Stimare il capitale umano

In Zoom by Paolo Lutteri

Aut: Stefano Salvetti

Premessa –
Durante l’ultimo discorso tenuto ad EuroMaintenance 24 a Rimini, parlavo di come la Professione del Manutentore debba evolvere in Missione. Un aspetto importante del nostro agire oltre che la disponibilità efficiente degli strumenti produttivi è la protezione del fattore umano. Non parliamo qui di sicurezza che è tutto un aspetto enorme e va trattata singolarmente con l’utopico obiettivo di ZERO MORTI. Le ultime statistiche ci informano che sono morti 3.286 persone su circa 2.97 milioni di infortuni in Europa nel 2022.
Tesi –
Il compito del manager in questa ottica di Missione è fare di più di quanto la legge ed i regolamenti prescrivano per proteggere il proprio personale, come sentieri di carriera e come permanenza in azienda.
La mia tesi di fondo è che si possono fare le Rivoluzioni ma se sono fatte in senso opposto ai vettori aziendali prima o poi le Rivoluzioni creano le condizioni per le Restaurazioni e non ottengono sempre l’effetto desiderato.
Uno scheletrico filo tiene annodata la storia economica L’economia romana era tipicamente bellicista e si basava su conquiste, cattura di schiavi per lavori a prezzo di sussistenza ed esazione di tributi dalle provincie conquistate.
L’economia medievale e curtense si basava sulla formulazione del prezzo come quantità di lavoro incluso nel prodotto; una spada più cesellata costava di più perché ci voleva più tempo e più maestrìa per farla; un primo abbozzo del mercantilismo lo abbiamo con i carichi di spezie e merci.
Questo porterà allo storico punto di flesso, il 1602, con  la nascita della compagnia anglolandese delle Indie. Poiché l’armatore poteva al massimo rischiare il naufragio poteva perdere solo il capitale investito: nacque così la LTD la limited Company che con le carature della nave ha dato origine alle Azioni: la moderna società per azioni la SPA.
E veniamo al punto: il Capitalismo.
La creazione del valore non è più basata sul lavoro ma sulla combinazione dei fattori produttivi che generano un valore di output da quella “black box” che è l’azienda superiore al valore degli input. Combinando i fattori produttivi si ottiene il prodotto il cui prezzo è dato dal mercato e se il prezzo è superiore al costo dei vari fattori produttivi si ottiene ricchezza.
Come si misurano i costi dei vari fattori produttivi? Il profitto non deve essere inferiore al minimo rendimento di un capitale che è investito in un titolo di credito, come un BOT. Lo stipendio non deve essere inferiore al livello di sussistenza del proletario e via dicendo tra affitti e tasse per garantire sicurezza e sanità e previdenza.
Ma alla fin fine tutto finisce con un KPI che è la base di tutto: il fondamentale EBIT che è l’utile lordo prima delle tasse-
Ma a generarlo è la produttività che nel caso del lavoro è la frazione del valore della produzione diviso il costo degli addetti, mentre la redditività è il ROE: return on equity.
Sempre per chiarezza il ROE misura l’utile netto sul patrimonio netto, il capitale più le riserve dell’Azienda. Il ROI misura il risultato operativo sul capitale investito. In soldoni: il ROI misura quanto guadagna l ‘attività caratteristica di quella Azienda mentre il ROE quanto rende agli azionisti dopo interessi e tasse. Entrambi sono generati dalla produttività specificatamente del costo del lavoro necessario a produrre.
Ora il manager di manutenzione deve confrontarsi sempre più spesso con il Top Management che, in un mondo sempre più dominato dal capitale finanziario, guarda solo gli indici per decidere come deve comportarsi.
LA MIA TESI –
In breve: propongo di dividere il personale che dipende dal Manager di manutenzione in costi di personale fungibile e costi del personale imprescindibile e mandare quest’ultima voce a bilancio come investimenti immateriali.
Mi spiego meglio. La mia proposta per migliorare la Missione di manutenzione è di proteggere il lavoro dei propri uomini “imprescindibili” sottraendoli al costo del lavoro ma metterli in bilancio come investimenti immateriali.
La ragione della loro imprescindibilità è diventata evidente dalla scarsità di mano d’opera qualificata, dal suo costo di reperimento, dalla difficoltà di trattenerli in azienda, dall’investimento in competenze addizionali e formazione permanente per tenerli aggiornati.
Se il costo di tutti i lavoratori in Manutenzione fosse un unico dato, il Top Management sarebbe portato a …tagliarne brutalmente il costo disperdendo conoscenze, competenze e mettendo a rischio la disponibilità delle macchine
Invece adottando questo approccio contabile il personale “imprescindibile” sarebbe sottratto al taglio di costi per aumentare la produttività del lavoro.
Così il manager di manutenzione potrebbe “proteggere il Capitale Umano” e preservare competenze e continuità al proprio lavoro in Azienda.
Questo approccio merita di un approfondimento culturale per migliorare il senso della nostra Missione.
Stefano Salvetti – Presidente Fondazione Salvetti

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