visions, without exceeding, even if the situation of today's world highlights a too short gaze and an absence of maintenance.
If we want to achieve a lasting human civilization we cannot throw the dust under the carpet, we have to clean up mistakes, fix things, sow for our descendants. We still need a little peasant wisdom.
   Paolo Lutteri
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center
(In the image, the title page of Virgil's "Bucoliches", 5th century edition A.D., Vatican Apostolic Library)

(Agosto 2021: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
1° agosto 2021
G20: fate in fretta !
A Napoli si è svolta a fine luglio la riunione dei Ministri dell’Ambiente del Gruppo dei 20 (il Forum che riunisce i leader dei 20 Paesi più industrializzati del nostro pianeta). In una congiuntura molto complessa per la sostenibilità ambientale, i delegati sono riusciti a concordare un Comunicato che tiene conto di tre grandi aree tematiche. 1) Biodiversità: protezione del capitale naturale e ripristino degli ecosistemi con soluzioni basate sulla natura, difesa e ripristino del suolo, tutela delle risorse idriche, degli oceani e dei mari con attenzione per i rifiuti di plastica in mare. 2) Uso efficiente delle risorse ed economia circolare: visione su economia circolare con focus su tessile e moda sostenibile, città circolari, educazione e formazione. 3) Finanza sostenibile: focus sulle esigenze di finanziamento per la protezione ed il ripristino degli ecosistemi, come contributo al dibattito in corso sul futuro del sistema finanziario globale.
Il Comunicato (https://www.g20.org/wp-content/uploads/2021/07/2021_07_22_ITG20_ENV_Final.pdf) si sviluppa in 10 linee di azione e 25 articoli programmatici. Su molte questioni aperte si è raggiunto un intento comune, in primis riconoscendo l'interconnessione tra clima, ambiente, energia e povertà, che finora erano settori considerati separati; quindi sostenendo un‘economia basata sul riciclo delle risorse e non sul loro consumo massivo. Saranno obiettivi comuni stimolare un benessere sociale esteso e aumentare gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo; puntare su nuove modalità industriali e di business, modelli di produzione e consumo efficienti e sostenibili; sviluppare politiche ambientali non soltanto di tutela, ma di investimenti per decarbonizzare l'economia, passando dalle fonti fossili alle fonti rinnovabili; sfruttare il potenziale delle energie rinnovabili offshore, dell'energia oceanica e di tutte le opportunità di implementazioni.
Roberto Cingolani, Ministro italiano per la Transizione ecologica ha dichiarato che sarà necessario installare nei prossimi 10 anni 70 miliardi di watt in impianti rinnovabili come eolico e solare. Ma nello stesso tempo occorre dare a tutti possibilità di adeguarsi e di assorbire il cambiamento. Anche se tutti concordano per la decarbonizzazione, il problema è nei tempi. Brasile, Cina, India e Arabia Saudita chiedono minori vincoli rispetto a quelli prospettati dall'accordo di Parigi per l'eliminazione delle emissioni nel 2050. India e Cina non hanno concordato sul limite di 1,5 gradi Celsius di aumento della temperatura globale. Così due decisioni particolari sono state rinviate al G20 dei Capi di Stato e di Governo, previsto a Roma a fine ottobre 2021: l'impegno a rimanere sotto 1,5 gradi di riscaldamento globale al 2030 e l’eliminazione del carbone dalla produzione energetica al 2025.
Buoni intenti. Adesso occorrono in fretta azioni concrete da realizzare con azioni a breve termine e strategie a lungo termine. Un impegno inderogabile per salvare la civiltà, vivere in armonia con la natura, mantenere il mondo.
   Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione
Salvetti
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August 1st, 2021
G20: hurry up !
The meeting of the Environment Ministers of the Group of 20 (the Forum that brings together the leaders of the 20 most industrialized Countries on our planet) took place in Naples at the end of July. In a very complex situation for environmental sustainability, the delegates managed to agree on a Press Release that takes into account three major thematic areas. 1) Biodiversity: protection of natural capital and restoration of ecosystems with solutions based on nature, defense and restoration of the soil, protection of water resources, oceans and seas with attention to marine plastic litter. 2) Efficient use of resources and circular economy: vision on circular economy with a focus on textiles and sustainable fashion, circular cities, education and training. 3) Sustainable finance: focus on financing needs for the protection and restoration of ecosystems, as a contribution to the ongoing debate on the future of the global financial system.
The Press Release (https://www.g20.org/wp-content/uploads/2021/07/2021_07_22_ITG20_ENV_Final.pdf) is developed in 10 lines of action and 25 programmatic articles. On many open issues, a common intent has been reached, first of all by recognizing the interconnection between climate, environment, energy and poverty, which until now had been considered separate sectors; thus supporting an economy based on the recycling of resources and not on their massive consumption. Common objectives will be to stimulate extended social well-being and increase aid to developing countries; focus on new industrial and business methods, efficient and sustainable production and consumption models; develop environmental policies not only of protection, but of investments to decarbonise the economy, moving from fossil sources to renewable sources; exploit the potential of offshore renewable energy, ocean energy and all deployment opportunities.
Roberto Cingolani, Italian Minister for Ecological Transition said that 70 billion watts will need to be installed in renewable plants such as wind and solar over the next 10 years. But at the same time it is necessary to give everyone the opportunity to adapt and absorb the change. Even if everyone agrees on decarbonisation, the problem is timing. Brazil, China, India and Saudi Arabia are asking for fewer constraints than those envisaged by the Paris agreement for the elimination of emissions in 2050. India and China have not agreed on the limit of 1.5 degrees Celsius of global temperature increase. Thus two particular decisions have been postponed to the G20 of the Leaders of State and Government, expected in Rome at the end of October 2021: the commitment to remain below 1.5 degrees of global warming by 2030 and the elimination of coal from energy production at 2025.
Good intentions. Now concrete actions are needed quickly, to be implemented with short-term actions and long-term strategies. An imperative commitment to save civilization, to live in harmony with nature, to maintain the world.
   Paolo Lutteri
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center

(Luglio 2021: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
1° luglio 2021
Cacciatori del tempo
La Fondazione Salvetti riflette sulla storia e sul futuro del mondo, conscia che occorre fare meglio la manutenzione del nostro pianeta e sostenere uno sviluppo sostenibile.
Se guardiamo al presente, le contraddizioni ambientali e sociali ci fanno preoccupare. Il rischio di un lento cataclisma dell’ecumene è molto alto. L’atmosfera carica di CO2 si sta degradando, la temperatura media si innalza, i ghiacciai si sciolgono, il livello del mare si alza. Tempeste e uragani si intensificano e noi continuiamo a scaricare rifiuti e scorie inquinanti. E non possiamo dimenticare le disuguaglianze sociali, le sfide competitive arroganti, le guerre e i crimini che denunciano la fragilità della convivenza umana. Tante denunce di cittadini, pochi interventi di governi. Nazioni per lo più disunite, così come i comportamenti boriosi dei singoli.
Tuttavia la voglia di conoscenza ci permette di andare avanti e indietro nel tempo, anche fuori dal nostro presente. Lasciamo da parte gli UFO e gli alieni con forme umanoidi. Per adesso li abbiamo visti solo nelle costruzioni fantastiche della letteratura e del cinema. Qui sulla Terra dobbiamo ancora capire a fondo come sono sopravvissuti i tardigradi e gli estremofili che abbiamo trovato vegeti sotto i ghiacci dell’Antartide e negli abissi marini. Archeobiologia.
Ma c’è anche l’astrobiologia. Gli scienziati stanno cercando forme di vita nel sistema solare e al di fuori. Considerate le dimensioni del cosmo e le caratteristiche delle galassie e delle stelle, si stima che esistano almeno 9 miliardi di pianeti: 4376 sono stati precisamente identificati e classificati come esopianeti di stelle esterne al sistema solare. Un catalogo appena avviato. Probabilmente pochi di questi pianeti sono abitabili secondo le nostre concezioni, ma potrebbero ospitare esseri biologici primitivi, grazie alla presenza di elementi tradizionali: idrogeno, ossigeno, carbonio, azoto … . Già su Marte è certo che vi sia acqua (anche se non allo stato liquido) e metano (forse di origine biologica). Forse c’è stata vita milioni di anni fa (vedi le ricerche sul famoso meteorite ALH840001) e magari vita tuttora ce n’è ancora. Statisticamente dovrebbe esserci almeno qualche forma batterica sugli esopianeti. Magari c’è stata anche qualche evoluzione … intelligente. Purtroppo gli esopianeti sono così lontani che anche le loro fotografie e spettrografie (con i telescopi spaziali) ci mostrano una situazione vecchia di milioni di anni.
Insomma: c’è una frontiera aperta per i cacciatori di passato e di futuro. L’esperienza tecnologica per noi è solo agli inizi. Gli umani sono cacciatori perseveranti.
   Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
(Nell’immagine: particolare di ‘Diana cacciatrice’ di Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, olio su tela, 1658).
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July 1st, 2021
Time hunters
The Salvetti Foundation reflects on the history and future of the world, aware that we need to do better maintenance of our planet and support sustainable development.
If we look at the present, the environmental and social contradictions make us worry. The risk of a slow cataclysm of the ecumene is very high. The CO2-laden atmosphere is degrading, the average temperature is rising, the glaciers are melting, the sea level is rising. Storms and hurricanes intensify and we continue to dump polluting waste and waste. And we cannot forget the social inequalities, the arrogant competitive challenges, the wars and crimes that denounce the fragility of human coexistence. Many complaints from citizens, few interventions by governments. Mostly disunited Nations, as well as the arrogant behavior of individuals.
However, the desire for knowledge allows us to go back and forth in time, even outside our present. Let's leave aside UFOs and aliens with humanoid shapes. For now we have only seen them in the fantastic constructions of literature and cinema. Here on Earth we have yet to fully understand how the tardigrades and extremophiles that we found vegetating under the ice of Antarctica and in the deep sea have survived. Archeobiology.
But there is also astrobiology. Scientists are looking for life forms in the solar system and beyond. Considering the size of the cosmos and the characteristics of galaxies and stars, it is estimated that there are at least 9 billion planets: 4376 have been precisely identified and classified as exoplanets of stars outside the solar system. A catalog that has just started. Probably few of these planets are habitable according to our conceptions, but they could host primitive biological beings, thanks to the presence of traditional elements: hydrogen, oxygen, carbon, nitrogen…. Already on Mars it is certain that there is water (although not in a liquid state) and methane (perhaps of biological origin). Maybe there was life millions of years ago (see research on the famous meteorite ALH840001) and maybe there is still life today. Statistically there should be at least some form of bacteria on the exoplanets. Maybe there has also been some evolution ... intelligent. Unfortunately, exoplanets are so far away that even their photographs and spectrographs (with space telescopes) show us a situation that is millions of years old.
In short: there is an open frontier for past and future hunters. The technological experience for us is only just beginning. Humans are persistent hunters.
   Paolo Lutteri
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center
(In the illustration, the statue of the goddess of justice, created in 1610 by Johannes 
Hocheisen, located in the historic center of Frankfurt, Germany.)

(Giugno 2021: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
1° giugno 2021
Giustizia
Fare giustizia è anche un sinonimo di fare manutenzione. Il concetto di giustizia è volgarmente abbinato al concetto di punizione. Ma l’accostamento non è del tutto corretto: giustizia è comportamento equilibrato e virtuoso nella società civile. Diritti e doveri viaggiano di pari passo. Dai legislatori dell’antica Atene fino ai regolamenti religiosi e ai nuovi propositi di codici illuministi, il comportamento adeguato alle leggi è l’obbligo che il cittadino ha verso i suoi pari. Non sorprenderà che quanto noi chiamiamo manutenzione in termini industriali si possa estendere coerentemente anche alla gestione della giustizia, ovvero dei rapporti tra persone e tra persone e istituzioni. La giustizia non è un’azione puntuale, ma un lungo percorso di analisi, indagine, assunzioni di responsabilità, correzioni, edizioni di regolamenti, aggiornamenti continui, formazione sociale. Se mancassero queste attenzioni, le società sarebbero sciatte, incolte, criminali ancorché senza legge. Al contrario, applicando cura delle persone e delle cose secondo un codice etico, si realizza una società positiva, nel rispetto delle parti. Il rispetto delle leggi non è assoluto così come non lo è quello delle macchine. Se leggi e strutture sono obsolete, o non sono efficaci, o non sono adeguate a chi le deve praticare, diventa un dovere innovarle, trasparentemente. E’ il percorso del progresso civile nella storia dell’umanità, dallo schiavismo alla democrazia. Se gli scarichi delle macchine inquinano, bisogna modificarle in meglio. Le leggi che proteggono i più abbienti vanno modificate per equiparare i diritti. E’ manutenzione sociale! Gestione politica e gestione industriale: quando in politica i regimi non democratici sono supportati da una giustizia non adeguata, nascono contestazioni e nuove proposte o addirittura rivoluzioni; nello sviluppo tecnologico la scienza non tollera concezioni inadeguate, deve correre ai ripari. E’ una scienza anche quella del diritto, da esplicitare per evitare, ad esempio, il razzismo, la supremazia di genere, le disuguaglianze sociali.
Dove il cambiamento è una costante, occorre tempestivamente innovare idee, principi e leggi, così come la tutela, le istruzioni e la manutenzione degli strumenti, delle macchine e delle risorse. Questione di sicurezza, previsione, qualità di lavoro, giustizia. Le sanzioni, esemplari, punitive e educative vengono dopo le considerazioni di responsabilità delle azioni di tutti noi. Facile dire “law & order” ed evocare l’immagine della spada. Meno facile dire ”justice” ed evocare una bilancia.
    Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
(Nell’illustrazione la statua della dea della giustizia, realizzata nel 1610 da Johannes Hocheisen, collocate nel centro storico di Frankfurt, in Germania.)
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June 1st, 2021
Justice
Doing justice is also a synonym for doing maintenance. The concept of justice is vulgarly coupled with the concept of punishment. But the juxtaposition is not entirely correct: justice is balanced and virtuous behavior in civil society. Rights and duties go hand in hand. From the legislators of ancient Athens to religious regulations and the new intentions of Enlightenment codes, behavior appropriate to the laws is the obligation that the citizen has towards his peers. It will come as no surprise that what we call maintenance in industrial terms can also consistently be extended to the management of justice, that is, of relationships between people and between people and institutions. Justice is not a timely action, but a long process of analysis, investigation, assumptions of responsibility, corrections, editions of regulations, continuous updates, social training. If these attentions were lacking, companies would be sloppy, uneducated, criminal even if lawless. On the contrary, by applying care of people and things according to an ethical code, a positive society is created, respecting the parties.
Respect for the law is not absolute, just as that of machines is not. If laws and structures are obsolete, or are not effective, or are not suitable for those who have to practice them, it becomes a duty to innovate them, transparently. It is the path of civil progress in the history of humanity, from slavery to democracy. If car exhausts pollute, they need to be changed for the better. Laws that protect the wealthiest must be changed to equalize rights. It is social maintenance! Political management and industrial management: when in politics undemocratic regimes are supported by inadequate justice, disputes and new proposals or even revolutions arise; in technological development, science does not tolerate inadequate concepts, it must run for cover. Law is also a science, to be made explicit in order to avoid, for example, racism, gender supremacy, social inequalities.
Where change is a constant, ideas, principles and laws need to be promptly innovated, as well as the protection, instructions and maintenance of tools, machines and resources. A question of safety, forecasting, quality of work, justice. Sanctions, exemplary, punitive, and educational come after responsability considerations for the actions of all of us. It's easy to say "law & order" and evoke the image of the sword. Less easy to say "justice" and to evoke a balance of scales.
   Paolo Lutteri
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center
(In the illustration, the statue of the goddess of justice, created in 1610 by Johannes Hocheisen, located in the historic center of Frankfurt, Germany.)

(Maggio 2021: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
1° maggio 2021
Intelligenza
Profumo di desideri di benessere. “Sono certo che l’onestà, l’intelligenza, il gusto del futuro, prevarranno sulla corruzione, la stupidità e gli interessi costituiti”. Ben scolpite parole del Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, Mario Draghi, per avviare il rinnovamento economico del Paese. Naturalmente questo augurio vale anche per le imprese non italiane, multinazionali del tech e no, e anche per le istituzioni e i governi di tutti i Paesi del mondo. Mi sembra che ne abbiano bisogno in tanti … E’ il segno di voler realizzare una causa comune, pulita. Ci vuole intelligenza e se non basta quella umana, ben venga quella artificiale (che ha comunque sempre origine umana ma in qualche modo, se controllata, è vaccinata contro i virus della corruzione, della stupidità, dei privilegi, degli interessi di parte).Su questo argomento l’Unione Europea, nella persona del Commissario Europeo per la Concorrenza, Margrethe Vestager, ha presentato qualche giorno fa un Piano di regole, (https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/library/proposal-regulation-laying-down-harmonised-rules-artificial-intelligence-artificial-intelligence) a favore della trasparenza e della protezione della privacy. No agli algoritmi che manipolano il comportamento umano, che sfruttano le informazioni sugli individui, compreso quelli che favoriscono la formazione di un credito sociale, che effettuano valutazioni di merito creditizio e si sostituiscono a delibere della magistratura. Il documento strategico è rivolto ai Governi nazionali che potranno discuterlo, integrarlo o modificarlo nei dettagli, ma intanto la base etica è definita. Il quadro giuridico europeo è un buon punto di partenza democratico per un futuro nel quale l’automazione e la cibernetica saranno attori fondamentali del progresso tecnologico. In sostanza l’intelligenza artificiale non potrà opporsi al libero arbitrio delle persone e non potrà operare con rischi inaccettabili, ovvero di minaccia alle persone stesse. I settori di applicazione nei quali controllare adeguatamente l’intelligenza artificiale sono molteplici: trasporti, istruzione, medicina, occupazione-lavoro, servizi di sorveglianza, gestione di mercati, rapporti personali. Un campo di lavoro vasto e delicato sul quale non mancheranno commenti, diatribe, suggerimenti, estensioni, integrazioni, riduzioni, resilienze, critiche e plausi. Con un po’ di ritardo ma finalmente nelle istituzioni internazionali qualcosa si è mosso e gli interessi economici di parte che sono stati molto aggressivi nel mondo digitale, approfittando dell’inerzia e della pavidità (se non della corruzione e della stupidità) troveranno un banco di contrasto più solido. Ci voleva un po’ di manutenzione giuridica!
    Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
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May 1st, 2021
Intelligence
Perfume of well-being desires. "I am sure that honesty, intelligence, a taste for the future will prevail over corruption, stupidity and vested interests". Well-carved words of the President of the Council of Ministers of the Italian Republic, Mario Draghi, to start the economic renewal of the country. Of course, this wish also applies to non-Italian companies, tech and non-tech multinationals, and also to institutions and governments in all countries of the world. It seems to me that many need it ... We want to create a common cause, with cleaning. Intelligence is needed and if human intelligence is not enough, artificial intelligence is welcome (which in any case always has human origin but in some way, if controlled, is vaccinated against the viruses of corruption, stupidity, privileges, partisan interests). On this topic the European Union, in the person of the European Commissioner for Competition, Margrethe Vestager, presented a plan of rules a few days ago, (https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/library/proposal-regulation-laying-down-harmonized-rules-artificial-intelligence-artificial-intelligence) in favor of transparency and protection of privacy. No to algorithms that manipulate human behavior, that exploit information on individuals, including those that favor the formation of a social credit, that carry out creditworthiness assessments and take the place of judicial decisions. The strategic document is addressed to the national governments that will be able to discuss, integrate or modify it in detail, but in the meantime the ethical basis is defined. The European legal framework is a good democratic starting point for a future. Automation and cybernetics will be key players in technological progress. Then, the artificial intelligence will not be able to oppose the free will of people and will not be able to operate with unacceptable risks, or a threat to the people themselves. The fields of application for the properly control of artificial intelligence are many: transport, education, medicine, employment-work, surveillance services, market management, personal relationships. A wide and delicate field of work: there will be comments, diatribes, suggestions, extensions, additions, reductions, resilience, criticisms and applause. With a little delay but finally in international institutions something has moved and the partisan economic interests that have been very aggressive in the digital world, taking advantage of inertia and timidity (if not corruption and stupidity) will find a bench of firmer contrast. It took some legal maintenance!
   Paolo Lutteri
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center

(Aprile 2021: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
1° aprile 2021
Unica Terra
La tecnologia delle telecomunicazioni è stata uno degli acceleratori più importanti della civiltà odierna. Telefoni, radio, tv, social media digitali hanno reso possibile sparpagliare informazioni comuni nel mondo, in diretta. Così siamo coinvolti nelle informazioni di un terremoto o di un colpo di stato agli antipodi del pianeta e, se occorre, della ‘pericolosa’ farfalla che ha battuto le ali nella foresta amazzonica. Corre per il mondo in un baleno una ricetta, un punto di vista, il replay di un omicidio, una foto dalla superficie di Marte.
Per il mese di aprile ecco due temi di riflessione.
Il primo: la diffusione della tecnologia prevale sugli argomenti morali e giuridici, i cui vocabolari non si parlano. Per esempio: il conflitto ideologico tra mondo capitalista e mondo socialista è in secondo piano rispetto ai business economici e cibernetici. Usa, Russia e Cina contendono per i diritti umani (in palese contraddizione con se stessi) solo pro-forma. Sul palcoscenico ci sono le valutazioni finanziarie, i debiti sovrani, gli sviluppi dell’informatica, lo sfruttamento delle risorse, i mercati tecnologici. La sfida politica in realtà è tecnologica, è nel business. La competizione comunque non è incruenta e coinvolge Stati e popoli numerosi e di capacità frastagliate. Tuttavia c’è un aspetto positivo: anzitutto è una trattativa economica complessa ma ‘dialogata’ con un vocabolario comune che è il valore economico. Concorrenza libera tra capitalismi liberali e capitalismi di stato, o quasi.
Il secondo tema è relativo alla forza non degli Stati ma di singole imprese multinazionali, big tech, big pharma, big energy, big army, plutocrazia industriale ben appoggiata nelle borse finanziarie, in grado di condizionare gli eventi più di certi governi, gestire più efficientemente problemi amministrativi e prevalere perfino sulle autorità fiscali o del diritto di singoli Paesi. E’ il fenomeno emergente degli ultimi anni, compatto nel linguaggio comune della telematica digitale, degli algoritmi dell’informatica, strettamente vincolante per il presente e il futuro di tutti. Il ruolo crescente di queste grandi imprese e il loro potenziale innovativo ne fa aumentare anche la loro responsabilità sociale, sia nel fornire informazioni che investimenti e soluzioni per la sostenibilità generale, che è entrata nelle considerazioni quotidiane anche dei semplici cittadini.
Deve tenerne conto anche il mondo della manutenzione e dei suoi sensori, che è diventato un protagonista delle previsioni e dello sviluppo equilibrato della società, per la sostenibilità del pianeta: il nostro pianeta, che per il momento è la sola casa comune.
    Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
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April 1st, 2021
Only Earth
Telecommunication technology has been one of the most important accelerators of today's civilization. Telephones, radios, TVs, digital social media have made it possible to spread common information around the world, live. Thus we are involved in the information of an earthquake or a coup d'etat at the antipodes of the planet and, if necessary, of the 'dangerous' butterfly that has flapped its wings in the Amazon rainforest. A recipe, a point of view, a replay of a murder, a photo from the surface of Mars runs around the world in a flash.
For the month of April, here are two themes for reflection.
The first: the diffusion of technology prevails over moral and legal arguments, whose vocabularies are not spoken to each other. For example: the ideological conflict between the capitalist world and the socialist world is secondary to economic and cyber businesses. USA, Russia and China contend for human rights (in blatant contradiction to themselves) only pro-forma. On the stage there are financial valuations, sovereign debts, IT developments, the exploitation of resources, technology markets. The political challenge is actually technological, it is in business. However, the competition is not bloodless and involves numerous Countries and peoples with jagged capacities. However, there is a positive aspect: first of all it is a complex economic negotiation but 'in dialogue' with a common vocabulary which is economic value. Free competition between liberal capitalisms and state capitalisms, or almost.
The second theme is related to the strength not of Countries but of individual multinational companies, big tech, big pharma, big energy, big army, industrial plutocracy well supported in financial exchanges, able to influence events more than certain governments, to manage more efficiently administrative problems and even to prevail over the tax authorities or the law of individual countries. It is the emerging phenomenon of recent years, compact in the common language of digital telematics, of computer algorithms, strictly binding for everyone's present and future. The growing role of these large companies and their innovative potential also increases their social responsibility, both in providing information and investments and solutions for general sustainability, which has entered the daily considerations of even ordinary citizens.
The world of maintenance and its sensors must also take this into account, which has become a protagonist of forecasts and the balanced development of society, for the sustainability of the planet: our planet, which for the moment is the only common home.
   Paolo Lutteri
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center

(Marzo 2021: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
1° marzo 2021
Mare da mantenere.
Chiosiamo Cesare Beccaria: “meglio prevenire i guasti che ripararli”. Come Fondazione Salvetti pensiamo che la manutenzione del nostro pianeta debba essere affidata molto alla prevenzione, nel senso che lo sviluppo tecnologico e industriale debba essere preventivamente pianificato in modo equilibrato e sostenibile. Per quanto ci è possibile, cerchiamo di farne una cultura.
I fronti di intervento sono molteplici: a febbraio abbiamo accennato alla situazione delle foreste, a marzo raccogliamo qualche notizia sui mari. Sappiamo che il problema è globale ed è connesso anche col riscaldamento del pianeta, con lo scioglimento dei ghiacci polari e la modifica delle correnti e dell’habitat marino.
Facciamo un focus sul Mare Nostrum: il Mediterraneo. Incidenti navali, riversamenti di liquidi oleosi, plastiche sommerse e galleggianti, vetri, metalli, ceramiche, tessuti, spazzature, rifiuti tossici, relitti, reti, cavi, scarichi industriali; incuria, superficialità, abusi, criminalità. Ecco i nemici dell’ambiente, della fauna ittica e avicola, della flora marina e delle biodiversità. Se poi si verificassero mutazioni batteriche provenienti dai pesci (salti di specie così come si suppone da pipistrelli e pangolini), i pericoli per la salute delle popolazioni sarebbero ancora più infidi. La miccia per distruggere l’umanità, purtroppo, l’abbiamo già accesa.
Per quanto riguarda la sola plastica, la dispersione annuale media nel mar Mediterraneo è di circa 230.000 tonnellate. Le stime ritengono che ve ne siano già accumulate in superficie oltre un milione di tonnellate. Mal calcolabile quella già dispersa nei fondali, forse 1000 volte più grande. I primi tre Paesi inquinatori di plastica sono Egitto, Italia e Turchia. Minacce pesanti. In effetti il bacino fluviale che alimenta il Mediterraneo è enorme. Non solo Russia via Mar Nero, ma anche Medio Oriente e Africa via Nilo fino alla Tanzania (vedi immagine nella sezione Gallery di questo sito).
Una buona iniziativa da sottolineare è la realizzazione dell’Agenda strategica del progetto BlueMed, finanziato dall’Unione Europea e coordinato dal Consiglio nazionale delle ricerche italiano (Cnr) che ha presentato i primi risultati in una conferenza di fine febbraio 2021 a Roma. E’ previsto il monitoraggio della distribuzione delle plastiche e l’impatto sugli ecosistemi, la prevenzione della dispersione e la rimozione della plastica da mari e fiumi, il management integrato dei sistemi di gestione dei rifiuti e delle acque; i progetti di un’economia circolare per la valorizzazione dei rifiuti e design di nuovi materiali e prodotti pensati fin dall’inizio anche rispetto al loro fine ciclo vita; comunicazione, formazione e azioni sulle policy e finanziamenti. L’economia blu, come è stata definita coinvolge non solo la manutenzione e la prevenzione, ma anche tutte le forme di economia industriale, la pesca, il turismo, il traffico e i commerci.
La Fondazione Salvetti segue con attenzione il problema ecologico del mare e le cause dell’inquinamento, conscia che occorre una forte responsabilità dei Governi, degli Amministratori pubblici e dei comportamenti dei privati per salvaguardare un patrimonio naturale comune. Lieti di ricevere in proposito ogni forma di contributo di studio per affrontare positivamente la situazione.
    Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
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March 1st, 2021
Sea to maintain.
Let's talk about Cesare Beccaria: “better to prevent breakdowns than to repair them”. As the Salvetti Foundation, we believe that the maintenance of our planet must be entrusted a lot to prevention, in the sense that technological and industrial development must be planned in advance in a balanced and sustainable way. As far as we can, we try to make it a culture.
The intervention fronts are many: in February we mentioned the situation of the forests, in March we collect some news about the seas. We know that the problem is global and is also connected with global warming, with the melting of polar ice and changes in currents and marine habitat.
Let's focus on the Mare Nostrum: the Mediterranean. Ship accidents, spills of oily liquids, submerged and floating plastics, glass, metals, ceramics, fabrics, rubbish, toxic waste, wrecks, nets, cables, industrial waste; neglect, superficiality, abuse, crime. Here are the enemies of the environment, fish and poultry fauna, marine flora and biodiversity. And if bacterial mutations from fish occur (leap of species as is supposed from bats and pangolins), the dangers to the health of populations would be even more treacherous. Unfortunately, we have already lit the fuse to destroy humanity.
As regards plastics alone, the average annual dispersion in the Mediterranean Sea is around 230,000 tons. Estimates believe that over one million tons have already accumulated on the surface. The one already dispersed in the seabed, perhaps 1000 times larger, is difficult to calculate. The top three plastic polluting countries are Egypt, Italy and Turkey. Heavy threats. In fact, the river basin that feeds the Mediterranean is enormous. Not only Russia via the Black Sea, but also the Middle East and Africa via the Nile to Tanzania (see image in the Gallery section of this site).
A good initiative to underline is the implementation of the strategic Agenda of the BlueMed project, funded by the European Union and coordinated by the Italian National Research Council (Cnr) which presented the first results at a Conference at the end of February 2021 in Rome. The monitoring of the distribution of plastics and the impact on ecosystems, the prevention of the dispersion and removal of plastic from seas and rivers, the integrated management of waste and water management systems are foreseen; the projects of a circular economy for the enhancement of waste and the design of new materials and products conceived from the outset also with respect to their end of life; communication, training and actions on policies and financing. The Blue Economy, as it has been defined, involves not only maintenance and prevention, but also all forms of industrial economy, fishing, tourism, traffic and commerce.
The Salvetti Foundation is closely following the ecological problem of the sea and the causes of pollution, aware that a strong responsibility of governments, public administrators and the behavior of private individuals is needed to safeguard a common natural heritage. We are happy to receive any form of study contribution in order to positively face the situation.
   Paolo Lutteri
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center

(Febbraio 2021: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
1° febbraio 2021
Conservazione e manutenzione delle foreste
Le innovazioni tecnologiche inducono a parlare prevalentemente di manutenzione industriale. Tuttavia, al fine di uno sviluppo equilibrato e sostenibile, la manutenzione della natura sulla Terra è primaria, non complementare, alle attività di produzione, in quanto riferita direttamente all’ambiente.
Il nostro pianeta ha un patrimonio forestale che occupa il 31% delle terre emerse. Di questa parte le foreste tropicali ne occupano il 45%. I ruoli delle foreste sono molteplici: oltre ad assicurare energia rinnovabile (legno) e cibo (frutta) a scopo prevalentemente domestico, hanno una funzione idrogeologica fondamentale nel drenare le acque, stabilizzare il suolo riducendo i disastri ambientali, regolare il clima locale-regionale-globale, ridurre il riscaldamento del pianeta. Infatti il processo di fotosintesi clorofilliana consente di assorbire anidride carbonica dall’atmosfera, mitiga l’impatto delle emissioni di gas serra. La foresta amazzonica, per esempio, accumula ogni anno dai 150 ai 200 miliardi di tonnellate di carbonio. Nello stesso tempo la deforestazione ha raggiunto 10 milioni di ettari/anno, distruggendo interi ecosistemi e degradando sensibilmente le biodiversità (vedi i pipistrelli e la probabile origine dei virus pandemici). La manutenzione delle foreste coinvolge molte discipline: biologia, botanica, zoologia, silvicultura, agricoltura, ma anche geologia, urbanistica (alberi in città), economia, giurisprudenza, politica. Purtroppo non c’è un approccio sistematico ai problemi, a cominciare dalle normative di protezione che non variano solo da Stato a Stato, ma anche da località a località: le politiche agricole non proteggono a sufficienza lo sviluppo sostenibile, il taglio del legname spesso è illegale, la raccolta di biomasse non è efficace, incendi dolosi e urbanizzazioni completano lo scempio. Si aggiungono le tempeste meteorologiche come l’uragano Vaia (nell’illustrazione) in Italia a fine ottobre 2018 (42 milioni di alberi abbattuti su una superficie di 42.000 ettari).
La manutenzione nelle foreste non è facile, ci vogliono cantieri specializzati variamente dislocati per restaurare boschi e prati, preservare le biodiversità, ma soprattutto indicatori per identificare la vulnerabilità e prevenire i rischi come è stile di ogni moderna manutenzione.
In testa al tutto ci vuole una sensibilità culturale all’equilibrio ambientale. La Fondazione Salvetti intende organizzare nei prossimi mesi alcuni incontri, sia pure in videoconferenza, per approfondire questi temi con i giornalisti, gli opinion makers, gli studenti e i giovani professionisti che costituiscono uno dei punti di attenzione sui quali si focalizza la nostra attività di documentazione e formazione.
    Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
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February 1st, 2021
Forest conservation and maintenance
Technological innovations tend to talk predominantly of industrial maintenance. However, for the purpose of balanced and sustainable development, the maintenance of nature on Earth is primary, not complementary, to production activities, as it refers directly to the environment.
Our planet has a forest heritage that occupies 31% of its land. Tropical forests occupy 45% of this part. The roles of forests are many: in addition to ensuring renewable energy (wood) and food (fruit) for mainly domestic purposes, they have a fundamental hydrogeological function in draining water, stabilizing the soil by reducing environmental disasters, regulating the local-regional-global climate, reducing global warming. In fact, the process of chlorophyll photosynthesis allows for the absorption of carbon dioxide from the atmosphere, mitigates the impact of greenhouse gas emissions. The Amazon rainforest, for example, accumulates between 150 and 200 billion tons of carbon each year. At the same time, deforestation has reached 10 million hectares per year, destroying entire ecosystems and dramatically degrading biodiversity (see bats and the likely origin of pandemic viruses). Forest maintenance involves many disciplines: biology, botany, zoology, forestry, agriculture, but also geology, urban planning (trees in the city), economics, case law, politics. Unfortunately, there is no systematic approach to the problems, starting with the protection regulations that vary not only from State to State, but also from place to place: agricultural policies do not sufficiently protect sustainable development, logging is often illegal, the collection of biomass is not effective, fires and urbanization complete the destruction. There are also meteorological storms such as hurricane Vaia (in the illustration) in Italy at the end of October 2018 (42 million trees felled on an area of 41,000 hectares). 
Forest maintenance is not easy. It takes specialized maintenance sites in various locations to restore woods and meadows, preserve biodiversity, but especially indicators to identify vulnerability and prevent risks as is the style of any modern maintenance.
To top it all, it takes cultural sensitivity to environmental balance. The Salvetti Foundation intends to organize some meetings in the coming months, albeit via videoconference, to investigate these issues with journalists, opinion makers, students and young professionals who constitute one of the points of attention of our documentation and educational job.
    Paolo Lutteri
Director of the Salvetti Foundation Documentation Education Center

(Gennaio 2021: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
1° gennaio 2021
Lungimiranza
Ogni giorno ci sono criticità: di risorse, di organizzazione, di competenze, di efficienza, di salute delle persone. I ‘pompieri’ (o i manutentori meccatronici moderni) intervengono sulle emergenze e cercano di ‘tappare le falle’ del sistema. Le polemiche fanno parte del quotidiano. Ma intanto serve che qualcuno guardi avanti, non da pompiere, ma da manager previdente. Purtroppo di solito le pianificazioni e le normative arrivano tardi rispetto all’evoluzione delle situazioni. Dopo i disastri, i politici rincorrono la manutenzione. Ma non basta una manutenzione ordinaria, ce ne vuole una preventiva. Non basta una politica di manutenzione locale, ce ne vuole una globale.
La manutenzione, cara a noi della Fondazione Salvetti, diventa scienza della salvaguardia del mondo, attraverso la cura delle cose, degli assetti e delle persone e include la prevenzione dei danni, la lungimiranza nell’organizzazione di uno sviluppo sostenibile e equilibrato. Con l’Agenda 2030  (https://unric.org/it/agenda-2030/) le Nazioni Unite hanno certamente fatto buone proposte e la nostra Fondazione segue con attenzione le attività dell’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (https://asvis.it/) che sostiene gli obiettivi dell’Agenda.
Per cominciare l’anno c’è una buona notizia, lungimirante e stratosferica. L’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio esterno (UNOOSA) ha siglato il 17 dicembre scorso con la NASA il ‘Memorandum of Understanding on Peaceful Uses of Space’ (MOU:  http://www.unoosa.org/pdf/gares/ARES_21_2222E.pdf), impegnandosi a cooperare nei settori della scienza e della tecnologia per l’esplorazione dello spazio. La comunità spaziale è globale. Così speriamo che sarà più facile il percorso per mantenere anche il cosmo con uno sviluppo equilibrato e sostenibile. In terra e in cielo, in pace. La scienza non ha confini.
   Paolo Lutteri
Direttore Centro Documentazione Formazione Fondazione Salvetti
(Nell’immagine: llustrazione del progetto NASA Gateway, stazione spaziale orbitante intorno alla Luna, in via di realizzazione in collaborazione con l’Agenzia spaziale europea, canadese, giapponese)
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(January 2021: home page Salvetti Foundation site)
January 1st, 2020
Foresight
Every day there are critical issues: resources, organization, skills, efficiency, people's health. The 'firefighters' (or modern mechatronic maintainers) take action in emergencies and try to 'plug the leaks' in the system. Controversies are part of everyday life. But in the meantime someone needs to look ahead, not as a firefighter, but as a provident manager. Unfortunately, planning and regulations usually arrive late toward the evolution of situations. After the disasters, politicians are chasing maintenance. But ordinary maintenance is not enough, a preventive one is needed. A local maintenance policy is not enough, a global one is needed.
Maintenance, dear to us at the Salvetti Foundation, becomes the science of safeguarding the world, through the care of things, assets and people and includes damage prevention, far-sightedness in organizing sustainable and balanced development. With the 2030 Agenda (https://unric.org/it/agenda-2030/) the United Nations has certainly made good proposals and our Foundation is closely following the activities of the Italian Alliance for Sustainable Development (https://asvis.it/) which supports the objectives of the Agenda.
To start the year there is good news, far-sighted and stratospheric. The United Nations Office for Outer Space Affairs (UNOOSA) signed on December 17 with NASA the 'Memorandum of Understanding on Peaceful Uses of Space' (MOU:
http://www.unoosa.org/pdf/gares/ARES_21_2222E.pdf), committing to cooperate in the fields of science and technology for space exploration. The space community is global. So we hope that the path to keep the cosmos with balanced and sustainable development will also be easier. On earth and on heaven, in peace. Science has no borders.  
   Paolo Lutteri
Director of the Salvetti Foundation Education Documentation Center
(In the picture: illustration of the NASA Gateway project, a space station orbiting the Moon, under construction in collaboration with the European, Canadian and Japanese Space Agencies)

(Dicembre 2020: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
ATLAS. Il conflitto tra sistema e ambiente.
La realtà influisce sulla conoscenza e sulla coscienza. Questo 2020 è stato particolarmente drammatico per la società umana. Oltre alle situazioni critiche per i confronti armati, le rivolte civili, i gesti terroristici, le ondate migratorie, le disuguaglianze sociali e i rischi ambientali, è arrivata imprevedibilmente l’epidemia di Covid19, e ha trovato impreparati proprio i Paesi industriali avanzati. E i rischi si interconnettono. La recessione globale si prolunga, come prevedibile. Le infrastrutture e le reti di Information Technology sono più sensibili a guasti. Persone e merci avranno ancora restrizioni alla circolazione. I debiti si accumuleranno. La disoccupazione strutturale aumenterà. Nel mercato internazionale, dove USA e Cina fanno grossomodo il 40% del PIL mondiale, la sfida bipolare non sarà più tanto sull’ideologia tra liberismo e comunismo, ma piuttosto tra tecnologie: industria 4.0, telecomunicazioni 5G, robotica, intelligenza artificiale, blockchain, cybersicurezza. In Europa la congiuntura sanitaria ha sostanzialmente bloccato alcuni settori economici: il turismo, l’artigianato, il piccolo commercio, i servizi professionali, i trasporti, la formazione e la cultura (soprattutto la scuola). Non è un elenco esaustivo, perché le ripercussioni sono cadute su tutte le attività economiche e finanziarie, sui consumi, salvo forse quelli farmaceutici e tecnologici. E il disequilibrio a tutti i livelli si è fatto più marcato. La tendenza non accenna a fermarsi, sia per i pericoli della salute che per tutte le altre criticità.
La manutenzione degli impianti potrà prolungare la vita delle infrastrutture, ma difficilmente attenuerà le contraddizioni sociali e contrasterà l’inefficienza degli amministratori pubblici (punto debole di una governance adeguata e tecnologica). Avremo macchine e impianti più performanti e più sicuri, ma concretamente, se non fermiamo la plastica nei mari e l’anidride carbonica nell’aria, saremo travolti dai cambiamenti climatici; se non riduciamo le disuguaglianze e le contraddizioni della gestione sociale, saremo coinvolti nelle liti magari cruente per il welfare, il lavoro, le supremazie locali, le rivendicazioni populiste. Allora sostenere il mondo, mantenere il mondo, significa impegnarsi ancor più, fare fatiche, discutere e sopportare, autolimitare le proprie ambizioni ‘corporative’ per un miglior scopo comune. Non sarà facile, non andrà tutto bene per tutti, ma dobbiamo provarci. Dal nostro punto di osservazione come Fondazione Salvetti cercheremo ancor più di favorire la conoscenza e la coscienza, incoraggiare le ricerche, premiare le responsabilità, consapevoli che la sfida è solo all’inizio e bisogna anticipare i rischi emergenti.
(Nella foto: Atlante, particolare di scultura ellenistica in marmo del 2° secolo d.C. appartenente alla Collezione Farnese, oggi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli)
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(December 2020: home page Salvetti Foundation site)
ATLAS. The struggle between system and environment.
Reality affects knowledge and consciousness. This 2020 has been particularly dramatic for human society. In addition to the critical situations for armed confrontations, civil revolts, terrorist actions, waves of migration, social inequalities and environmental risks, the Covid19 epidemic has arrived unpredictably and found the advanced industrial countries unprepared.  And the risks are interconnected. The global recession continues, as expected. Infrastructures and Information Technology networks are more susceptible to failure. People and goods will still have movement restrictions. Debts will pile up. Structural unemployment will rise. In the international market, where the US and China make up roughly 40% of world GDP, the bipolar challenge will no longer be on the ideology between liberalism and communism, but rather between technologies: industry 4.0, 5G telecommunications, robotics, artificial intelligence, blockchain, cybersecurity. In Europe, the health situation has essentially blocked some economic sectors: tourism, crafts, small businesses, professional services, transport, training and culture (especially schools). It is not an exhaustive list, because the impact falls on all economic and financial activities, on consumption, except perhaps pharmaceutical and technological ones. And the imbalance at all levels has become more marked. The trend shows no sign of stopping, both for health dangers and for all other critical issues.
The maintenance of the plants will be able to extend the life of the infrastructures, but it will hardly mitigate the social contradictions and counteract the inefficiency of public administrators (weak point of adequate and technological governance). We will have better performing and safer machines and systems, but concretely, if we do not stop the plastic in the seas and carbon dioxide in the air, we will be overwhelmed by climate change; if we do not reduce the inequalities and contradictions of social management, we will be involved in perhaps bloody disputes over welfare, work, local supremacies, populist claims. So supporting the world, maintaining the world, means making even more efforts, struggling, arguing and enduring, self-limiting one's 'corporate' ambitions for a better common purpose. It won't be easy, it won't be all right for everyone, but we have to try. From our point of view as the Salvetti Foundation we will try even more to foster knowledge and consciousness, encourage research, reward responsibilities, aware that the challenge is only just beginning and we need to anticipate emerging risks.
(In the photo: Atlas, detail of hellenistic marble sculpture from the 2nd century A.D. belonging to the Farnese Collection, now at the National Archaeological Museum of Naples)

(Novembre 2020: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
THE COUNTERWEIGHTS
Novembre 2020
Sostenibilità ed equilibrio
Il momento è difficile, non solo per la pandemia in corso. Come tanti, impegnati nella vita professionale e sociale, attraversiamo continuamente le contraddizioni della storia. Il disequilibrio è evidente, le forze meccaniche o quantistiche o psichiche in movimento spingono un aumento dell’entropia, anche nell’organizzazione. Così ogni equilibrio apparentemente raggiunto è turbato da nuove condizioni, siano esse economiche globali o locali, tecnologiche o ambientali o semplicemente sanitarie. Importante è non lasciare al caso i cambiamenti, ma giocare d’anticipo: prevedere e provvedere.
L’argomento ‘equilibrio’ mette sotto esame un numero sterminato di variabili. A cominciare dalle risorse energetiche, agricole e alimentari e dalla loro gestione con le persone e le macchine. Nel XXI secolo non abbiamo le risorse del XX, né possiamo restare con le idee del XVIII e gli argomenti del Medioevo. Produrre forza e calore con i combustibili fossili e disperdere sfrenatamente materie plastiche ha modificato l’ambiente e sta distruggendo rapidamente l’ecologia, ovvero il benessere della natura.
Le macchine ci possono aiutare? Sì. Magari trasformando quelle da guerra e da gioco in strumenti per la civiltà e riciclando il personale in ambiti più preziosi come la ricerca, la salute, la manutenzione. Sono affermazioni di principio che meritano approfondimento critico, valutazioni sul contesto generale, esame delle interrelazioni, formulazione di ipotesi concrete, impegno non solo culturale ma anche politico. Molto difficile, nella turbolenza del mondo civile odierno. Ogni proposta sembra un cucchiaino per prosciugare il mare, poco efficiente anche se avesse tanti imitatori. Intanto, accanto allo sviluppo sostenibile, possiamo proporci anche quello di mirare ragionevolmente all’equilibrio tra necessità industriali e benessere comune. Anche il riconoscere che c’è un problema e che su qualche percorso bisogna fare autocritica è un piccolo passo avanti nella conoscenza.
Questo sito raccoglie documenti, ricerche, contributi di supporto per approfondire gli argomenti; ben vengano da parte dei lettori commenti, contributi critici da condividere e divulgare. Occhi aperti. Ovviamente non basta. Nel nostro ambito professionale e familiare cerchiamo semplicemente di curare bene la manutenzione delle macchine e delle persone. Collaboriamo, come possibile, con l’European Federation of National Maintenance Societies, l’Associazione Italiana Manutenzione, l’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile, la Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche, l’Osservatorio Tuttimedia: una base per prendere iniziative più larghe.
(Nell’immagine: Wassily Kandinsky - Counterweights, 1926 - Berlin / Staedtisches Museum, Muehlheim an der Ruhr, Germany)
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(November 2020: home page Salvetti Foundation site)
November, 2020
Be sustainable and in balance
The situation at this stage is difficult, not only for the ongoing pandemic. Like a lot of people, engaged in professional and social life, we continuously go through the contradictions of history. The imbalance is evident, the mechanical or quantum or psychic forces in motion push an increase in entropy, even in the organization. Thus any equilibrium apparently reached is disturbed by new conditions, be they global or local economic, technological or environmental or simply sanitary. It is important not to leave changes to chance, but to anticipate: foresee and provide.
The 'balance' argument examines an endless number of variables. Starting with energy, agricultural and food resources and their management with people and machines. In the 21st century we do not have the resources of the 20th, nor can we remain with the ideas of the 18th and the arguments of the Middle Ages. Producing strength and heat with fossil fuels and wildly dispersing plastic materials has changed the environment and is rapidly destroying the ecology, or the well-being of nature.
Can machines help us? Yes. Maybe by transforming those from war and games into tools for civilization and recycling personnel in more precious areas such as research, health, maintenance. These are statements of principle that deserve critical study, evaluations of the general context, examination of interrelationships, formulation of concrete hypotheses, commitment not only cultural but also political. It’s very difficult, in the turbulence of today's civilized world. Each proposal looks like a spoon to drain the sea, not very efficient even if it had many imitators. Meanwhile, alongside sustainable development, we can also propose to aim reasonably at the balance between industrial needs and common well-being. Even recognizing that there is a problem and that on some path you need to be self-critical is a small step forward in knowledge.
This site collects documents, research, support contributions to deepen the topics; comments, critical contributions to share and disseminate are welcome from readers. Eyes open. Obviously it is not enough. In our professional and family environment we simply try to take care of the maintenance of machines and people well. We collaborate, as possible, with the European Federation of National Maintenance Societies, the Italian Maintenance Association, the Italian Alliance for Sustainable Development, Federation of Scientific and Technical Associations, the Tuttimedia Observatory: a basis for taking wider initiatives.
(In the picture: Wassily Kandinsky - Counterweights, 1926 - Berlin / Staedtisches Museum, Muehlheim an der Ruhr, Germany)

(Ottobre 2020: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
CRESCITA VERTICALE
Nelle città si concentra l’attività economica della società dei servizi. Agricoltura, industria e artigianato restano nei grandi spazi rurali o alle periferie delle metropoli, mentre le residenze, i servizi commerciali e amministrativi si addensano da tempo nei centri urbani. La carenza di spazi ha favorito le costruzioni in verticale. I grattacieli più alti del mondo stanno a Dubai (Burj Khalifa: altezza 869 metri, 163 piani), a Shanghai (Shanghai Tower: 632 metri, 128 piani), Abraj Al Bait (La Mecca: 601 metri, 120 piani). Nella top parade ci sono poi altri 27 supergiganti, qua e là nel mondo arabo, asiatico e nord americano, alti tra i 400 e i 600 metri, costruiti quasi tutti negli ultimi vent’anni. Trascuriamo qui qualche centinaia di edifici più ‘bassi’, che comunque hanno caratteristiche originali e interessanti qualità di costruzione.
Ricordiamo solo l’Empire State Building del 1931 a New York (nella foto) che conserva il celebre osservatorio a 381 metri di altezza. Per costruirlo va onorata la memoria di circa 3.400 operai, in gran parte immigrati italiani e irlandesi, affiancati da alcuni indiani Mohawk, assunti per la loro ottima capacità di equilibrio anche a considerevoli altezze (tuttavia furono 6 le vittime del cantiere).
Oggi anche la manutenzione dei grattacieli si è aggiornata in sicurezza e qualità: ci sono i manutentori acrobatici, con tanto di corde, ventose e gondole, ma ci sono anche robot volanti per manipolazione aerea. La manutenzione oggi è predittiva e si avvale di sensori che ne monitorano le strutture e il funzionamento. Per esempio: il controllo del Burj Khalifa (affidato alla società ABB) monitora l'alimentazione di ciascuno dei 400 carichi elettrici, gestisce 54 ascensori e il sistema di aria condizionata tramite smartphone, tablet e personal computer. In tempo reale fornisce dati su energia, potenza, temperatura, corrente, tensione e qualità dell'alimentazione; oltre a protezioni di sicurezza di backup ai responsabili e ai team di assistenza, analizza la necessità di manutenzione e fornisce avvisi precoci di potenziali guasti. Tra l’altro ha aiutato a ridurre i costi operativi fino al 30%.
Anche la storia dei grattacieli è un monumento all’ingegneria e alle forze del lavoro. Oggi le strategie di costruzione sono in discussione, connesse con i problemi ecologici, ambientali e sociali. Un nuovo grattacielo non è più un vanto campanilistico, ma è il risultato di un impegno e di una riflessione, che devono essere collegati allo sviluppo sostenibile per tutte le imprese, tutti gli addetti e per la popolazione.  E’ dovere della nostra Fondazione ricordarlo.
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(October 2020: home page Salvetti Foundation site)
VERTICAL GROWTH
The economic activity of the services based society is gathered in the cities. Agriculture, industry and crafts remain in large rural areas or on the suburbs of metropolises, while residences, commercial and administrative services have long been concentrated in urban centers. The lack of space has favored vertical constructions. The tallest skyscrapers in the world are in Dubai (Burj Khalifa: height 869 meters, 163 floors), Shanghai (Shanghai Tower: 632 meters, 128 floors), Abraj Al Bait (Mecca: 601 meters, 120 floors). In the top parade there are also 27 other supergiants, here and there in the Arab, Asian and North American world, between 400 and 600 meters high, almost all built in the last twenty years. Here we neglect a few hundred 'lower' buildings, which still have original features and interesting construction qualities.
We only remember the 1931 Empire State Building in New York (pictured) which houses the famous observatory at 381 meters high. To build it, the memory of around 3,400 workers, mostly Italian and Irish immigrants, flanked by some Mohawk Indians, hired for their excellent ability to balance even at considerable heights (however there were 6 victims during the construction) must be honored.
Today even the maintenance of skyscrapers has been updated in terms of safety and quality: there are acrobatic maintainers, complete with ropes, suckers and gondolas, but there are also flying robots for aerial manipulation. Maintenance today is predictive and uses sensors that monitor its structures and operation. For example: the control of the Burj Khalifa (entrusted to the ABB company) monitors the power supply of each of the 400 electrical loads, manages 54 lifts and the air conditioning system via smartphone, tablet and personal computer. In real time it provides data on energy, power, temperature, current, voltage and power quality; in addition to backup security protections to managers and support teams, it analyzes maintenance needs and provides early warnings of potential failures. Among other things, it helped reduce operating costs by up to 30%.
The history of skyscrapers is also a monument to engineering and the workforce. Today the construction strategies are under discussion, connected with ecological, environmental and social problems. A new skyscraper is no longer a parochial pride, but is the result of a commitment and reflection, which must be linked to sustainable development for all businesses, all employees and for the population. It is the duty of our Foundation to remember this.

(Settembre 2020: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
COL SENNO DI ADESSO ...
Col senno di adesso dobbiamo darci una mossa. La nostra civiltà sembra vicino a un collasso. Non è una situazione solo italiana, ma globale, più o meno drammatica. Se non ci tocca di persona, tocca tanti individui e cose intorno a noi. Non è una questione di tecnologia, ma di capacità di gestione, capacità di amministrare le infrastrutture, capacità di affrontare i rischi, capacità culturale in una società liquida che perde di vista gli obiettivi di lunga durata e la manutenzione dei beni. In Italia sappiamo che ci sono migliaia di ponti, viadotti e gallerie che richiedono interventi immediati. Edifici pubblici, ospedali e scuole soffrono dell’usura o di cattiva realizzazione. Molte infrastrutture del sociale sono obsolete, non reggono l’accelerazione tecnologica e non soddisfano i bisogni dei cittadini. Permangono i disagi, crescono le disuguaglianze sociali e le mancate integrazioni nel mondo del lavoro. L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, (https://unric.org/it/agenda-2030/), ancorché sottoscritta da 193 Paesi, trova scarsa applicazione dai Governi. Il Green Deal Europeo (https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/european-green-deal_it) intende trasformare le promesse in obblighi giuridici per la crescita sostenibile, dare impulso all’economia, ridurre l’inquinamento e migliorare il clima. La pandemia ha fatto suonare ulteriori allarmi sanitari e aperto nuove risorse finanziarie dell’Unione Europea che sta mettendo a disposizione cospicui investimenti. Occorre selezionare le priorità e applicare strategie e modalità di realizzazione rapide e soddisfacenti.
Non possiamo rimanere prigionieri dei gossip e della burocrazia del nostro villaggio, né restare intellettuali (o giocherelloni) prigionieri come il signor K., fuori dal Castello.
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(September 2020: home page Salvetti Foundation site)
LOOKING NOW...
Looking now we need to get a move on. Our civilization seems close to collapse. It is not just an Italian situation, but a global one, more or less dramatic. If it doesn't touch us in person, it touches many individuals and things around us. It is not a question of technology, but of management ability, ability to organize infrastructure, ability to deal with risks, cultural ability in a liquid society that loses sight of long-term objectives and the maintenance of assets. In Italy, we know that there are thousands of bridges, viaducts and tunnels that require immediate intervention. Public buildings, hospitals and schools suffer from wear or wasting. Many social infrastructures are obsolete, cannot withstand technological acceleration and do not meet the needs of citizens. The hardships remain, social inequalities and lack of integration in the world of work are growing. The “United Nations 2030 Agenda”, (https://unric.org/it/agenda-2030/), although signed by 193 Countries, finds little application by Governments. The “European Green Deal” (https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/european-green-deal_it) intends to transform promises into legal obligations for sustainable growth, to boost the economy, to reduce pollution and to improve the climate. The pandemic has raised further health alarms and opened up new financial resources for the European Union which is making available substantial investments. Priorities must be selected, rapid and satisfactory strategies and methods of implementation must be applied.
We cannot remain prisoners of the gossip and bureaucracy of our village, nor remain intellectual (or playful) prisoners like Mr. K., outside the Castle.

(Agosto 2020: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
Il buon governo
Sviluppo e buona manutenzione per un buon governo.
L’immagine del ‘Buon Governo’ è un auspicio ricorrente. In questo caso si tratta del ‘Mese di Agosto’, uno degli Arazzi Trivulzio, tessuti nel 1503-1509 per il condottiero Gian Giacomo Trivulzio da maestranze italiane su cartoni del Bramantino, ed oggi conservati presso i "Civici musei d'arte e pinacoteca" del Castello Sforzesco a Milano. Gli arazzi furono eseguiti da tale Maestro Benedetto, nella manifattura di Vigevano, assistito da quattro garzoni. Il motivo degli arazzi non è cortigiano, è la rappresentazione del lavoro, ha dunque un contenuto intimamente morale, la dimostrazione che esso è l'impegno di tutta la vita, la manifestazione allegorica delle virtù creative dell'uomo e della pace portata dai governanti. Il ‘Mese di Agosto’, un mese quasi di relax, è ambientato in un portico di un edificio aperto su una piazza rinascimentale, dove si banchetta a base di meloni e vino, mentre (sulla destra) vengono preparate le botti per il vino nuovo. Prosperità per tutti, è anche il nostro augurio. Speriamo!
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(August 2020: home page Salvetti Foundation site)
Development and good maintenance for good governance.
The image of ‘Good Governance' is a recurring wish. In this case it is the 'Month of August', one of the Trivulzio Tapestries, woven in 1503-1509 for the leader Gian Giacomo Trivulzio by Italian workers on Bramantino cartoons, and today preserved in the "Civic art museums and art gallery" of the Castello Sforzesco in Milan. The tapestries were made by this Maestro Benedetto, in the manufacture of Vigevano, assisted by four boys. The motif of the tapestries is not courtier, it is the representation of the work, therefore it has an intimately moral content, the demonstration that it is the commitment of all life, the allegorical manifestation of the creative virtues of man and of the peace brought by the rulers. The 'Month of August', an almost relaxing month, is set in a portico of a building open on a Renaissance square, where you can feast on melons and wine, while on the right the barrels for new wine are prepared. Prosperity for all is also our wish. Let's hope!

(Luglio 2020: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
MAINTAIN SPACE MISSION
Manutenzione e saldature nello spazio
Già nel 1969 i sovietici della Soyuz-6 eseguirono esperimenti di saldatura all’interno e all’esterno del veicolo spaziale, testando la saldatura a fascio di elettroni, la saldatura ad arco al plasma e la saldatura ad arco con gas metallico. La saldatura a freddo nello spazio in assenza di gravità tra due superfici dello stesso metallo è possibile ma presenta notevoli rischi. Le particelle fluiscono indistintamente tra un pezzo di metallo e l'altro come se fossero un unico blocco, fondendosi con pochissima pressione: se due metalli vengono a contatto tra di loro potrebbero fondersi fisicamente assieme senza che vi sia il calore a provocare la saldatura. I due pezzi di metallo possono saldarsi assieme con scarsa forza di attrito, ovvero gli elettroni da un pezzo di metallo possono scorrere nell’altro, per esempio nelle cerniere di un portello. In realtà le superfici di metallo non sono quasi mai completamente pulite, hanno strati ossidati, ma vi sono anche polveri e lubrificanti, perciò non sarebbe semplice che si saldassero da sole a freddo. Tuttavia l’Agenzia spaziale europea (ESA) raccomanda di preferire l’utilizzo di plastiche e ceramiche per evitare contatti di metalli su metalli in movimento, di cercare di usare leghe di metalli diverse per ridurre il rischio di saldatura a freddo, di utilizzare strati di protezione duraturi sui metalli. Il fenomeno ha implicazioni enormi per le missioni spaziali di lungo corso e il mantenimento di stazioni spaziali.
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(July 2020: home page Salvetti Foundation site)
Maintaining and welding in the space
Already in 1969 the Soviets of Soyuz-6 performed welding experiments inside and outside the spacecraft, testing electron beam welding, plasma arc welding and arc welding with metallic gas. Cold welding in the gravity-free space between two surfaces of the same metal is possible but presents significant risks. The particles flow indistinctly between a piece of metal and the other as if they were a single block, melting with very little pressure: if two metals come into contact with each other they could physically melt together without the heat causing the welding. The two pieces of metal can weld together with little friction force, or electrons from one piece of metal can slide into the other, for example in the hinges of a door. In reality, metal surfaces are almost never completely clean, they have oxidized layers, but also powders and lubricants, therefore it would not be easy for them to weld themselves in cold. However the European Space Agency (ESA) recommends to prefer the use of plastics and ceramics to avoid metal contacts on moving metals, to try to use different metal alloys to reduce the risk of cold welding, to use layers of lasting protection on metals. The phenomenon has huge implications for long-running space missions and the maintenance of space stations
Photo NASA - http://spaceflight.nasa.gov/gallery/images/station/crew-10/html/iss010e24875.html

(Giugno 2020: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
Una proposta per i rischi inconsapevoli / A proposal for unaware risks
Editoriale 1° giugno 2020
Una proposta affinché sia obbligatoria la manutenzione per i rischi inconsapevoli.
Politica della manutenzione vs manutenzione e politica.
Qual’è in una azienda la politica della manutenzione lo sapete tutti. Sotto i nostri occhi ci sono i disastri di una politica aziendale che spinta da una concorrenza spietata e globale ha pensato bene di tagliarne i costi. Ora è il caso di invertire il punto di vista e considerare da cittadini una politica che imponga una manutenzione attiva fattiva e sostenibile. Il primo approccio riguarda il fatto che non è possibile imporla ope legis. Lo Stato, sia esso nazionale o federato, a più alti livelli non ha gli strumenti per controllare se ogni azienda spende quanto obbligata per legge ad investire sui propri beni per mantenerli in sicurezza ed efficienza. Si parla molto di aziende ESG (environmental, social, governance) e costoro di fronte agli enti regolatori ed ai propri azionisti dovranno comportarsi coerentemente agli obiettivi dichiarati.
Chi controlla? È la prima domanda, non volendo affidarsi come spesso capita a gole profonde che all’interno delle aziende denunciano inadempienze con un sistema di delazioni che in paesi anglosassoni funzionano ma che noi non vorremmo  proporre.
La seconda domanda è: si può fare una prima ed urgente distinzione tra utilizzi “consci ed inconsci”? In più semplici parole chi lavora in acciaieria e vede un tubo perdere pressione con rischi notevoli può, in quanto cosciente, inviare subito una mail di urgente riparazione; ma chi transita sopra un ponte non è cosciente se esso sia stato recentemente certificato o no. Quindi il legislatore dovrebbe politicamente rivolgere più attenzione a chi fruisce di servizi che non governa. L’esempio è aeronautico: non vola l’aereo che dopo un tot di cicli non può certificare che ha subito gli interventi di manutenzione programmata e così dovrà essere ad esempio per i ponti stradali.
In super sintesi: in questi tempi il reclamo di una manutenzione obbligatoria deve essere portata a livello di coscienza sociale come il riciclaggio della plastica in primo e più evidente esempio. Non chiediamo una Greta della manutenzione ma vorremmo inserire tra gli obiettivi di una corretta ‘Manutenzione del Mondo’ la certificazione programmata dei beni ad uso “inconscio” come prima urgenza e una quota del fatturato destinata alla manutenzione che ogni singola azienda dovrebbe esporre nelle note informative di bilancio, che sia quotata o no.
Con queste semplici misure che proponiamo al mondo politico si avrebbe un più sicuro modo di vivere ed una più estesa e consapevole manutenzione del mondo. Che è da sempre l’approccio della nostra Fondazione per un mondo migliore.
Stefano Salvetti
Fondatore e Presidente Fondazione Salvetti
(Questo editoriale compare anche sul numero di giugno 2020 della rivista "Manutenzione - Tecnica e Management", organo ufficiale di A.I.MAN., l’Associazione Italiana Manutenzione)
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Editorial, June 1st, 2020
A proposal to make maintenance mandatory for unaware risks.
Policy of maintenance vs. Maintenance and Policy.
You all know what a maintenance policy is in a company. Before our eyes there are the disasters of a company policy which, driven by ruthless and global competition, had the good idea of cutting costs. Now we need to reverse the point of view and, as citizens, we need to rethink a policy that requires active and sustainable active maintenance. The first approach concerns the fact that it is not possible to impose it ope legis. The State, be it national or federated, at the highest levels does not have the tools to check whether each company spends what is legally obliged to invest in its assets to keep them safe and efficient. There is much talk about ESG companies (environmental, social, governance) and those, in front of regulatory bodies and their shareholders, will have to behave consistently with the stated objectives.
Who controls this? This is the first question, because we don’t want to rely, as it often happens, on whistle blowers that, within companies, report defaults with a system of reports that work in Anglo-Saxon countries but that we would not like to propose.
The second question is: can a first and urgent distinction be made between "conscious and unconscious"? In simpler words, those who work in the steelworks and see a pipe losing pressure with considerable risks can, as they are aware, immediately send an urgent repair email; but those who pass over a bridge are not aware of whether it has recently been certified or not. So the legislator should politically pay more attention to those who use services that do not govern. Aeronautics is an example : the plane that, after a certain number of cycles, cannot certify that it has undergone scheduled maintenance, cannot fly. This must be the case, for example, for road bridges.
In a nutshell: in these times the claim of compulsory maintenance must be brought to social awareness, such as the recycling of plastic, first and most evident example. We do not ask for a “maintenance Greta” but we would like to include, among the objectives of correct 'Maintenance of the World', the scheduled certification of the goods for "unconscious" use as the first urgency. We would like to include in the objectives also a portion of the revenue destined for maintenance, that each company should expose in the notes, whether it is listed or not.
With these simple measures that we propose to the political world, there would be a safer way of life and a more extensive and conscious maintenance of the world. Which has always been the approach of our Foundation for a better world.
Stefano Salvetti
Founder and President of the Salvetti Foundation
(This editorial also appears in the June 2020 issue of the magazine "Maintenance - Technique and Management", official organ of A.I.MAN., The Italian Maintenance Association)

(Maggio 2020: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti).
Un nuovo ponte attraversa la città di Genova
1° Maggio 2020 - Festa dei lavoratori
Il nuovo ponte, che si chiamerà probabilmente Ponte di San Giorgio, è in fase di costruzione ma le strutture principali sono già state completate qualche giorno fa, alla fine di aprile 2020, con la collocazione dell’ultima campata. Complessivamente il nuovo ponte è lungo 1.067 metri, ha 19 campate a 40 metri di altezza che sono sorrette da 18 piloni; sono state utilizzate 9.000 tonnellate di acciaio d’armatura, 17.000 tonnellate di acciaio-carpenteria-metallica, 67.000 metri cubi di calcestruzzo. Un ponte smart e sostenibile, con sistemi di automazione robotica e sensoristica per il controllo infrastrutturale e la manutenzione, con uno speciale sistema di deumidificazione per evitare la formazione di condensa salina e limitare i danni da corrosione. Impatto ambientale contenuto grazie a pannelli fotovoltaici, che produrranno l’energia necessaria per il funzionamento dei suoi sistemi (illuminazione, sensoristica, impianti) sia di notte che durante il giorno. L’opera è stata realizzata dalle imprese Salini Impregilo e Fincantieri Infrastrutture, a partire dal 28 giugno 2019, quando furono rimosse le macerie del ponte crollato. ll nuovo ponte sarà un nodo fondamentale per le connessioni stradali e i trasporti di Genova, della Liguria e del territorio italiano. Le attività in cantiere si svolgono con tre turni di otto ore che coprono il giorno e la notte, un ritmo necessario per completare l’opera a tempi di record.
Il vecchio ponte autostradale che attraversava la città di Genova, chiamato Ponte Morandi, è crollato il 14 agosto 2018, provocando 43 morti e ingenti danni per la città e per tutto il sistema dei trasporti che passa per la Liguria.
https://www.pergenova.com/it/index.html
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Editoriale - 9 maggio 2020
La manutenzione in pandemia.
Premetto che non sono iscritto all’Albo dei Tuttologi da talkshow. Come Fondatore e Presidente della Fondazione Salvetti, mi permetto di riflettere sul recente sviluppo della manutenzione, sulla sua importanza e sul futuro.  Mi sono sempre occupato di manutenzione e specificatamente a mezzo saldatura: quindi riparazione di impianti industriali e protezione a mezzo riporti  antiusura dei componenti di macchine. Se adesso alzo lo sguardo è perché l’età mi consente riflessioni sul mondo. Recentemente l’orizzonte della Manutenzione si è spostato e allargato dall’industria alle infrastrutture con un passaggio sulla conservazione del patrimonio culturale. Tecnicalità via via diverse ma coniugabili tutte nel ramo che è diventato il motto della nostra Fondazione: “Manutenere il Mondo”. E che riflessioni fare sul fatto che il mondo, per un certo periodo, si è chiuso in sé stesso per collassare economicamente?
Il primo tema è ‘Manutenzione e Sicurezza’. Abbiamo vissuto blackout elettrici nel passato ed abbiamo provato la vulnerabilità di aree a rischio, ma la prima domanda è: questa pandemia ha chiuso tutto e nel frattempo chi si occupava di manutenere in piedi il sistema? Certamente gli arguti obietteranno che la filiera logistico-alimentare è rimasta in attività e ha funzioni vitali come le centrali elettriche. Ovviamente, e ci mancherebbe altro: ma la domanda resta inevasa. Come in azienda c’è il responsabile della sicurezza, in politica ci deve essere il responsabile della vulnerabilità del sistema e non deve essere un tuttologo o un politico oppure un esperto. Deve essere un ‘manutentore’ perché solo lui ha in mente la capacità di capire che cosa vuol dire ... tenere acceso un sistema. Quindi, in sintesi, da manutenzione e sicurezza a manutenzione e vulnerabilità.
Il secondo tema è più filosofico e meno tecnico: antropizzazione e manutenzione. Partendo da Marx quando scriveva “Die Philosophen haben die Welt nur verschieden interpretiert; es kommt aber darauf an, sie zu verändern“ (finora i filosofi hanno interpretato il mondo, ora debbono cambiarlo), rileviamo che brutalmente l’abbiamo cambiato e nell’antropocene l’Uomo si è proclamato il Signore dell’Universo e ha modellato il Pianeta ai suoi disegni, ai suoi bisogni e fatalmente ai suoi sprechi. Notiamo che, dopo solo un paio di mesi di clausura in casa, la natura ha recuperato i suoi spazi, i mari sono tornati cristallini e la fauna ha ripreso possesso delle città. Non dichiaro che l’uomo è un consumatore abusivo di risorse: faccio solo notare che quest’anno in Italia l’Overshoot Day è previsto per il 14 maggio: tra poche settimane avremo consumato tutte le risorse che produrremo nel 2020. Che senso morale ha per un ‘Manutentore del Mondo’ tenerlo in efficienza se è destinato a bruciare più risorse di quante ne produce? Non sarebbe forse il caso di rivedere i parametri prima di continuare a procedere imperterriti verso il collasso del sistema produttivo? Questo tema è precedente al ruolo di manutentore ed è affidato alla sensibilità ambientale che nei Paesi cosiddetti evoluti si sta facendo largo; la sensibilità potrebbe (e lo speriamo davvero) portare ad una diversa politica. Non stiamo parlando dei ‘verdi’ come partito che impedisca la crescita industriale in una bucolica salvaguardia di un mondo arcadico che non c’è più. Stiamo parlando di portare a livello operativo il concetto di sostenibilità della economia circolare. Questa, se ben diffusa come pratica industriale, può, se non salvare il mondo, almeno allungare la data del 2050 come preventivato collasso, se diversamente non si agisce.
Non introduco qui il tema dei Paesi ricchi contro i poveri perché se buttiamo sulla stadera anche la spada di Brenno si ottiene un problema così enorme che non può essere salvato dal buonismo di qualche associazione filantropica statunitense. Resto al tema: come si fa a manutenere il mondo in un mondo di poveri? Ne parleremp ancora nel prossimo editoriale.
Stefano Salvetti
Fondatore e Presidente della Fondazione Salvetti
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A new bridge crosses the city of Genoa
May 1, 2020 - International Workers' Day
The new bridge, which will probably be called Ponte di San Giorgio, is under construction but the main structures have already been completed a few days ago, at the end of April 2020, with the location of the last span. Overall, the new bridge is 1,067 meters long, has 19 spans at 40 meters high which are supported by 18 pylons; 9,000 tons of reinforcing steel, 17,000 tons of steel-carpentry-metal, 67,000 metric cubes of concrete were used. A smart and sustainable bridge, with robotic and sensor automation systems for infrastructure control and maintenance, with a special dehumidification system to avoid the formation of saline condensation and limit corrosion damage. Low environmental impact thanks to photovoltaic panels, which will produce the energy necessary for the operation of its systems (lighting, sensors, systems) both at night and during the day. The work was carried out by the companies Salini Impregilo and Fincantieri Infrastrutture, starting from June 28, 2019, when the rubble of the collapsed bridge was removed. The new bridge will be a fundamental node for road connections and transport in Genoa, Liguria and the Italian territory. Site activities take place with three eight-hour shifts covering day and night, a rhythm necessary to complete the work in record time.
The old highway bridge that crossed the city of Genoa, called Ponte Morandi, collapsed on August 14, 2018, causing 43 deaths and significant damage to the city and to the entire transport system that passes through Liguria.
https://www.pergenova.com/it/index.html
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Editorial - May 9, 2020
Maintenance in a pandemic .
To begin with: I am not registered with the Talkshow Register of Spin Doctors. As the Founder and President of the Salvetti Foundation, I take the liberty to reflect on the (recent) development of Maintenance, its importance and future. I have always dealt with maintenance and specifically by welding: repair of industrial plants and protection by wear-resistant coatings of machine components. If I look back now, it is because age allows me to reflect on the world. During recent times the horizon of Maintenance has shifted and expanded from industry to infrastructure with a move to the conservation of cultural heritage. Technicalities are gradually different but conjugated all in the branch that has become the motto of our Foundation: “Maintain the World". And what reflections to make on the fact that the world, for a certain period, has closed in on itself to collapse economically?
The first topic is ‘Maintenance and Safety'. We have experienced electrical blackouts in the past and have experienced the vulnerability of risk areas, but the first question is: did this pandemic close everything and in the meantime, second question: who was responsible for keeping up the system? Certainly some smart person will object that the logistics-food production chain has remained in activities active as have such vital functions as power plants. Obviously, we just need that: but the question remains unanswered. As in the company there is the person in charge of safety, in politics there must be the person in charge of the vulnerability of the system and that person must not be a politician or an “expert”. That must be a ‘Maintainer' because only a maintainer has the ability to understand what it means to keep a system running. From maintenance and security to maintenance and vulnerability.
The second topic is more philosophical and less technical: ‘Anthropization and Maintenance’. Starting from Marx when he wrote “Die Philosophen haben die Welt nur verschieden interpretiert; es kommt aber darauf an, sie zu verändern“ (so far philosophers have interpreted the world, now they have to change it), we note that brutally we changed it and in the anthropocene Man proclaimed himself the Lord of the Universe and modelled the Planet to his designs, to his needs and fatally to his wastes. We note that, after only a couple of months of “lock down” in the house, nature has reclaimed its spaces, the seas have returned to crystalline and the fauna has regained possession of the cities. I do not declare that man is an abusive consumer of resources: I just note that this year the Overshoot Day is scheduled for May 14 in Italy: in a few weeks we will have consumed all the resources we will produce in 2020. What will be the moral sense for a ‘Maintainer of the World' to keep it efficient if it is destined to burn more resources than it produces? Wouldn't it be appropriate to review the parameters before continuing to proceed undaunted towards the collapse of the production system? This theme precedes the role of maintainer and is entrusted to the environmental sensitivity that is making headway in the so-called developed countries; sensitivity could (and we really hope so) lead to a different policy. We are not talking about the 'greens' as a party that prevents industrial growth in a bucolic safeguard of an arcadian world that no longer exists. We are talking about bringing the concept of sustainability of the circular economy to an operational level. That, if widespread as an industrial practice, can, if not save the world, at least extend the date of 2050 as an expected collapse, if it is not done otherwise before?
I do not introduce here the topic of the rich Countries against the poor, because if we throw Brenno's sword on the steelyard, we get such a huge problem that it cannot be saved from the goodness of some American philanthropic association. I remain on the theme: how do you maintain the world in a world of the poor? We will talk about it again in the next editorial.

Robots and artificial intelligence at work with men.
(Aprile 2020: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti)
Aprile 2020.
Lo sviluppo sostenibile passa anche per la salute di tutti. Per la pandemia in atto la Fondazione Salvetti esprime il proprio rammarico e solidarietà per i defunti, i malati e le loro famiglie. Siamo vicini e supportiamo come possibile tutti coloro che sono impegnati concretamente a risolvere i problemi della salute e dell’organizzazione sociale.
La robotica e l’intelligenza artificiale sono in campo come strumenti della guerra odierna. In Cina, e non solo, i robot stanno aiutando a eliminare germi e disinfettare gli ospedali con luce ultravioletta o con vapore di iperossido di idrogeno. I robot puliscono realmente gli spazi negli ospedali ma anche negli uffici, nei supermercati, nei negozi, negli alberghi, negli aeroporti e stazioni ferroviarie. Questa decontaminazione robotica su larga scala sostituisce e protegge il personale operativo, oltre che i degenti, i commercianti, i clienti, i passeggeri. Abbiamo visto i robot che all’ingresso di un ospedale, magari da campo, monitoravano sintomi di febbre, frequenza cardiaca, livelli di saturazione di ossigeno. I robot sono stati utilizzati anche per eseguire esami con ultrasuoni, auscultare i pazienti, prelevare tamponi orali. Il robot con una telecamera consente l’intervento di un medico da remoto protetto. L’esperienza lockdown di una città ha potuto sviluppare iniziative di consegne alimentari e medicinali con veicoli senza pilota o con carrelli che distribuivano prodotti così come avviene già nelle catene di montaggio delle fabbriche avanzate. L’automazione in fabbrica ha accelerato anche il lavoro di raccolta dati ricerca, analisi e sperimentazione delle aziende farmaceutiche. Robot e intelligenza artificiale al lavoro con gli uomini.
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(April 2020: home page Salvetti Foundation site)
April 2020
Sustainable development also passes for everyone's health. For the ongoing pandemic, the Salvetti Foundation expresses its regret and solidarity for the deceased, the sick and their families. We are close and we support as much as possible all those who are concretely committed to solving problems of health and social organization.
Robotics and artificial intelligence are on the field as tools of today's war. In China, and beyond, robots are helping to eliminate germs and disinfect hospitals with ultraviolet light or hydrogen hyperoxide vapor. Robots really clean spaces in hospitals but also in offices, supermarkets, shops, hotels, airports and railway stations. This large-scale robotic decontamination replaces and protects operational staff, as well as patients, traders, customers, passengers. We have seen robots who, at the entrance to a hospital, perhaps from the field, monitored symptoms of fever, heart rate, oxygen saturation levels. The robots have also been used to perform ultrasound examinations, auscultate patients, take oral swabs. The robot with a camera allows the intervention of a remotely protected doctor. The lockdown experience of a city has been able to develop food and medicine delivery initiatives with unmanned vehicles or with trolleys that distributed products as is already the case in the assembly lines of advanced factories. Factory automation has also accelerated the work of collecting research, analysis and testing data from pharmaceutical companies. Robots and artificial intelligence at work with men.
https://www.businessinsider.com/robots-fighting-coronavirus-in-china-us-and-europe-2020-3?IR=T

5G
(Marzo 2020: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti)
Trasformare le economie nell'era 5G. The Geospatial Way.
Questo è il titolo della Conferenza organizzata dal Geospatial World Forum, che si terrà il prossimo mese ad Amsterdam. Il megatrend 5G è finalmente arrivato e rivoluzionerà completamente non solo il modo in cui viviamo, ma cambierà il modo in cui funziona il mondo. La cosiddetta ‘iper-connettività’ di persone, organizzazioni e macchine sta cambiando il modo in cui le imprese sono strutturate; come le aziende interagiscono; e come i consumatori ottengono servizi, informazioni e beni. Perché il modo geospaziale? L'industria geospaziale occupa una posizione unica nell'intero ecosistema di trasformazione digitale. Con il 5G come spina dorsale, le tecnologie geospaziali saranno ancora più innovative, come i progressi nell'analisi dei dati, la miniaturizzazione dei sensori, la rivoluzione NewSpace di piccoli satelliti, le mappe per le macchine, l’impatto dell’automazione esteso a più settori. La rivoluzione dell'informazione influenzerà il sostentamento umano e l'ambiente circostante.
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(March 2020: home page Salvetti Foundation site)
Transforming Economies in 5G Era. The Geospatial Way.
This is the title of the Conference organized by the Geospatial World Forum, to be held next month in Amsterdam. The 5G megatrend is finally here and will completely revolutionize not only the way we live, it will change how the world works. The so-called "hyper-connectivity" of people, organizations and machines is changing the way businesses are structured; how companies interact; and how consumers obtain services, information and goods.
Why the geospatial way? The geospatial industry is uniquely placed in the entire digital transformation ecosystem. With 5G as the backbone, geospatial technologies will be even more innovative, such as advancements in data analysis, miniaturization of sensors, the NewSpace revolution of small satellites, maps for machines; and automation will impact multiple sectors and foster path-breaking innovation. The information revolution will affect human livelihood and the surrounding environment.
https://geospatialworldforum.org/theme.html

ATTENZIONE AL CLIMA
(Febbraio 2020: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti)
Si prevede che la siccità diventerà diffusa nella regione mediterranea entro il 2030 e aumenterà ulteriormente entro il 2050
Lo stato climatico today è definito come condizioni medie tra il 1998 e il 2017, nel 2030 come media tra il 2021 e il 2040 e nel 2050 come media tra il 2041 e il 2060. I colori delle immagini si riferiscono alla quota del decennio trascorso nella siccità. Le misure utilizzano una media mobile di 3 mesi. La siccità è definita come un periodo mobile di 3 mesi con indice di Palmer medio della gravità della siccità (PDSI), basato sulla temperatura e sulle precipitazioni e calcolato in base alla deviazione dalla media storica. I valori vanno da +4 (estremamente umido) a -4 (estremamente secco). Le proiezioni specifiche derivano da modelli climatici. I modelli climatici sono modelli computazionali complessi basati sulla fisica che simulano l'atmosfera, l'oceano, la terra, la biosfera e la criosfera fino a risoluzioni di circa 100 km per 100 km. I modelli climatici utilizzati in questo rapporto sono tratti da un insieme di 60 modelli climatici noti come Modelli di Circolazione Generale (GCM) o modelli di sistemi terrestri; sono sviluppati, posseduti e gestiti in modo indipendente da 28 importanti Istituti di ricerca scientifica in tutto il mondo.
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WATCH THE WEATHER
(February 2020: home page Salvetti Foundation site)
Drought is expectd to become prevalent in the Mediterranean region by 2030 and further increase by 2050.
Climate state today is defined as average conditions between 1998 and 2017, in 2030 as average between 2021 and 2040, and in 2050 as average between 2041 and 2060. The colors of the images refer to the share of the decade spent in the drought. Drought is defined as a rolling 3-month period with Average Palmer Drought Severity Index (PDSI). This drought index , based on temperature and precipitation, is calculated on deviation from historical mean. Values range from +4 (extremely wet) to -4 (extremely dry). The specific projections were derived from climate models. Climate models are complex computational models based on physics that simulate the atmosphere, ocean, land, biosphere, and cryosphere down to resolutions of roughly 100km-by-100km. The climate models used in this report are drawn from an ensemble of 60 climate models known as General Circulation Models (GCMs) or earth system models; they are developed, owned, and operated independently by 28 leading scientific research institutions across the world.
Report «Climate risk and response. Physical hazards and socioeconomic impacts.” (McKinsey Global Institute –source: Woods Hole Research Center).
https://www.mckinsey.com/~/media/McKinsey/Business%20Functions/Sustainability/Our%20Insights/Climate%20risk%20and%20response%20Physical%20hazards%20and%20socioeconomic%20impacts/MGI-Climate-risk-and-response-vF.ashx

CHE COSA CI SARA’ DOPO?
Crescita stagnante e stallo della globalizzazione.
(Gennaio 2020: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti)
L'economia globale si è notevolmente indebolita nel 2019 al 2,3 per cento di crescita del PIL, in calo dal 3,0 per cento nel 2018. Tuttavia, è probabile una piccola ripresa nel 2020 al 2,5 per cento di crescita, secondo The Conference Board Global Economic Outlook 2020. A lungo termine, l'economia globale crescerà di circa il 2,7 percento entro la metà del prossimo decennio. I consumatori di tutto il mondo trarranno vantaggio dall'aumento dei salari e dai bassi tassi di inflazione, mentre le aziende continuano a sfruttare l'innovazione e la trasformazione digitale per aumentare i profitti e ridurre i costi per evitare una forte compressione degli utili.
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WHAT’S AHEAD?
Stagnating growth and stalling globalization.
(January 2020: home page Salvetti Foundation site)
The global economy significantly weakened in 2019 to 2.3 percent growth in GDP, down from 3.0 percent in 2018. However, a small recovery in 2020 to 2.5 percent growth is likely, according to The Conference Board Global Economic Outlook 2020. In the longer-term, the global economy will grow at about 2.7 percent by the middle of the next decade. Consumers around the world will benefit from rising wages and low inflation rates, while businesses continue to leverage innovation and digital transformation to grow top-line revenue and reduce costs to avoid a major squeeze on profits.
https://www.conference-board.org/data/globaloutlook/

MANTENERE LO STATO E L'ECONOMIA PRIVATA
(Dicembre 2019: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti)
Uno sguardo al passato permette di prendere le misure storiche dello sviluppo politico mondiale. Cento anni or sono, nel dicembre 1919, John Maynard Keynes pubblicava “Le conseguenze economiche della pace”, un testo magistrale che pure suscitò non poche critiche. Keynes faceva parte della delegazione inglese alla Conferenza di Versailles, alla fine della prima guerra mondiale, ma lasciò i lavori criticando l’eccessiva durezza punitiva nei confronti della Germania. La sua idea era quella di porre le basi per un nuovo sviluppo sociale ed economico, invece di occuparsi di questioni territoriali e di deindustrializzare i vinti: risoluzioni che produssero quel revanscismo che fu una delle cause di una seconda guerra mondiale. Le teorie economiche che Keynes sviluppò poi sono state oggetto di studio e di applicazione pratica molto significativa, per esempio nell’opportunità di un intervento dello Stato nell’economia, nelle politiche monetarie e nella gestione dei bilanci, promuovendo forme di economia mista ancor oggi fondamentali. Oggi la situazione sembra evolversi su binari non sempre paralleli, dimenticandosi il dialogo con la storia. Vale la pena di essere critici, ma non ignoranti.
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MAINTAINING THE STATE AND THE PRIVATE ECONOMY
(December 2019: home page Salvetti Foundation site)
A look at the past allows us to take historical measures of world political development. A hundred years ago, in December 1919, John Maynard Keynes published "The Economic Consequences of the Peace", a masterful text which also raised considerable criticism. Keynes was part of the British delegation at the Versailles Conference, at the end of World War I, but left the work criticizing the excessive punitive harshness towards Germany. His idea was to lay the foundations for a new social and economic development, instead of dealing with territorial issues and deindustrializing the vanquished: resolutions that produced the revanchism that was one of the causes of a second World War. The economic theories that Keynes later developed have been the subject of a very significant study and practical application, for example in the opportunity for State intervention in the economy, monetary policies and budget management, promoting forms of mixed economy that are still fundamental today. Today the situation seems to evolve on tracks that are not always parallel, forgetting the dialogue with history. It is worthwhile to be critical, but not ignorant.


FORECAST, PROCESSING, MAINTENANCE
(Novembre 2019: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti)
“Ho visto cose che voi umani …”
Lo sguardo è sempre avanti, ma talvolta è utile leggere all’indietro le previsioni scientifiche e anche quelle fantascientifiche.
In questi giorni del 2019 è stato ambientato (37 anni fa) il film Blade Runner, del regista Ridley Scott, ispirato a un racconto di Philip K. Dick del 1968 “Do Androids Dream of Electric Sheep?”. Come è noto si tratta di un film di fantascienza, giudicato tra i migliori di sempre, nato da un’idea di 51 anni fa, nella quale i problemi ecologici erano già in primo piano anche se la digitalizzazione non esisteva ancora (solo qualche giorno fa è stato celebrato il 50° anno di vita della rete digitale internet). In quell’ipotesi letteraria la Terra è stata resa inabitabile dall’inquinamento e dal sovraffollamento. Gli umani benestanti stanno nelle colonie extramondo, sulla Terra restano ‘gli scartati’, in uno scenario di caos urbano frequentato da robot androidi o meglio replicanti. Non è questa la sede per citare la trama del racconto o la critica cinematografica. Del 2019 ci resta la consolazione, nonostante la turbolenza politica, sociale, economica e ambientale nella quale viviamo, che non siamo così mal ridotti! E qualche passo tecnologico importante è stato fatto. Certo è che il futuro meriterà una migliore manutenzione di quella di Blade Runner.
Un punto di attenzione spettacolare lo dedichiamo al veicolo più vistoso di Blade Runner: lo Spinner. E’ un’auto volante a decollo verticale in dotazione alla Polizia, con tre diversi propulsori: un motore a combustione interna, un motore a reazione e un motore antigravità. Fu disegnata da un designer futurista, Syd Mead, e da Gene Winfield ne furono realizzati 25 modelli. Un esemplare si trova ancora al Science Fiction Museum and Hall of Fame a Seattle. Nella realtà di oggi qualche progetto di auto volante c’è, e c’è già qualche concreta realizzazione. Forse manca poco a vederla volare nei nostri cieli.
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FORECAST, PROCESSING, MAINTENANCE
(November 2019: home page Salvetti Foundation site)
I've seen things you people wouldn't believe…”
The gaze is always ahead, but sometimes it is useful to read scientific forecasts and also science fiction ones backwards.
In these days of 2019 the film Blade Runner by Ridley Scott was set (37 years ago), inspired by a story by Philip K. Dick of 1968 "Do Androids Dream of Electric Sheep?". As is known, this is a science fiction film, judged among the best ever, born from an idea of ​​51 years ago, in which ecological problems were already in the foreground even if digitization did not exist yet (only a few days ago the 50th anniversary of the digital internet network was celebrated). In that literary hypothesis the Earth has been rendered uninhabitable by pollution and overcrowding. The wealthy humans are in the extra-world colonies, on Earth they remain ‘the discarded’, in a scenario of urban chaos inhabited by robots androids or better replicants. This is not the place to mention the plot of the story or the film criticism. The consolation of 2019 remains, despite the political, social, economic and environmental turbulence in which we live, which we are not so badly reduced! And some important technological steps have been taken. What is certain is that the future will deserve better maintenance than that of Blade Runner.
We dedicate a spectacular point of attention to the most striking vehicle of Blade Runner: the Spinner. It is a vertical take-off flying car supplied to the Police, with three different engines: an internal combustion engine, a jet engine and an anti-gravity engine. It was designed by a futurist designer, Syd Mead, and 25 models were made by Gene Winfield. One specimen is still found at the Science Fiction Museum and Hall of Fame in Seattle. In today's reality there are some flying car projects, and there is already some concrete realization. Perhaps it lacks little to see her fly in our skies.

GLOBAL
(Ottobre 2019: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti)
“Le tensioni dell'epoca attuale stanno aumentando; la fiducia che lega il mondo è sfilacciata. Le generazioni di oggi e le prossime hanno bisogno che il mondo faccia meglio. Fortunatamente, c'è ancora tempo per raggiungere il futuro previsto nell'agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Occorre che il mondo trovi la saggezza, la solidarietà e la volontà di andare avanti per garantire una vita di dignità e prosperità per tutti, ovunque.” Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite.
La cultura della produzione industriale e la cultura della manutenzione non possono progredire se non tengono conto dell’ambiente e delle condizioni della società umana. Non è un problema di singole aziende, né di singoli Paesi. E’ un argomento globale che la nostra civiltà deve affrontare senza ritardi. Le risorse naturali vanno rispettate, le disuguaglianze sociali vanno sistemate. E’ un appello che in questi giorni è all’attenzione di tutti e che la Fondazione Salvetti condivide con lavoratori, imprenditori, scienziati, insegnanti, amministratori e politici, nell’interesse di tutti gli abitanti del pianeta Terra. Ecco perché lo rappresentiamo in tante lingue.
https://sustainabledevelopment.un.org/sdgsummit
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GLOBAL
(October 2019: home page Salvetti Foundation site)
“The pressures of the era are mounting; the trust that binds the world is fraying. Today’s generations and the next need the world to do better. Fortunately, there is still time to achieve the future envisioned in the 2030 Agenda for Sustainable Development. Let the world find the wisdom, the solidarity and the will to move ahead in order to ensure a life of dignity and prosperity for everyone, everywhere.” Antonio Guterres, General-Secretary of United Nations.
The culture of industrial production and the culture of maintenance cannot progress unless they take into account the environment and the conditions of human society. It is not a problem of individual companies or individual countries. It is a global argument that our civilization must face without delay. Natural resources must be respected, social inequalities must be settled. It is an appeal that these days is to everyone's attention and that the Salvetti Foundation shares with workers, entrepreneurs, scientists, teachers, administrators and politicians, in the interest of all the inhabitants of planet Earth. That's why we represent it in so many languages.
https://sustainabledevelopment.un.org/sdgsummit


DEMOCRAZIA   
(Settembre 2019: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti)
La civiltà umana non è mai stata quieta. Quasi continuamente guerre e sfide hanno caratterizzato la storia. Oggi, mentre insistono atteggiamenti bellicosi tra Governi, tra Paesi e anche all’interno di singoli popoli e mentre la distribuzione delle risorse naturali ed economiche continua a provocare grandi disuguaglianze sociali, occorre supportare con ottimismo tutte le iniziative dedicate alla conoscenza, alla comprensione, alla formazione di una maturità culturale positiva. La ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica e la manutenzione delle infrastrutture sono una base di lavoro per una migliore qualità di vita e per realizzare obiettivi comuni. A favore di un comportamento politico che agevoli questi scopi, può essere utile ricordare il discorso di Pericle del 430 a.C., riportato da Tucidide, che qui citiamo. Pericle intendeva celebrare i caduti nella Guerra del Peloponneso e probabilmente voleva strumentalizzare l’occasione per affermare le sue semplici idee populiste. La democrazia di Atene è stata un laboratorio primitivo. Pericle va studiato con giudizio. Duemilaquattrocento anni dopo il concetto di democrazia si è evoluto, si è adeguato al progresso economico e sociale. La democrazia oggi è un fenomeno complesso, non semplificabile. Merita un’attenzione critica e un coinvolgimento sempre più attento e perspicace.
«Viviamo infatti in un sistema di governo che non invidia le leggi dei vicini, ma anzi siamo noi d’esempio per alcuni piuttosto che imitare altri. E il suo nome, a motivo dell’essere amministrata non nell’interesse dei pochi ma dei molti, è democrazia, e secondo le leggi ciascuno ha pari diritti nelle dispute private, e per quanto riguarda la considerazione dei cittadini ognuno, secondo quanto si distingue in qualche campo, nell’amministrare le faccende pubbliche non è stimato per la classe sociale da cui proviene più che per il suo valore, né d’altronde la povertà, se si è in grado di fare qualcosa di buono per la città, è d’ostacolo a causa dell’oscurità del rango. Liberamente governiamo gli interessi pubblici e anche l’ostilità reciproca nell’ambito dei contatti quotidiani, senza adirarci con il vicino se fa qualcosa per il proprio piacere, e senza infliggerci molestie certo non passibili di punizione ma comunque spiacevoli a vedersi. Mentre conviviamo in privato senza offenderci, nelle faccende pubbliche non violiamo le leggi soprattutto per timore, per obbedienza a coloro che di volta in volta reggono il potere e alle leggi, in particolare a quelle che sono stabilite per proteggere le vittime d’ingiustizia e a quelle che, pur non scritte, portano unanime disonore di fronte alla comunità.» (trad. A. Colleoni e VV.)
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DEMOCRACY
(September 2019: home page Salvetti Foundation site)
Human civilization has never been quiet. Wars and challenges have characterized history almost continuously. Today, while there are warlike attitudes between governments, between countries and even within individual peoples and while the distribution of natural and economic resources continues to cause great social inequalities, it is necessary to optimistically support all initiatives dedicated to knowledge, understanding and education of a positive cultural maturity. Scientific research, technological innovation and infrastructure maintenance are a working basis for a better quality of life and for achieving common goals.
In favor of a political behavior that facilitates these purposes, it may be useful to recall Pericles' speech of 430 BC, reported by Thucydides, which we quote here. Pericles intended to celebrate the dead during the Peloponnesian War and probably wanted to exploit the opportunity to affirm his simple populist ideas. The democracy of Athens was a primitive laboratory. Pericles must be studied with judgment. Two thousand four hundred years later the concept of democracy has evolved, adapted to economic and social progress. Democracy today is a complex phenomenon that cannot be simplified. It deserves critical attention and increasingly attentive and insightful involvement.
«Our constitution does not copy the laws of neighbouring states; we are rather a pattern to others than imitators ourselves. Its administration favours the many instead of the few; this is why it is called a democracy. If we look to the laws, they afford equal justice to all in their private differences; if no social standing, advancement in public life falls to reputation for capacity, class considerations not being allowed to interfere with merit; nor again does poverty bar the way, if a man is able to serve the state, he is not hindered by the obscurity of his condition. The freedom which we enjoy in our government extends also to our ordinary life. There, far from exercising a jealous surveillance over each other, we do not feel called upon to be angry with our neighbour for doing what he likes, or even to indulge in those injurious looks which cannot fail to be offensive, although they inflict no positive penalty. But all this ease in our private relations does not make us lawless as citizens. Against this fear is our chief safeguard, teaching us to obey the magistrates and the laws, particularly such as regard the protection of the injured, whether they are actually on the statute book, or belong to that code which, although unwritten, yet cannot be broken without acknowledged disgrace. » (Trad. Richard Crawley)


1969-2019 LO SBARCO SULLA LUNA
(luglio-agosto 2019: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti)
Dopo le ricorrenze di Leonardo da Vinci e di Giacomo Leopardi, che la Fondazione Salvetti ha illustrato nella Home page, nei mesi di luglio e agosto abbiamo celebrato una tappa formidabile della conquista della nostra civiltà: lo sbarco sulla Luna, 21 luglio 1969.
Nel 1969 non c’erano i telefoni cellulari, non c’era internet, non c’erano micro-chip, non c’erano carburanti speciali. Quelle imprese spaziali sono tanto più formidabili quanto ‘poveri’ erano i mezzi tecnologici disponibili. Con le necessità di sviluppo della scienza, la conquista dello spazio ha accelerato la ricerca. Qualche esempio: energie (combustibili, risorse rinnovabili, batterie), elettronica e digitalizzazione, agricoltura e industria alimentare (liofilizzazione), industria chimica e tessile (abbigliamenti di protezione termica), osservazione dal cielo e localizzazione satellitare (GPS), risonanze magnetiche (TAC e PET), ottica (sensori a pixel attivi), fisica (applicazioni quantistiche e ricerche materia oscura). Insomma la ricerca spaziale ha scatenato iniziative scientifiche ed economiche che hanno attivato grandi mercati sia per l’industria che per il largo consumo. Sono nati consorzi come l’Agenzia Spaziale Europea (www.esa.int/ESA), quella Italiana (www.asi.it/) e agli scienziati si sono aggiunti cosmonauti addestrati di molti Paesi. L’italiano Luca Parmitano è in partenza proprio il 20 luglio 2019 per andare ad assumere il comando della Stazione Spaziale Internazionale, che viaggia intorno alla Terra da vent’anni, a 28.000 km/h e circa 360 km di altezza. La Fondazione Salvetti segue con attenzione anche questi sviluppi di uomini e imprese per lo spazio. Per avere un’idea delle innovazioni e dei brevetti conseguenti alle imprese spaziali:
https://spinoff.nasa.gov/Spinoff2017/pdf/2017_Brochure_web.pdf
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1969-2019 THE LANDING ON THE MOO
(July-August 2019: home page Salvetti Foundation site)
After the celebrations of Leonardo da Vinci and Giacomo Leopardi, which the Salvetti Foundation illustrated on the Home page, in  July and August we celebrated a formidable stage of the conquest of our civilization: the landing on the Moon, 21 July 1969.
In 1969 there were no mobile phones, no internet, no micro-chips, no special fuels. Those space enterprises are as formidable as "poor" were the technological means available. With the development needs of science, the conquest of space has accelerated research. Some examples: energy (fuels, renewable resources, batteries), electronics and digitalisation, agriculture and the food industry (freeze drying), chemical and textile industry (thermal protection clothing), sky observation and satellite localization (GPS), magnetic resonances (TAC and PET), optics (active pixel sensors), physics (quantum applications and dark matter research). In short, space research has triggered scientific and economic initiatives that have activated large markets for both industry and consumer goods. Consortia have been established such as the European Space Agency (www.esa.int/ESA), the Italian one (www.asi.it/) and scientists have added trained cosmonauts from many Countries. The Italian Luca Parmitano is leaving on July 20, 2019 to take over the command of the International Space Station, which has been traveling around the Earth for twenty years, at 28,000 km/h and about 360 km in height. The Salvetti Foundation is also closely following these developments of men and businesses for space. To get an idea of ​​innovations and patents resulting from space companies:
https://spinoff.nasa.gov/Spinoff2017/pdf/2017_Brochure_web.pdf

1819-2019 GIACOMO LEOPARDI
(giugno 2019: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti)
INFINITO: SCIENZA E LETTERATURA  Senza naufragare.
L’infinito è irraggiungibile, per definizione. Ma la vita e la società possono durare più a lungo, con la manutenzione.
Qualche volta le riflessioni sulla conoscenza scientifica si incrociano con quelle dell’arte e della letteratura. Nei primi mesi di quest’anno abbiamo citato Leonardo da Vinci e abbiamo commemorato 500 anni della sua morte. Poi abbiamo incrociato il 200° anniversario della composizione di una poesia di lunga memorabilità, anzi: senza tempo. Giacomo Leopardi avrebbe fatto gioire un Anassimandro nel VI secolo avanti Cristo e uno Stephen Hawking nel III millennio dopo. La Fondazione Salvetti, mentre raccoglie documenti e stimola le conoscenze di cultura industriale si tiene fiera anche di queste citazioni, che mantengono ampi i confini del pensiero.
IDILLIO - L'INFINITO
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel
pensier mi fingo; ove per poco
Il
cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il
pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare.
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1819-2019 GIACOMO LEOPARDI
(June 2019: home page Salvetti Foundation site)
INFINITE: SCIENCE AND LITERATURE  Without sinking.
Infinity is unattainable, by definition. But life and society can last longer, with maintenance.
Sometimes the reflections on scientific knowledge intersect with those of art and literature. In the first months of this year we mentioned Leonardo da Vinci and we commemorated 500 years of his death. Then we crossed the 200th anniversary of the composition of a poem of long memorability, indeed: timeless. Giacomo Leopardi would have rejoiced an Anaximander in the sixth century BC and a Stephen Hawking in the third millennium later. The Salvetti Foundation, while collecting documents and stimulating knowledge of industrial culture, is also proud of these quotations, which keep the boundaries of thought wide.


1519-2019 LEONARDO DA VINCI
(febbraio-maggio 2019: pagina iniziale del sito della Fondazione Salvetti)
Quest’anno celebriamo un importante anniversario nella storia dell’umanità. Sono passati 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, il celebre ingegnere, astronomo, filosofo, matematico e pittore italiano. La sua genialità ispira ancor oggi scienziati e tecnologi impegnati nell’innovazione e nella manutenzione industriale.
Abbiamo evidenziato nei mesi scorsi, tra le migliaia di disegni di Leonardo, quelli di una vite aerea e di un carro semovente (la parola ‘automobile’ non era corrente). Il movimento era spinto da molle ricaricabili che mettevano in azione ingranaggi abbinati alle ruote. Purtroppo non ci fu sèguito: Leonardo passava velocemente da un’invenzione ad un’altra e nessuno  ne reggeva il ritmo per farne applicazioni concrete.
Giorgio Vasari, a metà del XVI secolo, scrive di Leonardo: «Veramente mirabile e celeste fu Lionardo, figliuolo di ser Piero da Vinci, e nella erudizione e principii delle lettere arebbe fatto profitto grande, se egli non fusse stato tanto vario et instabile. Perciò che egli si mise a imparare molte cose e, cominciate, poi l'abbandonava.»
Dopo quel motore a molle ci volle qualche secolo per inventare un motore moderno, a scoppio. Per il futuro i motori si progetteranno a energia solare, elettrica o nucleare. Speriamo, nel quadro di eccellenza scientifica e tecnologia, nel miglior rispetto della sostenibilità ambientale.
Ma Leonardo non smette di stupirci: oggi è tempo di robot? Già Leonardo aveva ideato un cavaliere meccanico, in grado di muoversi quasi come un uomo, agitando le braccia e le gambe, muovendo la testa e la mascella. I disegni, realizzati già dal 1480, prevedevano un corpo in legno e parti in metallo e pelle, con un sistema di cavi e manovelle, ricoperte da un’armatura. Automa? Quasi.
Ecco intanto un’altra invenzione: una gru girevole, con un ingranaggio ‘cardanico’.
Per meglio visualizzare le immagini:
La vite aerea.
https://www.museoscienza.org/dipartimenti/catalogo_collezioni/scheda_oggetto.asp?idk_in=ST070-00126&arg=Industria%20aeronautica
Il carro semovente.
http://www.scudit.net/mdauto_leonardo.htm
Automa cavaliere.
Ricostruzione (esposizione Leonardo da Vinci. Mensch - Erfinder - Genie, Berlino 2005) Photo by Erik Möller.
La gru girevole.
www.leonardodigitale.com/Sfoglia/Menu.swf?direct=1&codex=Atlantico&folio=0105%20v
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1519-2019 LEONARDO DA VINCI
(February-May 2019: home page Salvetti Foundation site)
This year we celebrate an important anniversary in the history of humanity. 500 years have passed since the death of Leonardo da Vinci, the famous Italian engineer, astronomer, philosopher, mathematician and painter. His genius still inspires scientists and technologists committed to innovation and industrial maintenance.
We have recently highlighted, among the thousands of Leonardo’s drawings, those of an aerial screw and a self-propelled chariot (the word “automobile" was not used at the time). The movement was driven by rechargeable springs that put gears into action matched to the wheels. Unfortunately, there was no follow-up: Leonardo quickly switched from one invention to another and no one could keep up with his rhythm to make concrete applications.
Giorgio Vasari, in the mid-sixteenth century, wrote about Leonardo: “Marvelous and divine, indeed, was Leonardo the son of Ser Piero da Vinci. In erudition and letters he would have distinguished himself, if he had not been variable and unstable. For he set himself to learn many things, and when he had begun them gave them up.”
After that spring engine it took a few centuries to invent a modern, petrol engine. In the future the engines will be designed with solar, electric or nuclear energy. Hopefully, within the framework of scientific excellence and technology, respecting environmental sustainability.
But Leonardo never ceases to amaze us: Is today robot time? Leonardo had already devised a mechanical knight, able to move almost like a man, waving his arms and legs, moving his head and jaw. The drawings, made as early as 1480, included a wooden body and metal and leather parts, with a system of cables and cranks, covered with an armor. Automaton? Almost.
Meanwhile, another invention: a revolving crane, with a ‘cardan’ gear.
To better view the images:
Aerial screw.
https://www.museoscienza.org/dipartimenti/catalogo_collezioni/scheda_oggetto.asp?idk_in=ST070-00126&arg=Industria%20aeronautica
Self-
propelled chariot.
http://www.scudit.net/mdauto_leonardo.htm
Mechanical knight. Ricostruzione (esposizione Leonardo da Vinci. Mensch - Erfinder - Genie, Berlino 2005) Photo by Erik Möller.
Revolving crane.
www.leonardodigitale.com/Sfoglia/Menu.swf?direct=1&codex=Atlantico&folio=0105%20v