In questa sezione vengono presentati eventi, conferenze, articoli e contributi, connessi con l’attività e gli scopi della Fondazione Salvetti, pubblicati in esclusiva o in partecipazione con altri editori o enti.


This section presents events, conferences, articles and contributions related to the activity and aims of the Salvetti Foundation, published exclusively or in participation with other publishers or organizations.

24 gennaio 2024
La cultura dell’affidabilità
In occasione del Congresso annuale dell’Associazione Italiana Manutenzione dell’ottobre scorso sono stati assegnati i premi di merito ai Managers della manutenzione, con il supporto della Fondazione Salvetti. L’Ing. Cinzia Intili, Reliability Engineer Maersk Group presso il Gateway di Vado Ligure è stata proclamata vincitrice della prima edizione di “SHE A.I.MAN.”, premio intitolato a Dora Priano Salvetti. Un riconoscimento ai meriti di eccellenza alla professione femminile anche nel campo della manutenzione.
Le abbiamo rivolto alcune domande sulla sua attività, per conoscere il suo parere professionale.
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Gentile Ingegnere, anzitutto complimenti per il Premio che A.I.MAN. le ha assegnato e per la sua impegnativa attività. L’attività di manutenzione tradizionale era quella di controllare gli impianti e riparare i guasti. Oggi è diventata una componente fondamentale per la migliore organizzazione dell’impresa per il futuro?
La UNI 13306:2018 definisce la Manutenzione come "combinazione di tutte le azioni tecniche, amministrative e gestionali, durante il ciclo di vita di un'entità, destinate a mantenere o a riportare in uno stato in cui si possa eseguire la funzione richiesta." Questa è sempre stata percepita come la "scienza della conservazione" ma nel tempo ha assunto un carattere di sviluppo. Il periodo storico che stiamo vivendo ha portato a guardare le attività manutentive da un punto di vista differente, queste non sono più lavorazioni che hanno il fine di “conservare” il bene, ma bensì nasce la necessità di avere un'alta disponibilità degli asset ed una contemporanea riduzione dei costi. Il concetto di manutenzione è passato attraverso un evoluzione, dove adesso al centro dell’organizzazione c’è l’Asset. Questo viene percepito nell’intero ciclo di vita, ogni decisione che viene presa ha lo scopo di aggiungere valore al sistema.
Quali interrelazioni ci sono tra il suo lavoro aziendale e la responsabilità sociale d’impresa?
I principi che si legano alla responsabilità di impresa sono differenti: qualità del prodotto/servizio, sostenibilità, efficienza energetica, riduzione dei tempi morti o degli scarti, miglioramento continuo, fiducia degli stakeholder, ecc.. Il ruolo di ingegnere di manutenzione è altamente orientato al mantenimento e miglioramento dell’affidabilità dei prodotti/servizi con lo scopo di stabilire un'organizzazione e dei processi sostenibili. Ogni giorno nel mio lavoro mi occupo, con il resto del team, della valutazione della sicurezza e qualità delle attività di manutenzione, spesso la revisione degli step manutentivi, con l’aiuto dei tecnici, porta ad avere una maggiore sostenibilità di processo. In modo periodico organizziamo degli eventi che vanno a coinvolgere le diverse parti dell’organizzazione che hanno il fine di valutare un problema o una attività (Kaizen Weeks ispirate dalla metodologia di Lean management) nell’ottica del miglioramento continuo. La visione di un ingegnere di manutenzione è quella di creare la cultura dell’affidabilità, minimizzando i rischi, favorendo il cambiamento ed il miglioramento e fornendo dei sistemi sostenibili ad alta performance, per cui il mio lavoro aziendale può andare ad impattare in modo significativo sulla responsabilità d’impresa sotto diversi aspetti. 
Quali sono, se ci sono, i principali ostacoli burocratici nel suo lavoro?
Gli ostacoli che si possono incontrare nel mio lavoro sono molteplici. Il più difficile e comune è la resistenza al cambiamento, spesso i processi coinvolti sono il risultato di routines insinuate negli anni, è facile sentire dire “abbiamo sempre fatto così”. È necessario preparare l’organizzazione al cambiamento, mostrando gli aspetti positivi di nuove tecnologie e/o procedure. Le novità introdotte devono seguire un percorso sostenibile e sono spesso necessarie delle sessioni di training che richiedono risorse disponibili e formate. Un altro vincolo può essere legato a questioni di budget, processi di approvazione lunghi con la necessità di presentare documentazione elaborata per richieste di investimento. Un tema che invece risulta strettamente legato al mio ruolo è la mancanza di dati: senza uno storico o l’accesso a dati che richiedono approvazione per la condivisione è difficile poter prendere decisioni oppure è necessario istituire processi ed infrastrutture per la raccolta di queste informazioni che richiedono tempo, risorse ed investimenti. Per poter superare questi ostacoli è spesso necessario andare ad adottare una comunicazione efficace costruendo delle relazioni cross-funzionali tra i diversi dipartimenti e dimostrare i benefici a lungo termine delle iniziative intraprese.
Qual’è stata la sua personale ‘mossa’ professionale più efficace per la sua attività di lavoro?
La chiave per il successo del mio lavoro è il coinvolgimento, le decisioni prese a tavolino e cascate all’organizzazione hanno solitamente un beneficio temporaneo. Ho visto che nei diversi workshop organizzati con i tecnici di manutenzione e le diverse parti dell’azienda sono sempre state evidenziate delle pratiche di cui altri non erano a conoscenza. Chi vede poco l’operatività giornaliera fa fatica a capire come una condizione di comfort del tecnico possa influire sulle tempistiche e qualità. Il confronto è sempre utile per individuare spunti di miglioramento per ogni parte coinvolta.
Qual è il futuro del trasporto marittimo e della gestione dei porti?
Il futuro del trasporto marittimo e dei porti è fortemente influenzato dai trend e progressi globali attuali. Sicuramente, Vado Gateway ne è un esempio, l’automatizzazione dei processi può portare ad un incremento dell’efficienza ed ad una riduzione dei costi. A tutto questo si lega anche l’adozione di nuove tecnologie. Un percorso che possiamo già intuire è quello della digitalizzazione e della connettività, infatti ci sono diverse iniziative che sono state sviluppate per la creazione di piattaforme digitali che permettono la condivisione di informazioni e la collaborazione tra i diversi stakeholders. Anche a seguito delle diverse normative il tema del Green shipping e della sostenibilità sono centrali, Maersk è un esempio di come i combustibili alternativi sono il futuro, infatti è da poco stata inaugurata la prima nave a metanolo. Dal punto di vista manutentivo è evidente come l’asset sia diventato il focus dell’organizzazione, l’adozione e l’implementazione dell’asset management nei porti e nelle organizzazione è secondo me un naturale progresso che vedremo in questo settore.
Qual è la sua opinione sul futuro delle energie rinnovabili nel settore marittimo-porti?
Come anticipato precedentemente il futuro delle energie rinnovabili nei porti e nel settore marittimo risulta promettente, l’adozione di carburanti alternativi è solo una delle tante iniziative che sono state intraprese negli anni. Le attività operative sono sempre più orientate verso l’elettrificazione, vengono infatti sempre più impiegati mezzi portuali elettrici. Il Cold Ironing è una tecnologia che permette la connessione delle navi in porto alla rete elettrica andando a ridurre l’uso dei motori e generatori. Ci sono in progetto navi con sistemi di propulsione avanzati che portano ad un risparmio energetico a bordo, con l’accoppiamento a sistemi di batterie e sistemi ibridi permettono di ridurre in modo significativo le emissioni. L’attenzione globale e la consapevolezza di necessità di cambiamento sono molto alte, questo sta permettendo di avere una transizione verso pratiche più sostenibili a lungo termine, in un settore in cui il consumo di energia è significativo.  
Una battuta sul suo ruolo femminile in una professione finora prevalentemente maschile.
La visione della figura femminile nel settore manutentivo e nel settore dei porti sta profondamente cambiando negli ultimi anni, infatti si stanno facendo numerosi step in avanti verso la diversità e l’inclusione nel posto di lavoro. L’impegno che dedico quotidianamente nel mio lavoro ed i raggiungimenti che ho ottenuto nel tempo ed infine il premio che mi è stato conferito dall’AIMAN e dalla Fondazione Salvetti è secondo me un segnale di come le donne possano spiccare in un campo considerato prevalentemente maschile. È necessario per le organizzazioni promuovere in modo attivo l’impiego di risorse femminili a parità di skill curricolari. Il fatto che però vi debbano essere delle campagne di recruiting dedicate e la necessità di sponsorizzare l’inclusione mi fa pensare ad un cambio culturale necessario a partire dalle scuole primarie, dove l’esempio di donne che lavorano in ambiti tipicamente maschili può portare ad un cambiamento nel pensiero comune. 
Grazie ingegnere, lieti di ospitarla ancora nel nostro sito.

January 24, 2024
The culture of reliability
At the annual congress of the Italian Maintenance Association last October, awards of merit were awarded to maintenance managers, with the support of the Salvetti Foundation. The Eng. Cinzia Intili, Reliability Engineer Maersk Group at the Gateway in Vado Ligure was proclaimed winner of the first edition of “SHE A.I.MAN.”, an award named after Dora Priano Salvetti. A recognition of the merits of excellence of the female profession also in the maintenance field.
We asked her some questions about her business, to find out her professional opinion.
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Dear Engineer, first of all congratulations for the Award that A.I.MAN. assigned to you and for your demanding activity. The traditional maintenance activity was to check the systems and repair faults. Today, has it become a fundamental component for the best organization of the company for the future?
UNI 13306:2018 defines Maintenance as "the combination of all technical, administrative and management actions, during the life cycle of an entity, intended to maintain or restore it to a state in which the required function can be performed." This has always been perceived as the "science of conservation" but over time it has taken on a developmental character.
The historical period we are experiencing has led us to look at maintenance activities from a different point of view, these are no longer processes that have the aim of "preserving" the asset, but rather the need arises to have high availability of the assets and a simultaneous reduction in costs. The concept of maintenance has gone through an evolution, where the Asset is now at the center of the organization. This is perceived throughout the entire life cycle, every decision that is made has the aim of adding value to the system.

What interrelationships are there between your corporate work and corporate social responsibility?
The principles that are linked to corporate responsibility are different: product/service quality, sustainability, energy efficiency, reduction of downtime or waste, continuous improvement, stakeholder trust, etc. The role of maintenance engineer is highly oriented maintaining and improving the reliability of products/services with the aim of establishing a sustainable organization and processes. Every day in my work I deal, with the rest of the team, with the evaluation of the safety and quality of maintenance activities; often the review of the maintenance steps, with the help of the technicians, leads to greater process sustainability.
We periodically organize events that involve the different parts of the organization which have the aim of evaluating a problem or an activity (Kaizen Weeks inspired by the Lean management methodology) with a view to continuous improvement. The vision of a maintenance engineer is to create a culture of reliability, minimizing risks, encouraging change and improvement and providing sustainable high performance systems, so my corporate work can significantly impact the corporate responsibility in various aspects.

What, if any, are the main bureaucratic obstacles in your work?
There are many obstacles that can be encountered in my work. The most difficult and common is resistance to change, often the processes involved are the result of routines that have crept in over the years, it is easy to hear "we have always done it this way".
It is necessary to prepare the organization for change, showing the positive aspects of new technologies and/or procedures. The innovations introduced must follow a sustainable path and training sessions are often necessary which require available and trained resources. Another constraint may be related to budget issues, lengthy approval processes with the need to submit elaborate documentation for investment requests.
An issue that is closely linked to my role is the lack of data: without a history or access to data that require approval for sharing it is difficult to make decisions or it is necessary to establish processes and infrastructures for the collection of this information which they require time, resources and investments.
In order to overcome these obstacles it is often necessary to adopt effective communication by building cross-functional relationships between different departments and demonstrating the long-term benefits of the initiatives undertaken.

What was your most effective personal professional 'move' for your work activity?
The key to the success of my work is involvement, decisions made at the table and passed on to the organization usually have a temporary benefit.
I have seen that in the various workshops organized with maintenance technicians and different parts of the company, practices have always been highlighted that others were not aware of. Those who see little of daily operations struggle to understand how a technician's comfort condition can influence timing and quality. Comparison is always useful to identify ideas for improvement for each party involved.

What is the future of shipping and port management?
The future of shipping and ports is strongly influenced by current global trends and advancements. Certainly, Vado Gateway is an example of this, the automation of processes can lead to an increase in efficiency and a reduction in costs. All of this is also linked to the adoption of new technologies.
A path that we can already imagine is that of digitalisation and connectivity, in fact there are various initiatives that have been developed for the creation of digital platforms that allow the sharing of information and collaboration between the different stakeholders.
Even following the various regulations, the theme of Green shipping and sustainability are central, Maersk is an example of how alternative fuels are the future, in fact the first methanol-powered ship has recently been inaugurated. From a maintenance point of view it is clear how the asset has become the focus of the organization, the adoption and implementation of asset management in ports and organizations is in my opinion a natural progress that we will see in this sector.

What is your opinion on the future of renewable energy in the maritime-ports sector?
As previously anticipated, the future of renewable energy in ports and the maritime sector is promising, the adoption of alternative fuels is just one of the many initiatives that have been undertaken over the years.
Operational activities are increasingly oriented towards electrification, in fact electric port vehicles are increasingly used.
Cold Ironing is a technology that allows ships in port to be connected to the electricity grid, reducing the use of engines and generators.
There are ships planned with advanced propulsion systems that lead to energy savings on board, with the coupling to battery systems and hybrid systems allowing emissions to be significantly reduced.
Global attention and awareness of the need for change are very high, this is allowing for a transition towards more sustainable practices in the long term, in a sector where energy consumption is significant.

Please: a joke about your female role in a profession that has so far been predominantly male.
The vision of the female figure in the maintenance sector and in the port sector has been profoundly changing in recent years, in fact numerous steps forward are being made towards diversity and inclusion in the workplace.
The commitment I dedicate daily to my work and the achievements I have reached over time and finally the award given to me by A.I.MAN. and the Salvetti Foundation is in my opinion a sign of how women can stand out in a field considered predominantly male.
It is necessary for organizations to actively promote the use of female resources with equal curricular skills. However, the fact that there must be dedicated recruiting campaigns and the need to sponsor inclusion makes me think of a necessary cultural change starting from primary schools, where the example of women working in typically male fields can lead to a change in common thinking.

Thank you Engineer Intili, happy to host you again on our site.

12 dicembre 2023
Nuovo allarme sul debito mondiale
di Giulio Pampuro - Presidente del Collegio Sindacale della Fondazione Magnetto
Varie fonti recentemente hanno riportato dati sul debito pubblico (e non) mondiale, sollevando timori generalmente non suffragati da un’analisi delle cause e dei rimedi in corso.
Le ultime cifre viste parlano di un debito pubblico mondiale pari a $ 97 trilioni, ossia $ 97.000 miliardi. Cifra enorme. Se a questo sommiamo i debiti delle imprese private e dei cittadini saliamo a $ 307.000 miliardi.
Rispondo subito che, a fronteggiare queste cifre, esiste una ricchezza mondiale (soprattutto privata, ma anche pubblica, vedi i Fondi Sovrani)) stimata da varie fonti tra $ 450.000 e 550.000 miliardi, vale a dire almeno 1,5x l’ammontare del debito globale.
Seconda riflessione: che senso ha sommare debiti pubblici e privati? I privati, siano essi imprese o cittadini, rispondono dei loro debiti e, salvo eccezioni, non vanno a gravare sul debito pubblico. Se i privati non onorano i propri debiti falliscono o comunque sospendono i pagamenti di quanto dovuto impoverendo i creditori, ma finisce lì. Rari sono i casi di trasmissione della crisi al settore pubblico e per lo più in modo indiretto: fallimenti di grandi imprese (e conseguenti interventi di sostegno al reddito dei lavoratori dipendenti nonché immissione di fondi pubblici per il rilancio dell’attività) e esplosione di bolle speculative tipo i “subprime” (e conseguenti interventi mirati di sostegno al settore finanziario privato).
La ricchezza tutta, privata e pubblica, è invece potenzialmente disponibile per il rimborso del debito pubblico. Se, e in che misura farlo dipende dalla politica, ma in linea di principio le due grandezze che si confrontano sono quindi $ 97.000 miliardi contro $ 450/550.000 miliardi, almeno 4,5x il debito pubblico.
Da quanto precede si evince che non è tanto l’ammontare del debito che deve spaventare quanto la sua evoluzione nel tempo. E qui l’ottimismo cede. Negli ultimi anni il debito pubblico non ha cessato di crescere e, in alcuni casi, ha addirittura accelerato la crescita. Non sono stati anni facili: prima l’emergenza Covid, poi la crisi delle materie prime, infine l’inflazione e le guerre. Fenomeni tutti che hanno richiesto crescenti spese pubbliche a sostegno della popolazione. La crescita del debito pubblico, però, non può non aver fine: Argentina docet. Organismi Sovranazionali (principalmente FMI e UE) intervengono a porre dei freni (casi di successo: Irlanda, Portogallo, Spagna, Grecia) e, laddove questo non basti, intervengono i mercati del credito e le agenzie di rating a dettare uno stop. Quando c’è un default, il paese in questione, sia esso preso in carico dal FMI o dalla UE, soffre per anni, riducendo la produzione di ricchezza e “pescando” nella ricchezza del settore privato.
Ci sono forse due eccezioni da analizzare più in dettaglio: Giappone e USA.
Il Giappone ha un debito pubblico pari ad oltre il 250% del PIL, è in continua crescita e gode di un rating elevato. Questo è dovuto alla forte propensione al risparmio dei Giapponesi ed al loro convinto nazionalismo che li spinge a canalizzare il risparmio sui titoli di debito dello Stato: c’è un tacito accordo tra Stato e cittadini: tu Stato ti occupi delle crescenti esigenze di welfare della popolazione e noi, cittadini, finanziamo indirettamente, tramite il sistema bancario, quanto spendi. In termini assoluti il debito pubblico ha raggiunto la cifra di $ 9.000 miliardi fronteggiata da una ricchezza nazionale pari a $23'000 miliardi.
Altra eccezione gli USA. Il debito pubblico federale ammonta a ca. $ 34.000 miliardi, a cui occorre sommare il debito degli Stati e dei Comuni pari a ca. $ 4'000 miliardi. Parliamo quindi di un totale pari a $ 38.000 miliardi, pari al 141% del PIL. Per confronto, la ricchezza nazionale ammonta a $ 140.000 miliardi, 3.7x l’ammontare del debito pubblico. Ciò detto, la dinamica del debito pubblico americano richiede attenzione: dal 2019 a oggi è aumentato del 50% (Covid, Guerre) ed il suo rating è in declino dal momento che 1/3 è detenuto da stranieri che incominciano a mostrare preoccupazione sulla capacità del sistema economico di servirlo. Dati gli impegni geopolitici del momento appare difficile che il Governo possa porre in atto ora misure effettive di contenimento, ma è necessario che sia sviluppata una strategia di lungo termine volta a correggere almeno la dinamica. A loro vantaggio gli Stati Uniti godono della “signoria monetaria” del dollaro che esprime il 90% delle transazioni internazionali, la principale valuta di riserva e la percezione diffusa di un suo ruolo quale riserva di valore in momenti di instabilità politica. Tutto ciò rende ancora gli Stati Uniti “un caso a parte” e probabilmente continuerà ad esserlo fintanto che riuscirà a mantenere il suo ruolo di potenza economica e militare dominante.

December 12, 2023
New alarm about global debt
by Giulio Pampuro - President of the Board of Auditors of the Magnetto Foundation
Various sources have recently reported data on global public (and non-public) debt, raising fears that are generally not supported by an analysis of the causes and ongoing remedies.
The latest figures seen speak of a global public debt of $97 trillion, or $97,000 billion. Huge figure. If we add to this the debts of private companies and citizens, we rise to $307,000 billion.
I immediately reply that, face to these figures, there is a global wealth (especially private, but also public, see Sovereign Funds)) estimated by various sources between $450,000 and 550,000 billion, i.e. at least 1.5x the amount of global debt.
Second comment: what is the point of adding public and private debts? Private individuals, be they businesses or citizens, are responsible for their debts and, barring exceptions, do not burden the public debt. If private individuals do not honor their debts, they go bankrupt or in any case suspend payments of what is owed, impoverishing creditors, but it ends there. There are rare cases of transmission of the crisis to the public sector and mostly indirectly: bankruptcies of large companies (and consequent interventions to support the income of employees as well as the injection of public funds to relaunch the activity) and the explosion of bubbles such as "subprime" (and consequent targeted interventions to support the private financial sector).
All wealth, private and public, is instead potentially available for the repayment of public debt. Whether, and to what extent, it depends on politics, but in principle the two quantities to be compared are therefore $97,000 billion versus $450/550,000 billion, at least 4.5x the public debt.
From the foregoing it can be seen that it is not so much the amount of debt that should be frightening but rather its evolution over time. And here the optimism may end. In recent years, public debt has not stopped growing and, in some cases, has even accelerated its growth. They have not been easy years: first the Covid emergency, then the raw materials crisis, finally inflation and wars. All phenomena which have required increasing public expenditure to support the population. The growth of public debt, however, cannot fail to end: Argentina docet. Supranational bodies (mainly the IMF and the EU) intervene to impose brakes (successful cases: Ireland, Portugal, Spain, Greece) and, where this is not enough, the credit markets and rating agencies intervene to dictate a stop. When there is a default, the country in question, whether taken in custody by the IMF or the EU, suffers for years, reducing the production of wealth and "fishing" in the wealth of the private sector.
There are perhaps two exceptions to analyze in more detail: Japan and the USA.
Japan has a public debt equal to over 250% of GDP, is constantly growing and enjoys a high rating. This is due to the strong propensity of the Japanese to save and to their convinced nationalism which pushes them to channel savings into state debt securities: there is a tacit agreement between the State and citizens: you, the State, take care of the growing welfare needs of the population and we, citizens, finance indirectly, through the banking system, how much you spend. In absolute terms, public debt has reached the figure of $9,000 billion faced by national wealth equal to $23,000 billion.
Another exception is the USA. The federal public debt amounts to approx. $34,000 billion, to which must be added the debt of the States and Municipalities equal to approx. $4 trillion. We are therefore talking about a total of $38,000 billion, equal to 141% of GDP. For comparison, national wealth amounts to $140 trillion, 3.7x the amount of government debt. That said, the dynamics of American public debt requires attention: from 2019 to today it has increased by 50% (Covid, Wars) and its rating is in decline since 1/3 is held by foreigners who are starting to show concern about the capacity of the economic system to serve it. Given the geopolitical commitments of the moment, it seems difficult for the Government to implement effective containment measures now, but a long-term strategy aimed at correcting at least the dynamics must be developed. To their advantage, the United States enjoys the "monetary lordship" of the dollar which accounts for 90% of international transactions, the main reserve currency and the widespread perception of its role as a store of value in moments of political instability. All this still makes the United States "a case apart" and will probably continue to be so as long as it manages to maintain its role as a dominant economic and military power.

23 settembre 2023
Il Muro del Debito
di Giulio Pampuro - Presidente del Collegio Sindacale della Fondazione Magnetto
Forse mai come oggi un governo in carica da meno di un anno vede frustrate gran parte delle sue promesse elettorali a causa della necessità di controllare il Debito Pubblico. Questo si eleva oggi al 145% del PIL ed è in salita a causa della decelerazione del PIL e dell’aumento dei tassi di interesse il cui costo previsto per il 2024 annulla le risorse previste per la nuova legge finanziaria. Prima di vedere se e dove è possibile reperire nuove risorse, è forse utile un breve excursus storico. Il muro del debito con il quali si sono scontrati i governi di ogni colore degli ultimi trent’anni è in fondo un fenomeno recente. Fino al 1980 il Debito Pubblico Italiano non superava la soglia del 60% del PIL (l’attuale mantra EU). Nel 1994 però era arrivato al 124%: più che raddoppiato in soli 14 anni! Sono gli anni della “Milano da bere”, quelli dei governi Andreotti e Craxi. In questi 14 anni abbiamo fatto di tutto nello stile “panem et circenses”: dalle baby pensioni alla neutralizzazione del fiscal drag, dai vari salvataggi dell’Alitalia alle casse integrazioni permanenti, inchiodando il Paese al passato senza curarci del suo futuro. Invece di aprirci alla concorrenza e spingere la produttività adottando misure solo temporanee di sostegno, abbiamo cercato di perennizzare il passato. Il risultato è oggi sotto gli occhi di tutti. Tutte o quasi le grandi imprese sono state smantellate e/o vendute ad imprenditori esteri: solo per citarne alcune FIAT, Montedison, Olivetti, Finsider, Italcementi, Ansaldo, Pirelli.
Oggi la struttura industriale italiana è fatta sostanzialmente da medie e piccole imprese che operano al traino di grandi gruppi stranieri. Né, peraltro, siamo riusciti a creare “campioni europei” nei Servizi: abbiamo qualche presenza importante, ma ancora insufficiente, tra le banche, una compagnia assicurativa ed una società di telecomunicazioni oberata da debiti frutto di raid finanziari di quel poco glorioso periodo. Senza grandi imprese è impossibile avere un’economia forte ed uno stato moderno. Dal 1994 ad oggi il PIL è rimasto sostanzialmente fermo ed il debito è ulteriormente aumentato a seguito delle crisi del 2008 e 2011 e poi del COVID e della guerra in Ucraina. Da trent’anni non possiamo spendere per tenere a bada il debito pubblico e ciò non ci consente di correggere gli squilibri di base. Abbiamo un disperato bisogno di più Stato di qualità, di apparati di polizia giovani per controllare i territori, di investimenti massicci in infrastrutture, educazione e sanità. Il PNRR non basta perché molte delle spese da finanziare ​per i capitoli anzi detti non sono investimenti, ma spese ricorrenti di personale e dotazioni di consumo.
Credo sia arrivato il momento di ricreare abbondanti margini di manovra non tanto per soddisfare le discutibili promesse elettorali, ma soprattutto per rimuovere le cause di base del nostro ritardo ed avviarci finalmente sulla via della modernità. Per reperire risorse, credo sia inutile lanciare l’ennesima spending review o sperare in un maggior gettito dalla lotta all’evasione: entrambe le misure trovano il loro limite nell’impossibilità politica di scontentare consorterie varie e potenti gruppi di interesse: neanche i così detti governi tecnici ci sono riusciti dovendo fare i conti col Parlamento. Anche sperare in una lasca revisione delle regole europee è illusorio, perché sostanzialmente contrario agli interessi dei cittadini.
C’è però forse una strada finora non percorsa da tentare imitando il Giappone. Questo paese ha un debito pubblico pari ad oltre il 250% del PIL ed ha un rating A/A+, due gradini più alto di quello italiano. Il segreto sta in chi lo detiene: il 90 % del debito pubblico giapponese è detenuto da istituzioni finanziarie domestiche. In Italia ciò non sarebbe consigliabile per via della debolezza relativa delle nostre banche ed impossibile per via della normativa Europea. Credo però che i mercati ed i partner europei non vedrebbero affatto male una conversione forzosa di parte della ricchezza finanziaria italiana (circaa € 5.000 miliardi) in nuovi titoli di stato a zero coupon e scadenze lunghe, ciò che permetterebbe di alleggerire notevolmente il servizio del debito e migliorare il nostro rating. Una tale misura avrebbe anche il merito di redistribuire, almeno temporalmente, una parte della ricchezza. Occorre ovviamente approfondire le modalità tecniche per evitare fughe di capitali e, soprattutto, avere il coraggio politico di proporla, tenendo presente che, se fatta con cura, toccando una platea ampia dei cittadini e spiegandone trasparentemente le ragioni e gli obiettivi, potrebbe essere politicamente neutrale ed accettata. Al punto a cui siamo giunti, temo che se non lo decidiamo noi lo farà qualcun altro.

September 23, 2023
The
Debt Wall
By Giulio Pampuro - Chairman of the Board of the Auditors of Magnetto Foundation.
Perhaps never before has a government in office for less than a year seen a large part of its electoral promises frustrated due to the need to control the public debt. This today stands at 145% of GDP and is rising due to the deceleration of GDP and the increase in interest rates whose cost expected for 2024 cancels the resources foreseen for the new finance law. Before seeing if and where it is possible to find new resources, a brief historical excursus is perhaps useful. The debt wall that governments of all colors have faced over the last thirty years is a recent phenomenon. Until 1980, Italian Public Debt did not exceed the threshold of 60% of GDP (the current EU mantra). In 1994, however, it had reached 124%: more than doubled in just 14 years! These are the years of "Milan in feast", those of the Andreotti and Craxi governments. In these 14 years we have done everything in the "panem et circenses" style: from baby pensions to the neutralization of fiscal drag, from the various Alitalia bailouts to permanent unemployment support, nailing the country to the past without caring about its future. Instead of opening ourselves up to competition and boosting productivity by adopting only temporary support measures, we have tried to perpetuate the past. The result is there for all to see today. All or almost all the large companies have been dismantled and/or sold to foreign entrepreneurs: just to name a few FIAT, Montedison, Olivetti, Finsider, Italcementi, Ansaldo, Pirelli. Today the Italian industrial structure is essentially made up of medium and small companies that operate driven by large foreign groups. Nor, moreover, have we managed to create "European champions" in the Services: we have some important, but still insufficient, presence among banks, an insurance company and a telecommunications company burdened by debts resulting from financial raids of that less than glorious period.
Without large businesses it is impossible to have a strong economy and a modern state. From 1994 to today the GDP has remained essentially stagnant and the debt has further increased following the crises of 2008 and 2011 and then COVID and the war in Ukraine. For thirty years we have not been able to spend to keep public debt at bay and this does not allow us to correct the basic imbalances. We desperately need more quality state, young police apparatus to control the territories, massive investments in infrastructure, education and healthcare. The National Recovery and Resilience Plan (NRRP) is not enough because many of the expenses to be financed for the aforementioned chapters are not investments, but recurring expenses for personnel and consumables. I believe the time has come to recreate abundant margins for maneuver not so much to satisfy questionable electoral promises, but above all to remove the basic causes of our delay and finally set us on the path to modernity. To find resources, I believe it is useless to launch yet another spending review or hope for greater revenue from the fight against tax evasion: both measures find their limit in the political impossibility of displeasing various cliques and powerful interest groups: not even the so-called technical governments have succeeded by having to deal with Parliament. Even hoping for a loose revision of European rules is illusory, because it is ultimately contrary to the interests of citizens. However, there is perhaps a path not taken so far that can be attempted by imitating Japan. This country has a public debt equal to over 250% of GDP and has an A/A+ rating, two steps higher than the Italian one. The secret lies in who holds it: 90% of Japanese public debt is held by domestic financial institutions. In Italy this would not be advisable due to the relative weakness of our banks and impossible due to European regulations.
However, I believe that markets and European partners would not see a bad thing at all in a forced conversion of part of Italian financial wealth (approximately €5,000 billion) into new zero-coupon long-term government bonds, which would make it possible to significantly lighten the service of public debt and improve our rating. Such a measure would also have the merit of redistributing, at least temporarily, a part of the wealth. It is obviously necessary to more finely define how to practically implement such a measure so as to avoid capital flight and, above all, to have the political courage to propose it, keeping in mind that, if done with care, touching a broad audience of citizens and transparently explaining the reasons and objectives of this measure it could be politically neutral and be accepted. At the point we've reached, I fear that if we don't decide it, someone else will.

Milano, 18 settembre 2023
UN Global Sustainability Goals (SDG)  e Fondazione Salvetti
Hans Van Selm, già Segretario Generale della Fondazione Salvetti, ha presentato al Presidente Stefano Salvetti e ad alcuni Soci un documento magistrale, dedicato a UN Global Sustainability Goals (SDG), ovvero agli obiettivi di sostenibilità definiti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In particolare questi obiettivi hanno una diretta relazione con la vision della Fondazione Salvetti sulla manutenzione.

Per visionare la presentazione bisogna scaricarla, cliccando sull’immagine qui a fianco.

Mantenere il nostro mondo.
Da molti anni la Fondazione Salvetti sostiene la strategia delle Nazioni Unite per incoraggiare la consapevolezza e l’azione a livello mondiale per migliorare il nostro ambiente e per proteggere il mondo da una grave conseguenza del cambiamento climatico. La consapevolezza e l’azione nell’ambito delle attività di manutenzione e della gestione operativa quotidiana delle risorse dovrebbero essere promosse chiaramente e maggiormente. Per questo la Fondazione Salvetti ha scelto alcuni degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDG) per sostenere le questioni ambientali. La Federazione Europea delle Società nazionali di manutenzione (EFNMS), con oltre 30 membri, insieme a una serie di altre organizzazioni, è la piattaforma vitale per promuovere il progresso nel miglioramento delle situazioni ambientali. AIMAN, l’Associazione Italiana per la Manutenzione, sarà la voce principale durante European Maintenance 2024 (EM2024) sull'ambiente ispirando, informando e consentendo alle organizzazioni e alle persone di migliorare la propria qualità di vita senza compromettere quella delle generazioni future. La Fondazione Salvetti sosterrà e sponsorizzerà attivamente il prossimo congresso EFNMS che si terrà a Rimini nel 2024. È possibile trovare una serie di esempi relativi alla manutenzione e alla gestione delle risorse operative nella serie di grafici allegati. L’ONU – SDG sostiene anche misure per prevenire la povertà globale, il che significa che il famoso enunciato ‘Persone-Pianeta-Profitto’ è ancora una base per idee per migliorare tutte le nostre azioni.
Stefano Salvetti – Presidente Fondazione Salvetti

Milan, 18 September 2023
UN Global Sustainability Goals (SDG) and Salvetti Foundation
Hans Van Selm, former Secretary General of the Salvetti Foundation, presented a masterly document to President Stefano Salvetti and some members, dedicated to UN Global Sustainability Goals (SDG), i.e. the sustainability objectives defined by the United Nations 2030 Agenda. In particular, these objectives have a direct relationship with the Salvetti Foundation's vision on maintenance.

To view the presentation you need to download it by clicking on the image alongside.

Maintaining our World.
For many years the Salvetti Foundation supports the United Nations strategy for encouraging worldwide awareness and action to improve our environment and to safe the world from a serious climate change effect.  Awareness and action within maintenance activities and daily operational asset management should clearly be more promoted.  Therefore, the Salvetti Foundation has chosen a number of the UN Sustainable Development Goals. (SDG’s) to champion environmental issues.    
The European Federation of National Maintenance Societies (EFNMS) with over 30 members is among a number of other organizations the vital platform for promoting progress on improving environmental dimensions.  AIMAN the Italian maintenance organization will be the leading voice during EM2024 on the environment by inspiring, informing and enabling organizations and peoples to improve their quality of life without compromising that of future generations. The Salvetti Foundation will actively support and sponsor the next EFNMS European Maintenance congress 2024, held in Rimini, Italia.
You can find a number of examples related to maintenance and operational asset management in attached set of viewgraphs. The UN – SDG supports also measures to prevent global poverty, which means that the well-known phrase ‘People-Planet-Profit’ is still a basis for ideas to improve all our actions.
Stefano Salvetti - Salvetti Foundation President

29 marzo 2023
Buchi neri primordiali
Al concorso europeo “I giovani e le scienze 2023” della Direzione generale Ricerca della Commissione europea, organizzato da FAST – Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche, uno dei Premiati è stato Federico Stanzani, studente di 4a del Liceo Steam International di Liceo Scientifico delle Scienze Applicate, a Bologna. La sua eccellente ricerca Analisi sulla possibilità dei buchi neri primordiali come componente significativo di materia oscura cosmologicaverrà presentata anche alla manifestazione “Regeneron ISEF”, fiera internazionale della scienza e della ingegneria, a Dallas (Texas-Usa), il prossimo maggio. La Fondazione Salvetti gli ha chiesto di raccontarci la sua esperienza scientifica.
Ho sempre avuto una curiosità fuori dal normale, che fin da bambino sfogo con l’esplorazione. Poi finalmente al Liceo ho capito di voler indirizzare questa mia caratteristica verso la fisica e la ricerca scientifica.
Secondo me è incredibile come tutta la nostra vita, le nostra gioie e sofferenze tutto ciò su cui ci scervelliamo per giorni mesi e anni sia chiuso in quello che Carl Sagan chiama Pale Blue Dot. Ovvero il piccolo pallino blu immerso in un mare nero che rappresenta la nostra terra se vista dal lontano. Con questo intendo citare il fascino e l'amore che mi provoca pensare a quei processi inimmaginabili che avvengono nel nostro sconfinato universo, e penso che per apprezzare veramente il mio articolo, esso debba essere letto come un oggetto in grado di affascinare e non come uno strumento.
A chiunque dica che non bisogna essere sempre umili, bisogna ricordare che noi conosciamo e possiamo descrivere solo il 5% della materia nell’universo. C’è un bel 95 % sconosciuto che si pensa sia formato dal 25% di materia oscura e dal 70 % di energia oscura. Soffermiamoci sulla materia oscura, un componente che sappiamo sia attorno a noi con una massa 5 volte superiore a quella di materia normale, ma che in realtà non sappiamo cosa sia. Della materia oscura sappiamo che interagisce gravitazionalmente, infatti è proprio dalle curve di rotazione delle galassie che inizialmente siamo riusciti a stimare la massa di materia oscura.
Ora subentra l’idea dei buchi neri primordiali come materia oscura. Essa è una teoria sviluppata negli anni 70 da Stephen Hawking e Bernard Carr che dopo un declino di popolarità, è tornata di moda negli ultimi anni dopo la scoperta delle onde gravitazionali.
I buchi neri primordiali si dovrebbero essere formati nel primo secondo dell’universo nella cosiddetta fase inflazionaria di cosmologia, per via di sovradensità. Comunque sorgano, una volta esistenti, i PBH presentano caratteristiche come velocità non relativistiche, la stabilità e la praticamente assenza di collisioni che li rendono buoni candidati per DM.
In particolare abbiamo alcuno evidenze che ci portano a pensare ai buchi neri primordiali come materia oscura come lo spin del buco nero più grande della coalescenza rilevata da LIGO/VIRGO nel 2017 o alcune osservazioni di microlensing degli ultimi anni.
Però come immaginarsi i buchi neri primordiali? Per dei limiti di massa legati per esempio alla radiazione di hawking o la radiazione cosmica di fondo ci aspettiamo questi buchi neri pesanti come un asteroide e quindi della grandezza di una cellula.
Quindi avremo questi piccolissimi buchi neri sparsi attorno alle galassie che non percepiremmo nemmeno se ci passassero intorno, ma quindi come possiamo spottarli?
Ora come ora ci sono caratteristiche buchi neri primordiali che ci permetterebbero di differenziarli dai buchi neri stellari, però ciò che veramente ci permetterà di validare o condannare questa teoria saranno le onde gravitazionali.  Infatti gli interferometri di nuova generazione che sono previsti per i prossimi decenni ci permetteranno di osservare coalescenze a queste scale e quindi vedere i buchi neri primordiali.
   Federico Stanzani

March 29, 2023
Primordial black
holes
At the European competition "Youth and the sciences 2023" of the Directorate General for Research of the European Commission, organized by FAST - Federation of Scientific and Technical Associations, one of the winners was Federico Stanzani, a 4th grade student of the Steam International High School of Science Applied, in Bologna. His excellent research "Analysis of the possibility of primordial black holes as a significant component of cosmological dark matter" will also be presented at the "Regeneron ISEF" international science and engineering fair in Dallas (Texas-USA), next May. The Salvetti Foundation asked him to tell us about his scientific experience.
I have always had an unusual curiosity, which I have vented with exploration since I was a child. Then finally in high school I understood that I wanted to direct this characteristic of mine towards physics and scientific research.
In my opinion, it's amazing how all of our life, our joys and sufferings, everything we puzzle over for days, months and years is enclosed in what Carl Sagan calls the Pale Blue Dot. That is the small blue dot immersed in a black sea that represents our land when seen from afar. By this I mean to mention the fascination and love that thinking about those unimaginable processes that take place in our boundless universe causes me, and I think that to truly appreciate my article, it must be read as a fascinating object and not as one instrument.
To anyone who says you don't have to be humble all the time, remember that we know and can only describe 5% of the matter in the universe. There is an unknown 95% that is thought to be 25% dark matter and 70% dark energy. 
Let's focus on dark matter, a component that we know is around us with a mass 5 times higher than that of normal matter, but that we don't actually know what it is. We know that dark matter interacts gravitationally, in fact it is precisely from the rotation curves of galaxies that we were initially able to estimate the mass of dark matter.
Now the idea of primordial black holes as dark matter takes over. It is a theory developed in the 70s by Stephen Hawking and Bernard Carr which, after a decline in popularity, has come back into fashion in recent years after the discovery of gravitational waves.
Primordial black holes should have formed in the first second of the universe in the so-called inflationary phase of cosmology, due to overdensity.
However they arise, once they exist, PBHs exhibit characteristics such as non-relativistic speeds, stability, and virtually no collisions that make them good candidates for DM.
In particular, we have some evidence that leads us to think of primordial black holes as dark matter such as the spin of the largest black hole of the coalescence detected by LIGO/VIRGO in 2017 or some microlensing observations of recent years.
But how to imagine primordial black holes? Due to mass limits linked for example to hawking radiation or the cosmic background radiation we expect these black holes as heavy as an asteroid and therefore the size of a cell.
So we're going to have these tiny black holes scattered around galaxies that we wouldn't even perceive if they were passing around us, but so how do we spot them?
Right now there are characteristics of primordial black holes that would allow us to differentiate them from stellar black holes, but what will really allow us to validate or condemn this theory will be gravitational waves.
In fact, the new generation interferometers that are foreseen for the next decades will allow us to observe coalescences at these scales and therefore to see the primordial black holes.
   Federico Stanzani

27 febbraio 2023
R: L'oracolo
Nella Sezione Media News di questo sito (https://www.salvettifoundation.eu/wp/media-news/) c’è una lettera del 15 febbraio 2023 di Paolo Lutteri a Pietro Vigorelli di Milano, psichiatra e psicoterapeuta, promotore del Gruppo Anchise e dell’ApproccioCapacitante®, che ha pubblicato recentemente " Dialoghi imperfetti - Per una comunicazione felice nella vita quotidiana e nel mondo Alzheimer". Ecco la risposta del dott. Vigorelli.
Caro Paolo,
faccio un po’ fatica a rispondere alla tua  lettera anche se sono consapevole che il progresso tecnologico, con particolare riguardo all’intelligenza artificiale, pone nuovi e importanti interrogativi sui quali tu stai saggiamente riflettendo.
Condivido largamente le tue considerazioni e non ho nulla di intelligente da aggiungere.
Nella mia professione e anche nella mia vita personale volo più basso, vorrei dire “raso terra”, cercando di restare il più possibile aderente alla vita quotidiana.
Quindici giorni fa ho incontrato un uomo. Era già buio e in Piazzale Lotto ho visto per terra una persona raggomitolata su se stesso che mi sembrava dolorante e che mi ha colpito. Mi sono fermato, l’ho salutata, gli ho chiesto se stava male, che cosa c’era che non andava. Abbiamo cominciato a parlare e sono stato con lui per più di mezz’ora. Dopo le prime incertezze il suo discorso è diventato più preciso, lui si è seduto poi si è alzato appoggiandosi al muro, poi è stato ritto in piedi e ha parlato volentieri della sua vita sfortunata.
Si tratta di un uomo che viene dal Nord Africa di 45 anni, in Italia da tanto tempo, che faceva il badante convivente di un anziano. Otto mesi fa il suo assistito è morto improvvisamente e lui ha perso il lavoro e la casa. I nipoti lo hanno messo alla porta e lui da allora vive in strada ed è disperato. Perdipiù qualcuno gli ha rubato i documenti. Durante il giorno sta su una panchina, fuma e beve vino cercando di non esagerare. Sono tornato a parlargli lungamente tutti i giorni e in lui si è riaccesa la speranza di potersi rifare una vita. Vorrebbe venire a casa mia ma io non sono disposto a ospitarlo e sto invece cercando di aiutarlo a recuperare la sua dignità, a rifare i documenti, a trovare un letto e un lavoro. Credo che sarà un cammino lungo ma mi sembra che la sua vita abbia cominciato a rimettersi in movimento.
Tornando all’intelligenza artificiale, perché ti ho raccontato questa mia recentissima esperienza? Per spiegarti come, a mio parere, tutti i problemi, anche quelli filosofici, politici e di riflessione ampia sul mondo in cui stiamo vivendo, mi piace affrontarli tenendo i piedi per terra, confrontando sempre le idee, le riflessioni, le opinioni, con il contesto reale in cui vivo ogni giorno.
Sperando di non essere andato troppo fuori tema, spinto dal desiderio di condividere un frammento di vita reale, non artificiale, ti saluto con tanta stima
Pietro 

February 27, 2023
R: L'oracolo
In the Media News section of this site (https://www.salvettifoundation.eu/wp/media-news/) there is a letter dated February 15, 2023 from Paolo Lutteri to Pietro Vigorelli of Milan, psychiatrist and psychotherapist, promoter of the Group Anchise and the ApproccioCapacitante®, which recently published "Imperfect dialogues - For happy communication in everyday life and in the Alzheimer's world". Here is the answer from Dr. Vigorelli.
Dear Paolo,
I find it a little difficult to answer your letter even though I am aware that technological progress, with particular regard to artificial intelligence, poses new and important questions on which you are wisely reflecting.
I largely agree with your considerations and I have nothing intelligent to add.
In my profession and also in my personal life, I fly lower, I would like to say "close to the ground", trying to remain as close as possible to daily life.
Fifteen days ago I met a man. It was already dark and in Piazzale Lotto I saw a person curled up on the ground who seemed to me to be in pain and who hit me. I stopped, I greeted her, I asked him if he was sick, what was wrong with him. We started talking and I was with him for more than half an hour. After the first uncertainties his speech became more precise, he sat down then stood up leaning against the wall, then stood upright and spoke willingly of his unfortunate life.
It is a 45-year-old man from North Africa, in Italy for a long time, who was the live-in caregiver of an elderly person. Eight months ago his client died suddenly and he lost his job and home. The nephews kicked him out and since then he has been living on the street and is desperate. What's more, someone stole his documents. During the day he sits on a bench, smokes and drinks wine trying not to overdo it. I went back to talking to him at length every day and the hope of being able to start a new life was rekindled in him. He would like to come to my house but I'm not willing to host him and instead I'm trying to help him regain his dignity, redo his papers, find a bed and a job. I think it will be a long road but it seems to me that his life has started to move again.
Going back to artificial intelligence, why did I tell you about this very recent experience of mine? To explain to you how, in my opinion, I like to face all problems, even those of philosophy, politics and those of broad reflection on the world we are living in, keeping my feet on the ground, always comparing ideas, reflections, opinions, with the real context in which I live every day.
Hoping I haven't gone too off topic, driven by the desire to share a fragment of real life, not artificial, I greet you with great esteem.
Pietro

9 febbraio 2023
R: Spettro o genio
Nella Sezione Media News di questo sito (https://www.salvettifoundation.eu/wp/media-news/) c’è una lettera dell’8 febbraio 2023 di Paolo Lutteri a Giulio Pampuro di Milano, responsabile economico e finanziario di istituzioni e imprese internazionali. Ecco la risposta del dott. Pampuro.
Caro Paolo,
eccomi! Qualche giorno fa mi è cascato l'occhio su un flash di Repubblica o del Sole che indicava il debito mondiale ad oltre il 400% del PIL mondiale. La cosa ha indotto anche me a qualche riflessione tipo le tue.
Ho cercato stamattina di trovare innanzi tutto conferma del numero e ho trovato di tutto. L'informazione più affidabile (Institute of International Finance) parla di 305 trilioni di dollari nel 2022 pari ad oltre il 300% del PIL mondiale alla stessa data. Sono tutti, comunque, dati apparentemente spaventosi se si fa attenzione specialmente alla dinamica. Ad inizio del XXI secolo il PIL mondiale si attestava a ca. 34 trilioni di dollari ed il debito mondiale a ca. 65 trilioni: il primo è aumentato di 3X, il secondo di 5X. Si è istintivamente portati a dire che la situazione non è sostenibile e la catastrofe è dietro l'angolo.
Io credo di no e provo a spiegarti perché:
1. Lo sviluppo economico degli ultimi 20 anni è stato tumultuoso in varie parti del mondo, portando ad accumulazioni di risparmi privati e pubblici di entità mai vista prima: pensa alle partite correnti della Cina, ai Fondi sovrani dei paesi produttori di petrolio, ai profitti delle imprese tecnologiche USA. Tutto ciò si è riversato sul mondo finanziario che può moltiplicare le risorse avendo obblighi di capitalizzazione relativamente bassi o del tutto assenti. Si sono gonfiati così i debiti pubblici e quelli privati in tutti i settori di attività, dai megaprogetti infrastrutturali ai prestiti agli studenti.
2. La spezzettatura delle catene di produzione portata dalla globalizzazione ha giocato un ruolo molto importante: la maggiore produttività ha consentito che un numero crescente di attori entrassero in scena, richiedendo risorse per finanziare i propri investimenti.
3. La concentrazione della ricchezza (e la crescente marginalizzazione di paesi e cittadini scarsamente produttivi) ha creato strumenti di investimento finanziario accessibili a pochi, non trasparenti, altamente speculativi. Ciò ha comportato la creazione di bolle finanziarie in molti settori (borse con multipli mai visti, immobiliare, credito al consumo, criptovalute etc). Gli attori in questione (società finanziarie e investitori) sono naturalmente portati a "tirare la corda" fin che possono, scaricando poi il rischio su una platea più ampia a cui nel frattempo si è reso possibile l'accesso a queste forme di investimento.
4. Gli investimenti industriali si sono fatti molto più pesanti per finanziare progetti a lunga durata e la cui redditività è misurata da Piani Industriali a lungo termine di difficile misurazione. Pensa alla transizione energetica, alla guida senza conduttore, all'intelligenza artificiale: stiamo immettendo enormi quantità di risorse in progetti i cui ritorni sono incerti.
5. La conclusione di tutto ciò temo sia poco edificante per i governanti del mondo: si ampliano sempre più i divari di reddito e ricchezza, fasce sempre più estese di popolazione da lavoratrici passano ad essere assistite, il potere economico è sempre meno controllato. Esattamente il contrario di un sano sviluppo della democrazia!
6. Questa struttura di potere e di governo è però molto forte ed in grado di non farsi travolgere da "incidenti di percorso": avremo fallimenti controllati di imprese/interi settori economici, scoppio (ma sempre controllato) di bolle finanziarie che per qualche anno mitigheranno il rapporto tra debito e PIL, per poi, però continuare a crescere. Anche le guerre e le conseguenti ricostruzioni contribuiranno a mantenere in piedi un modello ormai rodato. Mancano alternative ideologiche credibili per spezzare il cerchio e, per i sacrificati di oggi c'è una sola via d'uscita: cercare a tutti i costi di passare dall'altra parte della barricata. Cinico, certo, ma probabilmente anche vero.
Sempre disponibile ad un confronto e con piacere. A presto
Giulio

February 9, 2023
R: Spettro o genio
In the Media News section of this site
(https://www.salvettifoundation.eu/wp/media-news/) there is a letter dated 8 February 2023 from Paolo Lutteri to Giulio Pampuro of Milan, economic and financial manager of institutions and international companies. Here is the answer from Dr. Pampuro.
Dear Paolo,
Here I am! A few days ago my eye fell on a flash from ‘Repubblica’ or from ‘Sole-24Ore’ which indicated the world debt at over 400% of world GDP. This also led me to some reflections like yours. I tried this morning to find confirmation of the number first and found everything. The most reliable information (Institute of International Finance) speaks of 305 trillion dollars in 2022 equal to over 300% of world GDP at the same date. They are all, however, apparently frightening data if one pays special attention to the dynamics. At the beginning of the 21st century, world GDP stood at approx. 34 trillion dollars and the world debt at approx. 65 trillion: the former increased by 3X, the latter by 5X. One is instinctively led to say that the situation is not sustainable and that catastrophe is around the corner. I think not and I'll try to explain why:
1. Economic development over the last 20 years has been tumultuous in various parts of the world, leading to accumulations of private and public savings on an unprecedented scale: think of China's current account, the sovereign wealth funds of oil-producing countries, profits of US technology companies. All of this has spilled over into the financial world which can multiply resources by having relatively low or no capitalization obligations. Thus public and private debts have ballooned in all sectors of activity, from infrastructure megaprojects to student loans.
2. The fragmentation of production chains brought about by globalization has played a very important role: greater productivity has allowed a growing number of actors to enter the scene, requiring resources to finance their investments.
3. The concentration of wealth (and the growing marginalization of poorly productive countries and citizens) has created highly speculative, non-transparent, financial investment instruments accessible to a few. This has led to the creation of financial bubbles in many sectors (exchanges with unprecedented multiples, real estate, consumer credit, cryptocurrencies, etc.). The actors in question (financial companies and investors) are naturally inclined to "pull the rope" as far as they can, then unloading the risk on a wider audience to which access to these forms of investment has been made possible in the meantime.
4. Industrial investments have become much heavier to finance long-term projects whose profitability is measured by long-term industrial plans that are difficult to measure. Think of the energy transition, of conductorless driving, of artificial intelligence – we are pouring huge amounts of resources into projects whose returns are uncertain.
5. The conclusion of all this I fear is not very edifying for the rulers of the world: the income and wealth gaps are widening more and more, increasing large segments of the working class are now being assisted, economic power is less and less controlled. Exactly the opposite of a healthy development of democracy!
6. However, this power and government structure is very strong and capable of not being overwhelmed by "hiccups": we will have controlled bankruptcies of companies/entire economic sectors, bursting (but always controlled) of financial bubbles which for a few years they will mitigate the debt-to-GDP ratio, but then continue to grow. Even the wars and the consequent reconstructions will contribute to keeping a well-established model standing. There is a lack of credible ideological alternatives to break the circle and, for today's sacrificed, there is only one way out: to try at all costs to pass to the other side of the barricade. Cynical, sure, but probably also true.
Always available for discussion and with pleasure. See you soon
Giulio

13 settembre 2022
"Il nostro mondo è in grossi guai"
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite avverte che la crisi climatica si sta dirigendo verso "territori inesplorati di distruzione, esorta i leader a prestare attenzione all'allarmante rapporto 'Uniti nella scienza'.
Di seguito è riportato il testo del videomessaggio del Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres per il lancio del Rapporto United in Science 2022.
Il nostro clima si sta riscaldando rapidamente. Inondazioni, siccità, ondate di caldo, tempeste estreme e incendi stanno andando di male in peggio, battendo record con una frequenza sempre allarmante. Ondate di caldo in Europa. Colossali inondazioni in Pakistan. Siccità prolungate e gravi in ​​Cina, nel Corno d'Africa e negli Stati Uniti.
Non c'è nulla di naturale nella nuova portata di questi disastri. Sono il prezzo della dipendenza dell'umanità dai combustibili fossili. Il numero di disastri meteorologici, climatici e legati all'acqua è aumentato di un fattore cinque negli ultimi 50 anni.
Le perdite giornaliere ammontano a più di $ 200 milioni di dollari. Il rapporto United in Science di quest'anno mostra gli impatti climatici diretti verso territori di distruzione inesplorati. Eppure ogni anno raddoppiamo questa dipendenza dai combustibili fossili, anche se i sintomi peggiorano rapidamente. Anche se conosciamo la cura.
I nostri leader si sono impegnati nell'accordo di Parigi [sul cambiamento climatico] a limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5°C e costruire la resilienza climatica. Il rapporto United in Science di quest'anno mostra che siamo ancora fuori strada. L'azione per il clima è in stallo su fronti chiave e i paesi e le persone più poveri sono quelli più colpiti. Ma nessun paese è immune. Il rapporto è un vergognoso promemoria del fatto che la costruzione della resilienza è la metà trascurata dell'equazione climatica.
È uno scandalo che i paesi sviluppati non abbiano preso sul serio l'adattamento e si siano scrollati di dosso i loro impegni per aiutare il mondo in via di sviluppo. La decisione di Glasgow esorta i paesi sviluppati a fornire collettivamente 40 miliardi di dollari all'anno in nuovi finanziamenti per l'adattamento. Questo deve essere consegnato per intero, come punto di partenza.
Ma chiaramente non basta. Il fabbisogno di finanziamenti per l'adattamento è destinato a crescere fino ad almeno $ 300 miliardi di dollari all'anno entro il 2030. Sono appena tornato dal Pakistan, dove ho visto in prima persona l'enorme scala del bisogno lì. Come minimo, il 50 per cento di tutti i finanziamenti per il clima deve essere destinato all'adattamento. 
Questo è un imperativo morale, ma è anche una questione di buon senso. Gli investimenti per l'adattamento pagano enormi dividendi umani, sia per i donatori che per i paesi vulnerabili, le persone e le comunità. 
Eppure la maggior parte delle banche multilaterali di sviluppo non stanno facendo abbastanza. I paesi del G20 [Gruppo di 20] sono i loro azionisti. Il dollaro si ferma con loro per forzare i cambiamenti necessari. È anche chiaro che gli allarmi precoci salvano vite.
Ecco perché ho annunciato che le Nazioni Unite lavoreranno per renderli disponibili a ogni persona sulla Terra entro cinque anni. L'Organizzazione meteorologica mondiale assumerà il comando. Molti paesi in via di sviluppo mancano ancora di questi servizi essenziali.
https://press.un.org/en/2022/sgsm21450.doc.htm

 

September 13, 2022
‘Our World Is in Big Trouble’
U,N. Secretary-General Warns Climate Crisis Heading into ‘Uncharted Territories of Destruction, Urges Leaders to Heed 'United in Science' Alarming Report.
Following is the text of UN Secretary-General António Guterres’ video message for the launch of the United in Science 2022 Report.
Our climate is heating rapidly.  Floods, droughts, heatwaves, extreme storms and wildfires are going from bad to worse, breaking records with ever alarming frequency.  Heatwaves in Europe.  Colossal floods in Pakistan.  Prolonged and severe droughts in China, the Horn of Africa and the United States.
There is nothing natural about the new scale of these disasters.  They are the price of humanity’s fossil fuel addiction.  The number of weather, climate and water-related disasters has increased by a factor of five over the past 50 years.
Daily losses total more than $200 million dollars.  This year’s United in Science report shows climate impacts heading into uncharted territories of destruction.  Yet each year we double-down on this fossil fuel addiction, even as the symptoms get rapidly worse.  Even as we know the cure.
Our leaders pledged in the Paris Agreement [on climate change] to limit global temperature rise to 1.5°C and build climate resilience.  This year’s United in Science report shows that we are still way off track.  Climate action is stalling on key fronts, and the poorest countries and people are being hardest hit.  But no country is immune.  The report is a shameful reminder that resilience-building is the neglected half of the climate equation.
It is a scandal that developed countries have failed to take adaptation seriously and shrugged off their commitments to help the developing world.  The Glasgow decision urges developed countries to collectively provide $40 billion dollars a year in new adaptation finance.  This must be delivered in full, as a starting point.
But it is clearly not enough.  Adaptation finance needs are set to grow to at least $300 billion dollars a year by 2030.  I have just returned from Pakistan, where I saw first-hand the massive scale of need there.  At the very least, 50 per cent of all climate finance must go to adaptation. 
This is a moral imperative, but it is also a matter of common sense.  Adaptation investments pay huge human dividends, for donors and vulnerable countries, people and communities alike. 
And yet most multilateral development banks are not doing enough.  G20 [Group of 20] countries are their shareholders.  The buck stops with them to force the changes needed.  It is also clear that early warnings save lives.
That’s why I have announced that the United Nations will work to make them available to every person on Earth within five years.  The World Meteorological Organization will take the lead.  Many developing countries still lack these essential services.
https://press.un.org/en/2022/sgsm21450.doc.htm

 

9 settembre 2022
Trasporti sostenibili - A colloquio con Carlo Togni
Il traffico industriale e commerciale, soprattutto in Italia, viaggia per autocarri. Il consumo di carburanti e l’inquinamento ambientale sono argomenti economici sempre più importanti per gli imprenditori e i clienti del settore, sia grandi aziende che ‘padroncini’. Che ne pensa Carlo Togni, che oltre ad essere uno dei responsabili commerciali di Scania, azienda leader nell’automotive, è anche un manager di larga cultura economica e tecnologica?
L’innovazione tecnologica e la crisi energetica stanno modificando comportamenti professionali e di consumo. Quali prospettive generali nel settore dell’autotrasporto – ‘trasporti pesanti’?
Per quel che riguarda il mondo del trasporto siamo nel pieno della crisi energetica, infatti cominciamo a vedere alcuni effetti sulle aziende, i trasportatori sono in difficoltà con le risorse “tradizionali” e provano ad affacciarsi a tecnologie che permetterebbero di superare l’utilizzo di queste ultime (vedi veicoli ibridi ed elettrici), ma il costo è ancora molto elevato. Pertanto, è fondamentale che i trasporti collaborino con i loro committenti (ad esempio attori della GDO), per riuscire a superare l’ostacolo economico per l’acquisizione di nuove tecnologie green.
Quali sono le dimensioni del mercato attuale? Quanti veicoli in circolazione in Italia?
In Italia abbiamo quasi mezzo milione di veicoli nel parco circolante, considerando solo i veicoli industriali (no veicoli commerciali, i cosiddetti “leggeri”). Il mercato delle nuove immatricolazioni si aggira intorno alle 20.000 unità ogni anno, variabile in base alle condizioni di mercato ed al contesto economico in cui ci troviamo. Al momento ci troviamo con un mercato forte, che chiede tanti veicoli, non è sempre così.
Motori ibridi, motori elettrici, motori a gas, a idrogeno …: pro e contro. E quali sono le tappe dell’innovazione? Quanto tempo ci vorrà per sostituire il parco circolante a combustibili fossili?
Su questo argomento si potrebbe parlare per ore. Ci sono fior fior di studi che parlano di pro e contro delle varie tecnologie, se ne parla ormai sempre più spesso anche agli eventi ed alle conferenze di settore. Ogni tecnologia ha i suoi pro ed i suoi contro, ad esempio riduzioni delle emissioni (pro) e costi di sviluppo ed adozione delle nuove tecnologie (contro). Come Scania crediamo in un futuro in cui conviveranno diverse tecnologie, dal diesel, passando per il gas e l’ibrido, fino ad arrivare all’elettrico e poi anche l’idrogeno con la tecnologia fuel cell, in cui l’idrogeno viene utilizzato per produrre elettricità che fa funzionare un motore elettrico. Ad oggi siamo in pieno sviluppo dei camion a batteria, che sono una realtà per i trasportatori e possono essere utilizzati già oggi per missioni a corto e medio raggio. Arriveremo anche sul lungo raggio a breve, sia con camion a batteria, sia con camion fuel cell, un po’ più avanti.
Sostituire il parco circolante dai combustibili fossili è un processo che durerà probabilmente decenni, ma che potrebbe subire accelerazioni se ci saranno condizioni di mercato (pensiamo all’andamento del prezzo del gasolio e dell’energia elettrica) e la volontà politica di spingere in quella direzione.
Che ne pensa delle ipotesi di attrezzare percorsi tipo autostradali con supporto di linee elettriche, riservati ad autocarri?
È una strada già sperimentata sia in Italia (breve tratto sulla Bre-Be-Mi), sia in Germania, con veicoli Scania. È possibile che alcuni tratti, in particolar modo autostradali, verranno elettrificati in questo modo, ma ci aspettiamo che i camion a batteria (quelli che chiamiamo per semplicità “elettrici”) raggiungano in pochi anni autonomie e tempi di ricarica adeguati alla maggior parte delle missioni di trasporto, senza necessitare quindi di una linea elettrica che li continui a caricare, che è anche molto costosa nella realizzazione.
La sua azienda, Scania, quali eccellenze competitive propone per il futuro?
Crediamo da sempre nella forza della squadra. In Scania lo spirito di squadra e la voglia di lavorare insieme agli altri per creare più valore sono fondamentali e centrali, così come il sapersi adattare ad un mercato ed un prodotto che stanno evolvendo, seguendo quelle che sono le esigenze di riduzione delle emissioni a livello nazionale e globale. Il nostro vantaggio competitivo è sempre stato l’avere un’offerta di prodotti e di servizi all’avanguardia, non solo al passo con le richieste del mercato, che chiede prodotti sempre più di qualità, affidabili ed economici da operare, ma anche un’offerta innovatrice, che anticipa le richieste. Non a caso siamo stati i primi a proporre sul mercato una gamma di prodotti elettrificati, lanciando 2 anni fa camion elettrici ed ibridi plug-in.
Quali consigli professionali personali darebbe agli imprenditori del suo settore e ai suoi clienti per i grandi trasporti del futuro?
Il consiglio principale che mi sento di dare agli imprenditori nel mondo del trasporto è: coinvolgete maggiormente i vostri figli, perché hanno voglia di fare, vedono di buon occhio l’innovazione tecnologica; è quindi necessario che vengano coinvolti nelle scelte aziendali. La loro propensione ad adottare nuove tecnologie, sia per quanto riguarda l’autotrazione, sia per quanto riguarda la gestione interna dell’azienda, dei mezzi, del magazzino, e tanto altro, è fondamentale per non rimanere fermi su soluzioni collaudate, ma che rischiano di diventare obsolete e non più competitive sul mercato.
Nella mia esperienza lavorativa ho visto che le aziende dove c’è già questo passaggio generazionale sono più rapide, tecnologiche e propense a nuove soluzioni, soprattutto quando ci sono investimenti da fare.
(Intervista a cura di Paolo Lutteri – Fondazione Salvetti) 

September 9, 2022
Sustainable transport - An interview with Carlo Togni
Industrial and commercial traffic, especially in Italy, travels by truck. Fuel consumption and environmental pollution are increasingly important economic issues for entrepreneurs and customers in the sector, both large companies and 'owners'. What does Carlo Togni think, who in addition to being one of the sales managers of Scania, a leading automotive company, is also a manager with a broad economic and technological culture?
Technological innovation and the energy crisis are changing professional and consumer behavior. What general prospects in the road transport sector - 'heavy transport
'?
As far as the world of transport is concerned, we are in the midst of the energy crisis, in fact we are beginning to see some effects on companies, transporters are in difficulty with "traditional" resources and try to look out for technologies that would allow them to overcome the use of these latest (see hybrid and electric vehicles), but the cost is still very high. Therefore, it is essential that transport collaborates with their clients (for example, GDO-large-scale retail channel actors), to be able to overcome the economic obstacle for the acquisition of new green technologies.
What is the size of the current market? How many vehicles in circulation in Italy?
In Italy we have almost half a million vehicles in our fleet, considering only industrial vehicles (no commercial LCV vehicles, the so-called "light" ones). The market for new registrations is around 20,000 units every year, which varies according to market conditions and the economic context in which we find ourselves. At the moment we find ourselves with a strong market, which asks for a lot of vehicles, this is not always the case.
Hybrid engines, electric motors, gas engines, hydrogen engines…: pros and cons. And what are the stages of innovation? How long will it take to replace the fleet with fossil fuels?
We could talk about this for hours. There are a lot of studies that talk about the pros and cons of the various technologies, they are now being talked about more and more often also at sector events and conferences. Each technology has its pros and cons, such as emission reductions (pros) and costs of developing and adopting new technologies (cons). Like Scania, we believe in a future in which different technologies will coexist, from diesel, through gas and hybrid, up to electric and then also hydrogen with fuel cell technology, in which hydrogen is used to produce electricity that drives an electric motor. Today we are in full development of battery-powered trucks, which are a reality for transporters and can already be used today for short and medium-range missions. We will also arrive on the long haul in the short term, both with battery trucks and with fuel cell trucks, a little further on.
Replacing the fleet of fossil fuels is a process that will probably last decades, but which could accelerate if there are market conditions (think of the trend in the price of diesel and electricity) and the political will to push in that direction. .
What do you think of the hypothesis of equipping motorway-type routes with the support of power lines, reserved for trucks?
This road has already been tested both in Italy (a short stretch on the Bre-Be-Mi, it is Brescia-Milano) and in Germany, with Scania vehicles. It is possible that some sections, especially motorways, will be electrified in this way, but we expect battery-powered trucks (those we call "electric" for simplicity) to reach autonomy and charging times adequate for most of the transport missions, without therefore needing a power line to continue to charge them, which is also very expensive to build.
What competitive excellences does your company, Scania, propose for the future?
We have always believed in the strength of the team. In Scania, team spirit and the desire to work together with others to create more value are fundamental and central, as is knowing how to adapt to a market and a product that are evolving, following the needs of reducing emissions at national and global. Our competitive advantage has always been to have an offer of cutting-edge products and services, not only in step with the demands of the market, which requires increasingly quality, reliable and economical products to operate, but also a innovative offer, which anticipates requests. It is no coincidence that we were the first to offer a range of electrified products on the market, launching electric and plug-in hybrid trucks 2 years ago.
What personal professional advice would you give to entrepreneurs in your sector and to your customers for the heavy transport of the future?
The main advice I would like to give to entrepreneurs in the world of transport is: involve your sons more, because they want to do something, they look favorably on technological innovation; it is therefore necessary that they be involved in corporate decisions. Their propensity to adopt new technologies, both as regards the automotive sector and as regards the internal management of the company, of the vehicles, of the warehouse, and much more, is essential in order not to remain stuck on proven solutions, but which risk to become obsolete and no longer competitive on the market.
In my work experience I have seen that companies where there is already this generational shift are faster, more technological and more inclined to new solutions, especially when there are investments to be made.
(Interview by Paolo Lutteri-Salvetti Foundation)

5 aprile 2022
SOSTENIBILITÀ SANITARIA.
Non c’è solo la pandemia a interferire nello sviluppo sostenibile e nelle iniziative di ‘manutenzione del mondo’. Le malattie mentali interferiscono e rallentano il percorso di conoscenza e di adattamento ecologico, soprattutto in età avanzata. Per esempio: il morbo di Alzheimer, una forma di demenza che si riferisce alla perdita di memoria e di altre abilità intellettuali.  Sembra incurabile, ma si può fare qualcosa per riconoscere e lasciar emergere l’io sano che persiste nonostante la malattia. I malati devono poter conservare la loro dignità e non possiamo trascurarli se abbiamo come obiettivo la manutenzione del pianeta, che passa attraverso il rispetto di tutti, anche i ‘diversamente abili’ e i loro familiari.
Un caso italiano
Le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) sono state introdotte in Italia a metà degli anni novanta, come strutture non ospedaliere, ma a carattere sanitario; ospitano anziani fragili con diversi gradi di non autosufficienza, che hanno bisogno di specifiche cure da parte di medici e altri operatori. Dopo due anni di emergenza Covid sono emerse nuove consapevolezze che hanno messo in evidenza numerose criticità che erano già presenti ma restavano sotto traccia. Abbiamo chiesto a Pietro Vigorelli, medico psicoterapeuta, che coordina un Team di specialisti del settore, di descriverci il ‘Manifesto dell’Approccio Capacitante®’, nato col contributi di vari operatori del settore, che prefigura una RSA dove ogni anziano fragile, anche smemorato e disorientato, possa essere protagonista della propria vita; il Manifesto propone nuove parole e nuovi obiettivi, e propone un metodo.
Manifesto dell’Approccio Capacitante®
Quali RSA per il prossimo futuro?
Sintetizziamo le caratteristiche ideali delle case di riposo per il prossimo futuro in tre parole: Persona, Casa, Normalità. Dobbiamo progettare un futuro prossimo in cui le RSA siano il più possibile delle case dove ogni anziano, anche smemorato e disorientato, possa essere riconosciuto come persona, così com’è, e vivere la propria vita nel modo più normale possibile. Lo stile di vita di riferimento deve essere quello familiare, non quello ospedaliero o alberghiero.
Nuove parole e nuovi obiettivi per le RSA del prossimo futuro.
Per realizzare case per anziani dove si possa abitare e stare bene bisogna fare un passo avanti rispetto ad alcune idee di riferimento che nel recente passato si sono già affermate per la loro valenza positiva e che possiamo considerare acquisite. Arrivati a questo punto abbiamo messo a fuoco alcune parole del nostro linguaggio professionale e proponiamo un cambiamento e nuovi obiettivi, ancora più ambiziosi: • dall’anziano come ospite all’anziano protagonista della propria vita; • dall’anziano da curare all’anziano da accompagnare; • dall’anziano che appartiene a una categoria nell’ambito di una classificazione diagnostica (parzialmente/totalmente non autosufficiente; con deficit cognitivi di grado lieve/moderato/severo; con/senza disturbi comportamentali; diagnosi clinica) a una persona unica e irripetibile; • dalla qualità di vita alla felicità possibile e al piacere di vivere; • dalla presa in carico all’ascolto; • dal rispondere gentilmente al prendere sul serio; • dal minutaggio alla cura lenta.
La proposta dell’ApproccioCapacitante®.
L’ApproccioCapacitante® propone un modo per riconoscere gli anziani fragili, in particolare quelli smemorati e disorientati, come protagonisti della propria vita: • mette al centro dell’attenzione le parole dell’anziano, anche quelle malate, così come le dice; • riconosce l’anziano come un interlocutore valido, con cui vale la pena di parlare; • riconosce l’anziano così com’è, col suo io sano e il suo io malato; • riconosce che vuole essere protagonista della propria vita; • riconosce che cerca di comunicare, anche con le sue parole malate e con i disturbi comportamentali;  • riconosce le sue emozioni, sia quelle positive che quelle negative; • riconosce le sue identità molteplici; • riconosce i mondi possibili in cui vive. 
Le tappe di un percorso.
Un programma così ambizioso si può realizzare decidendo di mettersi in cammino. La prima tappa è la formazione degli operatori.
Pietro Vigorelli
Per approfondire: www.gruppoanchise.it

April 5, 2022
HEALTHCARE SUSTAINABILITY.
It is not only the pandemic that interposes in sustainable development and in the 'maintenance of the world' initiatives. Mental illnesses interfere and slow down the path of knowledge and ecological adaptation, especially in old age. For example: Alzheimer's disease, a form of dementia that refers to the loss of memory and other intellectual skills. It seems incurable, but something can be done to keep the sick active and conscious. The sick persons are no different from us and we cannot neglect them if we have the maintenance of the planet as our goal, which involves respect for everyone, even the 'disabled' and their families.
An Italian case
The nursing homes (RSA) were introduced in Italy in the mid-nineties, as non-hospital structures, but of a health nature; they host non self-sufficient people, who need specific care from several medical specialists. After two years of Covid emergency, new awareness has emerged that have highlighted numerous critical issues that were already present but remained under the radar. We asked Pietro Vigorelli, MD, Specialist in Internal Medicine and Psychiatry, who coordinates a team of specialists in the sector, to describe the 'Manifesto of the Enabling Approach® (which he drafted), which prefigures a RSA where every frail elderly person, even forgetful and disoriented, may be the protagonist of his own life; the Manifesto proposes new words and new objectives, and proposes a method.
Manifesto of the Enabling Approach®
What RSAs for the near future?
We summarize the ideal characteristics of nursing homes for the near future in three words: Person, Home, Normality. We must plan a near future in which the RSAs are as many houses as possible where every elderly person, even forgetful and disoriented, can be recognized as a person, as they are, and live their lives in the most normal way possible. The reference lifestyle must be the family one, not the hospital or hotel one.
New words and new objectives for the RSAs of the near future.
To create homes for the elderly where you can live and feel good, you need to take a step forward with respect to some reference ideas that in the recent past have already established themselves for their positive value and that we can consider as acquired. At this point we have focused on some words of our professional language and propose a change and new, even more ambitious goals: • from the elderly as a guest to the elderly protagonist of his own life; • from the elderly to be treated to the elderly to accompany; • from the elderly who belong to a category within a diagnostic classification (partially/totally non self-sufficient; with mild/moderate/severe cognitive deficits; with/without behavioral disorders; clinical diagnosis) to a unique and unrepeatable person; • from the quality of life to possible happiness and the pleasure of living; • from taking charge to listening; • from responding politely to taking it seriously; • from minutes to slow cure.
The proposal of the Capacitating Approach®.
The Enabling Approach® offers a way to recognize frail elderly people, especially those forgetful and disoriented, as protagonists of their own life: • puts the words of the elderly at the center of attention, even those who are sick, as they say them; • recognizes the elderly as a valid interlocutor, with whom it is worth talking; • recognizes the elderly person as he is, with him healthy self and his sick self; • recognizes that he wants to be the protagonist of his own life; • acknowledges that he tries to communicate, even with his sick words and with behavioral disorders; • recognizes his emotions, both positive and negative ones; • recognizes his multiple identities; • recognizes the possible worlds in which he lives.
The stages of a journey.
Such an ambitious program can be achieved by deciding to set out on the road. The first step is the training of the operators.
Pietro Vigorelli
For further information: www.gruppoanchise.it

24 settembre 2021
EVITARE L’ESTINZIONE DELLA CIVILTÀ UMANA
di Paolo Lutteri
Questo non è un argomento qualunque, ma un tema che già i mass media hanno fiutato, ma che potrebbe esplodere come bomba mediatica e suscitare angosce se non rivolte sociali.
Non sono iperboli, non sono campanelli, ma campane a distesa di allarme. Le Nazioni Unite stanno prendendo in considerazione la proposta di alcuni centinaia di ricercatori e scienziati per l’emergenza planetaria. Si tratta di evitare l’estinzione della civiltà umana, senza mezze parole, senza strumentalizzazioni di parte, senza alibi culturali. E non c’è tempo da perdere.
La proposta, datata settembre 2021 ma nata già nel mese di marzo, propone di costituire un Ufficio delle Nazioni Unite per le minacce strategiche (Long-range strategic threats to the survival of humanity). Non è solo l’inquinamento ambientale, l’invasione della plastica, la scarsità di acqua dolce o il problema della biodiversità, né solo le disuguaglianze sociali, ma l’avanzamento dell’intelligenza artificiale che va oltre il controllo umano, la prolificazione nucleare, i salti biologici, le pandemie, il terrorismo, l’indebolimento dei campi magnetici terrestri, le tempeste solari, le piogge meteoriche. Gli allarmi lanciati in questi giorni da New York dal Segretario Generale dell’ONU, accompagnati da molti interventi di personaggi sensibili ai problemi, sono all’attenzione di tutti, scienziati, politici, governanti e semplici cittadini. Sono argomenti da approfondire per giornalisti, per aziende, per scuole, per famiglie, per il futuro dal quale non ci possiamo estraniare anche come Fondazione Salvetti.
Ben vengano commenti e suggerimenti.
http://www.millennium-project.org/
https://www.un.org/en/content/common-agenda-report/

September 24, 2021
AVOID THE EXTINCTION OF HUMAN CIVILIZATION
by Paolo Lutteri
This is not just any topic, but a topic that the mass media have already smelled, but which could explode as a media bomb and arouse anguish if not social riots.
They are not hyperbole, they are not bells, but bells with an expanse of alarm. The United Nations is considering the proposal of several hundred researchers and scientists for the planetary emergency. It is a question of avoiding the extinction of human civilization, without half words, without partisan exploitation, without cultural alibis. And there is no time to waste.
The proposal, dated September 2021 but born already in March, proposes to establish a United Nations Office for strategic threats (Long-range strategic threats to the survival of humanity). It is not just environmental pollution, the invasion of plastics, the scarcity of fresh water or the problem of biodiversity, nor just social inequalities, but the advancement of artificial intelligence that goes beyond human control, nuclear proliferation, biological jumps, pandemics, terrorism, the weakening of Earth's magnetic fields, solar storms, meteor showers. The alarms launched in recent days from New York by the UN Secretary General, accompanied by many interventions by people sensitive to the problems, are for the attention of all, scientists, politicians, rulers and ordinary citizens. These are topics to be explored for journalists, for companies, for schools, for families, for the future from which we cannot be estranged even as the Salvetti Foundation.
Comments and suggestions are welcome.
http://www.millennium-project.org/
https://www.un.org/en/content/common-agenda-report/

26 Luglio 2021
CONFINDUSTRIA ITALIA - Congiuntura flash
Riparte robusta l’Italia, spinta dai consumi e dai servizi, ma cresce l’incertezza sulle prospettive
L’Italia è ripartita in modo robusto: i servizi sono in forte recupero, i consumi finalmente in rimbalzo, l’industria prosegue su un sentiero di crescita stabile; anche se si è indebolito il traino dell’export. La ripartenza si legge anche nei dati sul lavoro. Gli USA sono in assestamento su ritmi meno elevati e nell’Eurozona è tornata l’incertezza legata ai possibili effetti della variante delta del Covid. Inoltre, i prezzi alti e la scarsità delle materie prime possono costituire un vincolo alla ripresa.
*L'economia italiana e internazionale in breve.
Conferme e nuovi rischi. Lo scenario che si va consolidando per l’Italia è di un rimbalzo del PIL forte nel 2° trimestre 2021, meno nel 3° e 4° trimestre. A giugno si è irrobustita la risalita, grazie all’accelerazione delle vaccinazioni e a meno restrizioni. A luglio, però, l’aumento dei contagi in varie parti d’Europa pone nuovi rischi di raffreddamento dell’attività economica, specie nel turismo e in particolare da agosto, sia tramite il canale della fiducia che per eventuali nuove misure anti-Covid.
Servizi in forte recupero. I dati confermano la ripartenza dei servizi nel 2° trimestre: a giugno il PMI è salito ancora, a 56,7, segnalando un ottimo ritmo di recupero. Dopo che già la fiducia delle imprese del settore aveva mostrato un significativo balzo nello stesso mese. La risalita dei servizi, in base ai dati attuali, dovrebbe proseguire nel 3° trimestre: le aspettative a giugno sono su valori molto elevati.
Consumi in rimbalzo. Mentre gli investimenti continuano la loro dinamica favorevole nei mesi primaverili, con ordini in aumento, il timone della ripresa italiana è nelle mani delle famiglie, la cui spesa è stimata finalmente in recupero, grazie a più mobilità e utilizzo del risparmio accumulato. Secondo l’indice ICC, il recupero dei consumi a maggio-giugno è più accentuato per la parte relativa ai servizi, grazie alla ripresa di viaggi e spese fuori casa. E le attese sono positive: gli ordini interni dei produttori di beni di consumo nel 2° trimestre sono saliti di 6 punti, la fiducia delle famiglie è oltre i livelli pre-crisi.
Industria in crescita stabile. Nell’industria il percorso di crescita prosegue su ritmi stabili, secondo il PMI (62,2 a giugno). Grazie al recupero a giugno (+1,3%, stime CSC), la produzione conferma le attese e cresce nel 2° trimestre (+1,1%), come nel 1°, nonostante la correzione a maggio (-1,5%). Ciò coinvolge quasi tutti i settori: la maggiore eccezione è il comparto moda, ancora penalizzato dal calo dei consumi legato alle nuove abitudini nell’era-Covid. Le attese su produzione e ordini sono a livelli elevati, ma ci sono preoccupazioni per l’aumento dei prezzi di acquisto e, in alcuni casi, per carenza di materiali.
Ripartenza nei dati sul lavoro. I datori di lavoro sono tornati ad aspettative di aumento degli occupati: da marzo nel manifatturiero, da maggio nei servizi. Gli occupati a tempo determinato sono cresciuti molto da marzo, tornando oltre i livelli pre-crisi (a maggio sono a +60mila). Non è ancora iniziata, invece, la risalita di quelli a tempo indeterminato: -403mila da gennaio 2020, al netto degli assenti dal lavoro da oltre 3 mesi (ad esempio per CIG). Non si arresta il calo dei lavoratori indipendenti (-458mila dal pre-crisi). Inoltre, resta da assorbire l’eccezionale aumento di inattività: ancora quasi +400mila.
Ingente sostegno pubblico anche nel 2021. Le risorse pubbliche per misure emergenziali in campo per il 2021 raggiungono il 6,0% del PIL, poco meno del 6,6% del 2020. Il DL “Sostegni bis”, appena convertito in legge, mobilita 39 miliardi: due terzi per rifinanziare (con miglioramenti) gli indennizzi e la liquidità per le imprese; il resto per lavoratori, enti territoriali, tutela della salute. I tassi calano ancora a luglio, grazie agli acquisti BCE: il rendimento del BTP è sceso a 0,73%, lo spread è salito poco (+1,09%).
Si indebolisce il traino dell’export. A maggio l’export italiano si è ridotto (-2,6% in volume), restando comunque sopra i livelli pre-crisi. A frenare sono state le vendite extra-UE, condizionate dalla volatilità nella cantieristica navale. Il robusto recupero precedente era stato guidato da beni strumentali e intermedi; secondo gli ordini esteri di beni di investimento, ai massimi a giugno, il trend positivo proseguirà. Tuttavia, il PMI ordini esteri ha rallentato (da 62,0 a 59,7). Inoltre, l’aumento dei contagi a luglio in mercati importanti per i beni italiani potrebbe frenare le vendite. Le prospettive per gli scambi mondiali restano positive, sebbene il PMI globale ordini esteri si sia ridotto (53,2 a giugno, da 54,9).
*Eurozona: torna l’incertezza. 
A luglio si è rafforzata la dinamica nei servizi (PMI a 60,4), che ha trainato il PMI composito sopra le attese (60,6). Il PMI manifatturiero è sceso poco (62,6), mentre si contrae la produzione industriale (-1,0% mensile). L’indice Sentix, che misura la fiducia di investitori e analisti, a luglio è migliorato a 29,8, ma sotto le attese, mentre l’indice ZEW è crollato di oltre 20 punti. Ciò riflette l’incertezza sugli effetti della variante delta del Covid: nonostante le vaccinazioni, potrebbe indurre nuove restrizioni. In alcuni paesi dell’Eurozona l’inflazione è in salita (Spagna +2,7%, Germania +2,3%), mentre in Italia i rincari non sono arrivati ai prezzi al consumo, tranne che per l’energia.
*USA in assestamento. 
L’economia si è stabilizzata, rispetto ai ritmi alti precedenti: gli indici PMI e ISM nel manifatturiero a giugno sono calati di poco, in linea con il “rallentamento” della produzione industriale (+9,8% annuo, da +16,3%) e il calo del fatturato; il PMI si è parzialmente ripreso a luglio. La fiducia delle famiglie è scesa, su valori ancora espansivi, nonostante la forte crescita degli occupati (+850mila a giugno). L’inflazione è salita molto (+5,4%), ma ciò è attribuito a fattori temporanei.
https://www.confindustria.it/home/centro-studi/temi-di-ricerca/congiuntura-e-previsioni/tutti/dettaglio/congiuntura-flash-luglio-2021

July 26, 2021
CONFINDUSTRIA ITALIA - Flash economic situation
Italy is restarting robustly, driven by consumption and services, but uncertainty about prospects is growing
Italy has restarted in a robust way: services are recovering strongly, consumption finally rebounding, industry continues on a path of stable growth; even if the export pull has weakened. The restart can also be read in the data on work. The US is settling at slower rates and the uncertainty related to the possible effects of the delta variant of Covid has returned to the Eurozone. Furthermore, high prices and the scarcity of raw materials can be a constraint on recovery.
*The Italian and international economy in brief.
Confirmations and new risks.
The scenario that is consolidating for Italy is of a strong rebound in GDP in the 2nd quarter of 2021, less in the 3rd and 4th quarter. In June, the ascent was strengthened, thanks to the acceleration of vaccinations and fewer restrictions. In July, however, the increase in infections in various parts of Europe poses new risks of cooling economic activity, especially in tourism and in particular from August, both through the channel of trust and through any new anti-Covid measures.
Services in strong recovery.
The data confirm the restart of services in the 2nd quarter: in June the PMI rose again, to 56.7, signaling an excellent pace of recovery. After the confidence of companies in the sector had already shown a significant jump in the same month. The recovery in services, based on current data, should continue in the 3rd quarter: expectations in June are at very high values.
Consumption in rebound.
While investments continue their favorable dynamics in the spring months, with orders on the rise, the helm of the Italian recovery is in the hands of families, whose spending is finally estimated to recover, thanks to more mobility and use of accumulated savings. According to the ICC index, the recovery in consumption in May-June is more pronounced for the part relating to services, thanks to the resumption of travel and spending outside the home. And expectations are positive: domestic orders from consumer goods producers rose by 6 points in the second quarter, household confidence is above pre-crisis levels.
Stable growing industry.
In industry, the growth path continues at stable rates, according to the PMI (62.2 in June). Thanks to the recovery in June (+ 1.3%, CSC estimates), production confirms expectations and grows in the 2nd quarter (+ 1.1%), as in the 1st, despite the correction in May (-1.5 %). This involves almost all sectors: the major exception is the fashion sector, still penalized by the drop in consumption linked to new habits in the Covid era. Expectations on production and orders are at high levels, but there are concerns about the increase in purchase prices and, in some cases, a shortage of materials.
Restart in the data on the job.
Employers have returned to expectations of an increase in employment: from March in manufacturing, from May in services. Fixed-term employees have grown a lot since March, returning above pre-crisis levels (in May they are at + 60,000). However, the rise of those with permanent contracts has not yet begun: -403,000 since January 2020, net of those absent from work for over 3 months (for example for CIG). The decline in self-employed workers continues (-458,000 since the pre-crisis). In addition, the exceptional increase in inactivity remains to be absorbed: still almost + 400,000.
Huge public support also in 2021.
Public resources for emergency measures in the field for 2021 reach 6.0% of GDP, just under 6.6% in 2020. The DL "Sostegni bis", just converted into law, mobilizes 39 billion: two thirds to refinance (with improvements) compensation and liquidity for companies; the rest for workers, local authorities, health protection. Rates drop again in July, thanks to ECB purchases: the BTP yield dropped to 0.73%, the spread rose slightly (+ 1.09%).
The export pull is weakening.
In May, Italian exports fell (-2.6% in volume), while remaining above pre-crisis levels. Extra-EU sales, affected by volatility in shipbuilding, were holding back. The previous robust recovery had been driven by capital and intermediate goods; according to foreign orders for investment goods, at their highest in June, the positive trend will continue. However, the PMI foreign orders slowed (from 62.0 to 59.7). Furthermore, the increase in infections in July in important markets for Italian goods could slow down sales. The outlook for world trade remains positive, although the global PMI for foreign orders has shrunk (53.2 in June, from 54.9).
*Eurozone: uncertainty returns.
In July, the dynamics in services strengthened (PMI at 60.4), which led the composite PMI above expectations (60.6). The manufacturing PMI fell slightly (62.6), while industrial production contracted (-1.0% monthly). The Sentix index, which measures the confidence of investors and analysts, in July improved to 29.8, but below expectations, while the ZEW index fell by more than 20 points. This reflects the uncertainty about the effects of the delta variant of Covid: despite vaccinations, it could induce new restrictions. In some Eurozone countries, inflation is on the rise (Spain + 2.7%, Germany + 2.3%), while in Italy the increases have not reached consumer prices, except for energy.
*USA settling.
The economy has stabilized, compared to the previous high rates: the PMI and ISM indices in manufacturing in June fell slightly, in line with the "slowdown" in industrial production (+ 9.8% per year, from +16.3 %) and the drop in turnover; the PMI partially recovered in July. Household confidence fell to still expansive values, despite the strong growth in employment (+ 850 thousand in June). Inflation has risen a lot (+ 5.4%), but this is attributed to temporary factors.
https://www.confindustria.it/home/centro-studi/temi-di-ricerca/congiuntura-e-previsioni/tutti/dettaglio/congiuntura-flash-luglio-2021

 

26 gennaio 2021
Energia e ambiente
Sul nostro pianeta abbiamo bisogno di conciliare due grandi questioni, quella delle risorse energetiche e quella di uno sviluppo ambientale sostenibile. Da queste dipenderanno le soluzioni politiche e sociali, globali e locali. Abbiamo chiesto al nostro Socio ing. Pietro Oriani di raccontarci che si dice a proposito dell’idrogeno, con qualche esempio industriale, non solo italiano.
Idrogeno verde e transizione sostenibile.
Verde è sostanzialmente l’idrogeno prodotto per elettrolisi dell’acqua utilizzando energie rinnovabili come l’eolica e la fotovoltaica. Già oggi si producono annualmente circa 80 milioni di tonnellate di idrogeno, ma solo 1% è verde, il resto è prevalentemente ‘grigio’ (prodotto da idrocarburi con emissione di circa 830 milioni di tonnellate di CO2) e in minima parte ‘blu’ (prodotto come il ‘grigio’ ma utilizzando processi di cattura della CO2). Le proiezioni di utilizzo di idrogeno ipotizzano un fabbisogno di 200 milioni di tonnellate nel 2030 e di 500 milioni di tonnellate nel 2050.
Per il Green Deal europeo e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU l’idrogeno verde può rappresentare un fattore chiave per centrare gli obiettivi climatici globali in virtù di un sostanziale contributo alla decarbonizzazione di settori ad elevata intensità energetica, in particolare trasporti e settore chimico. Il problema principale per rendere praticabile la transizione sostenibile è lo sviluppo tecnologico di una capacità produttiva su larga scala: rimpiazzare l’attuale produzione inquinante di idrogeno grigio con idrogeno verde da elettrolisi dell’acqua richiederebbe oggi 820 GW di energia eolica dedicata (il 26% in più di quella globalmente installata attualmente!).
Alcuni progetti pilota, che puntano sulla messa a punto del processo produttivo su larga scala di idrogeno verde, sono in stato avanzato di sperimentazione: su una piattaforma nel Mare del Nord un progetto olandese prevede a partire dal 2022 di elettrolizzare acqua marina desalinizzata utilizzando generatori eolici offshore; in Danimarca, con l’apporto di tecnologie tedesche, è in fase avanzata di messa a punto un progetto analogo che, con una potenza di 3 MW da generatori eolici destinata a un impianto elettrolitico da 400 kW, prevede già in questi primi mesi del 2021 l’avvio della fase produttiva.
In parallelo ai test necessari al consolidamento del processo produttivo su scala industriale, le multinazionali della ricerca hanno già sviluppato tecnologie di supporto all’ emergente economia dell’idrogeno (membrane per il processo elettrolitico e le celle a combustibile) e sono in fase di implementazione le soluzioni industriali per lo stoccaggio e il trasporto dell’idrogeno.
E numerosi sono i progetti già in campo per l’utilizzo dell’idrogeno: ● Hyundai ha un contratto con aziende cinesi per la fornitura di 4.000 TIR alimentati a idrogeno, nel contesto di una previsione di vendita di circa 30.000 mezzi pesanti a idrogeno entro il 2030; ● Airbus lo scorso settembre ha annunciato la volontà di sviluppare un aereo a idrogeno entro 5 anni; ● Toyota lo scorso dicembre ha presentato il modulo RexH2, una soluzione di alimentazione a idrogeno per uso marittimo; ● a Copenhagen si prevede di utilizzare l’idrogeno verde prodotto dall’impianto pilota in fase di avviamento per alimentare 50/70 Taxi ogni giorno; ● nel 2023 anche in Italia dovrebbe arrivare la prima linea ferroviaria con treni a idrogeno: il  progetto H2iseO prevede la sostituzione dei treni diesel nel Sebino e in Valcamonica.
Sempre in Italia la società SNAM (50% degli investimenti 2020/24 dedicati a rendere la sua infrastruttura di distribuzione gas – 1.200 km di rete – Hydrogen-ready) ed ENEL (che prevede di accrescere la capacità di idrogeno verde a oltre 2 GW entro il 2030) sono attive in questa transizione energetica e il Ministero dello Sviluppo Economico italiano ha adottato lo scorso novembre il documento “Strategia nazionale dell’idrogeno – Linee guida preliminari” ,che prevede di investire nel settore di 10 miliardi di euro e di soddisfare con idrogeno il 2% della domanda finale di energia entro il 2030 ( con prospettiva del 20% entro il 2050). Tuttavia l’impressione è che altri corrono, mentre in Italia si cammina nel solco di una politica priva di visione generale.
Pietro Oriani, Socio Fondazione Salvetti

 

January 26, 2021
Energy and environment
On our planet we need to reconcile two major issues, that of energy resources and that of sustainable environmental development. Political and social, global and local solutions will depend on these. We asked our Member ing. Pietro Oriani to tell us what they say about hydrogen, with some industrial examples, not just Italian.
Green hydrogen and sustainable transition.
Green is essentially hydrogen produced by electrolysis of water, using renewable energy such as wind and photovoltaics. Already today about 80 million tons of hydrogen are produced annually, but only 1% is green, the rest is mainly ‘gray’ (produced from hydrocarbons with an emission of about 830 million tons of CO2) and minimally ‘blue’ ( produced as the ‘gray’ but using CO2 capture processes). Hydrogen utilization projections assume a need of 200 million tons in 2030 and 500 million tons in 2050.
For the European Green Deal and the UN Sustainable Development Goals, green hydrogen can represent a key factor in achieving global climate goals by virtue of a substantial contribution to the decarbonisation of energy-intensive sectors, in particular transport and chemical sector. The main problem to make the sustainable transition feasible is the technological development of a large-scale production capacity: replacing the current polluting production of gray hydrogen with green hydrogen from water electrolysis would now require 820 GW of dedicated wind energy (26% more than the one currently installed globally!).
Some pilot projects, which focus on fine-tuning the large-scale green hydrogen production process, are in an advanced state of experimentation: on a platform in the North Sea, a Dutch project plans, starting from 2022, to electrolyze desalinated sea water using wind generators offshore; in Denmark, with the contribution of German technologies, a similar project is at an advanced stage of development which, with a power of 3 MW from wind generators destined for a 400 kW electrolytic plant, already foresees in these first months of 2021 start of the production phase.
In parallel with the tests necessary for the consolidation of the production process on an industrial scale, the research multinationals have already developed technologies to support the emerging hydrogen economy (membranes for the electrolytic process and fuel cells) and the industrial solutions for the storage and transport of hydrogen.
And there are numerous projects already in the field for the use of hydrogen: • Hyundai has a contract with Chinese companies for the supply of 4,000 hydrogen-powered trucks, in the context of a forecast sale of approximately 30,000 hydrogen heavy vehicles by 2030; • Airbus last September announced its intention to develop a hydrogen aircraft within 5 years; • Toyota last December presented the RexH2 module, a hydrogen powered solution for marine use; • in Copenhagen it is planned to use the green hydrogen produced by the pilot plant in the start-up phase to power 50/70 taxis every day; • in 2023 the first railway line with hydrogen trains should also arrive in Italy: the H2iseO project provides for the replacement of diesel trains in Sebino and Valcamonica.
Still in Italy, the company SNAM (50% of the 2020/24 investments dedicated to making its gas distribution infrastructure - 1,200 km of network - Hydrogen-ready) and ENEL (which plans to increase the green hydrogen capacity to over 2 GW by 2030) are active in this energy transition and the Italian Ministry of Economic Development last November adopted the document "National Hydrogen Strategy - Preliminary Guidelines", which plans to invest 10 billion euros in the sector and to satisfy hydrogen 2% of final energy demand by 2030 (with a prospect of 20% by 2050). However, the impression is that others are running, while in Italy we are walking in the wake of a policy with no general vision.
Pietro Oriani, Salvetti Foundation Member

 

La Fondazione Salvetti con l’Associazione Italiana di Manutenzione ha promosso il “1° Italian Maintenance Manager Award” e il vincitore è l’ing. Alberto Fassio di Rai Way, Dirigente Head of Operations Area Nord e Ingegneria di Manutenzione impianti di Rai Way Spa , che ha ottenuto risultati di eccellenza con progetti tecnologici digitali, avviando soluzioni innovative per quanto riguarda la gestione, l’organizzazione e la tecnica della manutenzione nella sua azienda, con un valore aggiunto di efficacia e di efficienza dei servizi, comprendendo anche gli impatti sulla sostenibilità ambientale e sociale. Ecco un suo contributo culturale alla Fondazione.
29 novembre 2020
La visione nelle Operations di Rai Way verso la “Maintenance Digital Transformation
Rai Way è un Azienda proprietaria di infrastrutture e impianti funzionali alla trasmissione e diffusione dei segnali radiotelevisivi.  I principali servizi svolti da Rai Way sono la gestione e lo sviluppo delle reti di trasmissione e diffusione radiotelevisiva prioritariamente a favore della concessionaria italiana del servizio pubblico televisivo RAI e l'erogazione di servizi verso i clienti business quali la gestione dei servizi di trasmissione e trasporto dei segnali audio e video da un punto a un altro del territorio, sia in Italia sia all'estero, la diffusione dei segnali televisivi e radiofonici, il Towers Rental. All’area Operations è demandata la gestione e la manutenzione degli oltre 2.300 siti e circa 6.000 impianti dislocati sul territorio italiano.
La manutenzione in Italia come in Rai Way ha avuto nel corso degli anni una grande evoluzione ultimamente accelerata dall’avvento di nuove tecnologie fruibili. Nel 1963 la Ocse definiva la manutenzione “funzione aziendale che ha come scopo il mantenimento in efficienza di macchine e apparecchiature”. Già nel 1992 l’UNI aggiornava la definizione come la combinazione di tutte le azioni tecniche ed amministrative, incluse le azioni di supervisione, volte a mantenere o a riportare un’entità in uno stato in cui possa svolgere la funzione richiesta.
Un grande passo avanti in trent’anni di esperienza sul campo, in cui la cultura di manutenzione venne vista come trasferibile in modo proficuo in settori diversi da quelli industriali tradizionali, su cui contò il boom degli anni sessanta. La manutenzione, da compiti semplicemente correttivi passò a compiti di prevenzione dei malfunzionamenti e di adeguamento a livelli prestazionali sempre crescenti.
Il successivo salto di paradigma introdotto nel mondo manutentivo di questi ultimi trenta anni vede protagonisti i principi ispiratori di nuovi modelli orientati ai processi, al cliente, al valore e alla sostenibilità. Dal punto di vista dei processi, alla manutenzione oggi viene riconosciuto il ruolo di interazione propositiva con l’ingegneria che presiede le nuove tecnologie e i nuovi impianti, per assicurarne quanto più velocemente possibile le caratteristiche di affidabilità e manutenibilità.
Al suo interno l’integrazione si manifesta in una combinazione di azioni correttive, di manutenzione preventiva, di manutenzione predittiva e azioni proattive anche rivolte a favore della sicurezza e dell’ambiente. Il tutto secondo un’azione di miglioramento continuo che coinvolge l’intero ecosistema della manutenzione: asset, risorse umane, risorse economiche.
L’evoluzione dei processi nell’ottica Industria 4.0, inoltre, ha creato una visione nuova del concetto di manutenzione: la sensoristica IoT connessa agli asset produttivi e alle strumentazioni, utilizzata non solo in ambiti di industria meccanica o di processo ma anche nell’ambito delle aziende di servizi, permetterà una razionalizzazione e una valorizzazione del patrimonio aziendale e delle risorse umane di manutenzione, che dovranno assumere, nel prossimo futuro, il ruolo di specialisti con competenze informatiche altamente specialistiche oltre che a quelle tecniche del proprio ambito di riferimento.
Sono proprio le risorse umane quindi un altro aspetto centrale del processo di mutamento dello “Universo Manutenzione”, la “Maintenance Digital Transformation”, che si basa sulla gestione coordinata ed informatizzata dei processi manutentivi, la conoscenza istantanea dello stato degli asset, la capacità di estrapolare dai “laghi di dati” i “data lakes” operativi, le linee guida di miglioramento e, per ultimo ma non ultimo per importanza, il cambiamento dell’atteggiamento organizzativo e mentale di manager ed operatori. Il principio della collaborazione, a tutti i livelli, assicura infatti un efficientamento delle risorse, con un notevole incremento della produttività aziendale e, riducendo sprechi ed errori, della competitività aziendale all’interno del mercato di riferimento.
La rielaborazione di filosofie manutentive introdotte negli anni 90 ma elaborate sotto la luce della “Maintenance Digital Transformation”, quali il Lean Thinking e il TPM, coerentemente calate nel nuovo contesto manutentivo digitale, possono contribuire a valorizzare il ruolo della manutenzione nelle diverse realtà operative, evidenziando il valore e la centralità degli interventi per i clienti interni ed esterni all’Azienda.
Nella visione dello sviluppo della Manutenzione non può infine mancare il riferimento alla sicurezza e all’ambiente. In questo scenario in profonda trasformazione, la creazione di un sistema integrato di gestione fra gli standard UNI ISO 45001 per la sicurezza e la salute, UNI EN ISO 14001 per l’ambiente e UNI EN ISO 9001 per la qualità possono contribuire in maniera significativa in virtù della sua struttura integrata e possono essere un’opportunità per le aziende che devono tenere in considerazione il giusto equilibrio tra esigenze operative e tematiche di sostenibilità ambientale e di sicurezza.
In particolare, la norma ISO 14001 rappresenta lo stato dell’arte del modello organizzativo universalmente riconosciuto per la gestione ambientale d’impresa e offre al mercato evidenza che l’azienda ha implementato un sistema di gestione ambientale in modo corretto secondo i requisiti normativi. La revisione 2015 della ISO 14001 avvalora la credibilità raccolta negli anni e consolida ulteriormente il proprio status di buona norma supportando il concetto di sviluppo sostenibile, che si pone come obiettivo il raggiungimento di una forma di equilibrio tra ambiente, società ed economia. La gestione della sicurezza, inoltre, tramite la ISO 45001, invece, diventa parte essenziale dei processi lavorativi e può generare un nuovo modello di competitività sostenibile, offrendo opportunità di miglioramento e crescita delle performance aziendali.
In questo percorso di crescita si pone la visione delle Operations di Rai Way che ha intrapreso il suo cammino di trasformazione digitale puntando su qualità, competenza e innovazione per governare l’evoluzione tecnologica e di mercato.
Alberto Fassio
Dirigente Rai Way spa

The Salvetti Foundation with the Italian Maintenance Association promoted the "1st Italian Maintenance Manager Award" and the winner is Engineer Alberto Fassio of Rai Way, CTO/Head of Operations for the North Area and Plant Operations of Rai Way Spa, who achieved excellent results with digital technological projects, launching innovative solutions regarding the management, organization and maintenance techniques in his company, with an added value of effectiveness and efficiency of services, also including the impact on environmental and social sustainability. Here is one of his cultural contributions to the Foundation.
November 29, 2020
The vision of Rai Way's Operations towards "Maintenance Digital Transformation"
Rai Way is a company that owns infrastructures and plants for transmission and broadcasting radio and television signals. The main services performed by Rai Way are the management and development of the radio and television broadcasting networks, primarily for the Italian public television service RAI, and the provision of services to business customers such as the management of broadcasting and transport services of audio and video signals from one point to another in the territory, both in Italy and abroad, the broadcasting of television and radio signals, Towers Rental. The Operations Department  is responsible for the management and maintenance of the more than 2,300 sites and approximately 6,000 plants located throughout Italy.
Over the years, maintenance in Italy as in Rai Way has undergone a great evolution, recently accelerated by the advent of new technologies. In 1963, the OECD defined maintenance as a "business function whose purpose is to maintain the efficiency of machines and equipment". As early as 1992 UNI updated the definition as the combination of all technical and administrative actions, including supervision actions, aimed at maintaining or restoring an entity to a state in which it can perform the required function.
A great step forward in thirty years of experience in the field, in which the maintenance culture was seen as transferable in a profitable way to areas other than the traditional industrial ones, on which the boom of the sixties counted. Maintenance, from simply corrective tasks, moved on to tasks of preventing malfunctions and adapting to ever-increasing performance levels. The subsequent organization shift introduced in the maintenance world of the last thirty years sees the inspiring principles of new process-oriented, customers, value and sustainability-oriented models as leading actors. From the point of view of processes, maintenance is now recognized as a proactive interaction with the engineering that presides over new technologies and new systems, to ensure their reliability and maintainability as quickly as possible.
Inside, integration manifests itself in a combination of corrective actions, preventive maintenance, predictive maintenance and proactive actions, also aimed at safety and the environment. All according to a continuous improvement action that involves the entire maintenance ecosystem: assets, human resources, economic resources.
Furthermore, the evolution of processes from an Industry 4.0 perspective has created a new vision of the concept of maintenance: IoT sensors connected to production assets and instrumentation, used not only in mechanical or process industry fields but also in service companies, will allow for a rationalization and enhancement of the company assets and human maintenance resources, which will have to assume, in the near future, the role of specialists with highly specialized IT skills as well as the technical ones of their reference field.
Human resources are therefore another central aspect of the transformation process of the "Maintenance Universe", the "Maintenance Digital Transformation", which is based on the coordinated and computerized management of maintenance processes, the instant knowledge of the state of the assets, the ability to extrapolate from the “data lakes” the operational “data lakes”, the guidelines for improvement and, last but not least, the change in the organizational and mental attitude of managers and operators. In fact, the principle of collaboration, at all levels, ensures an efficiency of resources, with a significant increase in company productivity and, by reducing waste and errors, in company competitiveness within the reference market.
The reworking of maintenance philosophies introduced in the 90s but elaborated in the light of "Maintenance Digital Transformation", such as Lean Thinking and TPM, coherently lowered into the new digital maintenance context, can contribute to enhancing the role of maintenance in the various operational realities, highlighting the value and centrality of interventions for internal and external customers of the Company.
Finally, reference to safety and the environment cannot be lacking from the vision of the development of Maintenance. In this radically changing scenario, the creation of an integrated management system between the UNI ISO 45001 standards for safety and health, UNI EN ISO 14001 for the environment and UNI EN ISO 9001 for quality can make a significant contribution, thanks to its integrated structure and can be an opportunity for companies that must take into account the right balance between operational needs and issues of environmental sustainability and safety.
In particular, the ISO 14001 standard represents the state of the art of the universally recognized organizational model for corporate environmental management and offers the market evidence that the company has implemented an environmental management system correctly according to regulatory requirements. The 2015 revision of ISO 14001 confirms the reliability gained over the years and further consolidates its status as a good standard by supporting the concept of sustainable development, which aims to achieve a form of balance between the environment, society and the economy. Furthermore, through ISO 45001, safety management becomes an essential part of work processes and can generate a new model of sustainable competitiveness, offering opportunities for improvement and growth of company performance.
The vision of Rai Way's Operations arises in this growth path, which takes a journey of digital transformation by focusing on quality, competence and innovation to govern technological and market evolution.
Alberto Fassio
Manager Rai Way spa

23 ottobre 2020
Il Professor Ingegnere Pedro Rodríguez Darnés di Barcellona, nostro socio emerito, lascia la Fondazione Salvetti per dedicarsi alla sua vita privata dopo un’attività lunga e intensa di lavoro, ricerca, organizzazione, comunicazione e insegnamento. La Fondazione gli è grata per l’attenzione che ha dedicato e terrà conto dei suoi suggerimenti. Ecco un articolo di commiato, ma saremo lieti di avere ancora i suoi preziosi commenti.
L‘ingegneria e il suo futuro.
L'ingegneria è assolutamente essenziale in ogni progetto per renderlo reale in tutti gli aspetti, non solo per la redditività, ma per funzionalità, servizio, efficacia, efficienza, e così via, tenendo conto dell'obiettivo di non danneggiare l'ambiente e di essere finalizzati alla sicurezza e miglioramento della qualità della vita, senza dimenticare che è necessario avere costi energetici minimi per proteggere le risorse esistenti. È così evidente che l’Ingegneria si è evoluta in modo spettacolare negli ultimi anni, ma come dovrebbe evolversi in futuro? Mi chiedevo cosa si intendesse per ingegneria proprio all'inizio della prima rivoluzione industriale, macchinismo, e ho scoperto, in un dizionario spagnolo classico, edizione del 1878, che "l'ingegneria è l'arte che insegna come costruire e gestire macchine e strumenti di guerra, per fortificare, difendere e attaccare un luogo”. E che "l'ingegnere è colui che ingegnosamente gestisce o inventa, il soggetto che gestisce o può gestire costruzioni civili o militari, a seconda del settore in cui le conoscenze sono circoscritte”. Resta talmente evidente che a quel tempo l'evoluzione che l'ingegneria avrebbe avuto non era stata prevista. Se oggi cerchi su Internet che cosa si intende per Ingegneria, troverai la definizione, ad esempio, che "è l'arte e la tecnica di applicare la conoscenza scientifica all'invenzione, progettazione, miglioramento e gestione di nuove procedure nell'industria e in altri campi di applicazione scientifica”. È certo che esistono altre definizioni più accurate o più complete, ma la realtà ci porta al fatto che parte dall'inventiva e dall'ingegnosità, che l'ingegneria deve portare in sé, deve essere focalizzata nello studio e nell'applicazione dei diversi settori della tecnologia, con conoscenza scientifica, per risolvere problemi e soddisfare i bisogni dell'uomo. È necessario tenere sempre presente l'innovazione, giocando d’anticipo nella linea del miglioramento continuo, del miglioramento della qualità della vita e del rispetto dell'ambiente, per non danneggiare ulteriormente il nostro pianeta.
L'ingegneria è completamente immersa in queste nuove ere 4.0 e 5.0, e vale la pena ricordare che l'ingegnere ha straordinarie prospettive di sviluppo. E se pensiamo alle future generazioni di ingegneri, è ancora più evidente questo coinvolgimento nella nuova rivoluzione industriale che ha portato all'era digitale, all'Internet delle Cose e al suo contesto completo. Ebbene, tra gli altri aspetti, gli obiettivi posti dai diversi Governi europei, in un mercato globalizzato e per il prossimo futuro, saranno una realtà solo con il contributo dell'Ingegneria, basata sull'innovazione tecnologica, pensando all'internazionalizzazione e aumentando la propria competitività. Una vera sfida per i futuri ingegneri.
Pedro Rodríguez Darnés
Già Membro del Consiglio Direttivo della Fondazione Salvetti

October 23, 2020
Professor Engineer Pedro Rodríguez Darnés of Barcelona, our emeritus Member, leaves the Salvetti Foundation to devote himself to his private life after a long and intense activity of work, research, organization, communication and teaching. The Foundation is grateful to him for the attention he has paid and will take into account his suggestions. Here is a farewell article, but we would be happy to have his appreciated comments again.
Engineering and its future.
Engineering is completely essential in any project to make it a reality in all aspects, not only for profitability, but functionality, service, effectiveness, efficiency, etc., and taking into account the objective of not harming the environment and of being aimed at safety and improvement of the quality of live, without forgetting that it is necessary to have minimum energy costs in order to protect existing resources. It is so evident that Engineering has evolved spectacularly in the last years but, how should evolve in the future? I wondered what was meant by Engineering just at the beginning of the first industrial revolution, machinism, and I found, in a classic Spanish dictionary, edition of 1878, that “Engineer  ing is the art that teaches how to make and handle machines and instruments of war, to fortify, defend and attack a place”. And that the “Engineer is the one who ingeniously runs or invents, the subject who manages or can manage civil or military constructions, according to the area in which their knowledge is circumscribed”. It remains so clear that at time the evolution that engineering would have was not foreseen. If today you search on internet what is meant by Engineering, you will find the definition, for example, that “is the art and technique of applying scientific knowledge to the invention, design, improvement and management of new procedures in industry and others fields of scientific application”. It is sure that other definitions more accurate or more complete exists, but the reality leads us to the fact that, part from the inventiveness and ingenuity that engineering has to carry in itself, must be focused in the study and application of the different branches of technology, with scientific knowledge, in order to solve problems and satisfy humans needs. It is necessary always keep innovation in mind, taking advantage in the line of continuous improvement, improvement of the quality of life and respect for the environment, in order not to further damage our planet. Engineering is fully immersed in these new eras 4.0 and 5.0, and it is worth mentioning that the engineer has extraordinary development prospects. And if we think about the future generations of engineers, it is even more evident this involvement in the new industrial revolution that has led to the digital age, the Internet of Things and its entire context. Well, among other aspects, the objectives set by the different European Governments in a globalized market and for the near future, will only be a reality with the contribution of Engineering, based on technological innovation, thinking about internationalization and increasing one’s own competitiveness. Quite a challenge for future engineers.
Pedro Rodríguez Darnés
Former Member of the Board of Salvetti Foundation

 

8 Luglio 2020 by Accenture
We, the post-digital people.
Ultimamente si è parlato molto di “tech-lash”, ovvero del rigetto della tecnologia. I fatti, però, non lo confermano: oggi le persone usano la tecnologia più che mai. Secondo la Technology Vision Consumer Survey, per il 52% dei consumatori la tecnologia ha un ruolo di primo piano o è comunque presente e radicata in quasi tutti gli aspetti della loro quotidianità. E per il 19% essa ormai è talmente una parte integrante della loro vita da essere percepita come un’estensione di se stessi. A livello globale, le persone trascorrono in media 6,4 ore al giorno online. La tecnologia digitale è ovunque. Attualmente, più che a un tech-lash, stiamo assistendo a un tech-clash. La gente non è contraria alla tecnologia, anzi, ne è entusiasta e incuriosita. Ma le aziende la sviluppano e la implementano utilizzando ancora le strategie dei decenni passati, quelle di un’epoca in cui la tecnologia non aveva ancora un impatto così significativo sulla nostra vita. Le aziende, ad esempio, hanno ecosistemi ancora troppo chiusi, che non aiutano a offrire esperienze fluide. Applicano soluzioni di intelligenza artificiale al processo decisionale ma senza trasparenza, lasciando le persone fuori da decisioni che, invece, incidono direttamente sulla loro vita. E le preoccupazioni relative alla privacy e alla sicurezza dell’enorme quantità di dati prodotta dalle persone possono generare esitazioni e diffidenza. Nei prossimi dieci anni, sapersi orientare nel tech-clash sarà la sfida cruciale per i manager. Finora le aziende hanno avuto il grande vantaggio di poter approfittare della roadmap tecnologica definita dai pionieri del digitale. Oggi la tecnologia si sta evolvendo, trasformandosi da un vantaggio a un’aspettativa essenziale e quelle che ieri erano best practice stanno diventando i punti deboli di oggi. Le aziende devono quindi offrire esperienze più incentrate sull’uomo, in linea con quello che le persone si aspettano. Ciò vuol dire che la via da seguire può essere tracciata dalle aspettative delle persone, ma non esiste un solo piano d’azione. Il successo della prossima generazione di prodotti e servizi dipenderà dalla capacità delle aziende di elevare l’esperienza umana, adattandosi al mondo che hanno creato. I passaggi di questo processo non saranno incrementali, né semplici come trovare il prossimo strumento tecnologico per fare ciò che già facciamo. In futuro, per essere leader occorrerà ripensare le ipotesi fondamentali sul funzionamento di un’impresa e ridefinire il rapporto tra persone e tecnologia.
I trend della Tech Vision 2020.
I nuovi modelli che le organizzazioni devono costruire per superare il tech-clash hanno in comune una sola cosa: si basano sulla collaborazione. I manager di successo inviteranno clienti, dipendenti, partner e la società a costruire insieme un nuovo corso per il futuro. Abbiamo identificato cinque trend che esemplificano tutto questo.
The I in Experience – Per creare le proprie esperienze digitali, le aziende leader lavorano con i clienti. Le persone desiderano ancora i numerosi vantaggi della personalizzazione, ma nutrono una preoccupazione crescente su alcuni metodi che le aziende utilizzano per realizzarla. Vogliono la possibilità di poter fare scelte rilevanti per dare forma alle proprie esperienze e per modificare l’esperienza stessa quando le aziende non danno loro la risposta desiderata. L’ascesa del 5G e della realtà aumentata (AR) ha messo più pressione sui leader affinché soddisfino queste aspettative.
AI and Me – Le potenzialità dell’AI hanno già superato la semplice automazione di compiti banali, trasformando questa tecnologia in un potente strumento di collaborazione tra persone e macchine. Le aziende di successo comprenderanno l’importanza del contesto nell’interazione tra l’uomo e la macchina e introdurranno nuovi strumenti che li aiuteranno a capirsi meglio. Questo metterà le aziende nella posizione di poter reinventare da zero ogni aspetto della loro attività.
The Dilemma of Smart Things – L’idea stessa della proprietà del prodotto sta cambiando radicalmente. Ormai, in molti casi, quando le persone acquistano prodotti non acquistano più oggetti fisici, ma canali per esperienze in evoluzione. Le aziende devono riconoscere questo nuovo paradigma di “comproprietà” con i clienti e impegnarsi a progettare i loro prodotti ed ecosistemi in modo da adattarsi ai cambiamenti in corso.
Robots in the Wild – I robot stanno uscendo dai magazzini e dalle fabbriche, aiutati dalla diminuzione dei costi dell’hardware e dalla crescita delle reti 5G. Man mano che estenderanno le loro capacità verso il mondo esterno, le aziende dovranno assumere nuovi talenti e lavorare con le persone per garantire una transizione senza scossoni.
Innovation DNA – Le aziende possono trasformare il loro modo di innovare concentrandosi su tre elementi chiave del proprio DNA dell’innovazione: maturazione delle tecnologie digitali, progresso scientifico e nuove tecnologie DARQ: Distributed Ledger Tech (DLT), Artificial Intelligence (AI), Extended Reality (XR) e Quantum Computing. Esse possono costantemente iniettare nuove competenze, tecnologie e idee in queste aree attraverso centri di innovazione, centri di eccellenza e partnership di co-innovazione.
https://www.accenture.com/_acnmedia/Thought-Leadership-Assets/PDF-2/Accenture-TechVision-2020-Exec-Summary-Report.pdf#zoom=40

July 8, 2020 by Accenture
We, the post-digital people.
Lately there has been a lot of talk about "tech-lash", or the rejection of technology. The facts, however, do not confirm it: today people use technology more than ever. According to the Technology Vision Consumer Survey, for 52% of consumers, technology plays a leading role or is in any case present and rooted in almost all aspects of their daily lives. And for 19% it is now an integral part of their life that it is perceived as an extension of themselves. Globally, people spend an average of 6.4 hours a day online. Digital technology is everywhere. Currently, rather than a tech-lash, we are witnessing a tech-clash. People are not against technology, on the contrary, they are enthusiastic and curious about it. But companies develop and implement it still using the strategies of past decades, those of an era when technology had not yet had such a significant impact on our lives. Companies, for example, have ecosystems that are still too closed, which do not help offer fluid experiences. They apply artificial intelligence solutions to the decision-making process but without transparency, leaving people out of decisions that, however, directly affect their lives. And concerns about privacy and security of the huge amount of data produced by people can generate hesitation and distrust. In the next ten years, knowing how to orientate yourself in tech-clash will be the crucial challenge for managers. So far, companies have had the great advantage of being able to take advantage of the technological roadmap defined by the digital pioneers. Today technology is evolving, transforming itself from an advantage to an essential expectation and what were best practices yesterday are becoming today's weak points. Companies must therefore offer more human-centered experiences, in line with what people expect. This means that the way forward can be traced by people's expectations, but there is no single plan of action. The success of the next generation of products and services will depend on the ability of companies to elevate human experience, adapting to the world they have created. The steps in this process will not be incremental, nor as simple as finding the next technological tool to do what we already do. In the future, to be a leader it will be necessary to rethink the fundamental hypotheses on the functioning of a company and to redefine the relationship between people and technology.
Tech Vision 2020 trends.
The new models organizations need to build to overcome tech-clash have one thing in common: they are based on collaboration. Successful managers will invite customers, employees, partners and the company to build a new course together for the future. We have identified five trends that exemplify all of this.
The I in Experience - Leading companies work with customers to create their own digital experiences. People still desire the many benefits of personalization, but have growing concern about some methods that companies use to make it happen. They want the opportunity to be able to make relevant choices to shape their experiences and to change the experience itself when companies do not give them the desired answer. The rise of 5G and augmented reality (AR) has put more pressure on leaders to meet these expectations.
AI and Me - The potential of AI has already overcome the simple automation of trivial tasks, transforming this technology into a powerful collaboration tool between people and machines. Successful companies will understand the importance of the context in the interaction between man and machine and will introduce new tools that will help them understand each other better. This will put companies in a position to be able to reinvent every aspect of their business from scratch.
The Dilemma of Smart Things - The very idea of ​​product ownership is radically changing. By now, in many cases, when people buy products they no longer buy physical objects, but channels for evolving experiences. Companies must recognize this new co-ownership paradigm with customers and commit to designing their products and ecosystems to adapt to current changes.
Robots in the Wild - Robots are leaving warehouses and factories, helped by the decrease in hardware costs and by the growth of 5G networks. As they expand their capabilities to the outside world, companies will need to hire new talent and work with people to ensure a smooth transition.
Innovation DNA - Companies can transform their way of innovating by focusing on three key elements of their innovation DNA: maturation of digital technologies, scientific progress and new DARQ technologies: Distributed Ledger Tech (DLT), Artificial Intelligence (AI), Extended Reality (XR) and Quantum Computing. They can constantly inject new skills, technologies and ideas into these areas through innovation centers, centers of excellence and co-innovation partnerships.
https://www.accenture.com/_acnmedia/Thought-Leadership-Assets/PDF-2/Accenture-TechVision-2020-Exec-Summary-Report.pdf#zoom=40

 

12 giugno 2020
Non c’è futuro sostenibile senza governance mondiale
In occasione dei suoi 75 anni e in un momento di crisi della cooperazione, l’Onu riflette e ci interroga sul suo futuro. Quattro scenari, ma uno solo auspicabile. Un segnale di speranza dalla politica italiana.
di Donato Speroni /Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile

“Estranei che esprimono giudizi sulla nostra salute”. In queste parole di Bolsonaro sull’Oms c’è quasi tutto della nostra epoca: il sovranismo, la diffidenza per ogni forma di autorevolezza scientifica (anche per questo l’ambiente è l’ultimo dei problemi in agenda) il progressivo disfarsi di quello che chiamerei l’associazionismo delle Nazioni, nelle forme che si erano date per rimediare alle catastrofi belliche del Novecento.
Le Nazioni Unite, l’Oms, le istituzioni monetarie, le autorità sovranazionali, l’Unione europea, tutto ciò che cerca (faticosamente) di inquadrare il caos dei popoli in qualcosa che assomiglia un minimo comune denominatore accettabile ovunque viene rifiutato dai nuovi duci nazionalisti come «intrusione di estranei». Reggono solo, per adesso, le alleanze militari, anche perché sostenute dall’immane business degli armamenti.
La riflessione di Michele Serra su La Repubblica tocca un tema cruciale. È possibile raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 senza una adeguata capacità di governo internazionale? Più volte in questi commenti abbiamo sottolineato l’importanza dell’Unione europea, sia per il suo ruolo nell’aiutare i Paesi membri (e soprattutto i più colpiti come l’Italia) a uscire dalla grave crisi provocata dalla pandemia, sia per le sue responsabilità nel contesto globale, su temi come il clima e la cooperazione internazionale. L’impegno della Commissione von der Leyen e i suoi programmi improntati all’Agenda 2030 ci fanno sperare che l’Europa si avvii a un futuro di maggiore coesione e di maggiore impegno per un futuro sostenibile.
Ma che dire delle Nazioni unite, che sono il perno di tutto il sistema di agenzie e organizzazioni internazionali sul quale deve costruirsi la governance globale? L’annuncio di Jair Bolsonaro e di Donald Trump di voler uscire dalla Organizzazione mondiale della sanità è un’ulteriore crepa in un sistema che in questi anni, nonostante l’impegno globale sull’Agenda 2030 dichiarato cinque anni fa da tutti gli Stati del mondo e ribadito nel settembre scorso con la “Decade for action” proclamata dal Segretario generale dell’Onu António Guterres,  ha mostrato molti punti di debolezza: la World trade organization è stata messa in crisi dal ritorno al protezionismo e la stessa Onu rischia la paralisi per la difficoltà di raggiungere decisioni condivise e le ristrettezze finanziarie che impediscono un impegno adeguato sui teatri di crisi.
Dobbiamo dunque chiederci: qual è il futuro dell’Onu? Bisogna segnalare che l’iniziativa di interrogarsi su se stessi proviene dalla stesso Palazzo di vetro di New York, in occasione del 75mo anniversario della organizzazione. Nel pieno della crisi da Covid, le Nazioni unite hanno lanciato la campagna Un75, uno sforzo ambizioso per raccogliere dal basso priorità e soluzioni per il futuro. Un’indagine di un minuto, su www.un75.online, è alla base dell’iniziativa, perché si propone di dar voce alla gente. Il sondaggio chiede a tutti di condividere le loro priorità per la ripresa dalla pandemia e di immaginare il futuro che vogliono. I risultati saranno presentati ai leader mondiali a settembre, nel corso della celebrazione ufficiale dei 75 anni dell’Onu.
Tra le domande del questionario, ce ne sono alcune che guardano molto avanti. Per esempio: “Pensando al mondo tra 25 anni, quali sono le tre cose più importanti che vorresti veder realizzate?”, con varie opzioni, da una maggiore uguaglianza tra le nazioni a una migliore protezione ambientale, ma anche con la possibilità di risposte aperte. E anche “Quali saranno le tre tendenze globali che influenzeranno maggiormente il nostro futuro”, anche qui con varie risposte dalle migrazioni forzate al cambiamento climatico e con la possibilità di ulteriori integrazioni.
Vedremo che cosa emergerà da questo sondaggio mondiale, che avrà valore se sarà adeguatamente pubblicizzato. In Italia, per esempio, non mi risulta che se ne sia mai parlato. Nel frattempo, però, diversi istituti riflettono sul futuro dell’Onu. Democracy without borders, un network internazionale di promozione della democrazia, in vista del 75° anniversario ha impostato la discussione su quattro scenari che meritano attenzione.
Scenario 1: “Steady State”: in sostanza, la continuazione della situazione attuale, con una scarsa volontà degli Stati nazionali di lavorare insieme e cedere poteri. “L’Onu sopravvivrebbe per raccattare i cocci, ma i politici non si aspetterebbero troppo. L’organizzazione continuerebbe a patire per la mancanza di risorse: Disneyland ha più dipendenti della Segreteria generale dell’Onu”.
Scenario 2: “World State”: i governi nazionali, pur mantenendo il controllo dei loro destini, sono disponibili a lavorare insieme perché si rendono conto che ci sono problemi transnazionali che non possono essere risolti da ciascuno di loro e questa disponibilità fa emergere una sorta di global governance. Questa evoluzione può avvenire in vari modi, da un approccio federalista di delega dei poteri, a un movimento grassroots, una spinta dal basso dei popoli del mondo che avvertono il bisogno di nuove istituzioni transnazionali.
Scenario 3: “Earth Inc”: i governi locali perdono il controllo e le multinazionali riempiono il vuoto, unificando il mondo in un grande mercato. Governi e istituzioni internazionali possono continuare a esistere, ma accettando il fatto che il sistema degli Stati nazionali è finito e che i veri player globali sono le corporations.
Scenario 4: “Wild State”: i governi nazionali perdono il controllo, l’Onu non riesce a riempire il vuoto e anche le multinazionali si sottraggono a questo ruolo. Il risultato è il caos, uno scenario da incubo con un numero in costante aumento di Stati falliti, movimenti di massa delle popolazioni e crescenti problemi ambientali e sanitari, disastro climatico.
È evidente che questi scenari sono costruiti per stimolarci a riflettere e impegnarci verso l’unica prospettiva che consentirebbe di affrontare i problemi globali, cioè se non proprio uno Stato mondiale, comunque una consistente delega di poteri alle istituzioni multilaterali, un obiettivo dal quale oggi siamo molto lontani.
In un articolo su Devex, una piattaforma di informazione a supporto della cooperazione internazionale, Amy Lieberman interroga Fabrizio Hochschild, da poco nominato consigliere speciale di Guterres per la preparazione del 75mo anniversario, che si mostra ben consapevole dei problemi.
Abbiamo di fronte una contraddizione fondamentalmente pericolosa. Da un lato c’è un set crescente di megatrends che possono essere affrontati soltanto con la cooperazione internazionale. Al tempo stesso, c’è una sorta di ritirata dalla cooperazione. Come se ne esce? È quello che stiamo cercando. Ma ci vorranno anni di sforzi. L’Onu è come una superpetroliera, non vira su una moneta. Ma non sottostimiamo la possibilità di cambiare, soprattutto se possiamo dare voce alla gente in tutto il mondo.
Per creare la Lega delle Nazioni ci volle la prima guerra mondiale, per far nascere l’Onu la seconda. C’è solo da sperare che la riforma della cooperazione multilaterale nasca prima e non dopo una nuova catastrofe e magari riesca a prevenirla.
Intanto registriamo, per una volta, un segnale molto positivo che proviene dalla politica italiana. Il Senato ha approvato all’unanimità una mozione, primo firmatario Andrea Ferrazzi del Pd, ma con sottoscrizioni di esponenti di molti altri gruppi, che proclama lo stato di emergenza climatico e ambientale e impegna il Governo ad avviare iniziative pienamente in linea con l’Agenda 2030 e molte proposte dell’ASviS, a partire dall’introduzione in Costituzione del principio di sviluppo sostenibile. Ha commentato lo stesso Ferrazzi:
L’approvazione da parte del Senato della mozione di maggioranza per la proclamazione dell’emergenza climatica ed ambientale nel Paese è un fatto storico. In 22 punti, il Senato impegna il governo ad affrontare la questione dell’incremento della temperatura e dei gas climalteranti in atmosfera, per salvaguardare il pianeta e la vita sulla Terra. E’ una mozione che si inserisce in pieno nel Green new deal varato dalla Commissione europea, che sarà uno dei capisaldi su cui costruire la ripresa economica e sociale dopo la pandemia da Coronavirus. Si tratta di puntare sull’economia circolare, sull’ecoprogettazione, sulla rigenerazione urbana, sulla riduzione del consumo di suolo, sull’innovazione delle produzioni, sull’efficienza energetica.
Dalle mozioni alle politiche il passo non è sempre facilissimo, ma questo è davvero un momento particolare: abbiamo testimoniato, con gli eventi “Tre passi verso il Festival” organizzati dall’ASviS nei giorni scorsi, che nessuno, tra i politici, gli imprenditori, gli esperti interpellati, pensa che si possa ritornare al business as usual pre Covid. Per un mondo nuovo urgono nuove strategie: italiane, europee e anche di promozione al cambiamento globale attraverso un ripensamento delle istituzioni internazionali. 
https://asvis.it/home/46-5827/questa-settimana-non-ce-futuro-sostenibile-senza-governance-mondiale

n.a.

Pedro Rodriguez Darnés è Ingegnere tecnico industriale del Politecnico di "Vilanova y la Geltrú" (Barcellona). Fa parte del Consiglio Direttivo della Fondazione Salvetti.
15 maggio 2020
Lezioni e riflessioni sulla pandemia
Mentre scrivo queste righe sono confuso, nel caos che il coronavirus (Covid 19) ci sta sottoponendo e quando forse non abbiamo ancora raggiunto il punto più alto che tutti temiamo, quando vediamo con crescente allarme come aumenta il numero di persone colpite e quelle che sono mancate; abbiamo paura di una nuova ripresa nel prossimo futuro e speriamo che non arrivi a casa nostra. Rimaniamo a casa seguendo le indicazioni, camminiamo per strada solo per quanto ci è permesso, e sicuramente non tutti i giorni; trascorriamo le lunghe ore della giornata facendo una vita completamente diversa, più sedentaria se la confrontiamo con quella che facevamo prima. Avendo tempo per la riflessione, ci si rende conto che qualcosa non è stato fatto bene, almeno così mi sembra. Penso che non siamo stati in grado di agire bene, in generale e senza scuse o acrimonie.. Dal più invulnerabile per il suo potere economico, alle persone più bisognose e indifese in particolare, perché queste sono quelle che purtroppo hanno di solito le conseguenze più dolorose.
Per quelli di noi ai quali piace stare a casa per stile di vita, non è significativo rimunciare a una vita sociale più intensa o viaggiare, la ‘prigionia’ non ci influenza più di tanto. Tuttavia, personalmente, sento e trovo difficile accettare che un'infezione virale mi abbia fatto perdere la libertà e stia causando così tanto caos in tutto il mondo. È molto triste, sconfortante, carico di pena da un lato e di rabbia dall'altro, vedere così tante famiglie devastate dalla malattia, dalla morte di parenti, nonostante lo sforzo inestimabile di persone meravigliose persone che lavorano giorno e notte per contenere l'epidemia per la cura di coloro che ne sono affetti, di chi lavora affinché ognuno capisca che cosa bisogna fare per uscirne, da quelli che offrono consolazione a quelli che ne hanno bisogno ... persone coraggiose che meritano tutto il riconoscimento, la nostra ammirazione e una speciale gratitudine.
Messaggi di speranza, tranquillità, affetto e solidarietà devono essere inviati attraverso i social network e i media. Quando si riceve uno di questi messaggi che vuole solo aiutare offrendo affetto, sollievo, contemplazione della bellezza del mondo, si pensa che ci sia ancora gentilezza e amore fraterno dappertutto, che non tutto sia egoismo, che non tutto sia desiderio di profitto e potere, che c'è qualcos'altro che ci unisce e ci fa amare, che apre i nostri cuori per guardare, senza bende sugli occhi, quanto è bello l'ambiente del pianeta in cui viviamo tutti insieme che, sfortunatamente per noi stessi e le generazioni future, non rispettiamo correttamente. In questi giorni di reclusione ci viene mostrato, senza dubbio, che la natura è saggia.
La natura è proprio saggia e ci ha inviato il messaggio che dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere e prenderci cura del pianeta, di tutto ciò che è stato creato, della nostra salute, dell'ambiente. E l'opportunità di farlo è nelle nostre mani, con i nostri sforzi, con l'innovazione, facendo buon uso delle nuove tecnologie, con l’Intelligenza Artificiale , con l’Internet delle Cose, con i Big Data, la robotica, la stampa in 3D; tutto ciò rappresenta il progresso verso la società 5.0. E penso che in questo contesto la Manutenzione svolga un ruolo importante. Non solo in termini di gestione quotidiana di macchinari e strutture, ma anche in campi più ampi come la biomedicina, l'ingegneria biomedica, per facilitare il miglioramento della salute e della qualità della vita dell'umanità, specialmente nei Paesi meno sviluppati; e in termini di sicurezza , per evitare gravi catastrofi nell'ambiente, dove è necessario un grande sforzo per rimettere il pianeta in condizioni favorevoli per la sua continuità. Penso che valga la pena farlo, che debba essere fatto.

Pedro Rodríguez Darnés is Technical Industrial Engineer from the Industrial Polytechnic School of “Vilanova y la Geltrú” (Barcelona).  He is a Member of the Board of Salvetti Foundation.
May 15, 2020
Lessons and reflections on the pandemic
I am writing these lines full of confusion, within the chaos which the coronavirus (Covid 19) is subjecting us and when perhaps we have not yet reached the high point we all fear, when we see with growing alarm how to increase the number of people affected and those who pass away and we afraid about a new stage in the next future and hoping it does not get to our home. We remain at home following the indications, stepping on the street only for what we are allowed, and sure not every day, spending the long hours of the day making a completely different life, more sedentary if we compare it with that we have led before. Having time for reflexion, one can realise that something has not been done well, at least it has happened to me. I think we have not been able to do it well, among all and without any excuse or resentment. From the most invulnerable by its economic power, to the most needy and vulnerable people in particular, because this is the one who unfortunately assumes the most painful consequences generally.
Those of us who our style of life like to stay at home, all those of us who do not affect to decrease our social life or to travel, this imprisonment do not affect us so much. But, personally I feel and find it hard to accept that a microbial infection has made me lose my freedom and is wreaking so much havoc all over the world. It is very sad, disappointing, full of sorrow on the one hand and anger on the other, to see so many families devastated by the disease, by the passing of relatives, despite the priceless effort of so wonderful people working day and night to contain the epidemic, for the care of those are affected, of whose who work so that everyone understands what needs to be done to get out of it, from those who offer consolation to those who need it… brave people who deserve all the recognition, our admiration and special gratitude.
Messages of hope, tranquillity, affection and solidarity must be sent through social networks and the media. When you receive one of these who only wants to help by offering affection, entertainment, contemplation of the beauty of the world, one thinks that there is still kindness and brotherly love everywhere, that not everything is egoism, that not everything is a desire for profit and power, that there is something else that units us and makes us love, that open ours hearts to look, without blindfolds, how beautiful is the environment of the planet where we all live together and, unfortunately for ourselves and the future generations, we do not respect properly. These days of confinement this is being shown to us, no doubt, nature is wise.
Really nature is wise and has sent us the message that we must change our way of life and take care of the planet, of all has been created, of our health, of the environment. And we have the opportunity to do it in our hands, with our effort, with innovation, making good use of new technologies, with artificial intelligence (IA), internet of things (IoT), with big data, robotics, 3D printing, all that represents advancing towards society 5.0. And I think in this context Maintenance plays an important role. Not only in terms of the daily management of machinery and facilities, but for in broader fields such as biomedicine, biomedical engineering, to facilitate the improvement of the health and quality of life of the mankind, especially in the less developed countries, in the safety, to avoid serious disasters, in the environment, where a great effort is needed to restore the planet in favourable conditions for its continuity. I think it is worth doing, that it needs to be done.

Telmo Pievani, filosofo ed evoluzionista, ricopre la prima cattedra italiana di Filosofia delle Scienze Biologiche presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova. Ecco il testo della sua intervista pubblicata sul sito dell’Università di Padova.
9 marzo 2020
Coronavirus: uno sguardo evoluzionistico
Sul coronavirus è stato detto davvero ormai di tutto. C’è un’ampia letteratura, anche scientifica, sui vari aspetti di questa epidemia. C’è, però, una prospettiva ancora un po’ negletta. Cioè quella evoluzionistica. Fotografiamo la situazione: un pacchetto di RNA circondato da una capsula di proteine, piccolissimo, ci ha sconvolto l’esistenza. Come è possibile questo? Guardiamo la questione dal punto di vista evolutivo: questi organismi sono molto antichi, in circolazione da più di tre miliardi di anni. Significa aver avuto tanto tempo a disposizione per infettare dapprima i batteri e poi iniziare e proseguire la lotta con gli organismi pluricellulari, noi compresi. I virus sono antichissimi, noi siamo una specie giovanissima. Hanno, quindi, un certo vantaggio. L’RNA in particolare è poi una molecola abbastanza instabile, di più del DNA e forse più antica: mutano quindi molto velocemente rispetto a noi esseri umani. Ma guardiamo anche gli aspetti più recenti, dal punto di vista del SARS-CoV2. Noi siamo 7,5 miliardi di potenziali ospiti, diffusi in tutto il mondo e abbiamo inventato mezzi di trasporto in cui ci ammassiamo e viviamo in città e metropoli: l’ospite perfetto per diffondersi.  Ricordiamolo: il virus obbedisce a un imperativo darwiniano primordiale: moltiplicarsi, fare copie di se stesso finché può. Ma la questione è ancora più complicata e non si tiene presente un altro aspetto: non solo siamo ospiti perfetti, ma negli ultimi decenni abbiamo comportamenti che aiutano i virus ad attaccarci. Per esempio perturbare e deturpare gli ecosistemi è una pessima idea perché in questo modo alcuni di questi microorganismi hanno fatto il salto di specie da animale a uomo. Se noi distruggiamo l’ambiente, ciò significa aumentare il contatto. Ma c’è di molto peggio. Molti di questi animali esotici che non potremmo nemmeno cacciare li mettiamo poi in mostra in vari mercati (non solo in Cina: ce ne sono in tutto il mondo), vivi e morti con condizioni igieniche pessime. In una situazione del genere il virus a RNA fa il suo mestiere, purtroppo. Noi, homo sapiens, dovremmo avere un vantaggio: il nostro cervello. Potremmo ragionare e pensare a come evitare determinate situazioni. È già successo altre volte: con la Sars, con la rabbia, con Ebola e via dicendo, ma non abbiamo imparato nulla. I virus hanno degli avversari: la ricerca scientifica, l’igiene, il progresso sociale e la protezione ambientale. Dobbiamo capire la logica del virus, che è di tipo evolutivo.
https://ilbolive.unipd.it/it/news/editoriale-coronavirus-evoluzione-epidemia

Telmo Pievani, philosopher and evolutionist, holds the first Italian chair of Philosophy of Biological Sciences at the Department of Biology of the University of Padova. Here is the text of his interview published on the website of the University of Padua.
March 9, 2020
Coronavirus: an evolutionary look
Everything has been said about the coronavirus. There is a large literature, including scientific literature, on the various aspects of this epidemic. There is, however, a still somewhat neglected perspective. That is, the evolutionary one. We photograph the situation: a very small pack of RNA surrounded by a protein capsule has upset our existence. How is this possible? Let's look at the issue from an evolutionary point of view: these organisms are very ancient, in circulation for more than three billion years. It means having enough time to infect the bacteria first and then start and continue the fight with multicellular organisms, including us. Viruses are very old, we are a very young species. They therefore have a certain advantage. RNA in particular is then a fairly unstable molecule, more than DNA and perhaps older: therefore they change very quickly compared to us human beings. But let's also look at the most recent aspects, from the point of view of SARS-CoV2. We are 7.5 billion potential guests, spread all over the world and we have invented means of transport in which we gather and live in cities and metropolises: the perfect host to spread. Remember: the virus obeys a primordial Darwinian imperative: multiply, make copies of itself as long as it can. But the issue is even more complicated and another aspect is not taken into account: not only are we perfect hosts, but in recent decades we have behaviors that help viruses attack us. For example, disrupting and disfiguring ecosystems is a bad idea because in this way some of these microorganisms have made the leap of species from animal to man. If we destroy the environment, this means increasing contact. But there is much worse. Many of these exotic animals that we could not even hunt we then show them in various markets (not only in China: there are all over the world), living and dead with bad hygiene conditions. Unfortunately, the RNA virus does its job in such a situation. We, homo sapiens, should have one advantage: our brain. We could reason and think about how to avoid certain situations. It has happened before: with Sars, with anger, with Ebola and so on, but we have not learned anything. Viruses have adversaries: scientific research, hygiene, social progress and environmental protection. We have to understand the logic of the virus, which is evolutionary.
https://ilbolive.unipd.it/it/news/editoriale-coronavirus-evoluzione-epidemia

23 gennaio 2020
Cyber Security
Paolo Lutteri, coordinatore del Centro di Documentazione e Formazione della Fondazione Salvetti, ha partecipato al Seminario per giornalisti 'Cyber Security: conoscere il fenomeno per ridurne le conseguenze', organizzato dalla Federazione delle Associazoni Scientifiche e Tecniche di Milano. L’evento è parte del programma "Aspettando STEMintheCity" del Comune di Milano. E’ stata sottolineata l'attività della Fondazione, in particolare come sponsor del Concorso "Giovani e scienze«, organizzato da FAST, come tappa italiana del Concorso Europeo EUCYS. Sono stati sollecitati i giornalisti a scrivere sui giovani talenti e sui progetti che aiuteranno ad uno sviluppo industriale e sociale sostenibile. La Fondazione Salvetti sta preparando un concorso proprio per giornalisti con tema 'giovani scienziati e loro progetti', da svolgere nell'arco del 2020. Il Seminario ha svolto un’approfondita analisi della situazione della Cybersicurezza in Europa. Tra i presenti, come relatori: Alberto Pieri, Fast; Paolo Perani, Aeit; Luciano Giannini, Aldai-Federmanager; Andrea Penza, Aict-Federmanager; Stefano Zanero, Politecnico di Milano; Luigi Ballarano, Terna; Giovanni Cancellieri, Università Politecnica delle Marche; Angelo Parente, Polizia di stato; Cinzia Boschiero, UGIS. I documenti del Seminario saranno a breve pubblicati sul sito della FAST.
https://www.fast.mi.it/

January 23, 2020
Cyber Security
Paolo Lutteri, coordinator of the Salvetti Foundation Documentation and Training Center, participated in the Seminar for journalists 'Cyber ​​Security: knowing the phenomenon to reduce its consequences', organized by the Federation of Scientific and Technical Associations of Milan. The event is part of the "Waiting for STEMintheCity" project of the Municipality of Milan. The Foundation's activities were highlighted, in particular as sponsor of the "Youth and Sciences" competition, organized by FAST, as the Italian stage of the EUCYS (European Union Contest for Young Scientists). Journalists were encouraged to write about young talents and the projects that will help sustainable industrial and social development. The Salvetti Foundation is preparing a contest for journalists with the theme 'young scientists and their projects', to be held over 2020. The seminar carried out an in-depth analysis of the situation of Cybersecurity in Europe. Among those present, as speakers: Alberto Pieri, Fast; Paolo Perani, Aeit; Luciano Giannini, Aldai-Federmanager; Andrea Penza, Aict-Federmanager; Stefano Zanero, Polytechnic of Milan; Luigi Ballarano, Terna; Giovanni Cancellieri, Polytechnic University of Marche; Angelo Parente, State Police; Cinzia Boschiero, UGIS. The seminar documents will shortly be published on the FAST website.
https://www.fast.mi.it/

2-3 ottobre 2019, Torino – Nuvola Lavazza Headquarters
Summit e XXVIII Congresso A.I.MAN. Associazione Italiana Manutenzione
All’appuntamento con oltre 500 professionisti di vari settori industriali non sono mancati interventi di rilievo. Nella prima giornata il Presidente AIMAN, Saverio Albanese, ha sottolineato l’importanza della gestione e della manutenzione degli assets, all’interno di un economia circolare con il contributo delle tecnologie, in particolare quelle digitali. Gli elementi essenziali della manutenzione sono la conservazione, il mantenimento e la cura dei valori delle imprese e dei loro strumenti: una base per lo sviluppo dei modelli economici del futuro. Senza sprechi e senza impatti ambientali negativi. "Siamo l’economia del futuro" dice Albanese, in un contesto sociale in cui la manutenzione è un fatto di cultura aziendale.
I lavori del Summit, coordinati da Cristian Son, Responsabile marketing dell’AIMAN, sono iniziati con il contributo del Sindaco di Torino, Chiara Appendino, e sono proseguiti con una serie di speakers di prestigio: Alberto Sacco, Assessore Città di Torino, Dario Gallina, Presidente Unione Industriali di Torino, Domenico Appendino, Presidente SIRI, Mariangela Tosoni, Presidente Federazione Nazionale Distribuzione Industriale, Marco Macchi, Docente Politecnico di Milano, Riccardo Baldelli, Ceo RICAM. La tavola rotonda ha ospitato i commenti di  Riccardo De Biasi / Auchan, Stefano Dolci / SEA, Diego Fabrizio Gaggero / ABB, Giuseppe Mele / Heineken, Marcello Moresco / Leonardo, Umberto Sala / Emerson.
Stefano Salvetti, Presidente della Fondazione Salvetti e già Presidente della EFNMS / Federazione Internazionale della Manutenzione, ha ribadito anche la necessità di un impegno morale per contribuire a ‘mantenere il mondo’ con innovazioni sostenibili e ha lanciato per AIMAN l’istituzione di due Premi individuali da assegnare a professionisti talentuosi.
https://www.eventindustriali.com/sima-summit-italiano-per-la-manutenzione/

October 2.3, 2019, Turin - Nuvola Lavazza Headquarters
Summit and XXVIII Congress A.I.MAN. Associazione Italiana Manutenzione
Important appointments were attended to over 500 professionals from various industrial sectors. On the first day the President of AIMAN, Saverio Albanese, underlined the importance of the management and maintenance of assets, within a circular economy and the contribution of technologies, in particular digital ones. The essential elements ​​are the conservation, maintenance and care of the values ​​of the companies and their tools: a basis for the development of the economic models of the future. Without waste and without negative environmental impacts. "We are the economy of the future" says Albanese, in a social context where maintenance is a matter of corporate culture.
The Summit works, coordinated by Cristian Son, Marketing Manager of AIMAN, began with the contribution of the Mayor of Turin, Chiara Appendino, and continued with a series of prestigious speakers: Alberto Sacco, Councilor for the City of Turin, Dario Gallina, President of the Unione Industriali di Torino, Domenico Appendino, President of SIRI, Mariangela Tosoni, President of the National Federation of Industrial Distribution, Marco Macchi, Professor of the Polytechnic of Milan, Riccardo Baldelli, CEO of RICAM. The round table hosted the comments of Riccardo De Biasi / Auchan, Stefano Dolci / SEA, Diego Fabrizio Gaggero / ABB, Giuseppe Mele / Heineken, Marcello Moresco / Leonardo, Umberto Sala / Emerson.
Stefano Salvetti, President of the Salvetti Foundation and former President of the EFNMS / International Maintenance Federation, also reiterated the need for a moral commitment to contribute to “maintaining the world" with sustainable innovations and has launched the establishment of two individual awards for AIMAN to be assigned to talented professionals.
https://www.eventindustriali.com/sima-summit-italiano-per-la-manutenzione/

29 maggio 2019 - Politecnico di Milano, Università degli Studi di Bergamo
La cultura della Gestione degli Asset e della Manutenzione in Italia.
Il Convegno, organizzato dal Master Executive in Gestione degli Asset Industriali e della Manutenzione (MeGMI) e dall’Osservatorio Tecnologie e Servizi per la Manutenzione (TeSeM) a Bergamo, nella sede di ABB spa, ha presentato le prospettive di sviluppo dell’Asset Management nel panorama italiano. Relatori Marco Macchi e Irene Roda del Politecnico di Milano per ‘Lezioni apprese nelle ricerche del TeSeM in un decennio’, Antonio Cascelli dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Ajith Parlikad della CambridgeUniversity. Poi Sergio Cavalieri, dell’Università degli Studi di Bergamo ha moderato una Tavola rotonda con Luigi Di Pede di ABB, Luca Manuelli di Ansaldo Energia, Federico Mauri di A2A, Marco Macchi e Stefano Salvetti, della Salvetti Foundation. Stefano Salvetti ha espresso la volontà di aiutare il settore della manutenzione ad acquisire importanza, sia come cultura d’impresa sia come indispensabile supporto allo sviluppo industriale, anche alla luce degli obiettivi indicati dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030 per la sostenibilità dell’innovazione. Al termine del Convegno si è svolta la cerimonia di conferimento dei diplomi della XII e XIII edizione del Master in Gestione degli Asset Industriali e della Manutenzione, promosso congiuntamente da MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business e da SdM, School of Management dell’Università degli Studi di Bergamo.
Ecco l’elenco dei Diplomati del Master:
Matteo Baldini, Mainsim, Fabio De Simoni, GlaxoSmithKline, Marco Donzelli, Rete Ferroviaria Italiana, Paolo Fulvi, CPL Concordia, Enrico Ghisetti, Steris, Francesco Liga, Siad, Luca Perico, TenarisDalmine, Roberto Rossi, Lennox, Rosalia Sciortino, Innova Group, Luca Carpinelli, A2A, Pierfrancesco Cervo, I-care, Marco Di Bella, MDB , Alessia Frison, Brembo, Corrado Giannone, Haier Europe, Luca Girelli, I-care, Marco Leali, TenarisDalmine, Alessandro Leo, Exide Technologies, Gabriele Lonzi, Cogne Acciai Speciali, Stefano Masci, Vidrala Italia, Alessandro Monti, Salumificio Fratelli Beretta, Alberto Olivieri, Rete Ferroviaria Italiana, Mattia Rossi, Effebiquattro, Sergio Tassi, TenarisDalmine.
www.tesem.net, www.som.polimi.it, sdm.unibg.it

May 29th, 2019 – Politecnico di Milano, Università degli Studi di Bergamo
The culture of Asset Management and Maintenance in Italy.
The Conference, organized by the Executive Master in Management of Industrial and Maintenance Assets (MeGMI) and by the Technology and Maintenance Services Observatory (TeSeM) in Bergamo, at the headquarters of ABB spa, presented the prospects for development of Asset Management in the Italian panorama. Speakers Marco Macchi and Irene Roda from Politecnico Milano for "Lessons learned in TeSeM research in a decade", Antonio Cascelli from the Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Ajith Parlikad from Cambridge University. Then Sergio Cavalieri, University of Bergamo, moderated a Round Table with Luigi Di Pede (ABB), Luca Manuelli (Ansaldo Energia), Federico Mauri (A2A), Marco Macchi and Stefano Salvetti, from Salvetti Foundation. Stefano Salvetti wanted to help the maintenance sector to acquire importance, both as a business culture and as an needful support for industrial development, following the objectives set by the United Nations in the 2030 Agenda for sustainability of innovation. At the end of the Conference, the ceremony for the awarding of the Degrees of the XII and XIII editions of the Master  in Management of Industrial and Maintenance Assets was held, promoted jointly by MIP Politecnico Milano Graduate School of Business and by SdM, School of Management of Università degli Studi Bergamo.
Here is the list of the Graduates of the Master: Matteo Baldini, Mainsim, Fabio De Simoni, GlaxoSmithKline, Marco Donzelli, Rete Ferroviaria Italiana, Paolo Fulvi, CPL Concordia, Enrico Ghisetti, Steris, Francesco Liga, Siad, Luca Perico, TenarisDalmine, Roberto Rossi, Lennox, Rosalia Sciortino, Innova Group, Luca Carpinelli, A2A, Pierfrancesco Cervo, I-care, Marco Di Bella, MDB , Alessia Frison, Brembo, Corrado Giannone, Haier Europe, Luca Girelli, I-care, Marco Leali, TenarisDalmine, Alessandro Leo, Exide Technologies, Gabriele Lonzi, Cogne Acciai Speciali, Stefano Masci, Vidrala Italia, Alessandro Monti, Salumificio Fratelli Beretta, Alberto Olivieri, Rete Ferroviaria Italiana, Mattia Rossi, Effebiquattro, Sergio Tassi, TenarisDalmine.
www.tesem.net, www.som.polimi.it, sdm.unibg.it

17 maggio 2019 – MediaDuemila
Smart Citizen a Milano. Intervista a Roberta Cocco, Assessore del Comune di Milano.
A cura di Paolo Lutteri
Sono Assessore alla Trasformazione Digitale e Servizi Civici del Comune di Milano, dove ci sono circa 1 milione e 400.000 residenti. Il mio Assessorato ha due deleghe che ‘dialogano’ molto tra loro: i servizi civici (anagrafe e servizi funebri e cimiteriali) e trasformazione digitale. I cittadini di Milano sono esigenti ma anche attenti: utilizzano gli sportelli delle sedi anagrafiche ma negli ultimi anni hanno anche imparato a usufruire dei servizi online che abbiamo messo a disposizione (Fascicolo del Cittadino in primis). Nel tempo hanno dimostrato di aver accolto e capito la trasformazione digitale in atto
Così esordisce Roberta Cocco, della Giunta Comunale di Milano, alla quale abbiamo chiesto di raccontarci, in questo periodo di grande innovazione, il suo lavoro e i servizi per i cittadini di una Smart City.
Più che di Smart City preferisco parlare di Smart Citizen, cioè cittadini che attraverso la tecnologia riescono ad avere una vita più semplice, soprattutto nei loro rapporti con la Pubblica Amministrazione.
Quali dovrebbero essere i servizi smart prioritari per i cittadini?
Sicuramente i servizi online che permettono ai cittadini di evitare le code agli sportelli e i lunghi spostamenti in macchina; la possibilità di pagare dal proprio dispositivo mobile una multa, la Tari, un parcheggio. Priorità particolari sono l’anagrafe e l’educazione digitale, poi sicuramente la formazione e anche il turismo.
Inoltre a Milano per gli anziani abbiamo avviato iniziative di educazione digitale, affinché imparino ad usare gli smartphone per accedere direttamente da casa ai servizi della Pubblica Amministrazione. Per i giovani ci sono e ci saranno sempre più servizi digitali per vivere la città (scuola, mobilità pubblica ecc.).
Assessore: che cosa le sta più a cuore nella sua professione?
Utilizzare le tecnologie come mezzo abilitatore e acceleratore di servizi e modalità per la relazione cittadino-amministratore. Ci sono diverse velocità per seguire l’innovazione. La tecnologia non è un fine, è un mezzo, una leva di un mondo che si sta innovando. Occorre semplificare i processi, non digitalizzare l’inefficienza. Abbiamo rivisto i processi e come i processi sono messi a disposizione delle persone e abbiamo lavorato per digitalizzare i contenuti. Due versanti di lavoro.
Come riassumerebbe la sua strategia?
‘Mobile first, one click’. Ovvero: mettere i servizi a disposizione sul cellulare (non tutti hanno computer e banda larga). Trasferire i servizi nel telefono mobile allarga il numero dei cittadini. One click vuol dire semplificare al massimo: una sola digitazione per declinare tanti progetti.
Accennava a due versanti di lavoro?
C’è una vista interna all’organizzazione per lavorare meglio nei nostri uffici, dare valore aggiunto alle persone, ridurre la carta, usare firme e protocolli digitali. La focalizzazione verso l’interno è la parte di back office per far percorrere gli itinerari più velocemente possibile. La vista verso l’esterno serve a come digitalizzare i servizi per i cittadini, per esempio: il Fascicolo Digitale del Cittadino in area protetta accessibile con autocertificazione. Salvo i documenti che richiedono vidimazione, il Fascicolo consente di raggiungere certificati, autorizzazioni auto, iscrizione scolastica, multe, pagamento tasse, noleggio libri, altre scadenze in agenda senza dover cercare documenti cartacei in giro. Quando il cittadino vuole un documento dal Fascicolo, non scarica un foglio predefinito in pdf, ma raccoglie in diretta elementi da banche dati diverse, in tempo reale. Oggi il Fascicolo del Cittadino ha già circa 400.000 utenti e stiamo perfezionando e allargando le iniziative di formazione digitale anche con partner esterni. In futuro ci sarà il nuovo Portale del Comune di Milano, che mette al centro i servizi per i cittadini. Più asciutto ma anche più immediato. E il Fascicolo del Cittadino sarà implementato con nuovi servizi, sperando di poter presto rendere digitali i patrocini comunali.
Per riassumere: due visioni su quattro pilastri, di cui due di infrastrutture. Uno: Wi-fi, 5G, banda larga. Due: Servizi digitali, Fascicolo del Cittadino. Tre: Educazione digitale. Quattro: Digital skill (le competenze digitali sono molto importanti soprattutto per i giovani).
Quali sono gli ostacoli principali nel suo lavoro?
La difficoltà maggiore nella Pubblica Amministrazione è sicuramente l’apparato burocratico, vecchio e stratificato, che rende ogni processo lunghissimo, ancorché ci sono persone splendide che lavorano e bene e sono da valorizzare. I fondi ci sono, ma le gare hanno tempi lunghi e spesso grandi rallentamenti. La burocrazia, anziché essere una tutela della democrazia diventa un ostacolo, non evita gli sprechi, crea stratificazioni pesanti. Questo fardello limita la creatività. Se tutto fosse digitalizzato, tutto sarebbe trasparente. Insomma: la burocrazia danneggia il pubblico e chi lavora per il pubblico e l’organizzazione. Peraltro a Milano abbiamo gestori interni dei progetti e gare pubbliche per le quali la piattaforma Consip preseleziona le aziende. Abbiamo anche molte buone collaborazioni con altre città: Venezia, Bologna, Torino, Firenze, ad esempio. E il Comune ha un progetto finalizzato all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, per lo sviluppo sostenibile economico e sociale di tutto il pianeta Terra. Pace e amore!
E l’Assessore sorride!
(L’intervista è stata pubblicata il 17.5.2019 su Media Duemila:
http://www.media2000.it/smart-citizen-a-milano-intervista-assessore-roberta-cocco/
)

May 17th, 2019 - MediaDuemila
Smart Citizen in Milan. Interview with Roberta Cocco, Councilor of the Municipality of Milan.
By Paolo Lutteri
I am Councilor for Digital Transformation and Civic Services of the Municipality of Milan, where there are about 1 million and 400,000 residents. My Department has two delegations that cooperate together: Civic Services (registry office and funeral and cemetery services) and Digital Transformation. The citizens of Milan are demanding but also attentive: they use the counters of registry offices but in recent years they also learned to use the online services that we made available, the Fascicolo del Cittadino (the Citizen's Digital Booklet) in the first place. Now we can see that they have accepted and understood the digital transformation underway.
This is how Roberta Cocco, of the City Council of Milan, begins. We asked her to tell us about her work and services for the citizens of a Smart City in this period of great innovation.
More than Smart City, I prefer to talk about Smart Citizens, that is, citizens who through technology manage to have a simpler life, especially in their relations with the Public Administration.
What should be the priority smart services for citizens?
Surely the online services that allow citizens to avoid queues at the counters and long car journeys; the possibility of paying a fine, a Tari (Waste tax), a parking lot, from your mobile device. Particular priorities are the registry and digital education, then certainly training and also tourism. In addition, in Milan for the elderly we have launched digital education initiatives, so that they learn to use smartphones to access the services of the Public Administration directly from home. For young people there are and will be more and more digital services to live the city (school, public mobility, etc.)
Councilor: what is most important to you in your profession?
Use technologies as a means of enabling and accelerating services and procedures for the citizen-administrator relationship. There are different speeds to follow the innovation. Technology is not a goal, it is a means, a lever of a world that is innovating. We need to simplify processes, not to digitize inefficiency. We reviewed the processes and how the processes are made available to people and we worked to digitize the contents. Two sides of the story.
How would you summarize your strategy?
"Mobile first, one click" That is: to make the services available on the mobile phone (not everyone has a computer and broadband). Transferring services to the mobile phone increases the number of citizens. One click means to simplify as much as possible: a single keystroke to decline so many projects.
Did you mention two sides of the story?
There is an internal view of the organization to work better in our offices, add value to people, reduce paper, use signatures and digital protocols. Focusing on the inside is the back office part to make the itineraries run as fast as possible.
The outward view serves to digitize services for citizens, for example: the Fascicolo del Cittadino in a protected area accessible with self-certification. Except for documents that require authentication, the Fascicolo allows you to reach certificates, car authorizations, school enrollment, fines, payment of fees, book rental, other deadlines on the agenda without having to search around for paper documents. When the citizen wants a document from the Fascicolo, he does not download a predefined sheet in pdf, but collects live elements from different databases, in real time.
Today the Fascicolo del Cittadino already has about 400,000 users and we are perfecting and expanding the digital training initiatives also with external partners.
In the future there will be the new Portal of the City of Milan, which focuses on services for citizens. Shorter but also more immediate. And the Fascicolo del Cittadino will be implemented with new services, hoping to soon make digital the municipal patronages. To sum up: two visions on four pillars, two of which are infrastructures. One: Wi-fi, 5G, broadband. Two: Digital services, Fascicolo del Cittadino. Three: Digital education. Four: Digital skills (digital skills are very important especially for young people.)
What are the main obstacles in your work?
The greatest difficulties in Public Administration is certainly the bureaucratic apparatus, old and stratified, which makes each process very long, although there are wonderful people who work and do well and are to be valued. The funds are there, but tenders have long times and often great slowdowns. The bureaucracy, instead of being a protection of democracy, becomes an obstacle, it does not avoid waste, it creates heavy stratifications. This burden limits creativity. If everything were digitized, everything would be transparent. In short: bureaucracy damages the public and those who work for the public and the organization. Moreover, in Milan we have internal managers of project and public tenders for which the Consip (the central purchasing department of the Italian public administration) platform pre-selects companies. We also have many good collaborations with other cities: Venice, Bologna, Turin, Florence, for example. And the Municipality has a project aimed at the 2030 Agenda of the United Nations, for the sustainable economic and social development of the whole planet Earth. Peace and love!
And the Councilor smiles!
(The interview was published on 17.5.2019 on Media Duemila:
http://www.media2000.it/
smart-citizen-a-milano-intervista-assessore-roberta-cocco/)

4 aprile 2019 – Fondazione Salvetti e MediaDuemila
Fisica quantistica per giovani scienziati
di Paolo Lutteri
Rebecca Amatucci è una studentessa di 17 anni che frequenta il Liceo Scientifico Statale Galileo Ferraris a Torino. Al recente Concorso “I giovani e le scienze”, organizzato dalla Fast di Milano con la Fondazione Salvetti, su incarico della Direzione generale Ricerca della Commissione europea, ha vinto con il suo progetto il Certificato di Merito “Intel Excellence in Computer Science” e il Premio della SIF-Società Italiana di Fisica che la dà diritto a rappresentare l’Italia all’ IREF, Fiera internazionale della scienza e dell’ingegneria, Phoenix (Arizona, USA).
Il suo progetto, formidabile per una studentessa di Scuola Media Superiore, è intitolato “Quantum calculator - Investigating how a quantum computer works through simulation”. In sintesi: “L’attuale tendenza è quella di ridurre le dimensioni degli apparecchi elettronici e di aumentare la complessità dei sistemi operativi. A ciò si aggiunge la crescente mole di informazioni memorizzata su dispositivi digitali. Sarebbe infatti necessario un processo rapido ed efficiente per immagazzinare e gestire una simile quantità di dati. Quale soluzione adottare per non arrestare il progresso tecnologico? Per Rebecca bisogna avere un computer quantistico! L’ancora di salvezza potrebbe risultare l’enigmatica meccanica quantistica, quel ramo della fisica che si occupa di studiare le particelle elementari, cosiddetti quanti, e di descriverne il comportamento. Manipolare i quanti non è così semplice data la loro imprevedibilità. Di conseguenza i computer quantistici, basati su di essi, sono pochi e la loro produzione è complessa, oltre che costosa. La giovane indaga in via teorica il funzionamento di tali computer; effettua via cloud delle misurazioni su un reale prototipo disponibile sul sito IBM – Q Experience e con i risultati raccolti realizza un simulatore. Usandolo è possibile comprendere e studiare i medesimi fenomeni che determinano la notevole superiorità dei computer quantistici rispetto a quelli classici che si usano quotidianamente.”
Le abbiamo chiesto di raccontarci in breve la sua esperienza.

Quantum Computer
di Rebecca Amatucci
Mi sono collegata col computer quantistico dell’IBM. È stata un’esperienza decisamente surreale che rivela la maestosità della meccanica quantistica celata dietro l’apparenza di una scienza prevalentemente teorica. Curioso pensare che i quanti, particelle elementari, nonostante le ridotte dimensioni non solo costituiscano la nostra realtà, ma possano rappresentare una chiave di svolta a molteplici problematiche odierne. La realizzazione di computer che basano il loro funzionamento sui principi della meccanica quantistica permette di rendere plausibili scenari da molti reputati futuristici. Ad oggi comunicazioni quantistiche rapide, immediate e inviolabili in termini di crittografia sono già oggetto di numerose sperimentazioni. Inoltre le tecnologie quantistiche consentono di elaborare e di immagazzinare quantità di dati che aumentano esponenzialmente in proporzione all’efficientamento tecnologico del dispositivo. I possibili risvolti derivanti dall’esistenza di simili database comporterebbero un’innovazione nel verificare teorie scientifiche. Alla luce di queste considerazioni si può comprendere quale sia lo stupore nell’avere la possibilità di eseguire algoritmi su un reale processore quantistico, messo a disposizione dall’IBM tramite una piattaforma online. La prima volta che ho partecipato attivamente, circa un anno fa, ogni singola operazione compiuta sul mio computer era per me di fondamentale importanza e temevo, seppur senza motivo, di poter “danneggiare” con tentativi grossolani quel delicato equilibrio che dona al computer quantistico tale capacità computazionale. I risultati possono essere a prima vista difficili da interpretare, poiché la spettacolarità dei fenomeni quantistici viene condensata in una manciata di cifre. Questo perché il nostro miglior modo per descriverli è avvalersi di probabilità: la stessa perdita di determinatezza è un’ulteriore dimostrazione di come la meccanica quantistica sia una teoria incompatibile con le nostre impressioni. Inoltre mi intimoriva e stimolava il confronto su una piattaforma raggiungibile da ogni parte del mondo da chi si cimenta per passione, per sperimentazione o per studio. Ciò che era inizialmente un inesauribile desiderio di scoprire è diventato poco per volta un progetto, presentato alla Giornata della Scienza 2018 del mio liceo. Ed è stato proprio allora che i miei insegnanti mi hanno dato fiducia e hanno alimentato la mia curiosità. È nato il mio simulatore.
(l’articolo è stato pubblicato il 4.4.2019 su Media Duemila: http://www.media2000.it/fisica-quantistica-per-giovani-scienziati/)

April 4th, 2019 – Fondazione Salvetti e MediaDuemila
Quantum Physics for Young Scientists
by Paolo Lutteri
Rebecca Amatucci is a 17-year-old student who attends the Galileo Ferraris State High School in Turin. At the recent Competition “I giovani e le scienze", organized by the Milan FAST with the Salvetti Foundation, on behalf of the European Commission's Directorate-General for Research, she won the ‘Intel Excellence in Computer Science’ Certificate of Merit with her project and the Award of the SIF - Italian Society of Physics which entitles her to represent Italy at IREF, International Science and Engineering Fair, Phoenix (Arizona, USA).
Her project, formidable for a high school student, is entitled ‘Quantum calculator - Investigating how a quantum computer works through simulation’. In summary: "The current trend is to reduce the size of electronic devices and increase the complexity of operating systems. Added to this is the growing amount of information stored on digital devices. A fast and efficient process would be needed to store and manage this amount of data.
What solution to adopt in order not to stop technological progress? For Rebecca you need a quantum computer! The lifeline could turn out to be the enigmatic quantum mechanics, that branch of physics that deals with studying elementary particles, so-called quanta, and describing their behavior. Manipulating quanta is not so simple given their unpredictability. Consequently quantum computers, based on them, are few and their production is complex, as well as expensive. The young woman investigates theoretically the functioning of these computers; performs cloud measurements on a real prototype available on the IBM - Q Experience website and with the results collected creates a simulator. Using it, it is possible to understand and study the same phenomena that determine the remarkable superiority of quantum computers compared to the classic ones that are used daily.”
We asked her to tell us about her experience in brief.

Quantum Computer
by Rebecca Amatucci
I connected with IBM's Quantum Computer. It was a decidedly surreal experience that reveals the majesty of quantum mechanics hidden behind the appearance of a predominantly theoretical science. Curious to think that the quantum, elementary particles, despite the small dimensions not only constitute our reality, but can represent a turning point to many today's problems. The realization of computers that base their operation on the principles of quantum mechanics makes it possible to make plausible scenarios for many considered futuristic. To date rapid, immediate and inviolable quantum communications in terms of cryptography are already the subject of numerous experiments. Furthermore, quantum technologies allow to process and store quantities of data that increase exponentially in proportion to the technological efficiency of the device. The possible implications deriving from the existence of similar databases would involve an innovation in verifying scientific theories. In the light of these considerations, we can understand the wonder of having the possibility of executing algorithms on a real quantum processor, made available by IBM through an online platform. The first time I participated actively, about a year ago, every single operation performed on my computer was of fundamental importance to me and I feared, albeit for no reason, to be able to ‘damage’ with gross attempts that delicate balance that gives the quantum computer such computational capacity. The results can at first sight be difficult to interpret, since the spectacle of quantum phenomena is condensed into a handful of figures. This is because our best way to describe them is to make use of probabilities: the same loss of determination is a further demonstration of how quantum mechanics is a theory incompatible with our impressions. It also frightens me and stimulates confrontation on a platform that can be reached from every part of the world by those who engage in passion, experimentation or study. What was initially an inexhaustible desire to discover has gradually become a project, presented at ‘Science High School 2018’ in my high school. And it was right then that my teachers gave me confidence and fueled my curiosity. My simulator was born.
(the article was published on 4.4.2019 on Media Duemila: http://www.media2000.it/fisica-quantistica-per-giovani-scienziati/)

Editoriale 1° febbraio 2019

MANUTENERE IL MONDO. E’ importante unire gli eventi significativi del percorso storico della gestione industriale perché solo così si dà al divenire dell’homo faber un significato del suo avanzare ed un senso profondo nella conquista di sempre maggiore potenza tecnica.

DAL GIURASSICO ALL’HOMO FABER. Si dice che, quando una scimmia nel gruppo intorno al fuoco notturno abbia chiesto agli altri “che cosa è un uomo?”, esso sia nato. Perché è apparsa la coscienza di sé. E quando l’uomo capì la potenza della tecnica iniziò a costruire i primi strumenti: gli utensili da lavoro. Costruiti, usati, aggiustati. Il primo passo del concetto manutentivo è stata la riparazione: unire due pezzi rotti per farli tornare a funzionare

DA IERI ALLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE. Ovvio citare il telaio a spoletta volante che iniziò la tessitura meccanizzata mosso da una macchina a vapore; così iniziò in Inghilterra la rivoluzione industriale che continuò con infrastrutture adeguate, tipicamente la via ferrata che unirà il midwest di Chicago con San Francisco dell’ovest. Nacque qui il primo concetto di avaria: il pericolo che il break-down potesse stoppare il processo produttivo. La manutenzione d’intervento fu tanto più vitale quanto immediata, perché l’impresa non si poteva fermare. Negli anni ’70, con la terotecnologia, si iniziò a pensare che la manutenzione dovesse essere progettata insieme al layout produttivo: infatti macchine irraggiungibili da uomini e mezzi non sarebbero potute essere manutenute. Successivamente il discorso manutentivo si è esteso alle criticità dei disastri ambientali: per esempio, assente ogni capacità manutentiva, si sarebbero sversate nel Golfo del Messico tonnellate di idrocarburi.

DALLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE ALLA CIVILTA’ DELLE MACCHINE. Seguendo la filosofia di Emanuele Severino, mentre il capitalismo segue la massimizzazione del profitto, la tecnica insegue la massimizzazione della potenza, cioè della sua capacità di saper fare. A differenza del sistema economico, che trova un limite nello sfruttamento finale, la tecnica non ha limiti alla potenza perché le macchine costruiscono ora altre macchine ed altre ancora senza nessun limite. La domanda ora è: come manutenere queste macchine? Si è passati da una visione di riparazione ad una più evoluta di assets-management, da una rimessa in servizio ad un ottimizzazione in servizio con arresti zero e incidenti zero, ad una gestione che non è soltanto la logistica dei pezzi di ricambio per sostituire l’usurato. I tempi necessari utili sono quelli da pit stop di Formula 1, o addirittura ad un livello di sensori, attuatori e computer per cui si ‘sente’ in tempo reale se la macchina scalda o vibra o se la tubazione è troppo sottile e perde; la gestione è automatizzata tramite computer perché tutto funzioni senza arresti produttivi.

DA OGGI AL PROSSIMO DECENNIO. Senza una visione prospettica non si può procedere. In tempi di cambiamenti repentini e turbolenti dobbiamo dare un’asse di riferimento al nostro procedere. Sostenibilità è un concetto difficile da praticare. Ci proveremo, anche dalle pagine di questo sito, con un percorso di conoscenza e di formazione fatto di documentazione ma anche di interventi critici personali. E’ cultura industriale e questa è solo una prima tappa.

Stefano Salvetti
Presidente Salvetti Foundation

Editorial  February 1st, 2019

MAINTAIN THE WORLD. It is important to combine the significant events of the historical course of industrial management. In fact, only in this way the becoming of homo faber give a meaning of its progress and a deep sense in the conquest of ever greater technical power.

FROM THE JURASSIC TO THE HOMO FABER. It is said that when a monkey asked other monkeys “what is a man?” in the group around the night fire, the man was born. Because self-consciousness has appeared. And when the man understood the power of technology he began to build the first instruments: work tools. Built, used, fixed. The first step in the maintenance concept was repair: join two broken pieces to make them work again.

FROM YESTERDAY TO THE INDUSTRIAL REVOLUTION. It is obvious to mention the flying spool loom that began the mechanized weaving moved by a steam engine; thus began the industrial revolution in England that continued with adequate infrastructures, typically the railways that will unite the Midwest of Chicago with San Francisco of the West. The first concept of mechanical failure was born here: the danger that the break-down could stop the production process. Intervention maintenance was as vital as it was immediate, because the company could not be stopped. In the 1970s, with terotechnology, people began to think that maintenance should be designed together with the production layout: in fact, machines that could not be reached by men and vehicles could not have been maintained. Subsequently the maintenance issue was extended to the criticality of environmental disasters: for example, if there wasn’t  any maintenance capacity, tons of hydrocarbons would have been spilled in the Gulf of Mexico.

FROM THE INDUSTRIAL REVOLUTION TO THE CIVILIZATION OF MACHINES. Following the philosophy of Emanuele Severino, while capitalism follows the maximization of profit, technique pursues the maximization of power, that is the ability to know how to do. Unlike the economic system, which finds a limit in the final exploitation, technique has no limits to the power because the machines build other machines and many more without any limit. The question now is: how to maintain these machines? We have gone from a repair vision to a more advanced asset-management vision, from a re-commissioning to an optimization in service with zero stops and zero accidents, to a management that is not only the logistics of spare parts to replace the worn ones. The necessary useful times are those from Formula 1 pit stops, or even to a level of sensors, actuators and computers, for which you can ‘hear’ in real time if the machine heats up or vibrates or if the pipe is too thin and leaks; the management is computerized so that everything works without production stops.

FROM TODAY TO THE NEXT DECADE. Without a perspective view, we cannot proceed. In times of sudden and turbulent changes we must give a reference axis to our progress. Sustainability is a difficult concept to practice. We will try, also from the pages of this site, with a path of knowledge and training made of documentation but also of personal critical interventions. It is industrial culture, and this is only a first step.

Stefano Salvetti
President of the Salvetti Foundation