
Il disordine
Pub: Media Duemila - Le Postille
Aut: Paolo Lutteri
L’allargamento delle relazioni (sociali, economiche, emotive, scientifiche, politiche) sta formando un ragnatela molto vivace ma intrecciata, disordinata e spesso pericolosa anche per gli stessi ragni.
Il primo disordine è quello dei valori: i diritti umani dovrebbero convergere a livello planetario, ma adesso sono sempre più evidenti le disuguaglianze: residenti e immigrati, aggressori e aggrediti, patrioti e rivoltosi, benestanti e poveracci, assassini e vittime. Le definizioni non sono più univoche, dipendono dai punti di vista. Nel campo della comunicazione il movimento è guidato dai proprietari delle tecnologie digitali, che gestiscono i dati dei mass media e dei social per formare un’opinione pubblica di comodo. La distinzione tra vero e falso non è più netta, è un argumentum ad personam. Spesso un’opinione comune, senza prove, prevale su un opinione assennata supportata dalla scienza. La cultura dominante si affida alle dichiarazioni teatrali ripetute dai gestori del potere (o del contro-potere) e alle conseguenti pressioni mediatiche. Gran cicaleggio sui tempi presenti, poco cinguettìo sul futuro.
Il secondo disordine è ecologico. La gravità dei problemi non sfugge alla conoscenza, ma sfugge al controllo. La dispersione inquinante dei rifiuti domestici è sotto i nostri occhi quotidianamente. L’avvelenamento industriale sembra lontano dalle nostre poltrone, ma è più prepotente. Le microplastiche invadono silenziosamente la natura e i metabolismi umani. La prevenzione sanitaria resta precaria. I cambiamenti climatici minacciano il benessere. Le bombe bruciano case, cose e persone. Alcune risorse naturali scarseggiano o stanno per essere accaparrate da poteri nazionali. La prossima Cop30, a novembre in Brasile, rischia di diventare un carnevale turistico senza conclusioni operative vincolanti.
Il ciclone più turbolento sembra provenire dalla Presidenza USA, altalenante sulle operazioni fiscali e geopolitiche incentrate su America First.
Ci tocca comunque essere ottimisti, sperare che le nuove generazioni capiscano le emergenze comuni e condividano soluzioni utili a tutti. Chi inganna prima o poi resta nudo, è il destino anche per i prepotenti.
Chi lavora nella comunicazione stia attento a non farsi plagiare da fake-projects, dùbiti delle opinioni che non hanno visioni di sostenibilità del futuro. Se il popolo è credulone, bisogna opporsi a chi vuole approfittarne. Slalom tra i canti delle sirene è un lavoro difficile, ma onesto.
https://www.media2000.it/il-disordine/
